Università
degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Architettura Valle Giulia Via Antonio
Gramsci, 53 – 00197 Roma |
|
INDAGINE NAZIONALE SU
LAVORATORI EDILI E TITOLARI DI IMPRESA
sintesi
Roma,
dicembre 2003
Indice
1.
Sintesi dei risultati
dell’indagine
2.
Analisi dei dati
2.1
Nota sul trattamento dei dati
2.2
Lavoratori
2.2.1
Caratteristiche sociodemografiche
2.2.2 I
temi della sicurezza del lavoro
2.2.3
Profilo sociologico
2.3
Titolari di impresa
1. SINTESI DEI RISULTATI DELL’INDAGINE
LAVORATORI
La
popolazione esaminata su base campionaria nazionale, con esclusione di due Regioni: Abruzzo e
Friuli –VG, è di 1.713 lavoratori. Il campione è stato calcolato sul dato
relativo all’occupazione regionale in edilizia.
Profilo sociologico degli
intervistati
Il
56,9 % della popolazione studiata lavora nel settore delle costruzioni da oltre
11 anni (975 unità). I giovani edili rappresentano un numero esiguo che è pari al
5,3 % degli intervistati (90). Forte è stata la tradizione familiare nel
determinare la scelta lavorativa (20,7%),
ma soprattutto le possibilità occupazionali (931 intervistati, pari al 54,3%).
Il
60,5% degli intervistati è andato a lavorare tra i 15-18 anni (1.037) ; un
numero consistente (244) è stato inserito nel mondo del lavoro ad una età
inferiore ai 14 anni. In edilizia su 1713 intervistati ben 1080 sono andati a
lavorare prima dei 20 anni.
Il
livello d’istruzione è legato al soddisfacimento dell’obbligo scolastico :81,9%
pari a 1404 intervistati . La modesta scolarizzazione non viene ritenuta una
remora al lavoro (783 risposte, pari al 45,7%).
Infine
l’ambito familiare (coniuge o convivente) apprezza il lavoro di edile che viene
svolto dall’intervistato (757, pari al 44,2%) anche se una parte numericamente
rilevante di familiari vive il lavoro di
edile come un qualsiasi altro lavoro (543, 31,7%), mentre la stragrande
maggioranza degli edili ritiene che il loro lavoro è assai importante per la comunità
(1.416, pari all’82,7%).
Il
lavoratore ritiene il suo lavoro
difficile con delle gradazioni lievi di tale parametro. Ne è convinto
il 67,2% degli intervistati, pari a 1150 unità. Per 1.386 edili il lavoro risulta essere pericoloso (80,9%),
di cui ben 784 pari al 45,8% ritiene assai pericoloso il lavoro. Lo
stress da lavoro è percepito da 1.093 intervistati, pari al 63,8 % . Ad esso si accompagna la
faticosità : 1.439 intervistati, pari all’84,0%.
Su
1.713 intervistati, 1.270, pari al 74,1% ritiene il salario
assolutamente insufficiente per garantire i bisogni suoi e della sua famiglia.
Una
quota relativamente consistente degli intervistati (624, pari al 36,4%) dichiara di aver pensato
di mettersi in proprio. Ma tra il dire e il fare lungo la strada molti
aspiranti si sono persi. Infatti solo 100 ( pari al 5,8%) lo ha fatto. Il
grosso dichiara di non esser andati avanti riconoscendosi scarse capacità
manageriali (18,0%), impotente rispetto
al sistema creditizio (17,9%) o incapace di superare gli ostacoli frapposti
dalle varie burocrazie (17,2%).
Sui
1.713 intervistati ben 1.250, pari al 72,9% ritiene che i lavoratori immigrati
non abbiano tutti i requisiti di professionalità analoghi ai colleghi italiani,
individuando soprattutto (37,9%) il limite nella scarsa conoscenza tecnica che
si accompagna ad una scarsa precisione (16,0%) e alla difficoltà da parte degli
immigrati nel lavoro di squadra (13,1%). Questa valutazione da ritenersi
obiettiva va letta però con una valutazione ritenuta largamente positiva nel
rapporto lavorativo-relazionale. Ben 1.193 intervistati, pari al 69.6% valuta
le sue esperienze lavorative con immigrati ottime, buone e discrete. Tant’è che
659 (pari al 38,5%) intervistati hanno stretto rapporti amicali con gli
immigrati e comprendono le difficoltà che quest’ultimi incontrano sia nelle
relazioni interpersonali, quale la difficoltà di comunicare con gli italiani
(34,8%), tale da compromettere o perlomeno rendere meno produttivo il lavoro
(1.047, pari al 60,7%) e la difficoltà di conquistare una privacy personale
(23,6%), preludio ad un ricongiungimento familiare (18,1%) fortemente sentito.
Solo una minima parte degli intervistati
(289, pari al 16,9%) mostra pregiudizio nelle relazioni affettive
interetniche.
Il
72% degli intervistati ( in valore assoluto 1.233 lavoratori) ritengono
rischioso il loro lavoro in edilizia, individuando tra gli incidenti più probabili : colpirsi
con / urtare contro / mettere piede in fallo
il 44,2% ; cadute dall’alto il 36,8% ; incidente a bordo / alla guida di
mezzo meccanico il 7,6%; schiacciamento da il 5,9%; colpito da / investito da
il 5,5%.
Per
quanto riguarda i rischi di cantiere gli intervistati individuano la seguente
graduatoria : 1) rischi legati al montaggio/ smontaggio ponteggi; 2) rischi
legati alla movimentazione dei carichi ; 3) rischi rumore ; 4) rischi elettrici
; 5) rischi macchine ; 6) rischi legati alla circolazione dei mezzi ; 7) rischi
legati allo stoccaggio dei materiali .
Nell’ultimo
anno ben 735 lavoratori hanno vissuto direttamente perché colpiti (184, 10,7%)
o assistito ad infortuni di loro colleghi di lavoro con il conseguente invio
presso un Dipartimento Emergenza Accettazione del Servizio Sanitario Nazionale.
La
gravità degli infortuni che hanno colpito direttamente gli intervistati comprende: il 43,7% hanno subito infortuni di
lieve gravità, il 30,2% infortuni di
media gravità ( 38 casi con giorni di malattia da 21 a 50) e il 26,1% infortuni
di elevata gravità ( 18 casi da 51 a 100 gg; 9 casi da 101 a 250 gg.; 5 casi da
251 gg. e oltre).
La
sede della lesione risponde alla seguente graduatoria : 1) mano; 2) braccio; 3)
colonna; 4) ginocchio ; 5) occhi, gamba, caviglia ; 6) cranio ; 7) torace,
polso .
I
periodi che registrano maggiori infortuni durante l’anno sono: giugno-luglio il
24,1% ; gennaio-febbraio il 23,0%.
Alla
domanda se il lavoratore ritiene sicuro
il cantiere dove attualmente lavora ben 1.025,pari al 59,8% ritiene il cantiere
sicuro. La considerazione da fare,stante alle risposte, è un obiettivo e
visibile miglioramento delle condizioni di lavoro legate ai processi d’attuazione
dei due dispositivi fondanti la sicurezza : il D:leg.vo 626/94 e il D.leg.vo
494/96 e succ. modificazioni.
Una
conferma viene dalla valutazione che viene fatta sul livello di manutenzione
delle attrezzature e delle macchine presenti nei cantieri. Il 64,8 % degli
intervistati dichiara un livello adeguato-sufficiente della manutenzione.
Sull’organizzazione del cantiere le opinioni
sono pressoché analoghe: 804 lavoratori,pari al 46,9% ritiene l’organizzazione
corretta; 857 lavoratori, pari al 50,0%
ritiene, al contrario, l’organizzazione del cantiere non rispondente. A conferma della rispondenza il 68,1% degli
intervistati ,pari a 1.167 dichiara che comunque nel caso di necessità di fuga
dal cantiere vi sono le condizioni per abbandonare tempestivamente l’area.
Le
ragioni dell’insoddisfazione vanno ricercate soprattutto per spazi di lavoro
troppo ristretti (39,2%) ; percorsi non studiati correttamente (19,3%);
materiali che intralciano la movimentazione ( 14,1%); non corretta disposizione
delle macchine e impianto elettrico non a norma ( 13,7%).
I
pareri sono diametralmente opposti sulla valutazione che viene fatta dei
processi di sensibilizzazione sui rischi da lavoro e sulle misure
prevenzionistiche : 820 lavoratori, pari
al 47,9% dichiara che lo stato delle informazioni per la sicurezza sul lavoro
sono adeguate; 821 lavoratori, pari al 47,9 % dichiara che non sono adeguate.
Largamente
accettati ed utilizzati di Dispositivi di Protezione Individuale: 1396
lavoratori dichiarano un loro utilizzo
sistematico (81,5%).
L’autovalutazione
da parte del lavoratore del proprio stato di salute evidenzia (questione che
andrà approfondita sulla base dell’età e degli anni di lavoro svolti) che oltre
il 50% dei lavoratori intervistati dichiara di soffrire di dolori articolari
sempre o, comunque, frequentemente
e che negli ultimi tre mesi ha
consultato il medico di medicina generale.
Profilo della coscienza e
della conoscenza dei diritti legati al lavoro
E’
oramai acquisito largamente (1.450 intervistati, pari all’84,6%) che le
vertenze individuali con il datore di lavoro vanno affrontate coll’aiuto dei
Patronati sindacali e che la tutela dei diritti avviene con l’iscrizione al
Sindacato ( 1.460, pari all’85,2%).
Nonostante una risposta quasi plebiscitaria le remore di coloro che dissentono
vengono individuate nella debolezza del Sindacato nell’azione rivendicativa (
29,2%), nella eccessiva politicizzazione
del Sindacato ( 27,5%), nella disattenzione del Sindacato rispetto alle
aspettative dei lavoratori ( 21,7%) e, infine, nella eccessiva
burocratizzazione del Sindacato (18,3%).
Il
62,9% degli intervistati ha partecipato ad una o più riunioni sindacali. Il
restante 37,1% non ha partecipato perché ritiene di dare piena delega e fiducia
all’azione dei rappresentanti sindacali (53,9 %) ovvero per impossibilità a
partecipare alle riunioni (21,3%) ovvero,
esprimendo sfiducia, ritenendo che le riunioni siano una perdita di tempo
perché le decisioni sono assunte a monte (16,2%).
Circa
la metà degli intervistati ha partecipato ad azioni di sciopero per motivi
contrattuali . Tale percentuale s’innalza se l’azione promossa dal Sindacato
riguarda la difesa dei diritti dei lavoratori (62,4%). Occorre ricordare che
l’anno 2002 ha visto un notevole impegno del Sindacato in difesa dell’art.18
dello Statuto dei Lavoratori.
Un’ultima
notazione riguarda come gli intervistati vedono il ruolo del Sindacato in un
Paese che vive nella globalizzazione il suo processo di trasformazione: Il 79,2
% auspica un Sindacato che non sia solo contrattuale ma orienti e condizioni la
politica economica del Governo; il 20,8 % un Sindacato esclusivamente
contrattualistico. Questi dati sono ulteriormente rinforzati se si pone il
quesito di un impegno del Sindacato per migliorare la qualità della vita del
lavoratore. In tal caso dal 79,2% si passa all'82,8%.
Solo
il 5,5% degli intervistati vede positivamente il processo di globalizzazione
dell’economia nazionale. La restante parte degli intervistati ne vede solo
aspetti negativi soprattutto per quanto riguarda la perdita dei posti di
lavoro, la crescente pauperizzazione delle famiglie, la concentrazione della
ricchezza in poche mani.
Il
58,1% degli intervistati dichiara di non partecipare alla vita del quartiere
ove risiede soprattutto per mancanza di tempo o perché preferisce curare
maggiormente le relazioni familiari,
parentali o amicali.
Infatti
il 53,5% dichiara che aiuta la famiglia su tutte le questioni che
quotidianamente si presentano. Il 65,3%, pari a 1.120 intervistati rientrati
dal lavoro difficilmente esce con amici. Un buon 50% è andato a cena fuori,
qualche volta.
