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SI BLOCCANO I CANTIERI EDILI NAPOLETANI

Il sindacato unitario delle costruzioni, Fillea Cgil - Filca Cisl - Feneal Uil, chiedono dopo il secondo infortunio mortale in due giorni, l'attivazione immediata di tutti i provvedimenti mirati a contrastare questo stillicidio insopportabile. Oggi astensione nei cantieri edili nella provincia di Napoli con presidio dei lavoratori presso la prefettura in Piazza del Plebiscito.

 

7 ottobre 2004

 

Massiccia adesione degli edili di Napoli allo sciopero per la sicurezza

 

Pienamente riuscita la manifestazione promossa dai Sindacati degli edili,

 in risposta alla recrudescenza degli incidenti mortali nei cantieri

 

 

I lavoratori edili di Napoli hanno risposto massicciamente alla proclamazione dello sciopero dei cantieri deciso in poche ore, a seguito della notizia dell’ennesimo infortunio mortale avvenuto in un piccolo cantiere di ristrutturazione della zona Stazione Centrale, a 24 ore dalla tragedia d’Ercolano, in 700, insieme alle delegazioni provenienti da tutta la Regione Campania, si è presidiato il Palazzo della Prefettura in Piazza del Plebiscito, presso la quale si è recata una delegazione di dirigenti sindacali e lavoratori.

Fermi i grandi cantieri della Metropolitana, della Linea 6 (ex LTR), i cantieri dell’AltaVelocità di Caivano-Afragola, gli impianti di depurazione di Sant’Antonio Abate e Scafati, il Rione Terra di Pozzuoli, i lavori dell’Interporto Campano e del Vulcano Buono, in tanti altri cantieri dove le condizioni non hanno consentito l’astensione totale si sono tenute assemblee per testimoniare in egual modo la gran tensione che in questo momento investe il settore.

Al Prefetto di Napoli, che ha presieduto l’incontro, il Sindacato di categoria e le Confederazioni CGIL, CISL e UIL, di Napoli hanno rappresentato in maniera forte e determinata l’esigenza non più rinviabile di mettere in campo azioni e provvedimenti per porre fine allo stillicidio di vite umane che si verifica ormai quotidianamente sui cantieri e sui luoghi di lavoro.

Tutti gli interventi hanno sottolineato con forza che così non si può andare avanti.

E che le condizioni di lavoro nei cantieri e nei luoghi di lavoro sono peggiorate in maniera drammatica e preoccupante rendendo la tutela della salute ormai un lusso per pochi.

Occorre cambiare registro e richiamare tutti, Governo, Istituzioni, Enti di prevenzione e di repressione, il sistema delle imprese alle proprie responsabilità che sono tante.

Contrastare il dilagare del lavoro nero ed irregolare, la frantumazione delle opere con ricorsi abnormi ai subappalti e alle forniture che abbassano la soglia di sicurezza e di qualità, la moltiplicazione delle flessibilità già tante nel settore oltre a quelle introdotte della legge 30.

Come primo atto domani 8/10 è convocato il tavolo d’unità di crisi sulla sicurezza, una task-force con tutti i soggetti interessati, unitamente agli Enti Bilaterali di settore, CPT e Cassa Edile, l’Associazione dei Comuni (ANCI) per un primo monitoraggio sui cantieri diffusi sul territorio.

A quel tavolo, il Sindacato rilancerà l’esigenza dell’adozione del D.U.R.C. in Provincia ed in Regione quale strumento importante per la regolarità delle imprese e la lotta al sommerso.

E’ evidente che non bisogna fermarsi a questo.

Già da lunedì sono in programma incontri con CGIL, CISL e UIL per programmare le iniziative da metter in campo per evitare il rischio, sempre presente, d’episodicità delle azioni, così come sono in programma incontri con il Comune di Napoli e la Provincia per una valutazione dello stato della sicurezza dei cantieri in essere.

Alla stessa Associazione dei Costruttori come altre compagini imprenditoriali, chiediamo più assunzione di responsabilità e più coerenza rispetto alle intenzioni e agli impegni assunti in sede di contrattazione.

 Promuoveremo una vasta e diffusa campagna d’assemblee nei cantieri e in tutti i luoghi di lavoro per recuperare e rafforzare una sensibilità e una solidarietà tra i lavoratori messa a dura prova dai fatti accaduti ad Ercolano e a Napoli.     

La questione della sicurezza sul lavoro è un problema nazionale, le dimensioni e i dati ci dicono che tutto il territorio nazionale è a rischio.

E quindi si rende necessario una forte risposta d’iniziativa e di mobilitazione a questo livello. 

 

 

 

Napoli 7 ottobre 2004

 

 

 

                                                             Feneal- UIL    Napoli e Campania

                                                             Filca-Cisl       Napoli e Campania

                                                             Fillea-CGIL    Napoli e Campania

 

 

 

Muore operaio in nero, scaricato in strada dopo infortunio sul lavoro

Gianni Sannino: Occorre fermare questa catena di morte e barbarie

 

 

Indignazione e rabbia dopo la morte dell’operaio napoletano in nero, scaricato in strada per simulare un incidente stradale.

