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Molise - Infortuni sul lavoro  

 

 

 

Comunicato stampa Fillea Cgil Molise

 

 

 

La formazione continua strumento importante nella lotta

agli infortuni sul lavoro

 

Solo l’aggiornamento costante e la sensibilizzazione di lavoratori e imprese sulle corrette procedure da adottare in materia di sicurezza sul lavoro possono aiutare a ridurre gli infortuni

 

Ancora una volta nella nostra Regione siamo costretti a commentare un grave episodio di infortunio sul lavoro, quello verificatosi la scorsa settimana a Frosolone, quando due lavoratori – padre e figlio – sono caduti rovinosamente dal tetto della Chiesa di s. Pietro per il cedimento, pare, di alcuni elementi strutturali dello stesso. Questa volta, fortunatamente (anzi, qualcuno ha invocato il miracolo!), non si sono avute conseguenze tragiche e sembra che i danni sono stati limitati ad alcuni traumi curabili e reversibili. Però, non sempre è così; anzi, purtroppo, in queste circostanze - date anche le tipologie delle lavorazioni, sempre molto delicate - quasi sempre le conseguenze sono ben diverse con gravissime ripercussioni sui soggetti coinvolti e sulle loro famiglie.

E, sinceramente, come organizzazione sindacale, non ce la sentiamo di affidarci al caso, alla fortuna, al miracolo per sfuggire alla triste contabilità degli infortuni sul lavoro; dobbiamo tutti essere convinti che gli infortuni, le “morti bianche”, le gravi e permanenti menomazioni che si verificano tanto spesso non sono inevitabili, non sono il prezzo che si deve pagare al progresso e alla crescita, come un tempo si era soliti commentare; gli incidenti sul lavoro, invece, sono sempre  conseguenza di comportamenti non corretti, di atteggiamenti superficiali, di fretta ingiustificata, di sete di guadagno, ecc., tutti elementi che possono e devono essere contrastati.

Sappiamo che in molti casi, anche drammaticamente recenti, la causa degli infortuni verificatisi è stata l’assoluta mancanza di precauzioni adottate in lavorazioni difficili da parte di datori di lavoro senza scrupoli che, per guadagnare tempo e risparmiare illecitamente denaro, hanno mandato in qualche caso anche a morire loro dipendenti che, per paura di perdere il posto di lavoro, non potevano sottrarsi ai lavori pericolosi loro affidati. Queste sono le situazioni più tristi e più tragiche, purtroppo ancora molto diffuse insieme al “lavoro nero” che rappresenta uno dei peggiori flagelli anche nella nostra realtà. Per questi aspetti bisogna intensificare al massimo i controlli, applicare senza indulgenze le sanzioni, espellere con decisione dal mercato gli operatori scorretti che, oltretutto, fanno concorrenza scorretta alle imprese regolari sottraendo a queste ultime appalti e commesse in virtù di ribassi più alti praticati con l’illecito risparmio sul costo del lavoro e sulle misure di sicurezza.

Ma vi è pure un’elevata incidenza d’infortuni derivati da superficialità, da imprudenza, da mancata conoscenza dei rischi e delle corrette procedure per fronteggiarli. Non è accettabile neanche in questo caso che un lavoratore non torni a casa o anche rimanga per sempre menomato, per mancanza di adeguata preparazione per lui stesso o per coloro che hanno la responsabilità di organizzare e gestire il suo lavoro. L’unico rimedio per tali situazioni è la crescita della “cultura della sicurezza” intesa come diffusione,  a tutti i livelli (imprenditori, tecnici, capicantiere, lavoratori), di una maggiore e più consapevole sensibilità ai problemi della sicurezza e alla necessità di adottare, anche se ciò fa perdere tempo o comporta fastidio, tutte le misure antinfortunistiche previste, nessuna esclusa.

Sicuramente sono un’importante conquista i piani di sicurezza, i programmi di valutazione dei rischi, il non assoggettamento a ribasso dei costi della sicurezza negli appalti pubblici, le verifiche effettuate dagli organi di controllo e quant’altro disposto dalle normative in materia, a partire dal D. Lgs. 626/94, sicuramente all’avanguardia anche a livello europeo. Però, sono gli uomini che devono applicare le norme e adottare le precauzioni in esse previste e, per farlo in modo assiduo e convinto, occorrono la necessaria consapevolezza e la giusta sensibilità oltre alle nozioni tecniche sempre più aggiornate.

E c’è il mezzo giusto per raggiungere questo fondamentale risultato: la formazione continua, lo strumento previsto dalla legge – dietro richiesta convinta e forte delle organizzazioni sindacali – per dare dignità e ruolo al lavoro e ai lavoratori con il loro continuo aggiornamento professionale, diventato sempre più necessario in quanto in una società altamente professionalizzata e in un mercato sempre più globalizzato solo la qualificazione può consentire di essere competitivi e rimanere sul mercato, ciò sia per gli operai che per i tecnici e per gli imprenditori.

Esistono al riguardo anche le risorse necessarie che devono essere correttamente e prudentemente impiegate, senza sperperi e superficialità, ma con il consenso “concertato” delle parti sociali, le sole che hanno il polso della situazione e delle necessità da privilegiare.

Parliamoci chiaramente, siamo tutti convinti che non si ottengono grandi risultati sul piano operativo con le manifestazioni formali, come la “Settimana europea della sicurezza” gestita dall’Assessorato al Lavoro della Regione Molise e simili, che rimangono sostanzialmente estranee al mondo del lavoro e della produzione e diventano solo occasione per discorsi teorici e avulsi dalle reali problematiche dei cantieri e delle officine.

La formazione continua è, invece, lo strumento giusto per motivare e sensibilizzare i lavoratori in materia di sicurezza dandogli consapevolezza e dignità del ruolo che svolgono e ancora meglio possono svolgere in futuro. Oltretutto questo valido percorso di crescita professionale può essere un serio incentivo per i giovani ad avvicinarsi a professioni e mestieri, come ad esempio quelli dell’edilizia, che hanno un forte bisogno di rinnovamento generazionale e, nello stesso tempo, possono garantire – se svolti con la giusta preparazione – occupazione e reddito.

In questa direzione si sono mosse la Fillea CGIL e le altre organizzazioni sindacali di categoria del settore edile nel Molise che – per il rinnovo del contratto integrativo del settore, ormai in dirittura d’arrivo – hanno posto in maniera forte e consapevole il problema della sicurezza e dell’utilizzo della formazione continua per diffondere la “cultura della sicurezza” e far crescere professionalmente, sotto questo fondamentale aspetto, i lavoratori molisani.

 

 

 

 

                                                                                       Il Coordinatore Reg.le Fillea – CGIL

                                                                                                    Domenico di Martino

 

 

Campobasso, lì 14.11.2006

 

 


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