Il
tifo sportivo è l’elemento che accomuna : 1.276 intervistati, pari al 74,5%
dichiara di seguire gli avvenimenti sportivi. Il calcio occupa pressocchè
l’interesse della gran parte dei tifosi (83,7%). Solo una minima parte svolge
un’attività sportiva (491, pari al
28,7%) identificabile soprattutto nel
calcio (56,5%).
Per
quanto riguarda i consumi culturali il 73,1% (1.253) nell’ultimo mese non ha
visto alcun film. Tutti vedono abitualmente la televisione (90,6%) durante la fascia più qualunquista ed
idiota : dalle 20 alle 22,30 (58,2%).
Risulta
essere una sorpresa, superiore ai dati
nazionali ( e pertanto da controllare) l’alto numero di intervistati che
dichiara di acquistare abitualmente un quotidiano non sportivo (711, pari al
41,5%) e di aver letto durante l’ultimo anno un libro (358, pari a 20,9%).
Il
69,1% degli intervistati dichiara di aver fatto le ferie estive per una durata
media di due settimane.
Un’ultima
notazione positiva riguarda la soddisfazione dell’intervistato nei confronti
della sua famiglia. Ben 1.048 si dichiarano molti soddisfatti ( 61,2%). La
soddisfazione si tramuterebbe in felicità se le disponibilità economiche
fossero maggiori (1.194, pari all’81,4%). Grande fiducia si ha nei confronti
del gruppo amicale (1.033, pari al 60,3%), vissuto quasi come gruppo parentale.
TITOLARI DI IMPRESA
La
popolazione esaminata su base campionaria nazionale è pari a 211 titolari di
impresa
Profilo
dei Titolari di impresa
Il
profilo de titolari di impresa intervistati, si può sintetizzare in poche
battute:
-
hanno un’età
matura compresa tra i 41-55 anni (111 intervistati, ovvero il 52,6% di cui il
21,3% hanno un’età compresa 41/45 anni, ed il 31,3% tra 46/55 anni)
-
hanno un
diploma di scuola superiore (113 intervistati, ovvero il 53,6%)
-
prima di aprire
l’impresa quasi tutti svolgevano attività nel settore edile (154 intervistati,
pari al 73%), molti con qualifica impiegatizia dirigenziale o tecnica (69
int.), altri con mansioni di operai specializzati o capocantieri (57 int.)
-
lavorano
nell’impresa a tutto campo (dalla gestione dei rapporti con il committente alle
lavorazioni di cantiere) con un impegno assiduo di 6 giorni lavorativi (158
int., pari al 74,9%)
-
si
distribuiscono quasi equamente tra coloro i quali sono unici titolari
dell’impresa (103 int.) e coloro che gestiscono l’attività con almeno un altro
socio (102).
-
vivono in
casa di proprietà (185 int., pari all’87,7%)
-
sanno usare
discretamente il computer (73,4%) e le imprese ne sono dotate generalmente, ma
l’uso è relegato all’ordinaria gestione della commessa; la maggioranza delle
imprese non ha propri siti web (136
imprese) né utilizza l’e.commerce
-
si aggiornano
annualmente visitando le fiere dell’edilizia (154 int. pari al 74,4%), ma negli
ultimi due anni, solo una parte ha frequentato almeno un corso di aggiornamento
professionale (98 int.); leggono poco le riviste di settore (86 int.) e per
nulla i rapporti sull’andamento del settore edile (solo 79 int. dichiarano di
comprare rapporti di settore)
-
molti
aderiscono ad associazioni di parte imprenditoriale di settore (131 int., il
62,1%)
-
hanno una
visione del futuro che denota una certa mancanza di fiducia; la maggioranza si
rispecchia nel “giudizio di stabilità” (sul fatturato, sul numero di addetti),
ma nonostante questo continuano ad investire soprattutto in attrezzature di
cantiere
-
non credono
nelle “iniziative” del nuovo governo nella prospettiva di una maggiore volume
di affari (il 62%); non considerano influente per il settore la cancellazione
dell’art.18 dallo Statuto dei Diritti dei lavoratori (il 61%), né considerano,
o almeno sollevano forti dubbi, sull’efficacia del provvedimento sull’emersione
del lavoro sommerso
-
sono
prevalentemente tolleranti, così tra la scelta di un lavoratore italiano o uno
straniero si appellano alle capacità professionale (il 49%), ma una consistente
parte manifesta una certa intolleranza esprimendo una preferenza assoluta per i
lavoratori italiani (il 44%)
-
individuano
tra i principali problemi del mercato la troppa concorrenza, basata sul prezzo,
e la difficoltà di reperimento di forza lavoro qualificata, nonostante si
rilevi una consapevolezza diffusa sul valore dell’aspetto qualitativo dei
lavori
-
individuano
nella forte specializzazione di impresa il motivo di sopravvivenza sul mercato
per il prossimo futuro.
Profilo prevalente delle
imprese edili
Numero e profilo degli addetti
-
nel 2002
risultano prevalenti le imprese con un numero di addetti compreso tra i 10/15
(44 imprese), seguita da quella con oltre 30 addetti (35 imprese) e da quelle
con 4/6 addetti (34 imprese): è interessante notare che nell’arco del triennio
considerato (2000/2002) si assiste ad una maggiore “crescita” dimensionale
generalizzata delle imprese in relazione alle fasce di addetti, nonostante
quelle monoaddetto si mantengano pressoché costanti
tab.1
– Concentrazione delle imprese per fasce di addetti (2000/2002)
|
n. Imprese |
|
|
||
2002 |
2001 |
2000 |
|
||
Fasce di addetti |
|
|
|||
30+ |
35 |
32 |
28 |
|
|
tra 26 e 30 |
9 |
10 |
7 |
|
|
tra 21 e 25 |
15 |
11 |
10 |
|
|
tra 16 e 20 |
18 |
26 |
28 |
|
|
tra 10 e 15 |
44 |
31 |
31 |
|
|
tra 7 e 9 |
27 |
22 |
19 |
|
|
tra 4 e 6 |
34 |
35 |
33 |
|
|
tra 2 e 3 |
16 |
24 |
31 |
|
|
1 |
6 |
7 |
7 |
|
|
Non rilevato |
7 |
13 |
17 |
|
|
Totale campione |
211 |
211 |
211 |
|
-
sul totale
degli addetti il 6% risultano essere extracomunitari e rivestono hanno
prevalentemente qualifiche di operaio qualificato (132) e operaio specializzato
(46)
-
le mansioni
maggiormente diffuse tra le maestranze sono: manovale (620); muratore (574);
carpentiere (414), autista (226) e ferraiolo (179)
-
il fatturato nel 2002 si localizza per 91
imprese (43,1%) nella fascia di importo superiore
a 500.000,00 €, seguita da quella compresa tra Є 51.000,00 e Є
100.000,00 (21 imprese) e omogeneamente da quella comprese da Є
101.000,000 a Є200.000,00 (20 imprese) e da Є 26.000,00 a Є
50.000,00 (20 imprese). Il dato è di difficile interpretazione in quanto
riflette evidenti contraddizioni nella disomogeneità delle risposte, ben 16
imprese dichiarano un fatturato fino a € 25.000,00, ai limiti della
sopravvivenza sul mercato. Inoltre i dati devono considerare l’astensione alla
riposta da parte di 13 imprenditori
-
Nell’arco del
triennio considerato (2000/2002), così come si è rilevata una crescita
dimensionale, altrettanto è possibile affermare per il fatturato per la fascia
di importo oltre Є 500.000,00
tab.2
– Fatturato per fasce di importo (2000/2002)
Fasce di importo |
2002 |
2001 |
2000 |
|||
n. imprese |
% |
n. imprese |
% |
n. imprese |
% |
|
fino
a Є 25.000,00 |
16 |
7,6 |
16 |
7,6 |
26 |
12,3 |
da
Є 26.000,00 a Є 50.000,00 |
20 |
9,5 |
27 |
12,8 |
17 |
8,1 |
da
Є 51.000,00 a Є 100.000,00 |
21 |
10,0 |
19 |
9,0 |
21 |
10,0 |
da
Є 101.000,000 a Є200.000,00 |
20 |
9,5 |
22 |
10,4 |
20 |
9,5 |
da
Є201.000,00 Є 300.000,00 |
13 |
6,2 |
12 |
5,7 |
19 |
9,0 |
da
Є 301.000,00 a Є 500.000,00 |
17 |
8,1 |
17 |
8,1 |
12 |
5,7 |
oltre
Є 500.000,00 |
91 |
43,1 |
80 |
37,9 |
75 |
35,5 |
Non risponde |
13 |
6,2 |
18 |
8,5 |
21 |
10,0 |
Totale |
211 |
100,0 |
211 |
100,0 |
211 |
100,0 |
-
la redazione
dei computi metrici viene svolta prevalentemente attraverso “l’esperienza
acquisita” (86 imprese), o attraverso l’uso di software dedicati ( 62 imprese)
e poco attraverso la consultazione dei prezzari ( 53 imprese)
-
la
programmazione temporale dei lavori, una volta acquisita la commessa viene
redatta sempre da 116 imprese e in funzione dei lavori da 75 imprese, solo 11
dichiarano di non oprare mai in tal senso
-
la commessa
viene acquisita direttamente da 166 imprese senza alcuna intermediazione a
titolo di imprese “individuale” (134 imprese), le altre forme (ATI, consorzi,
ecc.) non sono affatto diffuse) così come i collegamenti con altre imprese;
-
33 imprese
del campione lavorano in subappalto
-
il raggio
d’azione delle imprese è definibile “breve”, i lavori vengono acquisiti
prevalentemente nella stessa provincia (104 imprese) e solo per 75 imprese in
latra Regione
-
il numero dei
clienti, al momento dell’intervista, si concentra nella fascia 4/5 (51 imprese
e 6/10 (48 imprese) ed il profilo più diffuso della committenza è “privati
cittadini” seguito dalle “amministrazioni pubbliche”; 16 imprese. Proprio con
quest’ultima tipologia di committenza le imprese dichiarano di avere molte
difficoltà nella gestione della commessa principalmente legate ai ritardi nei
pagamenti e più in generale alle lentezze burocratiche
-
Il numero di
clienti definiti stabili si concentra nella fascia 2/3 e 4/5 per ben 109
imprese.
-
I legami
preferenziali con gli studi professionali di progettazione sono importanti per
un numero consistente di imprese (98), mentre non lo sono affatto per 107
imprese
-
a conferma
dell’assenza di strutture di progettazione interne alle imprese, quasi tutte
(165) operano su progetti redatti esternamente, mentre solo una parte esigua
(33) progetta direttamente gli interventi
-
l’acquisto
dei materiali è un’attività gestita direttamente dalla quasi totalità delle
imprese (200) e i fornitori si localizzano nella stessa provincia. Il
calcestruzzo invece viene acquistato da 160 imprese da altri
-
la maggior
parte delle imprese sono dotate di almeno un magazzino macchine/materiali
(88,2%)
-
non tutte le
imprese hanno propri uffici amministrativi (82,5% pari a 174 imprese) e la
dotazione di computer è piuttosto diffusa e là dove presenti sono collegati
alla rete internet (77,3%). Per valutare tali risposte è necessario considerare
un alto livello di astensione (circa di media 33 imprese)
-
la
certificazione e qualificazione è ancora un’esigenza sentita ma lontana per le
PMI, risulta infatti che solo 74 imprese sono certificate ISO 9000 e 97 sono
qualificate per lavorare nell’ambito degli appalti pubblici
-
la
maggioranza delle imprese opera nel settore dell’edilizia residenziale (130),
seguita da strade e autostrade e edifici a carattere industriale
-
la tipologia
di opera prevalente è nuova costruzione (146 imprese) e di questa le imprese
realizzano completamente l’intervento e solo per 43 imprese la tipologia dei
lavori prevalente è “ristrutturazione, manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria”
-
nel ciclo di
produttivo le attività che risultano maggiormente “totalmente decentrate”,
ovvero appaltati ad altri sono: le diverse tipologie di impianti; il
confezionamento del calcestruzzo, i serramenti, le opre da lattoneria e gli
asfalti
-
le attrezzature/macchine
utilizzate sono quasi tutte di proprietà dell’impresa; il noleggio sembra
essere poco diffuso così come la formula di comodato d’uso.
