Le Costruzioni in Campania, tra sviluppo e rischi di arretramento.

 “ Abbiamo alle spalle un ciclo quinquennale caratterizzato da andamenti positivi, per il settore delle costruzioni, per lo meno sul piano quantitativo. Occorre, però sottolineare che questo trend non è stato accompagnato da una crescita qualitativa, particolarmente sul versante della riqualificazione del settore e del sistema impresa, nulla è stato fatto per l’innovazione e la ricerca. Anzi abbiamo assistito ad un’erosione grave dei livelli di garanzia per quanto attiene le regole e la trasparenza, dietro il pretesto di un problema vero ed oggettivo dei tempi farraginosi di cantieramento e di realizzazione dei progetti, fino al punto da aggravare ancora di più la situazione della sicurezza sul lavoro. Prove e testimonianze drammatiche sono date dagli ultimi incidenti accaduti, Genova, Roma.

Siamo oggi in una fase delicata. Possiamo avere un’inversione di tendenza grave e seria, anche grazie ai provvedimenti del Governo, dalle decurtazioni di fondi nella Finanziaria destinati al settore, alle politiche di affidamento dei lavori con la Legge Obiettivo, il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti e il c.d gigantismo degli appalti, che non favorisce il tessuto di piccole e medie aziende, relegandolo, così, in un arcipelago di sub-contrattazione, forniture posa in opera e servizi, noli a caldo e a freddo, filiere di subappalti indiscriminati, molto spesso al di fuori d’ogni controllo, foraggiando in tal modo oligarchie “imprenditoriali” che somigliano sempre di più a scatole vuote.   

I dati in nostro possesso parlano, oggi, di un andamento stazionario del numero di lavoratori denunciati nelle Casse Edili rispetto ad un anno fa, a Napoli e nella Regione. 

Di contro una leggera crescita delle Imprese iscritte allo stesso Ente, caratterizzata da una sorta di “turn-over” imprenditoriale. Aziende che nascono e muoiono nel breve e medio periodo, sintomo di una polverizzazione del comparto, con una la media d’addetti, che coinvolge circa il 80% delle Aziende, che non supera le 5 unità, fatto questo che, in assenza di politiche d’associazionismo e d’aggregazione, non aiuta la qualificazione e il consolidamento di un sistema in grado di reggere le nuove sfide del settore. 

A luglio la Fillea, nel corso di un convegno a cui parteciparono le Istituzioni locali, l’Acen, la Lega Coop. e Confapi, concluso dal Segretario Nazionale Franco Martini, ha proposto un “Patto d’Operatività” ad Istituzioni e Associazioni Imprenditoriali, per una ricognizione sul campo dei progetti e delle opere, dai trasporti e sistemi aeroportuali, alla viabilità regionale e collegamenti su ferro con interconnessioni territoriali, da Bagnoli, Napoli Est, Centro Storico e Periferie, alle ingenti risorse degli attrattori culturali,dai Campi Flegrei a Pompei e Paestum, oggetto del Protocollo d’Intesa con la Regione, Soprintendenze e Associazioni Imprenditoriali, del 5 dicembre 2002, sul quale la Fillea sta esprimendo un profondo dissenso sui ritardi accumulati e sui cantieri non ancora aperti che potrebbero dare risposte a tanti giovani restauratori ed edili. Opere e progetti da mettere in cantiere per favorire la crescita quantitativa e misurare, però, le volontà per un salto in avanti sui diritti, regole e qualità. Sul tema la Fillea promuoverà nei prossimi giorni una Conferenza Stampa per dettagliare meglio lo stato dell’arte e proposte operative.

La Fillea-CGIL, in tutte le sue articolazioni territoriali, conferma la  disponibilità ad un confronto a tutto campo e richiama su di esso la responsabilità sociale dell’imprenditoria campana e il dinamismo amministrativo delle Istituzioni”.

Napoli, 8 gennaio 2004