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comunicato stampa
RAPPORTO 2003 SULL’EDILIZIA NEL LAZIO Un settore tra “Luci e ombre”. La situazione a Roma e nelle province.
La Fillea Cgil del Lazio ha realizzato un Rapporto Congiunturale sul settore delle costruzioni nel Lazio che sarà riproposto annualmente con i relativi aggiornamenti. Attraverso il monitoraggio sullo stato di salute del settore la Fillea Cgil del Lazio vuole aprire con il “Rapporto 2003” un confronto con le istituzioni, le associazioni e le imprese.
Le costruzioni nel Lazio: dopo anni si è bloccato il ciclo espansivo
Per la prima volta dopo anni sembrano esauriti gli effetti di un ciclo espansivo. E il settore si presenta con luci e ombre.
Piccole imprese edili laziali crescono
Le imprese edili laziali tra il 2001 e il 2002 sono cresciute di 1.137 unità. La quasi totalità delle imprese di costruzioni nel Lazio è rappresentata da micro imprese con un numero di addetti che va da 1 a 5. Una realtà uniforme in tutte le province laziali e che si è ormai consolidata a livello regionale. La forbice si allarga nella Capitale dove le imprese con un numero da 1 a 5 dipendenti è del 69 %. Il picco si registra a Latina e Viterbo con tassi che superano il 90%.
Tab. IMPRESE EDILI NEL LAZIO
Aumentano gli addetti iscritti alle Casse Edili
Nel 2002 sono stati 55.881 i lavoratori iscritti alle Casse Edili delle cinque province del Lazio (49.900 addetti nel 2001): rappresentano il 37 per cento degli addetti totali del comparto industriale. L’aumento degli addetti è legato, però, più che ad una situazione di natura congiunturale, in parte all’effetto della regolarizzazione degli immigrati legata alla legge Bossi-Fini. Il dato statistico non tiene conto, però del lavoro sommerso che in edilizia a livello nazionale è pari al 27%, ma che nella nostra regione tocca livelli del 50-60 per cento. Più della metà dei lavoratori edili nel Lazio, infine, ha un’età media tra i 26 e i 45 anni. La maggior parte con una qualifica di operaio comune. Consistente è anche il numero degli operai qualificati o specializzati.
Tab. LAVORATORI EDILI NEL LAZIO
Infrastrutture al palo nella nostra regione
L’edilizia nel Lazio ha registrato un momento di forte sviluppo con le opere del Giubileo. Esaurita quella vena il sistema delle opere pubbliche nel Lazio ha rallentato il suo corso. Le opere già inserite nelle leggi di bilancio per oltre 62 milioni di euro rimangono oggi ancora una promessa. Per quanto riguarda le infrastrutture a più di un anno e mezzo dalla delibera del Cipe (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) del 21 dicembre 2001 poco si è fatto. Sono ancora fermi i finanziamenti pari a 5 miliardi di euro per la realizzazione di alcune opere inserite nella Legge Obiettivo. L’investimento complessivo tra risorse pubbliche e private è di quasi 2 milioni di euro che comporterebbe una ricaduta occupazionale per oltre 4.000 posti.
Meno appalti, ma con importi superiori. Vincono i Comuni
Le grandi opere non trascinano di certo il mercato dei lavori pubblici del Lazio. Nel periodo gennaio-maggio 2003 sono aumentati del 3,7% nel Lazio i bandi di gara, ma con importi inferiori del 42,4% passando da 935 a 539 milioni. Per quanto riguarda le grandi opere il calo dei bandi di lavori è passato da 606,22 a 174,29 milioni (-71,2%). Anche per l’Anas “tagli” netti: da 464,14 a 22,34 milioni (-95,2%). Bene i Comuni con un aumento del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Incidenti mortali sul lavoro: il 2003 già “sorpassa” il 2002
La frequenza degli infortuni sul lavoro nella nostra regione è ancora molto alta: 62,1 ogni mille occupati. E a Roma spetta il triste primato regionale con il 60% degli infortuni totali: seguono Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. E il maggior numero di infortuni avviene nei primi giorni della settimana.Il sistema di monitoraggio istituito dalla Fillea Cgil rileva purtroppo un aumento degli incidenti mortali nel 2003. Nei primi sei mesi del 2003 sono state 4 le vittime nei cantieri. Contro le due dell’anno precedente.
