“ In premessa ritengo non utile, anzi
deleterio, una sorta di competizione campanilistica, a chi sta meglio, su
una questione così importante e delicata come la lotta alla camorra, al
racket e all’illegalità diffusa. Men che meno lo scontro e il litigio tra
le istituzioni che non aiuta nessuno.
Il problema, purtroppo,
riguarda tutti, nelle forme e nelle dimensioni che non scopriamo adesso,
ma che sono da tempo tristi realtà.
Trovo singolare le
affermazioni del Sindaco di Salerno che assegna a Napoli la maglia nera e
la consegna interamente alla malavita organizzata.
Di contro invece penso
che sia opportuno un’inverata azione unitaria, coesa e solidale di tutte
le istituzioni locali delle nostre aree, coinvolgendo i soggetti
interessati, per aggiornare le strategie efficaci per contrastare la
diffusione e penetrazione della malavita organizzata nel mondo degli
appalti delle opere pubbliche e non solo, sul versante della repressione,
della prevenzione e del sistema di regole da attivare per lo scopo.
In questo senso la
consapevolezza assunta dall’Amministrazione Comunale sul tema e le azioni
messe in campo, indicatori eccellenti per misurare la sensibilità di
un’Istituzione, possono essere punto di riferimento importanti per
continuare la battaglia e fare di più e meglio.
D’altra parte è opinione
ormai condivisa e consolidata che la lotta all’illegalità è un tutt’uno
con le politiche di sviluppo e la tutela dei diritti dei lavoratori.
Su questo, in verità, non
va sottaciuta l’accresciuta permeabilità all’infiltrazione nel settore,
determinata dall’eccessive “liberalizzazioni” dei sistemi d’affidamento
delle opere, introdotte con le norme legislative dall’attuale governo, sul
versante della filiera dei subappalti e delle forniture, che certamente
non aiutano lo sforzo di contenere le velleità delinquenziali e non
aiutano neanche il rilancio del settore e lo sviluppo delle comunità
locali.
Perché non c’è solo la
camorra del pizzo, ma anche quella che si fa “impresa” inquinando il
processo, non facile, di risanamento e di riqualificazione del settore e
del sistema.
Il settore delle
costruzioni ha bisogno di ben altro!
Non voglio sfuggire al
riferimento fatto dal dott. Raffaele Marino sulle pagine di Repubblica
rivolto al Sindacato, a cui chiede di far sentire la propria voce.
Rispondo cogliendo fino
in fondo il senso positivo del richiamo fatto dal magistrato.
Il Sindacato delle
Costruzioni, unitamente alle Confederazioni CGIL, CISL e UIL, ha
partecipato alla costituzione del Coordinamento antiracket del Comune di
Napoli e ne ha assunto una Vice Presidenza partecipando e proponendo, per
quanto di competenza e di possibilità, alle iniziative man mano messe in
campo.
Tale
disponibilità è in perfetta coerenza con la convinzione che il problema
del racket, del pizzo e dell’illegalità in genere, non è un problema
“degli altri”. Non possiamo più limitarci a “gestire” le conseguenze
dell’azione estorsiva come spesso accade con il fermo cantiere e delle
attività e pensare che tutto il resto è un problema dell’impresa.
Tanti sono gli esempi
vertenziali nelle quali abbiamo svolto un ruolo non passivo, da
Marianella, 400 alloggi IACP, alla vicenda ICAR, Bitum Beton, cantieri
metanizzazione e altro.
La Fillea e la
CGIL, più volte hanno fatto sentire la loro voce promuovendo iniziative
sulla questione coinvolgendo autorevoli personalità impegnate in prima
fila e insieme alle altre Organizzazioni ha sostenuto con forza la scelta
della “clausola” Sirena, l’obbligo di denuncia dell’azienda vessata pena
la perdita dell’affidamento, chiedendo l’inserimento della stessa nella
Legge regionale sugli appalti purtroppo ferma in Commissione al Consiglio
Regionale. Qui non sarebbe male un’accelerazione dell’iter per
l’approvazione!
Tutto ciò non
basta. E’ vero. Bisogna fare di più. Il Sindacato non si tira indietro.
Gianni Sannino
Segretario generale Fillea-CGIL Napoli
Napoli 13 settembre 2004