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Comunicato stampa
SULLA CAUSA CONTRO L’ETERNIT PER LE MORTI PER AMIANTO
“Oggi si è
svolta presso il teatro “Il Piccolo” del Dopolavoro Ferroviario dei
Campi Flegrei una nuova assemblea con tutti i lavoratori dell’Ex
Eternit di
L’assemblea è stata convocata per informare tutti sullo stato dell’arte del procedimento in corso, contro i padroni belgi, De Cartier De Marchenne, e quelli svizzeri, Schemidhimy Stephan per i quali c’è il rinvio a giudizio per strage. L’assemblea ha visto partecipazione del Presidente dell’Associazione delle vittime dell’amianto, Nicola Pondrano di Casale Monferrato, sede di uno stabilimento Eternit, e di Giovanni Marchioro dell’Inca del Piemonte, dello studio Di Celmo ed altri, della Fillea CGIL della Campania e del Direttore Regionale dell’Inca Campania, Francesco Varriale. L’assemblea ha ribadito l’impegno di tutti i lavoratori, dell’Associazione e del Sindacato a sostenere l’azione del Procuratore Guariniello di Torino, perché si vada avanti e si faccia piena e completa giustizia facendo pagare il giusto prezzo a chi si è reso colpevole di questo tremendo reato. 2968 parti lese, 1400 vittime tra lavoratori diretti e familiari e a volte semplici cittadini. A Napoli 540 parti lese e di queste quasi la metà deceduti e la catena orrenda dei decessi non si arresta perché indelebili sono le ferite inferte e spietato è il cancro per mesotelioma. Pur tuttavia, in questo quadro drammatico, l’assemblea si è dovuta soffermata sulle valutazioni di una proposta di risarcimento avanzata dal padrone svizzero. Una proposta che il Sindacato, la consulta legale e l’Associazione ha ritenuto fin dal principio inadeguata e a tratti offensiva. Anche perché è del tutto chiaro che nessuna somma ripaga la perdita di tante vite umane e di tanti drammi familiari. Ma come proposta unilaterale, non oggetto di trattative, si è sentito il bisogno di comunicarla a tutti i lavoratori attraverso le assemblee che si sono svolte a Casale, a Reggio Emilia e a Bagnoli oggi e un mese fa. Lo svizzero intende risarcire, forse sperando in una clemenza della magistratura per avere uno scontino di pena, i lavoratori deceduti o affetti da asbestosi che hanno lavorato nel periodo di sua proprietà dal 1973 al 1985 (anno di fallimento). Con un massimo di 60.000 euro per gli eredi delle vittime e a scalare per gli ammalati di asbestosi. Il diritto individuale di ogni lavoratore a valutare l’opportunità di accogliere la proposta per vari, soggettivi o oggettivi (come le prescrizioni) motivi, non inficia il procedimento che andrà avanti e si concluderà con la condanna penale e civile dei padroni svizzeri e belgi.
Gianni Sannino – Segretario Regionale Fillea Campania
Napoli, 20 dicembre 2008 |
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©Grafica web michele Di lucchio