-
la redazione
della documentazione del POS viene appaltata a professionisti esterni da 95
imprese e da 67 imprese approntata internamente. Ben 49 sono però gli
intervistati tra coloro che non rispondono e che “dichiarano di non sapere”
-
la figura del
RSPP è assunta direttamente dal titolare d’impresa per 122 imprese e delegata all’esterno
per 55 imprese. Rimane sempre alto il numero di coloro i quali non rispondono o
che “dichiarano di non sapere” (32)
-
nell’ultimo
anno 123 imprese hanno ricevuto visite ispettive da parte dell’ASL in cantiere
e in 48 cantieri sono state riscontrate anomalie legate soprattutto alla
cattiva organizzazione del cantiere e al mancato uso dei DPI: 57 imprese hanno
dovuto pagare la multa
-
negli ultimi
tre anni solo 81 intervistati dichiarano incidenti che hanno avuto conseguenze
da Pronto Soccorso. Sulle domande relative tali aspetti si rileva una forte
reticenza alle risposte
-
negli ultimi
due anni, i dipendenti di 145 imprese hanno seguito corsi di formazione sulla
sicurezza, mentre ben 53 hanno risposto negativamente
-
la figura del
RL è presente solo in 143 imprese del campione
-
le ore
lavorate dai dipendenti sono circa 8 al giorno per 150 imprese e 9 per 39; solo
93 titolari dichiarano di richiedere straordinari per rispettare i tempi di
consegna lavoro
-
55 titolari
di impresa dichiarano di ingaggiare manodopera stagionale
-
la capacità,
o volontà, di ottenere finanziamenti statali è molto bassa. Sul campione 180
imprese dichiarano infatti di non averne mai usufruito
-
l’attività
dell’impresa è costantemente sostenuta attraverso il ricorso a prestiti bancari
(128 imprese dichiarano di averne fatto ricorso negli ultimi 3 anni). E nel
2002 la percentuale di incidenza sul fatturato dei prestiti si concentra nella
fascia dall’11 al 20 % per ben 36 imprese, e per ben 14 nella fascia dal 41% a
oltre il 50%.
tab.3
- Incidenza % dei presiti bancari sul fatturato del 2002
Fasce % di
incidenza del prestito |
Numero
imprese |
%
sul campione |
1%
- 10 % |
28 |
13,3 |
11%
- 20 % |
36 |
17,1 |
21%
- 30 % |
28 |
13,3 |
31
% - 40% |
15 |
7,1 |
41
% - 50% |
7 |
3,3 |
oltre
il 50% |
7 |
3,3 |
n.r. |
90 |
42,7 |
Totale |
211 |
100,0 |
-
Negli ultimi
tre anni la grande maggioranza delle impresa (174) ha realizzato investimenti
prevalentemente nell’acquisto di attrezzature (149)
2. ANALISI DEI DATI
2.1 NOTA SUL TRATTAMENTO DEI DATI
Una volta ricevuti i questionari
compilati, si è proceduto alla registrazione
dei dati rilevati su un data base ACCES e successivamente alla loro importazione
su un foglio elettronico (EXCEL), ritenuto lo strumento informatico più idoneo,
per semplicità e flessibilità, ai fini delle successive elaborazioni.
I dati registrati appaiono sotto
forma di una tabella rettangolare dove ogni riga rappresenta un intervistato e
le colonne le variabili rilevate.
L’analisi dei dati e, quindi, le elaborazioni
effettuate, hanno lo scopo di indagare le variabili più significative afferenti
alle diverse sezioni dei questionari.
Si è proceduto inoltre ad una distribuzione dei due
campioni secondo le tre grandi ripartizioni territoriali (Italia
settentrionale, centrale, meridionale e insulare) al fine di evidenziare
eventuali differenze. A tale fine sono state elaborate delle tabelle di
frequenza (assolute e percentuali) a doppia entrata, nelle quali le variabili
oggetto di analisi sono state associate ad esempio nel caso del campione
“lavoratori” con l’età e la ripartizione geografica di residenza.
Per rendere più agevole la lettura e l'interpretazione
dei dati, spesso si è fatto ricorso a grafici, in genere istogrammi a una o più
dimensioni. Laddove la numerosità all'interno delle celle era sufficientemente
elevata da consentire la corretta applicazione di test statistici, per valutare
la significatività o meno delle associazioni riscontrate è stato calcolato il
test C2.
Così nel caso di due variabili, la prima con R modalità
(costituita ad es. dall’età, dalla ripartizione geografica o dalla mansione) e la
seconda con C (ad es. la caratteristica in esame ad esempio rischio di
incidenti), per verificare l'indipendenza tra le due è stata prima elaborata la
tabella doppia delle frequenze:
Età
|
Rischio di
incidenti
|
|||||
1 |
… |
j |
--- |
C |
totale |
|
1 |
n11 |
|
n12 |
… |
n1C |
n10 |
… |
… |
… |
… |
… |
… |
… |
i |
ni1 |
… |
nij |
… |
niC |
ni0 |
… |
|
… |
|
… |
… |
… |
R |
nR1 |
… |
nRj |
… |
nRC |
nR0 |
totale |
n01 |
… |
n0j |
… |
n0C |
n |
Quindi
è stato calcolato il test:
dove:
i = 1,2,…,R è l’indice di riga
j = 1,2,…,C è l’indice di colonna
nij
= frequenza osservata nella casella i,j
cij = frequenza teorica che
si avrebbe in caso d’indipendenza tra testate ed eventi
Il test, che si distribuisce asintoticamente
secondo il C2,
con un numero di gradi di libertà pari a (R-1)´(C-1), confrontato con i valori teorici
in corrispondenza a determinati livelli di significatività, consente di valutare
se tra le variabili in esame ci sia o meno un qualche legame.
I risultati delle elaborazioni
effettuate sono riportati rispettivamente a seguito dei commenti alle stesse
articolate in due sezioni distinte: tavole con frequenze assolute e tavole con
frequenze relative percentuali.
2.2
LAVORATORI
2.2.1
CARATTERISTICHE SOCIODEMOGRAFICHE
In questo paragrafo
viene descritta la struttura del campione degli intervistati con riferimento
alla distribuzione territoriale, alla composizione per classi di età e alla
scolarizzazione.
Distribuzione
territoriale e tassi di campionamento
Nella
tabella 1 è riportato la distribuzione, in frequenza assoluta e percentuale,
degli intervistati nelle tre grandi ripartizioni geografiche:
- Nord Piemonte, Valle
d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Liguria, Emilia-Romagna;
- Centro Toscana, Umbria, Marche, Lazio
- Sud Abruzzo,
Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Tab. 1 - Numero
di intervistati per ripartizione geografica
Ripartizione |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Nord |
601 |
35,1 |
Centro |
303 |
17,7 |
Sud |
809 |
47,2 |
Italia |
1.713 |
100,0 |
Delle 1713 interviste
effettuate 601 (35,1%) hanno riguardato lavoratori residenti nel nord
dell’Italia, 303 (17,7%) lavoratori del centro e 809 (47,2) lavoratori delle
regioni meridionali e insulari.
Per valutare il
grado di copertura territoriale del campione è stato calcolato il tasso di
campionamento, rapportando il numero degli intervistati al numero di dipendenti
nel settore delle costruzioni nel 2001 (ultimo anno disponibile nella banca
dati dell’INAIL):
Tab.
2 - Numero di intervistati, numero di dipendenti nelle costruzioni e tasso di
campionamento per ripartizione geografica
Ripartizione |
Numero
intervistati |
Numero.
dipendenti |
Tasso di
campionamento (x1.000) |
|
Nord |
601 |
833.398 |
0,7 |
|
Centro |
303 |
292.348 |
1,0 |
|
Sud |
809 |
395.353 |
2,0 |
|
Italia |
1.713 |
1.521.099 |
1,1 |
|
Complessivamente è
stata effettuata un’intervista ogni 1.000 lavoratori dipendenti, con un tasso
variabile tra le ripartizioni da un minimo di 0,7 interviste per 1.000
dipendenti al Nord ad un massimo di 2 interviste ogni 10.000 al Sud.
Distribuzione
degli intervistati per classi di età
La distribuzione per
classi di età (tab. 3) mette in evidenza come una quota rilevante degli
intervistati (44%) presenta un’età compresa tra i 36 e i 50 anni, consistente è
anche la presenza di lavoratori con età inferiore ai 36 anni (il 35,9%), mentre
più esigua è la presenza nel campione di lavoratori anziani.
Tab. 3 - Numero di intervistati per classi di età
Classi di età |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
fino a 25 anni |
165 |
10,8 |
26-35 anni |
430 |
25,1 |
36-50 anni |
753 |
44,0 |
51-60 anni |
249 |
14,5 |
oltre 60 anni |
33 |
1,9 |
non indicata |
63 |
3,7 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
Dalla tabella 4 si evidenzia come la distribuzione per
classi di età nelle singole ripartizioni geografiche non è molto dissimile da
quella riscontrata nell’intero campione. Poiché gli intervistati sono stati
selezionati mediante un campionamento casuale, si può desumere che, almeno per
quanto riguarda la composizione per età, i lavoratori nell’edilizia presentano
forti omogeneità territoriali.
Tab.
4 - Classi di età e ripartizione geografica
Classi di età |
Ripartizioni geografiche |
Italia |
||
Nord |
Centro |
Sud |
||
fino a 25 anni |
11,8 |
10,9 |
10,0 |
10,8 |
26-35 anni |
25,4 |
21,1 |
28,3 |
25,1 |
36-50 anni |
43,3 |
47,2 |
43,3 |
44,0 |
51-60 anni |
13,8 |
13,5 |
15,5 |
14,5 |
oltre 60 anni |
1,7 |
2,0 |
2,1 |
1,9 |
non indicata |
4,0 |
5,3 |
2,8 |
3,7 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
Distribuzione
degli intervistati per scolarizzazione
Come si evince dalla
tabella 5 il campione degli intervistati è caratterizzato da un basso grado di
scolarizzazione: il 22% non ha completato la scuola dell’obbligo avendo
limitato il suo percorso formativo alla frequenza della scuola elementare,
circa il 60% ha frequentato la scuola media inferiore ed ha quindi interrotto
gli studi, mentre soltanto il 15,6% ha frequentato le scuole medie superiori e
meno dell’1% l’università.
Tab.5
- Numero di intervistati per scuola frequentata
Scuola
frequentata |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
elementare |
380 |
22,2 |
media inferiore |
1.024 |
59,8 |
media superiore |
268 |
15,6 |
università |
15 |
0,9 |
non indicata |
26 |
1,5 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
L’analisi condotta per ripartizione
geografica (tabella 6) evidenzia un più elevato livello d’istruzione dei
lavoratori del centro (il 21,8 % ha proseguito gli studi dopo la scuola
dell’obbligo) rispetto a quelli del nord (17,8%) e del sud (13,6%)
Tab.
6 - Scuola frequentata e ripartizione geografica
Scuola frequentata |
Ripartizioni
geografiche |
Italia |
||
Nord |
Centro |
Sud |
||
elementare |
21,0 |
17,5 |
24,9 |
22,2 |
media inferiore |
58,7 |
58,7 |
60,9 |
59,8 |
media superiore |
17,0 |
19,8 |
13,1 |
15,6 |
università |
0,8 |
2,0 |
0,5 |
0,9 |
non indicata |
2,5 |
2,0 |
0,6 |
1,5 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
L’analisi condotta
per classi di età (tab.7) mette in evidenza un grado di scolarizzazione decrescente
al crescere dell’età. L’istruzione più elevata dei lavoratori più giovani è
presumibilmente spiegata da un lato dal maggiore tasso di scolarizzazione che
ha interessato l’intero Paese in questi ultimi decenni, dall’altro dalle sempre
maggiori difficoltà dei diplomati a trovare un inserimento professionale
adeguato al titolo di studio conseguito.