“ Occorre  fermare la  catena di morte e di barbarie che sta investendo il settore delle costruzioni e il mondo del lavoro – E’ il commento di Gianni Sannino, Segretario Generale della Fillea Cgil di Napoli - Il Prefetto convochi subito un tavolo di confronto con tutti gli enti preposti, stazioni appaltanti, Asl, Inail,  Ispettorato e le parti sociali, per una verifica sul livello e sull’efficacia dei controlli e della prevenzione sui cantieri edili dell’area metropolitana di Napoli.

172  infortuni mortali sui cantieri edili italiani dall’inizio dell’anno, 7 avvenuti nella provincia di Napoli.

Dopo Sossio Costanzo di Casandrino e Francesco D’Isanto di Monteruscello, ieri (4 ottobre ndr) l’ennesima tragedia con la morte del giovane Francesco Iacomino d’Ercolano.

Una morte assurda che non trova alcuna giustificazione se non nella conferma che ormai si è ad un livello di guardia sul versante del  degrado produttivo e dell’illegalità.

Iacomino lavorava a nero, per “arrangiare” in attesa di un’occasione buona per lui che era saldatore provetto e dopo essere andato un pò in giro per l’Italia, ovviamente sempre a nero.

E’ insopportabile per un paese civile accettare l’idea di morire per lavorare!

I responsabili di quest’efferatezza siano prontamente assicurati alla giustizia senza alcuna titubanza.

Siamo di fronte ad una vera e propria piaga.

Nessun territorio e nessuna realtà produttiva sono risparmiati.

Si muore al Nord come al Sud, nei grandi e nei piccoli appalti, nei cantieri abusivi e in quelli regolari.

E’ chiaro ed evidente che c’è un legame tragico tra condizione d’irregolarità al lavoro e esposizione al rischio.

Nella nostra realtà siamo di fronte ad un’incidenza non inferiore al 30-35% di lavoro irregolare sull’insieme del settore con forti presenze di immigrati ed extracomunitari, molto spesso forniti dal caporalato operante nei comuni limitrofi di Napoli, e che più di altri soffrono l’emarginazione dal lavoro e quindi più esposti al rischio.

Dove c’è il nero non ci sono attrezzature adeguate né sistemi di sicurezza in norma, né tanto meno formazione e informazione sui rischi del cantiere di legge 626 e 494 neanche a parlarne.

Ma sono le condizioni generali di lavoro che sono peggiorate anche sui cantieri cosidetti regolari, ritmi e tempi accelerati per la consegna rapida dei lavori, piani di sicurezza a volte rituali,  ricorso a subappalti e forniture i maniera abnorme che legati alle flessibilità sul lavoro introdotte dalle norme della legge 30, rappresentano un deterrente preoccupante per la sicurezza e la qualità del lavoro.

Su questo va rilanciato il confronto con le Associazioni degli imprenditori, che non possono continuare ad addebitare tutto alle logiche del massimo ribasso che pure è un problema.

E ora che la questione del lavoro e della legalità recuperi la sua centralità e ridiventi priorità assoluta nell’agenda politica-istituzionale.

Altro che fumose e illusorie riduzioni fiscali per il Sud che riecheggiano nei tanti convegni post-estivi o men che meno estenuanti e defatiganti discussioni su modelli contrattuali da applicare, cose importanti certo, non vi è dubbio, ma oggi la priorità è il lavoro e non uno qualsiasi. Un lavoro in qualità e in legalità in grado di trattenere i tanti giovani che stanno lasciando le nostre zone per andare altrove in cerca di futuro.

Le Istituzioni locali recuperino un giusto “imput politico” superando il rischio di  autoreferenzialità dei Protocolli e delle buone intenzioni,  per garantire efficaci e sistematici controlli e azioni di prevenzione sui luoghi di lavoro e sui tanti cantieri aperti mettendo in condizione gli Enti preposti, ASL ed Ispettorato di operare e di farlo bene.

Lo stesso Governo – conclude Sannino - deve abbandonare l’idea di ritenere il settore delle costruzioni, una sorta di zona franca,  le ultime modifiche apportate dal Governo sul sommerso e sugli infortuni, frutto di un’incessante pressione del Sindacato ci dicono che si può e si deve fare di più e questo riguarda tutti, nessuno escluso.

Ed su questo che va rilanciato il confronto con le Associazioni degli imprenditori per affermare nel settore una cultura della legalità, della qualità e della sicurezza.

Non si può addebitare tutto alle logiche massimo ribasso che pure è un problema.

Nella vicenda di Ercolano viene fuori un contesto fatto di ricatti e di omertà indotta, che occorre sconfiggere, un contributo in tal senso può venire dall’istituzione di un numero verde (800981800 dalle ore 12 alle 14 e dalle ore 16 alle ore 18) promosso dalla Fillea Nazionale, cui è possibile denunciare in maniera tutelata i casi di violenze sul lavoro e sulla sicurezza”.

 

 

 

 

 

Napoli 5 ottobre 2004                                                  

 

 

                         

                                                                                              Gianni Sannino

                                                                      Segretario Generale  Fillea-Cgil di Napoli

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