Consulta nazionale sulla formazione professionale - Fillea cgil

 

Sintesi dei lavori della riunione del 9 maggio 2002

Proposte di lavoro

Elenco aggiornato indirizzi partecipanti

 

La riunione di insediamento della Consulta nazionale della Fillea sulla formazione professionale ha registrato un positivo avvio dei lavori di questa nuova realtà, di cui è stato ribadito il carattere di strumento di analisi, elaborazione ed intervento, vero e proprio cantiere permanente di lavoro, momento centrale di coordinamento dell'attività di accumulo del sapere, di trasferimento di un pensiero il più possibile comune, di spinta, sostegno e verifica dell'impegno delle realtà locali.

 

Alla riunione hanno partecipato 26 dei 35 membri (contributi sono stati inviati da quelli che per problemi vari non hanno potuto partecipare). Sia l'introduzione del segr. generale della Fillea, Franco Martini, che i 14 interventi hanno sviluppato ed approfondito il merito delle tematiche presenti nel documento congressuale, offerto nuovi fronti di indagine, sottoposto a verifica critica singoli aspetti, affrontato il nodo della metodologia di lavoro da seguire per creare una vera continuità dell'impegno della consulta.

 

Vi sottoponiamo di seguito, come conclusione della riunione, una sintesi integrata dei contenuti dibattuti, una prima lista di priorità di segmenti di lavoro da affrontare con gruppi ristretti, così da riservare alle riunioni plenarie il compito di vaglio definitivo dei risultati dei lavori di gruppo, nonché l'elenco aggiornato degli indirizzi dei membri della Consulta, in modo che possiate prontamente intervenire su tutto ciò per proporre modifiche, aggiungere temi e dichiarare la disponibilità al lavoro di gruppo.

 

In estrema sintesi si può affermare che le grandi priorità emerse sono relative : alla necessità di verificare lo stato della contrattazione in materia di formazione, sia di fronte alla scadenza prossima degli integrativi territoriali che in preparazione del futuro CCNL, per inserire in tali attività un complesso il più omogeneo possibile di contenuti in sintonia con le finalità generali ; alla necessità di riorganizzare il complesso dei nostri enti di formazione, per renderlo vero sistema in grado di interagire con le Regioni, con l'intero settore delle costruzioni (edili, legno materiali di tutte le controparti imprenditoriali), con il mercato dell'offerta formativa, di intercettare i finanziamenti, di conoscere ed orientare fabbisogni e sbocchi occupazionali e professionali. 

 

 

In questo quadro, l'insieme delle materie e dei problemi affrontati può essere sintetizzato e riproposto attraverso tre direttrici :

 

 

1 - La formazione come promozione dei diritti e tutela dei lavoratori

 

Obbiettivo centrale del lavoro della consulta deve essere quello di fare in modo che almeno una volta nella sua vita lavorativa ogni edile incroci una formazione di qualità, che questo rapporto venga certificato ed abbia una valenza reale nella sua carriera professionale.

 

 

 

Questo significa far sì che :

 

A - la formazione di ingresso venga garantita a tutti i lavoratori.

La riflessione in materia ha aperto diversi campi di approfondimento : verificare la formazione di ingresso degli apprendisti (perché questa forma non riesce ad affermarsi come prevalente ?) e riproporre con forza la contrattazione con le regioni, uniche ormai delegate in materia, per l'attivazione di finanziamenti per la formazione esterna, presentando progetti coordinati dell'insieme dei nostri enti presenti sul territorio; verificare come realizzare la formazione di ingresso anche per i lavoratori interinali, per quelli che escono dal sommerso, per gli immigrati, pensare ad iniziative nei paesi di origine; iniziative per lavoratori trasfertisti in altre zone del paese; verificare ed estendere le iniziative di formazione per la sicurezza; realizzare iniziative regionali per il riconoscimento dell'attività di formazione per i lavoratori del restauro; inserire il sistema nella formazione collegata all'obbligo scolastico e nelle iniziative di formazione integrata superiore (costruire rapporti con il mondo della scuola e dell'università); 

 

B - la formazione continua rappresenti un reale impegno per realizzare l'obbiettivo di collegare riqualificazione con carriera del lavoratore.

