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Molise

 

                                                                                                                                                                        

TFR. Una scelta difficile per i lavoratori edili

 

 

 

Comunicato stampa Fillea Cgil Molise

 

 

A pochi giorni dallo scadere dei termini per la presentazione della scelta e destinazione del TFR ad una forma di previdenza complementare per i lavoratori privati , la FILLEA – CGIL del Molise ha potuto verificare attraverso molti lavoratori soprattutto delle piccole imprese edili la difficoltà e il rifiuto ad accettare da parte di queste ultime, la scelta del lavoratore che attraverso la modulistica prevista dalle normative di cui la legge n. 252 art. 8, comma 7, decreto legislativo 5 dicembre 2005 indicano come destinatario l’azienda.

In alcuni casi i lavoratori si sono visti costretti da parte dell’azienda a rinunciare alla destinazione del TRF al fondo pensionistico previo un ipotetico licenziamento, oppure al rifiuto netto all’acquisizione della documentazione presentata dai lavoratori.

La FILLEA – CGIL preoccupata che questo fenomeno possa divenire uno strumento ricattatorio da parte delle piccole aziende che impediscono alla volontà del lavoratore di effettuare una libera scelta sul proprio futuro e di crearsi dei fondi integrativi alla pensione, alla luce anche delle nuove normative approvate di recente.

In considerazione del fatto che il settore dell’edilizia è una tipologia di lavoro certamente da considerare usurante rispetto a molte altre e che i lavoratori edili arrivano in pensione con contribuzioni molto basse, necessita in assoluto che la libera scelta dei lavoratori venga rispettata e tutelata. 

Per le motivazione sopra esposte, la FILLEA – CGIL  si appella alle parti sociali e istituzionali che hanno sottoscritto gli accordi sulle normative in essere, affinché intervengano energicamente presso le proprie aziende associate al fine di rimuovere ogni ostacolo, nel rispetto sia delle leggi in vigore che della volontà del singolo lavoratore, oltre ché evitare le discriminazioni tra i medesimi e per non generare un fenomeno che potrebbe risultare lesivo sia per il lavoratore che per le aziende.

 

 

 

 

Per la FILLEA – CGIL

Domenico di Martino

 

Campobasso 2 luglio 2007

 

 

 

 

 

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