Agenda Contrattazione

Dipartimenti

Documenti

Uff.Stampa

Dove siamo

Chi siamo

Mappa sito

   

 

Interventi post terremoto

 

Il Commissario esclude i rappresentanti dei lavoratori dall’intesa per la gestione degli interventi post terremoto

 

Dura protesta delle organizzazioni di categoria regionali per la decisione del Commissario che costituisce un  attacco ingiustificato al ruolo del sindacato, segna un deprimente ritorno al passato e pone pesanti interrogativi sulle motivazioni e i retroscena di tale intesa.

 

Con una scelta clamorosa e inaspettata, che non ha precedenti nel contesto italiano della gestione degli interventi post emergenza, Michele Iorio - Governatore del Molise,  nonché Commissario per la Ricostruzione post sisma e post alluvione – ha escluso le organizzazioni sindacali di categoria del settore edile dall’accordo per la gestione  degli interventi per la ricostruzione nelle aree del Molise colpite quasi tre anni fa dal terremoto e dall’alluvione; accordo, invece, evidentemente “costruito” e sottoscritto con le associazioni imprenditoriali ACEM ed ANCE insieme al CUP (Comitato Unitario Professionisti) della provincia di Campobasso.

Contro tale decisione esprimono la più ferma protesta e il più totale dissenso le Segreterie Regionali di Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL, le quali sin dalle prime settimane dopo gli eventi luttuosi, che hanno colpito importanti aree della nostra Regione, si erano mobilitate sollecitando l’apertura di un confronto sereno e concreto sugli interventi da effettuare e sulle procedure da adottare, mettendo   a disposizione dei vertici regionali e delle strutture emergenziali, in tutta fretta costituite, le esperienze positivamente maturate in altri territori, nei quali si è lasciato ampio spazio alla concertazione con le rappresentanze del mondo del lavoro e della società civile.

Iorio, dopo reiterate assicurazioni di coinvolgimento - nascondendosi dietro le esigenze dell’emergenza, sempre meno evidenti via via  che passava il tempo - ha sempre rinviato qualsiasi incontro e qualsiasi consultazione, organizzando a proprio piacimento e in perfetta solitudine il suo raffazzonato “modello della ricostruzione” con tutti i limiti e i difetti che immancabilmente sono venuti fuori, evidenziando la dispersione delle risorse e, molte volte, purtroppo anche l’uso improprio delle stesse.

Certo, il sindacato – totalmente compatto e coerente su questo tema così importante e delicato per il nostro territorio – non ha potuto fare  a meno di rilevare le incongruenze, gli errori e le insufficienze del sistema e delle “regole” adottate dal Commissario Iorio, regole che hanno privilegiato la parcellizzazione degli interventi e hanno assegnato  ai vari soggetti coinvolti una ingiustificata discrezionalità con un sistema di controlli senz’altro inadeguato.

Regole, che sono state anche severamente contestate dalla Unione Europea la quale – giustamente – ha rilevato che le procedure straordinarie, con i relativi  ampi spazi di discrezionalità, “generosamente” consentite dal governo Berlusconi in alcune realtà come il Molise, si giustificano solo ed esclusivamente nell’immediato ridosso delle catastrofi, che scatenano l’emergenza, e non possono, invece, essere artatamente trascinate avanti nel tempo con il rischio e non soltanto il rischio di creare meccanismi perversi e di stravolgere le regole della concorrenza e dell’efficienza, tutto ciò a danno della collettività.

Come pure il sindacato, per un preciso dovere di chiarezza nei confronti dei lavoratori e dei cittadini, ha chiesto a più riprese a Iorio di precisare quali sono le fonti di finanziamento per la ricostruzione, che giustificano il suo ottimismo e la sua gratitudine nei confronti del Governo nazionale e di chi lo rappresenta, vista i limitati stanziamenti nella Finanziaria 2005 e quelli sicuramente più modesti, ancora da individuare nella Finanziaria 2006.