Tab. 7 -
Scuola frequentata e classi di età
Scuola
frequentata |
Classe
di età |
Totale |
||
fino
a 35 anni |
36-50
anni |
oltre
50 anni |
||
elementare |
10,4 |
23,1 |
47,2 |
22,2 |
media inferiore |
67,5 |
59,2 |
43,3 |
59,8 |
media superiore |
19,2 |
15,7 |
8,9 |
15,6 |
università |
1,5 |
0,8 |
0,0 |
0,9 |
non indicata |
1,5 |
1,2 |
0,7 |
1,5 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
Prima
di iniziare a lavorare nei cantieri l’11,8% degli intervistati ha seguito
almeno un corso professionale e il 3,6% più di un corso (tab.8).
La
frequenza di corsi professionali è più accentuata tra i lavoratori edili del
Nord rispetto a quelli delle due altre ripartizioni geografiche.
Tab.
8 - Corsi professionali e ripartizione
geografica
Ha seguito un corso professionale |
Ripartizioni
geografiche |
Italia |
||
Nord |
Centro |
Sud |
||
si, più di uno |
4,5 |
2,3 |
3,5 |
3,6 |
si, uno |
10,3 |
8,6 |
6,4 |
8,2 |
so, nessuno |
82,2 |
87,8 |
89,2 |
86,9 |
non indicato |
2,0 |
1,3 |
0,9 |
1,3 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
L’analisi condotta della frequenza di
corsi professionali per classi di età (tab.9) non mostra differenze
significative fra i tre gruppi presi in considerazione
Tab.9
- Corsi professionali e classi di età
Ha seguito un corso professionale |
Classe
di età |
Totale |
||
fino
a 35 anni |
36-50
anni |
oltre
50 anni |
||
si, più di uno |
2,8 |
3,9 |
3,9 |
3,6 |
si, uno |
9,1 |
7,6 |
6,7 |
8,2 |
so, nessuno |
87,2 |
87,5 |
88,7 |
86,9 |
non indicato |
0,9 |
1,0 |
0,7 |
1,3 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
L’ATTIVITÀ LAVORATIVA
In
questo paragrafo viene analizzata l’attività lavorativa degli intervistati con
riferimento all’età dell’entrata nel mondo del lavoro in generale e più specificatamente
nel settore dell’edilizia, i motivi che hanno portato a lavorare in questo
settore, la mansione attualmente svolta e la valutazione dell’intervistato su
alcuni aspetti inerenti il lavoro svolto.
L’entrata
nel mondo del lavoro, gli anni di attività nell’edilizia e i motivi della
scelta
I lavoratori edili intervistati sono caratterizzati
dall’avere iniziato a lavorare molto precocemente, infatti, come si desume
dalla tabella 10, il 74,8% ha fatto il suo ingresso nel mondo del lavoro prima
dei 18 anni e di questi il 54,4% prima dei 16 anni. Soltanto 1l 10,4% ha
cominciato a lavorare dopo i 21 anni.
Tab.
1 0 - Età in cui hanno iniziato a lavorare
Età
in cui è andato a lavorare |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Prima di 15 anni |
244 |
14,3 |
15-16 anni |
687 |
40,1 |
17-18 anni |
350 |
20,4 |
19-21 anni |
232 |
13,5 |
21-25 anni |
144 |
8,4 |
Oltre 25 anni |
41 |
2,4 |
non indicata |
15 |
0,9 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
Ai fini del nostro studio è interessante analizzare
l’esperienza lavorativa maturata nel settore dell’edilizia. Dalla tabella 11 si
evince che circa il 32% degli intervistati lavora in questo settore da più di
20 anni, il 25% da 11 a 20 anni e solo una piccola componente (il 5%) svolge
questa attività da meno di un anno.
Tab.
11 - Anni di lavoro nell’edilizia
Anni
di lavoro nell’edilizia |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
1 anno |
90 |
5,3 |
2-4 anni |
248 |
14,5 |
5-7 anni |
184 |
10,7 |
8-10 anni |
200 |
11,7 |
11-20 anni |
430 |
25,1 |
Oltre 20 anni |
545 |
31,8 |
non indicata |
16 |
0,9 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
Le possibilità occupazionali offerte
dal settore costituiscono la principale motivazione che ha spinto gli
intervistati a cercare e trovare lavoro nell’edilizia (tab.12). Infatti,
indicano questo motivo come esclusivo oltre il 43% dei lavoratori e circa il
22% lo segnala in associazione con altri motivi. Circa il 16% del campione
motiva la scelta nella tradizione familiare, ragione questa strettamente
collegata alla precedente poiché è da supporre
che la presenza di un familiare operante nel settore abbia facilitato l’inizio
dell’attività lavorativa. Molta bassa è la percentuale (6,6%) di coloro che
hanno scelto di lavorare nell’edilizia a motivo di una buona retribuzione.
Tab.12 -
Motivo della scelta del lavoro nell’edilizia
Motivi
della scelta |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Tradizione familiare |
268 |
15,7 |
Gruppo amicale |
86 |
5,0 |
Possibilità occupazionale |
741 |
43,3 |
Buona retribuzione |
113 |
6,6 |
Non necessaria alta scolarizzazione |
88 |
5,1 |
Possibilità occupazionale ed altri motivi |
372 |
21,7 |
non indicata |
45 |
2,6 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
L’età non sembra influenzare in modo significativo i
motivi della scelta (tab.13), anche se l’incidenza della tradizione familiare presenta
un andamento crescente con l’età (dal 13,2% al 18,4%) mentre quella del gruppo
amicale mostra un andamento decrescente dal 7,3% al 2,8%).
Tab. 13 - Motivo
della scelta del lavoro nell’edilizia per età degli intervistati
Motivi della scelta |
Classe
di età |
Totale |
||
fino
a 35 |
36-50
|
oltre
50 |
||
Tradizione familiare |
13,2 |
17,0 |
18,4 |
15,7 |
Gruppo amicale |
7,3 |
4,1 |
2,8 |
5,0 |
Possibilità occupazionale |
44,2 |
41,8 |
46,7 |
43,3 |
Buona retribuzione |
6,3 |
6,1 |
8,2 |
6,6 |
Non necessaria alta scolarizzazione |
4,9 |
5,2 |
5,3 |
5,1 |
Possibilità occupazionale ed altri motivi |
22,6 |
23,0 |
17,1 |
21,7 |
Non indicato |
1,5 |
2,8 |
2,5 |
2,6 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
La mansione svolta e valutazione su
alcuni aspetti del lavoro
Gran parte dei lavoratori intervistati non svolge una
mansione specifica, infatti Il 23% dichiara di svolgere più mansioni tra quelli
indicate nel questionario. Tra coloro che svolgono una sola mansione la più
frequente è quella di manovale (18%), seguita
dal muratore (17%) e dal carpentiere (12%).
Tab.
14 - Mansione svolta attualmente
Motivi
della scelta |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
manovale |
309 |
18,0 |
muratore |
293 |
17,1 |
carpentiere |
211 |
12,3 |
autista |
109 |
6,4 |
ferraiolo |
75 |
4,4 |
altre mansioni |
295 |
17,2 |
più mansioni |
394 |
23,0 |
non indicata |
27 |
1,6 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
Nella tabella che segue viene riportata
la valutazione data dagli intervistati su alcuni aspetti relativi al lavoro
svolto. Più precisamente è stato chiesto se ritengono il loro lavoro:
difficile, pericoloso, stressante, faticoso, utilizzando per la risposta la
seguente scala qualitativa ordinata: moltissimo, molto, abbastanza, poco, per
niente
L’aspetto che maggiormente
caratterizza il lavoro svolto è quello di essere faticoso, infatti circa il 54%
degli intervistati lo ritiene moltissimo o molto faticoso e il 30% abbastanza.
Il secondo aspetto è costituito
dalla pericolosità, il lavoro è giudicato moltissimo o molto pericoloso da
quasi il 46% del campione e un altro 35% lo ritiene abbastanza pericoloso.
Giudizi più
moderati sono espressi con riferimento allo stress e alle difficoltà del
lavoro.
Tab.
15 - Valutazione del lavoro svolto
Valutazione |
Aspetti
del lavoro |
|||
Difficile |
Pericoloso |
Stressante |
Faticoso |
|
moltissimo |
5,2 |
18,1 |
12,4 |
22,4 |
molto |
13,7 |
27,7 |
20,5 |
31,5 |
abbastanza |
48,3 |
35,1 |
30,9 |
30,1 |
poco |
18,2 |
10,1 |
22,0 |
8,5 |
Per niente |
6,6 |
2,3 |
5,7 |
1,5 |
non indicata |
8,0 |
6,7 |
8,5 |
6,0 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
2.2.2
I TEMI DELLA SICUREZZA
In questo paragrafo sono
presi in considerazione gli aspetti relativi all’organizzazione del cantiere,
con particolare riferimento ai dispositivi di sicurezza adottati per la
prevenzione dei rischi e ai dispositivi di protezione individuale utilizzati.
Sono, inoltre, evidenziate le valutazioni dei lavoratori sui rischi più
rilevanti presenti in cantiere.
Organizzazione
del cantiere, misure di sicurezza e rischi
Nella tabella 16 è
riportata la valutazione data dagli intervistati sull’organizzazione del
cantiere in cui lavorano, sull’adeguatezza delle misure di sicurezza.
Tab.
16 - Valutazione dell’organizzazione del cantiere e delle misure per la
sicurezza
Organizzazione
e sicurezza del cantiere |
Valutazione
dell’adeguatezza/correttezza |
|||
Adeguato,
corretto |
Non
adeguato, non corretto |
Non
sa, non indicato |
Totale |
|
Organizzazione
del cantiere |
46,9 |
28,7 |
24,4 |
100,0 |
Manutenzione
attrezzature e macchine |
64,8 |
31,8 |
3,4 |
100,0 |
Attrezzature
antincendio |
44,6 |
51,4 |
4,0 |
100,0 |
Possibilità
di fuga tempestiva dall’area del cantiere |
68,1 |
27,7 |
4,2 |
100,0 |
Informazioni
sui rischi da parte dl responsabile della sicurezza |
48,5 |
48,3 |
3,2 |
100,0 |
Informazioni
sui rischi e sulle misure di prevenzione |
47,9 |
47,9 |
4,2 |
100,0 |
Il
46,9% ritiene che il cantiere abbia un’organizzazione adeguata, mentre il 28,7%
la ritiene non adeguata e una percentuale piuttosto elevata (24,4%) non sa
fornire una valutazione.
Analizzando
aspetti specifici le percentuali più elevate relative alla inadeguatezza o non
correttezza riguardano nell’ordine: le attrezzature antincendio segnalate come
non adeguate dal 51,4% dei lavoratori, le informazioni sui rischi fornite da
parte del responsabile della sicurezza (48,3%) e più in generale le
informazioni sulle misure di protezione che devono essere adottate (47,9%).
Più
soddisfacenti appaiono i giudizi sulla manutenzione delle attrezzature e delle
macchine considerate adeguate dal 64,8% degli intervistati, e sulle possibili vie
di fuga nei casi in cui si renda necessario il tempestivo abbandono dell’area
del cantiere con una percentuale di giudizi positivi pari al 68,1%.
Nella tabella 17 sono riportate
in modo sintetico le valutazioni espresse sulla presenza o meno di alcune tipologie
di rischi.
Tab.
17 - Valutazione dei rischi presenti in cantiere
Tipo di
rischio |
Valutazione
del rischio |
||||
molto
presente |
presente |
assente |
non
indicata |
Totale |
|
Movimentazione dei carichi |
53,6 |
31,6 |
6,2 |
8,6 |
100,0 |
Circolazione dei mezzi |
28,4 |
45,8 |
15,4 |
10,4 |
100,0 |
Stoccaggio dei materiali |
20,5 |
43,5 |
23,0 |
13,0 |
100,0 |
Macchine |
33,7 |
42,7 |
11,9 |
11,7 |
100,0 |
Elettrici |
36,6 |
39,5 |
12,8 |
11,1 |
100,0 |
Rumore |
53,4 |
29,9 |
6,4 |
10,3 |
100,0 |
Montaggio/smontaggio e lavoro sui ponteggi |
64,2 |
18,9 |
8,1 |
8,8 |
100,0 |
Altri |
22,3 |
27,3 |
7,6 |
42,8 |
100,0 |
La movimentazione dei carichi costituisce
il fattore di rischio maggiormente evidenziato, infatti la sua presenza viene
indicata dall’85,2% dei lavoratori e nel 53,6% questo rischio viene percepito
come molto presente.
