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Sciopero edili 14 marzo. Iniziative territoriali
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Mobilitazione edili: Iniziative a Roma, Napoli, Modena, Terni, Lecce
Continuano le iniziative territoriali in preparazione e a sostegno del prossimo sciopero generale dei lavoratori edili previsto per il 14 marzo prossimo. Oggi a Roma si è tenuto un presidio dei lavoratori edili davanti alla sede dell’Ance nazionale, in via Guattani; mentre a Napoli i sindacati hanno organizzato un Attivo unitario dei lavoratori del settore, concluso dal Segretario nazionale della Fillea Cgil, Mauro Macchiesi I lavoratori dell’edilizia della provincia di Modena si riuniscono domani, 10 marzo, in assemblee e presidi nei luoghi di lavoro per discutere della rottura delle trattative per i rinnovi contrattuali nazionale e territoriale, in vista dello sciopero generale di martedì 14 marzo indetto dei sindacati di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. Lo mobilitazione degli edili, a Modena oltre 25.000 addetti, 1 milione e 200 mila in Italia, è stata proclamata dopo 5 mesi trattative per il rinnovo del secondo biennio contrattuale nazionale e del contratto integrativo territoriale. Sempre domani le Segreterie territoriali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Terni, hanno convocato un’Assemblea territoriale dei lavoratori edili dalle ore 15.00 alle ore 17.00, presso i locali della Cassa Edile di Terni, Zona Fiori 116/I. In agitazione anche i lavoratori del settore edile di Lecce. La decisione è stata presa da Fillea-Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl provinciali; i sindacati, inoltre, hanno proclamato lo sciopero generale di 8 ore per il prossimo 14 marzo ed un sit-in presso la sede Ance-Confindustria di Lecce, in via Fornari. «Dopo cinque mesi di inutili trattative - spiegano le organizzazioni di categoria - non sono state date risposte adeguate alle richieste del sindacato. Nonostante dieci anni di continua crescita del settore delle costruzioni nel nostro Paese, si negano ai lavoatori dell'edilizia 81 euro per il recupero salariale dovuto all'inflazione e 79 euro per l'incremento dell'elemento economico territoriale». Sotto accusa finiscono gli imprenditori, che vogliono «rendere più difficile il controllo sindacale, modificare le norme sulla mobilità dei lavoratori ed eliminare la responsabilità dell'impresa nei confronti dei lavoratori delle imprese subappaltatrici
Roma 9 marzo 2006
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14 MARZO 2006 SCIOPERO GENERALE DEGLI EDILI! Contratto, lavoro, sicurezza! Napoli
Il giorno 9 marzo presso il New Europe Hotel si è svolto l’Attivo Provinciale dei lavoratori edili di Napoli, con la presenza delle Segreterie Nazionali, per discutere lo stato dell’arte relativo alla trattativa per il rinnovo del contratto nazionale e del contratto territoriale, scaduti lo scorso 31 dicembre e per decidere le modalità di partecipazione allo sciopero del 14 marzo. Il confronto, dopo 5 mesi, si è interrotto per responsabilità dei costruttori, per le posizioni di chiusura oltranzista tese a ridurre il ruolo del sindacato sul territorio e sui cantieri, per avere mani libere nell’organizzazione del lavoro, utilizzare a loro uso e consumo la forza lavoro, abbattere i costi riducendo le tutele per i lavoratori, disattendere le giuste richieste salariali poste, bloccare il processo di regolarità, faticosamente avviato nel settore. La modifica dell’istituto della trasferta (art.22) e l’abolizione dell’art. 15 del contratto di lavoro sono gli obiettivi posti dai padroni. Vogliono che siano applicati i contratti territoriali e quindi le norme relative alla cassa edile, alle ferie, ai permessi e alle voci economiche, non del territorio dove vive il cantiere, ma della provincia dove ha la sede legale l’azienda. E’ chiaro che in questo modo si creano situazioni inaccettabili di riduzioni serie del controllo da parte del sindacato e di disparità odiose tra lavoratori sullo stesso cantiere, realizzando così una Bolkstein all’italiana. Vogliono abolire l’obbligo, che oggi c’è con l’art.15, per le imprese che appaltano i lavori, di intervenire direttamente in favore dei lavoratori dei sub appalti, quando queste imprese non pagano i salari, non versano la Cassa Edile e non versano l’Inps. Immaginiamo tutti cosa succederebbe se i lavoratori perdessero quest’importante strumento di tutela specialmente in un’area come la nostra così frammentata e piena di sub appalti e forniture. Ciò rappresenterebbe un pericoloso e preoccupante passo indietro. Alla faccia della modernità di questi “imprenditori” solo a parole disponibili per affermare la qualità nel settore, contrastare il lavoro nero e assicurare sicurezza. In più stanno dimostrando di non voler accogliere le richieste salariali da noi poste e fissate in 81 euro per il biennio del contratto nazionale e 79 euro per l’integrativo provinciale che sono scaduti entrambi il 31 dicembre scorso Posizione del tutto ingiustificata, considerato che il settore edile negli ultimi anni ha registrato buoni risultati di crescita e ha consentito buoni profitti a padroni ed imprenditori. Si sta impedendo, in questo settore, il diritto al contratto per 1.200.000 di cui 50.000 a Napoli. In tal senso, ha sostenuto Mauro Macchiesi, Segretario Nazionale Fillea Cgil: “….la giornata di lotta del 14 marzo ha al suo centro la risposta all’attacco ottuso di una controparte miope e interessata solo al profitto, al sistema contrattuale, che grazie alle sue articolazioni nazionali e territoriali e in ambito solidaristico, oggi è in grado di difendere le condizioni salariali dei lavoratori.”. L’attivo ha confermato l’astensione dal lavoro e l’adesione compatta e numerosa alla giornata del 14 marzo a Roma. A Napoli la lotta per il contratto si fonde con la battaglia per il lavoro, per una vera formazione e sicurezza, contro il lavoro nero, il “moderno e antico” caporalato sugli immigrati e la morsa camorristica sugli appalti, per nuova e buon’occupazione, per avviare concreti piani di risanamento e riqualificazione dell’intero territorio metropolitano. Napoli 9 marzo 2006
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©Grafica web michele Di lucchio