![]() |
![]() |
8 MARZO RESTAURO A ROMA: IL LAVORO E’ DONNA Sono 8.000 le donne restauratrici che lavorano nella Capitale - L’età media è di 32 anni .Sandro Grugnetti (Fillea Cgil Roma e Lazio): “ Lavoro precario e poco sicuro”
Nell’immaginario comune un cantiere edile è un luogo di lavoro del tutto estraneo alla presenza femminile. Ma la presenza delle donne, anche se in maniera impercettibile, è in leggero aumento. Esistono sempre più donne geometra, donne ingegnere, donne architetto o che si occupano di particolari lavorazioni (design, bioarchitettura e recupero urbano). La Fillea Cgil di Roma e Lazio stima nella Capitale una presenza di personale femminile nel settore intorno al 3 -4 %. Sono soprattutto impiegate che lavorano negli impianti fissi. Ma in edilizia la parte del leone la fanno le donne restauratrici. A Roma e nel Lazio se ne contano più di 8.000 unità. Sono uscite dalle scuole private, dai corsi regionali e dall’Istituto centrale del Restauro. L’età media è di 32 anni. Le figure professionali più diffuse sono: la restauratrice di quadri, affreschi, monumenti. Ma anche le restauratrici di mobili antichi, addette alle botteghe del restauro. Figure altamente specializzate che hanno particolari conoscenze tecnico-scientifiche e un patrimonio culturale di tutto riguardo. Molte di esse lavorano con contratti atipici e sono disperse nelle società edili che fanno restauro. Sono poche invece le restauratrici inserite nell’organico del ministero dei Beni Culturali o che lavorano negli Enti locali. “A costoro – sottolinea il Segretario Generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio, Sandro Grugnetti - bisogna dare maggiori tutele e percorsi formativi e professionali certi e riconosciuti. Per le migliaia di donne che lavorano in questo settore – aggiunge Grugnetti – si pone anche un altro problema:: quello della sicurezza. L’attività della restauratrice si svolge spesso all’aperto ed in qualsiasi
stagione dell’anno, su ponteggi, in scavi archeologici, e in ambienti malsani. Il rischio di ammalarsi è piuttosto alto”. I rischi più frequenti per le donne sono: · problemi di vista · esposizione agli agenti atmosferici (pioggia, caldo, ecc) · lesioni traumatiche accidentali · azione (a volte oncogena) cutanea delle radiazioni ultraviolette dei raggi infrarossi · azione irritante, tossica ed oncogena delle sostanze utilizzate nel restauro · problemi per inalazione di polvere ambientali · contaminazione da funghi, miceti, bacilli, stafilococchi, pseudomanas · rischi di infezioni con uova di parassiti, spore di carbonchio, tetano, leptospira
L’incidenza degli infortuni sul lavoro si attesta su una percentuale molto alta (circa il 39%), testimoniando l’elevato livello di rischio e la non sufficiente gestione delle situazioni e delle problematiche proprie dello specifico campo di attività. La Fillea Cgil di Roma e Lazio, impegnata da tempo nelle battaglie dei restauratori ha intenzione di costituire un Osservatorio sui Restauratori e sulle loro condizioni di lavoro.
Roma 7 marzo 2005 |
|
©Grafica web michele Di lucchio