Il montaggio/smontaggio e il lavoro
sui ponteggi presenta percentuali analoghe la sua presenza viene evidenziata
dall’83,1% dei lavoratori e nel 64,2% il rischio è considerato molto presente.
Seguono nell’ordine con
percentuali di presenza meno accentuate, ma comunque sempre superiori al 70%,i
rumore, i rischi connessi all’uso delle
macchine, i rischi elettrici e i rischi collegati alla circolazione dei mezzi.
Dalla
tabella 18 nella quale è riportata la distribuzione del giudizio sintetico
espresso sulla sicurezza del cantiere, si evince quanto segue:
Tab.
18 - Giudizio sulla sicurezza del cantiere
Ritiene
sicuro il cantiere in cui lavora |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
molto sicuro |
166 |
9,7 |
abbastanza sicuro |
859 |
50,1 |
poco sicuro |
436 |
25,5 |
per niente sicuro |
107 |
11,5 |
non indicato |
55 |
3,2 |
Totale |
1.713 |
100,0 |
Circa il 60% degli intervistati ritiene che il cantiere
in cui lavora è molto o abbastanza sicuro. Comunque la percentuale del 37% di
coloro che lo ritengono
poco o per niente sicuro sta ad indicare che, per lo meno secondo
la percezione di coloro che vi lavorano, in non tutti i cantieri la sicurezza
di chi vi lavora è assicurata in modo soddisfacente.
Rischi connessi alla mansione svolta e utilizzo di dispositivi
di protezione individuale
Gli infortuni a cui è esposto il
lavoratore dipendono, oltre che dai rischi presenti nel cantiere e dalle misure
di sicurezza adottate per eliminarli, dai rischi connessi con la mansione
svolta e dalle misure adottate per la protezione individuale.
Tab.
19 - Rischio della mansione svolta
Sono stati rilievi e/o prescrizioni
da parte della ASL |
Ritiene rischiosa la sua mansione |
Totale |
||
si |
no |
Non sa, non indicato |
||
Manovale |
68,0 |
22,3 |
9,7 |
100,0 |
Carpentiere |
76,3 |
16,6 |
7,1 |
100,0 |
Autista |
70,6 |
24,8 |
4,6 |
100,0 |
Assistente |
58,8 |
37,2 |
7,0 |
100,0 |
Pittore |
62,1 |
34,5 |
3,4 |
100,0 |
Gruista |
81,0 |
14,3 |
4,7 |
100,0 |
Ferraiolo |
74,7 |
18,7 |
6,6 |
100,0 |
Muratore |
75,4 |
17,7 |
6,9 |
100,0 |
Addetto alla manutenzione |
72,7 |
15,2 |
12,1 |
100,0 |
Altra mansione |
63,5 |
27,7 |
8,8 |
100,0 |
Più mansioni |
76,4 |
16,0 |
7,6 |
100,0 |
Totale
|
72,0 |
20,2 |
7,8 |
100,0 |
Come si evince dalla tabella 19,
il 72% dei lavoratori ritiene che l’attività svolta presenta dei rischi
d’infortunio. Tale percentuale varia con la mansione svolta da un massimo
dell’82% dei gruisti ad un minimo del 58,8% degli assistenti.
Non sempre gli intervistati sono in grado di valutare
la presenza o meno di rischi legati alla mansione svolta, ciò si verifica nel
7,8% del campione complessivo, con una punta del 12,1% nel sottogruppo degli
addetti alla manutenzione. Probabilmente ciò è dovuto ad una non sempre
corretta ed adeguata informazione fornita ai lavoratori.
Il 30,5% degli intervistati dichiara di utilizzare
sostanze tossiche o pericolo nello svolgimento del proprio lavoro (tab.20)
Inquietante è l’elevata percentuale di coloro che non sono in grado di fornire
una risposta a questo quesito (28,6%) legata, come sottolineato in precedenza,
alla scarsa informazione.
Tab. 20 -
Utilizzazione di sostanze tossiche o pericolose
Sono stati
rilievi e/o prescrizioni da parte della ASL |
Ripartizioni
geografiche |
Italia |
||
Nord |
Centro |
Sud |
||
Si |
30,4 |
35,6 |
28,6 |
30,5 |
No |
34,3 |
36,6 |
39,2 |
37,0 |
Non sa |
29,0 |
24,1 |
30,0 |
28,6 |
Non indicato |
6,3 |
3,6 |
2,2 |
3,9 |
Totale
|
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
L’utilizzo di dispositivi di protezione individuale è
ampiamente diffuso fra tutti i lavoratori (81,5%) e in tutte le ripartizioni
territoriali. Soltanto una bassa percentuale dichiara di non farne riscorso.
Tab.
21-Utilizzo di dispositivi di protezione individuale
Sono stati
rilievi e/o prescrizioni da parte della ASL |
Ripartizioni
geografiche |
Italia |
||
Nord |
Centro |
Sud |
||
Si |
82,9 |
76,2 |
82,4 |
81,5 |
No |
12,6 |
19,8 |
16,1 |
15,5 |
Non indicato |
4,5 |
4,0 |
1,5 |
3,0 |
Totale
|
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
Negli ultimi cinque anni
soltanto il 21,1% ha seguito almeno un corso sulle tecniche di pronto soccorso
(tab.22), con percentuali significativamente diverse tra i lavoratori del
centro e del nord, rispettivamente 27,7% e 25,5%, e quelli del sud del paese
(15,3%)
Tab.22
- Corsi effettuati negli ultimi cinque anni su tecniche di pronto soccorso
Negli ultimi cinque anni ha
effettuato corsi su tecniche di pronto soccorso |
Ripartizioni geografiche |
Italia |
||
Nord |
Centro |
Sud |
||
Si,
più di uno |
6,5 |
7,6 |
3,7 |
5,4 |
Si,
uno |
19,0 |
20,1 |
11,6 |
15,7 |
No,
nessuno |
69,9 |
65,6 |
83,1 |
75,9 |
Non
sa, non indicato |
4,7 |
3,7 |
1,6 |
3,0 |
Totale
|
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
Incidenti
sul lavoro, frequenza, cause e conseguenze
In questo paragrafo
sono presi in esame gli incidenti sul lavoro verificatesi nel corso dell’ultimo
anno di cui sono stati vittime i
lavoratori intervistati. Oltre a valutare l’incidenza degli infortuni nel
campione, vengono analizzati alcuni aspetti connessi con l’incidente: mese e
orario della giornata in cui si è verificato, gravità, giorni di malattia
diagnosticati, ricorso al pronto soccorso ed eventuali giorni di ricovero
ospedaliero.
Incidenza,
stagionalità e distribuzione giornaliera degli incidenti sul lavoro
Il 7,9% degli intervistati ha
dichiarato di avere avuto almeno un incidente nel corso del 2002 (tab.23). In
totale si sono avuti 155 infortuni sul lavoro, con un’incidenza del 9,0%, non
molto distante da quella fornita dalle statistiche dell’INAIL per l’intero
settore delle costruzioni.
Tab. 23 - Incidenti
sul lavoro nel corso del 2002
Numero di incidenti |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Nessuno |
1579 |
92,2 |
uno |
114 |
6,7 |
due |
19 |
1,1 |
tre |
1 |
0,1 |
Totale
|
1.713 |
100,0 |
Nella tabella 24 è riportata la distribuzione degli
incidenti secondo il mese in cui si sono verificati. L’andamento temporale,
meglio descritto dal corrispondente grafico, mette in evidenza una forte
stagionalità degli eventi infortunistici.
Si ha, infatti, una notevole
concentrazione nei tre mesi invernali, nei quali si verifica il 48% degli
incidenti complessivamente dichiarati, con una punta massima del 23,5%. nel
mese di febbraio. Ciò può trovare giustificazione nelle avverse condizioni
atmosferiche che aumentano notevolmente il rischio d’infortunio per chi lavora
nei cantieri.
L’andamento nei mesi successivi è progressivamente
decrescente, con una massimo estivo nel mese di luglio e un minimo in quello di
agosto, in coincidenza con la chiusura dei cantieri.
Tab. 24 - Andamento
mensile degli incidenti sul lavoro
Numero di
incidenti |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Gennaio |
17 |
11,2 |
Febbraio |
36 |
23,5 |
Marzo |
21 |
13,3 |
Aprile |
11 |
7,1 |
Marzo |
5 |
3,1 |
Giugno |
8 |
5,1 |
Luglio |
13 |
8,2 |
Agosto |
5 |
3,1 |
Settembre |
8 |
5,1 |
Ottobre |
16 |
10,1 |
Novembre |
8 |
5,1 |
Dicembre |
8 |
5,1 |
Totale
|
155 |
100,0 |
Per completare l’analisi
dell’andamento temporale degli incidenti è stata presa in esame la loro
distribuzione durante quattro intervalli di tempo caratterizzanti l’orario di
lavoro:
-
Inizio del lavoro
-
Prima dell’interruzione per il
pranzo
-
Inizio ripresa lavoro
-
Verso fine lavoro
Il 45,9% degli incidenti si verifica
nel tardi della mattina, prima dell’interruzione per il pranzo. Negli altri tre
intervalli temporali considerati la distribuzione degli incidenti si presenta
in un modo pressochè uniforme.
Tab.
25 - Andamento degli incidenti durante la giornata lavorativa
Intervalli
temporali |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Inizio
lavoro |
26 |
16,5 |
Prima
interruzione pranzo |
71 |
45,9 |
Inizio
ripresa lavoro |
29 |
18,8 |
Verso
fine lavoro |
29 |
18,8 |
Totale
|
155 |
100,0 |
Gravità e conseguenze degli incidenti sul lavoro
Il 44,6 degli incidenti che sono
verificati nel 2002 nel campione di lavoratori intervistati sono stati
considerati di gravità elevata, il 29,8% di gravità media e il 25,6 di gravità
lieve.
Tab.
26 - Valutazione della gravità dell’incidente subito
Gravità |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Elevata |
69 |
44,6 |
Media |
46 |
29,8 |
Lieve |
40 |
25,6 |
Totale
|
155 |
100,0 |
Anche nel caso in cui gli
incidenti occorsi sono stati valutati di lieve gravità si è ritenuto opportuno
ricorrere al pronto soccorso. Infatti in ben 128 casi, pari all’82%, la vittima
dell’incidente è stata portata al pronto soccorso (tab. 27) e in poco meno
della metà di questi (47,7%) è stato redatto un verbale da parte della polizia.
Tab. 27 -
Incidenti per i quali si è dovuto ricorrere al pronto soccorso
Pronto
soccorso |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Si |
128 |
82,6 |
No |
27 |
17,4 |
Totale
|
155 |
100,0 |
Tab. 28 - Incidenti con verbale di polizia
Verbale di
polizia |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Si |
61 |
47,7 |
No |
67 |
52,3 |
Totale
|
128 |
100,0 |
Per una valutazione più
oggettiva della gravità degli incidenti è stata analizzata la loro
distribuzione secondo i giorni di malattia che hanno comportato.
Tab.
29 - Incidenti per giorni di malattia diagnosticati
Giorni di
malattia diagnosticati |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Fino
a 5 |
30 |
19,3 |
6-15 |
47 |
30,3 |
18-30 |
37 |
23,9 |
31-60 |
21 |
13,5 |
61-120 |
10 |
6,5 |
Oltre
120 |
10 |
6,5 |
Totale
|
155 |
100,0 |
Solo per il 19,1% degli incidenti sono stati
diagnosticati meno di 6 giorni di malattia, per circa il 30% dai 6 ai 15
giorni, per il 23,9% dai 18 ai 30 giorni e per il restante 27,5% più di 30
giorni. In 52 casi, pari al 33,5% del totale,
l’incidente ha comportato il ricovero ospedaliero, e in alcuni di questi
per un periodo abbastanza prolungato.
