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Arin, 67 lavoratori si incatenano ai cancelli

e iniziano sciopero della fame, contro il licenziamento

 

 

Per protestate contro il   licenziamento, 67 operai edili dipendenti di quattro ditte  appaltatrici dell' Arin, si sono legati  con catene e lucchetti ai cancelli della sede Arin di via Argine  a Ponticelli e hanno iniziato un nuovo sciopero della fame.

“ La protesta e' stata decisa - informa una nota della Fillea   Cgil - dopo che i vertici Arin hanno disertato una riunione   promossa il 18 ottobre scorso dall'assessore al lavoro del   Comune di Napoli Nicola Oddati per trovare una soluzione e   dirimere la vertenza.

I 67 operai edili da 9 mesi sono senza  lavoro e senza salari. L’Arin ha ridotto   le gare d'appalto e affidato i lavori di manutenzione a   microimprese con il massimo ribasso che non rispettano i   contratti e non versano i contributi previdenziali, spesso   sfruttando anche lavoratori immigrati.”

''L'Arin – sostiene segretario della Fillea Cgil, Ciro  Crescentini - in qualita' di ente appaltante invece di ricercare   soluzioni per i 67 operai edili licenziati o di controllare il   rispetto dei contratti da parte delle ditte subappaltatrici si   e' preoccupata di denunciare per tre volte di seguito   sindacalisti e lavoratori della Cgil criminalizzando le lotte   operaie utilizzando la motivazione dell'interruzione pubblico   servizio''.

Secondo Crescentini, i manager dell'Arin ''con un'arroganza   senza precedenti stanno affrontando una vertenza sindacale, il   dramma sociale di 67 operai edili licenziati, comportandosi da   capimastri. Questo non fa onore ad un'azienda pubblica''.

La Fillea Cgil ha inviato una nota al Prefetto di Napoli   Profili e alla Questura. ''Considereremo responsabili i vertici   Arin - ha concluso Crescentini - per qualsiasi atto di   disperazione o di livelli esasperazione che assumera' la lotta   degli operai''.

 

 

Napoli 20 ottobre 2004

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