Ordine del giorno del Comitato Direttivo della
Fillea-Cgil di Bergamo.
Il Comitato Direttivo della
Fillea –Cgil di Bergamo riunito in data 22 dicembre 2004, in merito alla
proposta di direttiva della Commissione Europea sui servizi del mercato
interno (direttiva Bolkestein), esprime un parere fortemente negativo in
relazione alle implicazioni che la stessa può avere anche nel settore
delle costruzioni. La proposta di direttiva facendo prevalere logiche
economicistiche e di mercato pone al centro della sua concezione un
modello sociale europeo non fondato sull’armonizzazione normativa tra i
singoli Stati membri ma si prepara ad un processo vero di vero e
proprio“dumping sociale”. Non è uniformando diritti e tutele al livello
più basso che si fa crescere l’Europa sociale fondata sull’equità e
sulla dignità. La direttiva Bolkestein, elaborata peraltro con la
consultazione di migliaia di aziende e senza la consultazione di nessun
sindacato o organizzazione della società civile, si fonda sul principio
del paese d’origine e cioè che servizi forniti ad uno dei paesi dell’ Ue
sono sottoposti alla legislazione ed ai controlli dei paesi d’origine.
Tutto ciò esplicherebbe nel settore delle costruzioni conseguenze molto
negative. In Italia vige il D.lgs 72/2000 che recepisce la direttiva
europea sul distacco dei lavoratori comunitari e non e a cui va
riconosciuto il medesimo trattamento economico e normativo spettante al
lavoratore italiano. Tale principio può avere piena applicazione
soltanto laddove sia il paese in cui si svolge il lavoro ad avere il
potere reale di controllo. Solo così è possibile la reale e concreta
osservanza del D.lgs in vigore. Peraltro si perpetuerebbero situazioni
paradossali; le imprese italiane sarebbero soggette, nei sistemi di
controllo per la trasparenza e la regolarità, alla certificazione di
regolarità contributiva come liberatoria per la riscossione dei saldi
dei committenti mentre le imprese non italiane non sarebbero soggetto
nessuna liberatoria.Normative come questa, si configurerebbero come
vessatorie nei confronti delle imprese italiane. Nel settore delle
costruzioni l’effetto sarebbe devastante.
Per queste ragioni il C.D.
della Fillea-Cgil di Bergamo chiede la modifica della proposta di
direttiva per evitare, oltre che un aumento esponenziale dei fenomeni
distorsivi e di concorrenza sleale già purtroppo ampiamente presenti nel
settore, un ulteriore imbarbarimento, destrutturando, a scapito dei
diritti e delle tutele dei lavoratori, delle imprese serie e della
qualità del prodotto, il settore delle costruzioni.
Il C.D. della Fillea-Cgil di
Bergamo impegna tutte le sue strutture ad iniziative concrete per la
modifica della direttiva Bolkestein.
Chiuduno 22-12-2004
Il Comitato
Direttivo della Fillea CGIL di Bergamo, dando seguito all’impegno
assunto nel direttivo del 26-11-2004 con l’approvazione dell’Ordine
del Giorno avente come oggetto la bozza del nuovo Testo Unico in materia
di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con questo documento intende
esprimere ulteriormente la sua preoccupazione.
La necessità
di accorpare tutta la normativa vigente in materia di salute e di
sicurezza sul lavoro degli ultimi cinquant’anni in un unico testo è
sicuramente condivisibile, tuttavia da una prima analisi di comparazione
tra la normativa vigente e la bozza del nuovo Testo Unico riscontriamo
che più che di un accorpamento di norme si tratta di uno smantellamento
delle tutele sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori fino ad ora
conquistate. Naturalmente tutti noi speravamo in un cambiamento
positivo, consapevoli del fatto che accorpare le norme allo scopo di
semplificarle burocraticamente e far si che la loro applicazione sia più
chiara ed efficace non significa ridurle, o, ancor peggio, eliminarle.
È
chiara la filosofia che sostiene il nuovo Testo Unico: il lavoratore non
viene più messo al centro come soggetto da tutelare, ma la sua sicurezza
e la sua salute sono messe in subordine rispetto alla compatibilità
organizzativa e produttiva dell’impresa, la quale, in base alle proprie
possibilità economiche e gestionali applica in modo più o meno completo
le misure di sicurezza.
Il
nuovo Testo Unico trasforma gran parte delle attuali norme di legge in
norme di buona tecnica, e riduce, al contempo, i poteri ispettivi degli
organi di vigilanza. Le principali cause delle morti e degli infortuni
sul lavoro, nonché le maggiori sanzioni prescritte dagli organi
ispettivi riguardano proprio quelle norme di legge, quindi ridurle a
norme di buona tecnica, per definizione non obbligatorie, implica una
mancata tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. In questo
modo la nuova legislazione del Testo Unico non cerca di ridurre o, ancor
meglio, eliminare le situazioni che comportano rischi, e quindi
infortuni, per i lavoratori, ma, al contrario, le legittima.
Il
ruolo di consulenza e supporto tecnico per le imprese nel settore
dell’edilizia fino ad ora è stato svolto dai C.p.t. ( Organismi
Bilaterali composti pariteticamente da parte Imprenditoriale e da parte
Sindacale ) che si occupano di Prevenzione, di Sorveglianza Sanitaria,
di Formazione e Informazione. Il nuovo Testo Unico gli affida ora un
nuovo ruolo, cioè quello di certificatori della sicurezza; i dubbi
rispetto a questo sono duplici: da un lato si viene a creare una sorta
di conflitto di interessi tra controllore e controllato, almeno nel caso
delle imprese; dall’altro gli organi di vigilanza debbono tener conto di
queste certificazioni nella programmazione delle loro ispezioni e
risultano così subordinati ai Comitati Paritetici stessi.
Speravamo nell’arrivo di un nuovo testo che rafforzasse il ruolo delle
figure della sicurezza, cioè il responsabile del Servizio di Prevenzione
e Protezione, il Medico Competente, il Rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza; invece la bozza del nuovo Testo Unico va nella direzione
diametralmente opposta; infatti non solo consegna la gestione della
sicurezza al datore di lavoro, ma indebolisce tutte le figure che
collaboravano con lo stesso per la tutela della salute nei luoghi di
lavoro.
Il
Comitato Direttivo della Fillea – Cgil di Bergamo impegna tutte le sue
strutture ad iniziative concrete tese ad ottenere una modifica
sostanziale del Testo Unico, e ribadisce inoltre l’importanza che questa
problematica venga estesa a tutte le parti politiche sensibili al tema
della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. |