Dalla tabella 30 si evince che nel 65,4% dei ricoveri
la degenza è stata limitata a pochi giorni (da uno a cinque), è da presumere
per accertamenti o per interventi non particolarmente rilevanti a seguito dei
quali l’infortunato è stato dimesso. Nel 19,2% la durata del ricovero è stata
più prolungata da 6 a 14 giorni e nel 15,4% ha superato le due settimane.
Tab. 30 - Ricoveri ospedalieri
per durata della degenza
Giorni di
degenza ospedaliera |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
1-2 |
16 |
30,8 |
3-5 |
18 |
34,6 |
6-14 |
10 |
19,2 |
15-30 |
7 |
13,5 |
Oltre 30 |
1 |
1,9 |
Totale
|
52 |
100,0 |
Come si è già scritto il
questionario si propone d’investigare due questioni nodali:
1)
come i lavoratori valutano la loro condizione
lavorativa in rapporto alla sicurezza sul lavoro e ai rischi ai quali possono
incorrere durante lo svolgimento della loro attività ;
2)
qual’è il profilo sociologico dei lavoratori
cogliendo alcune questioni ritenute importanti , come : l’autostima che essi
hanno del loro lavoro e di come la comunità d’appartenenza li apprezzi ; i pregiudizi razziali espliciti
o latenti presenti nella popolazione esaminata ; il sistema delle relazioni
familiari e personali e il grado di soddisfazione derivante dalla loro
condizione di edili.
Questo secondo punto permette di
completare il quadro del cosiddetto “fattore umano” dell’industria edilizia
dell’inizio degli anni 2000.
Com’è noto con l’avvio del
processo di globalizzazione dell’inizio degli anni ’90 l’Italia , analogamente
ad altri Paesi del vecchio continente come il Regno Unito , ha fatto una scelta
decisiva per la trasformazione del sistema economico-sociale del Paese. Tale
scelta va sotto il nome di “deindustrializzazione” .
L’apparato industriale ritenuto
strategico di un Paese è delocalizzato altrove, soprattutto nei Paesi emergenti
asiatici o del sistema degli Stati già dell’area del Comecon ove la manodopera
è a basso costo, dove le garanzie sindacali e i condizionamenti ambientali sono
inesistenti. La società di servizi che si viene a consolidare in sostituzione
del vecchio apparato industriale comporta un sistema d’imprese sostanzialmente
polverizzato e tale che il rischio d’impresa sia “diffuso” e non più gravante
sullo Stato. Pertanto un’imprenditoria diffusa è quella che si richiede. Di qui
è naturale esplorare se tra i lavoratori edili oggi dipendenti esista una
volontà di fare impresa. La risposta è cautamente positiva (36,4%) con un
profondo scarto nelle risposte tra i lavoratori che risiedono ed operano al
Nord (43,1%) e quelli che risiedono ed operano al Sud (32,0%).
Tra coloro che hanno fatto
impresa ,però, solo una piccolissima minoranza dichiara che ha avuto successo
(5,8%). Una percentuale che dovrebbe far riflettere sulle difficoltà di “fare
impresa” in Italia. Le ragioni andrebbero indagate: professionalità inadeguata;
mancata programmazione dell’operazione; sistema autorizzatorio macchinoso;
sistema creditizio arretrato, e così via. La difficoltà risultano essere
analoghe sia al Nord, al Centro che al Sud.
Storicamente, e la letteratura a
tal proposito dà ampie testimonianze, il lavoro di costruttore , inteso come
colui che realizza un manufatto è stato circondato da un grande rispetto da
parte della comunità d’appartenenza. Un mestiere rispettabile e “limpido” per
l’alta valenza sociale che svolge l’edile. L’indagine conferma tale “rispetto”
senza alcuna differenziazione rispetto alle grandi circoscrizioni geografiche
del Paese (82,7%). I familiari se da un lato vivono con orgoglio la condizione
dei loro congiunti impegnati nell’edilizia (44,2%), dall’altro sostengono che
il lavoro nell’edilizia è un lavoro come tutti gli altri (31,7%).
E’ anche la categoria che ha più
chiaramente presente che la scarsa scolarizzazione che si ritrova al suo
interno gioca negativamente sulla professione (38,7%) con una diversità tra
lavoratori operanti al Nord (36,1%) e quelli del Sud (40,7%) . Tale diversità è
imputabile al contesto meridionale ove la scolarizzazione è più alta rispetto
al Nord.
I flussi migratori di manodopera
straniera hanno investito prepotentemente il settore delle costruzioni .Nei
cantieri dell’Italia Centrale la presenza di manodopera straniera ha toccato il
51,2% , nell’Italia Settentrionale il 48,1%, mentre al Sud d’Italia la
percentuale è del 26,6%.
Si pongono numerosi problemi sia
in ambiente lavorativo che nelle relazioni interpersonali.
Su tali problemi aleggia sempre
la paura e il sospetto di uno strisciante razzismo.
Occorre subito dire che fenomeni
macroscopici di razzismo , per esemplificare come quelli veicolati dalla Lega
Nord , non appaiono presenti .
Si è voluto indagare se esiste
un razzismo che si è definito “strisciante” nei rapporti professionali. I
requisiti professionali dei lavoratori stranieri sono ritenuti nel complesso
insufficienti in misura rilevante (72,9%). Tale giudizio è ulteriormente rafforzato
da un 60,8% degli intervistati che vedono nella manodopera straniera un
ostacolo alla produttività del lavoro.
Le risposte prendono atto di una
situazione obiettiva legata fra l’altro alla precarietà e al forte tournover
della manodopera straniera che risulta essere nella stragrande maggioranza in
una situazione individuale di irregolarità e che si muove ,inoltre , in un contesto di non conoscenza della lingua
italiana ( e delle sue versioni dialettali assai presenti nei cantieri).
Un’altra risposta obiettiva è
quella di prendere atto, anche in un contesto di difficoltà sopra segnalate, i
lavoratori stranieri risultano essere “accettabili” per il loro impegno nel
lavoro (69,6%).
Si è voluto fare un ulteriore
passo per approfondire il pregiudizio razziale nelle relazioni che delineino
l’acquisizione nell’ambito familiare di un nuovo parente di recente
immigrazione. Le mancate risposte e il “non sa” risultano essere pari al 42,6%
della popolazione intervistata , mentre il 40,5% vede possibile il matrimonio
misto con evidenti differenze tra Nord (36,9%) e Sud (43,3%). Ciò è facilmente
spiegabile sia per motivi storici : il Sud è stato sempre terra d’invasioni e
di durevoli insediamenti di popolazioni esterne e inoltre il Sud è stato
tributario di una forte migrazione anche extracontinentale.
Il 44,1% degli intervistati
conosce correttamente il tributo pagato dall’Italia in termini di persone che
per necessità di lavoro sono state costrette ad emigrare all’estero.
Il pregiudizio razziale può
essere quantificato attorno al 20,0% , percentuale d’intervistati che ritengono
gli africani portatori di malattie contagiose.
Nella storia d’Italia un ruolo
fondamentale è stato svolto dalle Organizzazioni Sindacali nella diffusione di
conquiste e di diritti legati ai processi produttivi.
Di tale ruolo sono ancora
convinti 85,2% degli intervistati che nell’iscrizione al Sindacato percepisce
una “sensazione di maggiore tutela”, percentuale confermata dal numero degli
iscritti (86,6%), anche se la partecipazione all’attività del Sindacato è del
62,9%. Partecipazione quasi analoga si riscontra nella partecipazione a
scioperi che pongono questioni politiche a tutela dei diritti dei lavoratori
(62,4%).
Una limitata partecipazione alle
Assemblee Sindacali porta – nonostante che la sottoscrizione del Patto per
l’Italia sia stato un momento drammatico di lacerazione del processo d’unità
sindacale – solo il 43,1% degli intervistati a conoscere i termini esatti di
tale Patto e di questi solo il 5,5% sa quali saranno gli effetti sui propri
diritti legati al lavoro.
Una democrazia in una società
dominata da un “ingorgo” comunicativo unidirezionale oltre agli aspetti legati
alla sua strumentazione formale vive soprattutto nella partecipazione degli
individui alla vita e alle decisioni della comunità.
Nonostante che il lavoro impegni
per circa 10 ore , il 38,5% dei
lavoratori edili partecipa alla vita del quartiere , il restante 61,5% è
totalmente assente e vive la questione civile attraverso la delega che assegna
alle istituzioni di governo.
Una riprova dell’estraniazione
politica risulta dalla percentuale elevata di coloro che non leggono alcun
periodico (74,3%).
L’edile e il suo contesto
familiare è un tema affascinante che andava indagato. Oggi i “figli d’arte”
rispetto al passato sono una minoranza (38,0%). Le nuove leve sono soprattutto
il frutto della superflessibilità che oggi permea il mondo del lavoro e non
certo la scelta ragionata di un giovane. La conseguenza è la scarsa qualità
professionale nell’avvio e durante il primo periodo di lavoro.
I familiari , anche se affermano
che il lavoro dell’edilizia, è un “lavoro come gli altri” lo apprezzano per
l’alta valenza sociale e civile (68,0%).
La famiglia del lavoratore edile
ha molte comunanze con le famiglie italiane : è a monoreddito (73,0%), il grado
d’istruzione del coniuge non si differenzia, l’ampiezza della famiglia è di due
unità per il 12,4% , di tre unità nel 27,2%; di quattro unità nel 33,4% , oltre
nel 26,9%.
Il 73,3% dichiara di essere
soddisfatto della propria abitazione , anche se il 64,7% delle abitazioni ha un
solo bagno, che il 53,0 % vive in periferia
e che solo il 55,6% è proprietario dell’abitazione dove vive.
In conclusione il 44,9% della
popolazione intervistata dichiara di avere un grado di soddisfazione “buona”
della propria situazione lavorativa e familiare , il 46,9% di tale situazione
ne dà un giudizio di “mediocre con sufficienza” mentre il 4,8% vive la propria
situazione in termini di sofferenza individuale (“pessima”).
2.3. TITOLARI DI IMPRESA
Distribuzione
territoriale
La
struttura del campione degli intervistati vede in valore assoluto 211 titolari
di impresa.
La
distribuzione territoriale secondo le tre macroaree geografiche non è omogenea
con una forte componente del gruppo di intervistati del Sud, il 46,4 % del
campione (98 intervistati), seguiti dal Nord 37,4% (79 intervistati) e dal
Centro 16,1% (34 intervistati) (tab.1). Da un primo confronto tra le risposte
del questionario, nonostante il limite del campione, non emergono differenze
significative tra i tre gruppi, ma è comunque possibile confrontarli
separatamente.
Tab. 1 -
Numero di intervistati per ripartizione geografica
Ripartizione |
Frequenze |
|
assolute |
percentuali |
|
Nord |
79 |
37,4 |
Centro |
34 |
16,1 |
Sud |
98 |
46,4 |
Italia |
211 |
100,0 |
Al fine di valutare il grado di copertura territoriale
del campione è stato calcolato il tasso di campionamento, rapportando il numero
degli intervistati al numero di imprese di costruzioni attive censite al 2002
(tab.2 - Fonte Infocamere 3 trim. 2002):
Tab.
2 - Numero di intervistati, numero di dipendenti nelle costruzioni e tasso di
campionamento per ripartizione geografica
Ripartizione |
Numero
intervistati |
Imprese di
costruzioni attive |
Tasso di
campionamento (x1.000) |
|
Nord |
79 |
334.655 |
0,2 |
|
Centro |
34 |
120.105 |
0,3 |
|
Sud |
98 |
178.473 |
0,5 |
|
Italia |
211 |
633.233 |
0,3 |
|
Complessivamente è stato effettuato uno
0,3 di intervista ogni 1.000 imprese di costruzioni attive, con un tasso
variabile tra le macroaree da un minimo di 0,2 al Nord ad un massimo di uno 0,5
ogni 1.000 imprese di costruzioni al Sud. Il campione così strutturato non è
sufficientemente rappresentativo, e, di conseguenza, le elaborazioni che di
seguito vengono illustrate sono da considerarsi non totalmente rappresentative
dell’universo, nonostante possano essere comunque analizzate per tracciare,
seppur con i limiti denunciati, il profilo dei titolari di impresa e
indirettamente del mondo dalle imprese dal punto di vista dei titolari delle
stesse.