Lavoro irregolare: il 40% sono impiegati in edilizia
Il Lazio è, secondo i dati Istat, al 5° posto nella graduatoria del lavoro irregolare, si stima inoltre che ben il 40% dei lavoratori irregolari siano impiegati in edilizia. Il fenomeno del lavoro nero nel settore delle costruzioni è diffuso soprattutto nel comparto dell’edilizia privata, poiché più facilmente sfugge ai controlli.
Sandro Grugnetti (Segretario Generale Fillea Lazio)Ecco cinque proposte per rilanciare il settoreLa realizzazione e il completamento di tutte le opere infrastrutturali e un programma straordinario di investimenti, soprattutto per Roma Capitale, per permettere un migliore collegamento tra i sistemi economici interni e aprirli ai mercati esterni incrementando così i livelli occupazionali; Puntare sulla qualità delle opere realizzando anche nel Lazio i “Cantieri Qualità”. Qualità delle opere, del lavoro con un forte impegno sulla formazione, la ricerca e l’innovazione. Un migliore e più qualificato controllo sulla sicurezza nei posti di lavoro per prevenire e combattere la piaga degli infortuni molto presente nella regione. Più Investimenti nel sistema ambientale e idrogeologico del Lazio per combattere quei dissesti che si manifestano in modo sempre più frequente. Favorire l’integrazione e la regolarità occupazionale per gli immigrati, una lavoro crescente nel Lazio, soprattutto in edilizia.
L’EDILIZIA A ROMA
Dopo i lavori del Giubileo che hanno registrato un’impennata dei lavori nella capitale, il 2001 e il 2002 hanno registrato una fase di rallentamento congiunturale che potrebbe continuare nei prossimi anni se non partono le grandi opere cantierabili. Le grandi opere previste a Roma sono 14, ma a causa del blocco degli stanziamenti molte di loro sono state rinviate. Roma Capitale ha bisogno di fondi strutturali programmati per garantire un’idea di sviluppo costante, ma finora ci sono stati solo finanziamenti occasionali. I sindacati chiedono al governo e alle istituzioni impegni e certezze finanziarie per la crescita economica e l’occupazione. La quasi totalità dell’edilizia romana è oggi privata: rispetto a quello pubblico l’investimento privato si dimostra più dinamico e vitale. Roma ha un forte deficit infrastrutturale. Dispone di 34 chilometri di metropolitana contro i 110 di Parigi ed i 260 di Londra. Dispone di 71.000 metri cubi di estensione di poli fieristici contro i 100.808 della capitale francese ed i 163.000 di quella inglese.
· Nei cantieri romani più della metà degli edili non supera i 45 anni.I lavoratori attivi registrati alla Cassa Edile di Roma e provincia nel 2002 sono stati 37.496 (+13 % rispetto al 2001). Nel periodo che va da ottobre 2002 a marzo 2003 gli edili regolarmente iscritti alla Cassa Edile sono stati 32.023: un dato che potrebbe preannunciare una inversione di tendenza in atto? La maggior parte di chi lavora in cantiere è inquadrato nelle categoria operaio comune (36,1%) o specializzato (37,1%). Solo l’1% è apprendista. Più della metà degli edili romani ha un’età che va dai 26 ai 45 anni. Solo il 12,5% non supera i 25 anni.
Tab. ROMA E PROVINCIA - NUMERO ADDETTI
Le imprese regolarmente registrate dalla Cassa Edile di Roma e Provincia nel 2002 sono state 6.469 (+14% %) rispetto al 2001. Quasi il 70% è costituito da piccole imprese che occupano al massimo cinque dipendenti. Spesso si tratta di aziende familiari.
Tab.ROMA E PROVINCIA - IMPRESE 2002 (tipologia per numero addetti – valori %)
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