Si aprono diversi scenari di riflessione su come convincere le imprese a considerare la formazione un patrimonio ed un'occasione di incremento della capacità di competizione sul mercato: mutualizzazione dei costi; programmi coordinati territorialmente in collegamento con lo sviluppo spazio-temporale di grandi opere; progetto /i di settore in grado di intercettare risorse nazionali e comunitarie dedicate alla formazione continua, ivi comprese quelle dell'apposito Fondo Interconfederale in via di costituzione, per riversarle sulle tante imprese del settore, evidentemente non in grado di autopromuoversi in materia (con 2 milioni di euro si potrebbe finanziare un progetto nazionale, coordinato dal Formedil nazionale, di formazione continua per 200 imprese e 4000 lavoratori in un anno, a titolo di sperimentazione !); collegamento della concessione degli ammortizzatori sociali alla partecipazione ad iniziative formative di riqualificazione; sperimentazione contrattuale di meccanismi di incentivazione alla riqualificazione aziendale e settoriale e di ore  obbligatorie per l'attualizzazione della formazione per la sicurezza, costruendo in sinergia con i Cpt una anagrafe dei crediti formativi erogati ai lavoratori;

 

2 - La formazione come leva per indirizzare e qualificare lo sviluppo del settore

 

Il lavoro della Consulta si pone come obbiettivo l'individuazione di azioni coerenti con uno sviluppo di qualità del settore delle costruzioni, tali da far svolgere al sistema paritetico dei nostri enti di formazione un reale ruolo di indirizzo.

 

Ciò significa confrontarsi ed organizzare la formazione :

 

A - in rapporto con le diverse tendenze emergenti, come il ruolo dell'edilizia privata; lo spazio della riqualificazione urbanistica, del recupero e del restauro; le prospettive dell'impatto delle grandi opere infrastrutturali; gli scenari che si presentano per i materiali, come il legno e quelli nuovi cosiddetti ad impatto ambientale pulito, e per le tecnologie, anche alla luce della nuova concorrenza europea;

 

B - in rapporto con scenari territoriali, come quelli collegati allo sviluppo delle opere della TAV, delle Olimpiadi, della situazione post-giubileo, del bisogno di acque ed infrastrutture etc. in precise realtà del paese;

 

 

C -  in rapporto con la verifica degli strumenti di rilevazione dei fabbisogni, vera finestra aperta sulla analisi della domanda di formazione, a partire da una verifica della congruità delle metodologie finora usate, dei risultati finora raggiunti, del grado di comprensione ed applicabilità degli stessi da parte dei  nostri operatori, tale da ricollegare analisi e strategia politica e contrattuale in materia;

 

D - in rapporto con le risorse e la programmazione europee, nazionali e regionali, ovvero con la necessità di conoscere sia la reale entità dei flussi destinati alla formazione (fino al 2006 circa 15 mila mld per il centro-nord e 10 mila per il mezzogiorno, a cui vanno sommate risorse italiane fino a complessivi 100 mila mld), che l'organizzazione della programmazione formativa, in particolare degli enti locali : ogni regione ha già predisposto un Programma di Orientamento Regionale con la destinazione di fondi alla formazione, in base alle priorità indicate dalla Unione europea e fatte proprie dallo Stato, per i diversi segmenti di contenuto, a cui si ispirano poi i Bandi annuali (un obbiettivo potrebbe essere proprio quello di controllare la rispondenza degli indirizzi dei POR con i Bandi e correggerla eventualmente); in ogni regione esiste uno stanziamento del 3% dedicato a progetti interregionali e di solito non speso ( altro obbiettivo potrebbe essere quello di reclamare l'attivazione di tali fondi proprio per progettare formazione in rapporto a grandi opere interregionali, come la TAV, per esempio); 

 

3 - La riorganizzazione del sistema paritetico di settore

 

Il lavoro della Consulta si pone come obbiettivo l'individuazione di criteri e strumenti tali da contribuire alla realizzazione di un vero sistema nazionale paritetico a rete, in grado di produrre la formazione sopra delineata, attraverso una stretta ed indispensabile sinergia con gli altri sistemi di enti paritetici di settore, misurandosi con :

 