Distribuzione
degli intervistati per classi di età e livello di scolarizzazione
La distribuzione per
classi di età (tab. 3) sull’intero campione mette in evidenza come più della
metà degli intervistati ha un’età compresa tra i 41 e i 55 anni (52,6%),
rilevante è anche la presenza di titolari di impresa con età compresa tra i 36
e 40 anni (16,1%).
Tab. 3 - Numero di intervistati per classi di età
sull’intero campione
Classi di età |
Frequenze
|
|
Assolute
|
Percentuali
|
|
18-24 |
0 |
0,0 |
25-30 |
10 |
4,7 |
31-35 |
16 |
7,6 |
36-40 |
34 |
16,1 |
41-45 |
45 |
21,3 |
46-55 |
66 |
31,3 |
56-60 |
26 |
12,3 |
oltre 60 |
13 |
6,2 |
1 |
0,5 |
|
Totale |
211 |
100 |
Entrando nel
dettaglio della lettura per macroaree territoriali, nonostante per grandi linee
si confermi quanto rilevato a livello nazionale, emerge un quadro che evidenzia
alcune particolarità “locali”.
In relazione alla
lettura in termini percentuali all’interno delle singole macroaree è possibile
evidenziare come al Nord la fascia di età compresa tra i 31-35 anni ha lo
stesso peso di quella oltre i 60 anni, ovvero il 7,6%; al Centro e al Sud un
peso importante è rivestito dalla fascia di età 36-40 anni rispettivamente
20,6% e 16,1%.
L’analisi
comparativa tra i gruppi delle tre macroaree, evidenzia come l‘iniziativa
imprenditoriale giovanile (25-30 anni) sia più forte al Sud, mentre al Centro
la fascia di età 31-35 anni è la più presente rispetto alle altra macroaree,
mentre la Nord la fascia di età sopra i 60 anni risulta avere un peso maggiore.
Si può dedurre che
l’ingresso nel mondo del lavoro è più precoce nelle Regioni del Sud tra i 25 e
i 30 anni, al Centro si sposta nella fascia di età tra i 31 e i 35 e al Nord in
quella tra i 36 e 40. Mentre la permanenza nel settore, oltre i 60 anni, è più
forte nelle Regioni del Nord.
Tab.
4 – Classi di età per macroaree
Classi di età |
Nord |
Centro |
Sud |
|||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
25-30 |
3 |
3,8 |
1 |
2,9 |
6 |
4,7 |
31-35 |
6 |
7,6 |
6 |
17,6 |
4 |
7,6 |
36-40 |
14 |
17,7 |
7 |
20,6 |
13 |
16,1 |
41-45 |
17 |
21,5 |
5 |
14,7 |
23 |
21,3 |
46-55 |
23 |
29,1 |
10 |
29,4 |
33 |
31,3 |
56-60 |
9 |
11,4 |
4 |
11,8 |
13 |
12,3 |
oltre 60 |
6 |
7,6 |
1 |
2,9 |
6 |
6,2 |
n.r. |
1 |
1,3 |
0 |
0,0 |
0 |
0,5 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
Il livello di
scolarizzazione è definibile medio, ovvero a scala nazionale gran parte del
campione ha un diploma di media superiore (53,6% pari a 113 intervistati), il
23 % di media inferiore, e il 18% un diploma di laurea.
Tab. 5 –
Livello di scolarizzazione sull’intero campione
Scuola frequentata |
Frequenze
Assolute |
Frequenze
% |
Elementare |
6 |
2,8 |
Media inferiore |
49 |
23,2 |
Media superiore(liceo, istituto tecnico) |
113 |
53,6 |
Diploma universitario |
2 |
1,9 |
Laurea |
20 |
18,0 |
N.r. |
21 |
0,5 |
Totale
|
211 |
100,0 |
Tali dati sono falsati da 21 non
risposte, di queste ben 20 sono intervistati del Sud, tale reticenza suggerisce
che tali non risposte andrebbero collocate nella fascia più bassa di
scolarizzazione, che al Sud risulta essere, rispetto alle altre macroaree, più
forte (4,1%).
Comunque a livello di macroaree si
conferma sostanzialmente il quadro nazionale. I titolari di impresa con una
laurea al Sud sono solo in valore assoluto solo 2 su 78 risposte rispetto agli
11 del Nord sempre sullo stesso numero di intervistati e 7 del Centro su 34
intervistati; interessante è notare la presenza di 2 diplomati universitari
solo Nord.
Tab.6 - Livello di scolarizzazione per
macroaree
Scuola frequentata |
Nord |
Centro |
Sud |
|||
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
|
Elementare |
2 |
2,5 |
0 |
0,0 |
4 |
4,1 |
Media inferiore |
22 |
27,8 |
7 |
20,6 |
20 |
20,4 |
Media superiore |
41 |
51,9 |
20 |
58,0 |
52 |
53,1 |
Diploma univers. |
2 |
2,5 |
0 |
0,0 |
0 |
2,0 |
Laurea |
11 |
13,9 |
7 |
20,6 |
2 |
20,4 |
N.r. |
1 |
1,3 |
0 |
0,0 |
20 |
0,0 |
Totale risposte
|
78 |
|
34 |
|
78 |
|
Totale
|
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
Le
esperienze lavorative prima di diventare titolare di impresa edile
La quasi totalità
degli intervistati proviene dal mondo dell’edilizia in particolare sull’intero
campione il 32,7% svolgeva attività diregenziale ed impiegatizia ed il 15,2% la
mansione di operaio specializzato. A livello di macroaree si può notare la
provenienza dal mondo dei lavoratori autonomi ai titolari di impresa solo nel
Sud e nello stesso anche una maggiore provenienza dal settore del lavoro
autonomo. Mentre la provenienza da settori altri, è riscontrabile solo tra gli
intervistati del Nord. Quest’ultimo dato può evidenziare una maggiore
attenzione nel Nord al mondo dell’imprenditoria edile come attività di profitto
slegata dalla tradizione lavorativa personale.
Tab.
7 – Mansioni svolte prima di diventare a titolare di impresa sull’intero
campione
Mansioni svolte |
Frequenze
Assolute |
Frequenze
% |
|
Capo cantiere |
25 |
11,8 |
|
Dirigente, impiegato tecnico |
69 |
32,7 |
|
Operaio semplice dipendente da altra impresa |
10 |
4,7 |
|
Autonomo |
4 |
1,9 |
|
Operaio specializzato dipendente da altra impresa |
32 |
15,2 |
|
Autonomo |
3 |
1,4 |
|
Altro |
13 |
6,2 |
|
N.r. |
55 |
26,1 |
|
Totale |
211 |
100 |
|
Tab.8 - Mansioni
svolte prima di diventare a titolare di impresa per macroaree
Mansioni svolte |
Nord |
Centro |
Sud |
|||
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
|
Capo cantiere |
8 |
10,1 |
3 |
8,8 |
14 |
14,3 |
Dirigente, impiegato tecnico |
25 |
31,6 |
12 |
35,3 |
32 |
32,7 |
Operaio semplice dipendente da altra impresa |
5 |
6,3 |
0 |
0,0 |
5 |
5,1 |
Autonomo |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
4 |
4,1 |
Operaio specializzato dipendente da altra impresa |
15 |
19,0 |
6 |
17,6 |
11 |
11,2 |
Autonomo |
1 |
1,3 |
0 |
0,0 |
2 |
2,0 |
Altro |
10 |
12,7 |
2 |
5,9 |
1 |
1,0 |
n.r. |
15 |
19,0 |
11 |
32,4 |
29 |
29,6 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
La
dimensione societaria dell’impresa, il lavoro dei titolari ed il numero degli
addetti
Le non
risposte sono molto elevate, il 53,1%
sull’intero campione, ovvero 112 intervistati. Comunque la lettura dei dati
conferma un quadro consolidato livello nazionale, ovvero la grande prevalenze
di imprese con un unico socio ( il 25,1% del campione), seguite da quelle con
2/3 soci, non stupisce quindi che gli stessi titolari svolgano qualsiasi tipo
di mansione all’interno della propria impresa (30,8%). Unico dato di eccezione
è la presenza di 2 imprese, rispettivamente al Nord e al Centro con un numero
di soci superiori a 16.
Tab. 9 – Numero
di soci per macroaree e sul totale del campione
Numero soci |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
1 |
19 |
24,1 |
15 |
44,1 |
19 |
19,4 |
53 |
25,1 |
2 |
15 |
19,0 |
4 |
11,8 |
14 |
14,3 |
33 |
15,6 |
3 |
5 |
6,3 |
1 |
2,9 |
1 |
1,0 |
7 |
3,3 |
da 4 a 15 |
0 |
0,0 |
2 |
5,8 |
2 |
2,0 |
4 |
2,0 |
da 16 in poi |
1 |
1,3 |
1 |
2,9 |
0 |
0,0 |
2 |
1,0 |
n.r. |
39 |
49,4 |
11 |
32,4 |
62 |
1,0 |
112 |
53,1 |
Totale macroaree |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
La
maggior parte sono imprese a carattere individuale (63,5% del campione), solo
il 2,8 % partecipa ad associazioni temporanee di imprese (ATI) e l’1,9% a
consorzi temporanei (completamente assenti nelle dichiarazioni degli
intervistati del Sud).
Agli
intervistati è stato chiesto di dichiarare il numero dei dipendenti nel
triennio 2000 -2002 al fine di comprendere la dimensione delle imprese
coinvolte nell’indagine ed relativo il trend.
Al
2002 sull’intero campione il 49,8 % ha una dimensione che va da 4 a 15 addetti,
con un peso maggiore in termini percentuali nella fascia 10-15 addetti.
Nel
triennio si registra un incremento generalizzato del numero degli addetti nelle
tre fasce: da 7a 9, da 10 a 15 e oltre 30 addetti.
Tab. 10 – Numero di
dipendenti variazione % e assoluta nel triennio 2000/2003 sul campione
Numero dipendenti |
2000 |
2001 |
2002 |
|||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
1 |
7 |
3,3 |
7 |
3,3 |
6 |
2,8 |
2
-3 |
31 |
14,7 |
25 |
11,4 |
16 |
7,6 |
4
-6 |
33 |
15,6 |
36 |
16,6 |
34 |
16,1 |
7
- 9 |
19 |
9,0 |
23 |
10,4 |
27 |
12,8 |
10
-15 |
31 |
14,7 |
29 |
14,7 |
44 |
20,9 |
16
-20 |
28 |
13,3 |
26 |
12,3 |
18 |
8,5 |
21
-25 |
10 |
4,7 |
9 |
5,2 |
15 |
7,1 |
26
-30 |
7 |
3,3 |
11 |
4,7 |
9 |
4,3 |
oltre
30 |
28 |
13,3 |
31 |
15,2 |
35 |
16,6 |
n.r. |
17 |
8,1 |
14 |
6,2 |
7 |
3,3 |
Totale
|
211 |
100,0 |
211 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Sempre
al 2002, identificando il numero di titolari con il numero di imprese coinvolte
nell’indagine, la configurazione dimensionale del campione vede in relazione
alla distribuzione territoriale per macroaree un campione articolato come
illustrato nella tabella che segue.
Tab.
