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La Fillea di Napoli: per non dimenticare Francesco

 

“ Il coraggio e la forza civile di mettere a disposizione della dignita’ e della sicurezza del lavoro il dramma della perdita d’un figlio in un incidente in cantiere”

 

Nicola Iacomino padre di Francesco, morto nell’incidente nel cantiere d’Ercolano il 4 ottobre scorso, ha accettato la proposta di collaborare con la Fillea di Napoli per estendere, attraverso un suo impegno diretto, la battaglia, per riconquistare al lavoro diritti e dignità.

Diritti troppo spesso negati e purtroppo, non sempre pretesi, stretti dalla morsa di tanti, soprattutto giovani, di dovere accettare, per mero indifferibile bisogno di lavorare, condizioni di vessazioni sul piano sociale, economico, dei diritti in primis quelli della sicurezza che, in special modo in edilizia, disegnano uno scenario dove la vita di tanti lavoratori è costantemente e spesso impunemente messa a repentaglio.

Nicola fin dai primi tragici momenti successivi alla tragedia che colpì, così drammaticamente, la sua famiglia, manifestò forte il desiderio che il sacrificio del figlio, non fosse nel tempo dimenticato e quindi reso inutile.

Da subito, a partire dall’incontro che ebbe con il Segretario Generale della Cgil Guglielmo Epifani, con i segretari della CGIL Regionale, Gravano e della Camera del Lavoro di Napoli, Errico e con la Fillea di Napoli dichiarò la propria determinazione e disponibilità a lavorare, nei modi e nelle forme meglio opportune, per mettere la sua testimonianza, la sua storia fatta di battaglie per la giustizia e i diritti, la sua esperienza per quanto tragica, a disposizione del mondo del lavoro in un momento dove è davvero difficile, ma non impossibile, difendere ed allargare i diritti e la dignità del lavoro specialmente per i giovani.

Furono quelli, giorni drammatici. A 48 ore di distanza dalla morte di Iacomino, un’altra giovane vita si spezzava.

In uno scantinato da ristrutturare, cantiere abusivo, nel Vasto a Napoli, moriva folgorato in una pozza di fango ed acqua, Nicola Tricarico giovane lavoratore di Piscinola.

Un ragazzo pieno di gioia e voglia di vivere, nonostante la  precarietà del suo lavoro e l’incertezza del suo futuro.

Indignata, rabbiosa, ma responsabile e compatta fu in quel momento la risposta dei lavoratori dei cantieri di Napoli. La mattina del 6 ottobre, avvisati il giorno prima, 1000 lavoratori presidiavano la Prefettura per chiedere interventi concreti ed immediati per arrestare lo stillicidio di vite umane. 

Forte e indelebile è rimasta nella nostra memoria la frase di Nicola Iacomino : “Non si può morire per lavorare”.

Così come forte e indelebile è il suo appello, a che i giovani ritornino a lavorare ad Ercolano, nelle proprie comunità, e vivere di un lavoro vero, dignitoso, tutelato nei diritti.

La Fillea ha inteso cogliere questa volontà, espressa da Nicola ed è fiera di avviare questa collaborazione nella certezza che essa rappresenterà una spinta importante ed una voce sempre presente in quella che deve essere considerata come una vera e propria battaglia di civiltà, non solo per non dimenticare ma per continuare la lotta contro la piaga del lavoro nero, dell’illegalità per i diritti e la sicurezza di chi lavora.

 

Lunedì 24 gennaio presso la CGIL di Napoli in Via Torino 16 si terrà una conferenza stampa, promossa dalla Fillea di Napoli, con la partecipazione del Segretario Generale della Fillea Nazionale, Franco Martini, dei Segretari Gravano ed Errico della CGIL Regionale e della Camera del Lavoro, del Segretario Regionale Fillea Petruzziello.

 

Napoli  20 gennaio 2005

                                                                         Il Segretario Generale della Fillea di Napoli

   Gianni Sannino

 

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