A - un processo di riorganizzazione su scala regionale degli enti scuola, con la creazione o il consolidamento di rappresentanze territoriali ( Formedil regionali, coordinamenti, consorzi, anche aperti alla collaborazione con università ed altro, etc ) realmente capaci di interloquire autorevolmente con la Regione e di coordinare ed indirizzare l'attività formativa nella regione, a partire dalla realizzazione delle procedure di accreditamento del sistema presso la Regione ( dopo il luglio 2003 non saranno più dati finanziamenti ad enti non accreditati), di introduzione delle procedure di certificazione di qualità ISO, di riqualificazione manageriale della struttura degli enti e di professionalizzazione della presenza sindacale nella gestione degli stessi;

 

B - un processo di riqualificazione e riorganizzazione dell'offerta formativa, incentrato, in ogni unità formativa, sulla razionalizzazione dei costi e sulla loro omologazione territoriale, sulla diversificazione dell'offerta e sulla elasticità delle strumentazioni;

 

C  -  un processo di riorganizzazione e rafforzamento del Formedil nazionale, a partire dalla realizzazione di una reale sinergia con gli altri enti nazionali (altro obbiettivo di lavoro è la verifica della congruità degli statuti tipo ad ogni livello), nella direzione del suo sempre più deciso consolidamento come realtà di progettazione, coordinamento, supporto delle realtà territoriali e verifica dell'attività complessiva del sistema, di incentivazione delle esperienze di dialogo sociale nel settore, di rappresentanza nazionale (progetti pilota FSE, progetti interregionali, progetti sperimentali) e collegamento internazionale del sistema ( rete REFORME).

 

 

 

Ipotesi di lavoro della Consulta

 

E' ipotizzabile che la Consulta, per esprimere al meglio le sue potenzialità, si organizzi in gruppi di lavoro ristretti (2-3 persone) a cui affidare temi di contenuto da approfondire secondo una scala anch'essa ristretta di priorità, per evitare una eccessiva dispersione, e che si riunisca in seduta plenaria solo per valutare i lavori fatti e per verificare lo stato dell'arte ( non più di tre o quattro volte l'anno).

 

 

Una prima scala di  temi di lavoro da vagliare e mettere in ordine di priorità:

 

1.      Riorganizzazione e messa in rete del sistema paritetico

2.      Verifica della presenza della formazione nella contrattazione di settore ai diversi livelli, con priorità per il livello integrativo territoriale di prossima scadenza

3.      Monitoraggio accordi regionali su apprendistato e predisposizione di strategie formative

4.      Monitoraggio piani aziendali/territoriali di formazione continua e predisposizione di strategie formative 

5.      Verifica delle analisi dei fabbisogni formativi

6.      Verifica della corrispondenza dei POR con i bandi regionali (attività che potrebbe essere svolta in ogni regione da parte dei membri della consulta e coordinata centralmente da una persona)

7.      Verifica della presenza del 3% di finanziamento regionale dedicato a progetti interregionali  (attività che potrebbe essere svolta in ogni regione da parte dei membri della consulta e coordinata centralmente da una persona)

8.      Esame approfondito dei problemi e delle opportunità collegate con l'esistenza e con l'avvio di grandi opere infrastrutturali in determinati territori

9.      Formazione per il restauro ed articolazione di centri regionali di certificazione istituzionale

10.  Monitoraggio delle iniziative formative per l'obbligo e la formazione superiore e predisposizione di strategie formative

11.  Monitoraggio dello stato dell'accreditamento e della certificazione di qualità degli enti scuola

 

 

Carissime/i

 

Nel sottoporvi questo testo e queste ipotesi di lavoro, vi preghiamo di risponderci in tempo breve, apportando modifiche e suggerimenti, ma soprattutto indicando la vostra disponibilità per un gruppo di lavoro in base alle vostre inclinazioni e competenze, fermo restando che per i gruppi n 6 e 7  sarebbe opportuno che si prendesse uno specifico impegno in ogni regione , in modo che vi si possa offrire, dopo pochi giorni, un primo piano di lavoro da avviare con immediatezza.

 

Vi ringraziamo della preziosa collaborazione ed attendiamo una vostra pronta risposta

 

Franco Martini

Segretario generale Fillea cgil nazionale

 

Riccardo Varanini

Fillea cgil nazionale