11 – numero di dipendenti per macroaree al 2002
2002 |
||||||||
Numero
dipendenti |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
1 |
2 |
2,5 |
1 |
2,9 |
3 |
3,1 |
6 |
2,8 |
2 – 3 |
9 |
11,4 |
1 |
2,9 |
6 |
6,1 |
16 |
7,6 |
4 – 6 |
14 |
17,7 |
9 |
26,5 |
11 |
11,2 |
34 |
16,1 |
7 – 9 |
11 |
13,9 |
3 |
8,8 |
3 |
13,3 |
27 |
12,8 |
10 – 15 |
11 |
13,9 |
9 |
26,5 |
24 |
24,5 |
44 |
20,9 |
16 – 20 |
8 |
10,1 |
1 |
2,9 |
9 |
9,2 |
18 |
8,5 |
21 – 25 |
5 |
6,3 |
4 |
11,8 |
6 |
6,1 |
15 |
7,1 |
26 – 30 |
3 |
3,8 |
0 |
0,0 |
6 |
6,1 |
9 |
4,3 |
oltre 30 |
12 |
15,2 |
4 |
11,8 |
19 |
19,4 |
35 |
16,6 |
n.r. |
4 |
5,1 |
2 |
5,9 |
1 |
1,0 |
7 |
3,3 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Raggruppando
le classi di addetti sopra identificate in classi di maggiori dimensioni -
ovvero da 1 a 3 addetti; da 4 a 9 addetti; da 10 a 15 addetti; da 16 a 25;
oltre i 26 addetti – la lettura dell’analisi vede le imprese per classi di
addetti distribuite come segue.
-
classe da 1 a
3: Nord 11 imprese; Centro 2 imp.; Sud 9
imprese
-
classe da 4 a
9: Nord 25 imprese; Centro 12 imp.; Sud
14 imprese
-
classe da 10
a 15: Nord 11 imprese; Centro 9 imp.; Sud 24 imprese
-
classe da 16
a 25: Nord 13 imprese; Centro 5 imp.;
Sud 15 imprese
-
classe oltre
i 26: Nord 15 imprese; Centro 14 imp.; Sud 25 imprese.
All’interno
del campione, quindi il Nord ed il Centro vedono una maggior numero di imprese
concentrare nella fascia da 4 a 9; il Sud vede quasi equivalente il peso delle
imprese concentrate nelle fasce di addetti da 10 a 15 ed oltre i 26.
I
clienti, e il numero dei cantieri
Il
63% dei titolari di impresa hanno un numero di clienti che va da 3 a 10 ed il
19% un numero da 11 a 20. Non si
rilavano differenze territoriali in merito.
Tab. 12 - Numero di clienti
Numero
clienti |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
2 |
2,0 |
2 |
0,9 |
|
2 -3 |
8 |
10,1 |
7 |
20,6 |
19 |
19,4 |
34 |
16,1 |
4 -5 |
14 |
17,7 |
10 |
29,4 |
27 |
27,6 |
51 |
24,2 |
6-10 |
16 |
20,3 |
7 |
20,6 |
25 |
25,5 |
48 |
22,7 |
11-15 |
9 |
11,4 |
3 |
8,8 |
8 |
8,2 |
20 |
9,5 |
16-20 |
12 |
15,2 |
4 |
11,8 |
4 |
4,1 |
20 |
9,5 |
21-25 |
6 |
7,6 |
0 |
0,0 |
2 |
2,0 |
8 |
3,8 |
26-30 |
3 |
3,8 |
1 |
2,9 |
2 |
2,0 |
6 |
2,8 |
31- 40 |
4 |
5,1 |
1 |
2,9 |
2 |
2,0 |
7 |
3,3 |
41- 60 |
1 |
1,3 |
0 |
0,0 |
2 |
2,0 |
3 |
1,4 |
61- 90 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
oltre 91 |
3 |
3,8 |
1 |
2,9 |
3 |
3,1 |
7 |
3,3 |
n.r. |
3 |
3,8 |
0 |
0,0 |
2 |
2,0 |
5 |
2,4 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
La
commessa è prevalentemente acquista direttamente dall’impresa (166 imprese, il
78,7% sul campione), solo 33 imprese lavorano in regime di subappalto. Al Centro il peso delle imprese che lavorano in
subappalto sembra essere maggiore, segue il Nord e Sud.
Tab. 13 – Modalità
di acquisizione della commessa
Acquisizione lavori |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
Acquisisce
direttamente la commessa |
60 |
75,9 |
25 |
73,5 |
81 |
82,7 |
166 |
78,7 |
Lavora
in subappalto |
12 |
15,2 |
8 |
23,5 |
13 |
13,3 |
33 |
15,6 |
n.r. |
7 |
8,9 |
1 |
2,9 |
4 |
4,1 |
12 |
5,7 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Il
numero di cantieri in essere al momento della rilevazione sono, per impresa nel
numero di 2/5, ovvero il 67,3% del campione, ma a livello di macroaree mentre
al Nord e ala Centro il numero di cantieri compresi nella fascia tra 6/10 ha un
certo peso (rispettivamente 20,3% e 14,7%) al Sud il 14,3% dei titolari
intervistati dichiara di avere in essere un solo cantiere in essere ed il 3,1%
nessuno. Quest’ultimo dato sembra evidenziare una differenza sostanziale,
ovvero una momentanea carenza di lavoro al Sud rispetto alle altre aree
territoriali, nonostante si rilevino risposta proprio al Sud per un numero di
cantieri nella fascia da 21 a 25. Solo
al Nord e al Centro è stata segnalata la fascia da 16 a 20.
Tab. 14 – Numero di
cantieri
Numero cantieri |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
nessuno |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
3 |
3,1 |
3 |
1,4 |
1 |
5 |
6,3 |
1 |
2,9 |
14 |
14,3 |
20 |
9,5 |
2-3 |
22 |
27,8 |
14 |
41,2 |
41 |
41,8 |
77 |
36,5 |
4-5 |
23 |
29,1 |
12 |
35,3 |
30 |
30,6 |
65 |
30,8 |
6-10 |
16 |
20,3 |
5 |
14,7 |
4 |
4,1 |
25 |
11,8 |
11-15 |
5 |
6,3 |
0 |
0,0 |
1 |
1,0 |
6 |
2,8 |
16-20 |
3 |
3,8 |
1 |
2,9 |
0 |
0,0 |
4 |
1,9 |
21-25 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
2 |
2,0 |
2 |
0,9 |
n.r. |
5 |
6,3 |
1 |
2,9 |
3 |
3,1 |
9 |
4,3 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Il
lavoro e gli infortuni
Le
ore lavorate mediamente dagli addetti delle imprese sull’intero campione sono 8
(71,1%) e per il 18,5 % 9 ore, ma gli straordinari vengono richiesti dal 44,1%
del campione (93 intervistati hanno risposto affermativamente) e le ore di
straordinario richieste mediamente a settimana si concentrano nella fascia da 6
a 10.
Tab. 15 – Ore lavorate mediamente a
settimana
Ore lavorate mediamente a settimana |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
7
ore |
1 |
1,3 |
0 |
0,0 |
6 |
6,1 |
7 |
3,3 |
8
ore |
49 |
62,0 |
24 |
70,6 |
77 |
78,6 |
150 |
71,1 |
9
ore |
19 |
24,1 |
7 |
20,6 |
13 |
13,3 |
39 |
18,5 |
10
ore |
5 |
6,3 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
5 |
2,4 |
oltre
10 ore |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
n.r. |
5 |
6,3 |
3 |
8,8 |
2 |
2,0 |
10 |
4,7 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Tab. 16 – Ore
settimanali di straordinario
Ore settimanali di
straordinario |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
1 -2 |
2 |
2,5 |
1 |
2,9 |
1 |
1,0 |
4 |
1,9 |
3 -5 |
11 |
13,9 |
2 |
5,9 |
20 |
20,4 |
33 |
15,6 |
6 -10 |
16 |
20,3 |
9 |
26,5 |
22 |
22,4 |
47 |
22,3 |
oltre 10 |
11 |
13,9 |
1 |
2,9 |
1 |
1,0 |
13 |
6,2 |
n.r. |
39 |
49,4 |
21 |
61,8 |
54 |
55,1 |
114 |
54,0 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
La
maggior parte degli intervistati (26% sul campione) dichiarano di non ricorrere
a lavoratori stagionali, per la sola durata di un cantiere; solo al Sud
sembrerebbe essere una prassi ampiamente consolidata: alla domanda hanno
infatti risposto affermativamente 38 intervistati (su 95 risposte effettive)
contro i 9 del Nord (su 73 risposte effettive) e 8 del Centro ( su 31 risposte
effettive).
Tab.17
- Ingaggio di lavoratori stagionali
Ingaggio di lavoratori stagionali |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
sì |
9 |
11,4 |
8 |
23,5 |
38 |
38,8 |
55 |
26,1 |
no |
64 |
8,0 |
23 |
67,6 |
57 |
58,2 |
144 |
68,2 |
n.r. |
6 |
7,6 |
3 |
8,8 |
3 |
3,1 |
12 |
5,7 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Sul
totale degli intervistati 81 (38,4%) dichiarano un evento infortunistico in
cantiere negli ultimi tre anni che ha comportato il trasporto al pronto
soccorso. Solo al Nord la frequenza percentuale alla risposta affermativa è
superiore a quella negativa, nonostante 5 non risposte.
Tab.18
- Ingaggio di lavoratori stagionali
Verificarsi di incidenti |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
Frequenze assolute |
Frequenze % |
|
sì |
41 |
51,9 |
9 |
26,5 |
31 |
31,6 |
81 |
38,4 |
no |
33 |
41,8 |
22 |
64,7 |
64 |
65,3 |
119 |
56,4 |
n.r. |
5 |
6,3 |
3 |
8,8 |
3 |
3,1 |
11 |
5,2 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
La domanda relativa il numero degli
incidenti verificatesi negli ultimi tre anni vede la seconda fascia numerica
ovvero 2-3 incidenti quella dove si concentra il maggior numero di risposte a
livello dell’intero campione. Al Nord su 40 risposte affermative, 14
intervistati dichiarano 1 unico incidente; 20 int., 2-3 incidenti; 5 int. 4-5
incidenti e 2 int. 10 – 15. Al Centro su
9 risposte affermative 1 intervistato dichiara 1 incidente; 6 int., 2-3, 1 int.
6-9 e 1 int. 10 – 15 incidenti; e al Sud
su 31 risposte affermative, 13 intervistati dichiarano un unico incidente; 13
int. 2 – 3 incidenti; 4 int. 4-5
incidenti; ed infine un unico intervistato 16 e oltre incidenti.
Tab.
19 – Numero di infortuni
Numero
di infortuni |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
13 |
16,5 |
1 |
2,9 |
13 |
13,3 |
28 |
12,8 |
|
2 - 3 |
20 |
25,3 |
6 |
17,6 |
13 |
13,3 |
39 |
18,5 |
4 - 5 |
5 |
6,3 |
0 |
0,0 |
4 |
4,1 |
9 |
4,3 |
6 - 9 |
0 |
0,0 |
1 |
2,9 |
0 |
0,0 |
1 |
0,5 |
10 -15 |
2 |
2,5 |
1 |
2,9 |
0 |
0,0 |
3 |
1,4 |
16 e oltre |
0 |
0,0 |
0 |
0,0 |
1 |
1,0 |
1 |
0,5 |
n.r. |
39 |
49,4 |
25 |
73,5 |
67 |
68,4 |
131 |
62,1 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |
Numero di infortuni negli ultimi 3
anni: Frequenze percentuali Nord, Centro
Sud
Nord Centro Sud
Gli infortuni dichiarati mortali
registrano una frequenza percentuale sull’intero campione del 2,4%.
Tab. 20 – Infortuni con esito mortale
Esiti
mortali incidenti |
Nord |
Centro |
Sud |
TOTALE |
||||
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
Frequenze
assolute |
Frequenze % |
|
sì |
3 |
3,8 |
1 |
2,9 |
1 |
1,0 |
5 |
2,4 |
no |
38 |
48,1 |
8 |
23,5 |
30 |
38,8 |
76 |
36,0 |
n.r. |
38 |
48,1 |
25 |
73,6 |
67 |
60,2 |
130 |
61,6 |
Totale |
79 |
100,0 |
34 |
100,0 |
98 |
100,0 |
211 |
100,0 |