Però, il Governatore Commissario Iorio, emulando il suo illustre modello a livello nazionale, non tollera contestazioni o dissenso sul suo operato e, perciò, prima ha scatenato i suoi epigoni contro il sindacato, da lui ritenuto inutile e prossimo a scomparire dalla scena; poi – bene ha fatto – lo ha eliminato completamente dal confronto, evidentemente per evitare le critiche, alle quali non è in grado di rispondere.

Purtroppo, questa è la realtà; questo è il tanto decantato “modello Molise”, esaltato da Michele Iorio e, invece, guardato altrove con diffidenza; modello Molise, che per la sua approssimazione e per i suoi evidenti limiti si sta ritorcendo contro chi lo ha partorito.

E’ chiaro che - con questa impostazione data dal Commissario e, purtroppo, condivisa dagli imprenditori edili o, almeno, da chi li rappresenta – vanno a farsi benedire i formali impegni per privilegiare nei cantieri della ricostruzione la lotta al “lavoro nero”, quella all’evasione contributiva e per il rispetto dei contratti di lavoro e, soprattutto, lo sforzo, che doveva coinvolgere tutti, per la sicurezza dei lavoratori.

In questa occasione non si può neanche fare a meno di rilevare con amarezza l’acquiescenza alle gravi e discriminanti scelte di Michele Iorio delle rappresentanze di ANCE e ACEM, sempre pronte a litigare fra loro su ogni problema e, questa volta, invece d’accordo nel consentire la esclusione del sindacato, la cui presenza ai tavoli di trattativa era invocata dagli imprenditori, quando essa era funzionale alla sopravvivenza delle aziende, alle prese con la difficile crisi del post tangentopoli.

Ma Feneal, Filca e Fillea non si lasceranno intimidire da questi comportamenti e continueranno a lottare per una ricostruzione delle zone terremotate ed alluvionate - veloce, di qualità e nel rispetto delle regole, ciò nell’interesse esclusivo della comunità regionale.

    

Campobasso 12 ottobre 2005

 

FENEAL – UIL             FILCA – CISL                       FILLEA - CGIL

 

___________________________________

 

RICOSTRUZIONE POST SISMA:  IN DUBBIO LA REGOLARITA’ CONTRIBUTIVA DI MOLTE IMPRESE

Dalla denunce presentate numerosi interventi risulterebbero realizzati senza impiego di manodopera

 

 

Come recita un vecchio  e conosciuto proverbio, alla fine i nodi vengono al pettine. Le tanto decantate procedure decretate con propria ordinanza dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione post Terremoto stanno dimostrando le insufficienze e i limiti, da noi denunciati in tempi non sospetti, tutto ciò con gravi conseguenze per i lavoratori e per la collettività.

 

Risulterebbe, infatti, che alcuni dei Comuni interessati e l’Ufficio del Commissario stanno incontrando grandi difficoltà a liquidare i contributi assegnati ai privati per la impossibilità delle imprese esecutrici degli interventi di documentare il regolare pagamento per i loro dipendenti dei contributi all’INPS, all’INAIL e alle Casse Edili, al punto che cifre anche consistenti rimarrebbero inutilizzate nelle casse della Regione per la mancanza dei certificati di regolarità contributiva prescritti dall’art. 16 dell’Ordinanza Commissariale n. 13.

 

Risulterebbe pure – e la cosa in questo caso diventerebbe ancora più grave - che alcuni direttori dei lavori abbiano dichiarato nelle loro relazioni – in questo modo sbloccando i finanziamenti - che gli interventi ricostruttivi sono stati eseguiti dalle imprese interessate con il solo lavoro del proprio titolare; e la cosa in chi ha un minimo di esperienza di lavorazioni edili sicuramente suscita più di un dubbio sulla possibilità che ciò sia materialmente possibile, visto che nel recupero e nella riparazione di immobili anche per le operazioni più banali è sempre necessaria l’opera coordinata di più addetti. Se le cose stanno in questi termini i pagamenti sono stati sbloccati con buona pace degli amministratori e degli interessati, ma potrebbero essere stati violati in modo grave e plateale i diritti dei lavoratori che avrebbero in questo modo prestato la propria opera senza le prescritte coperture previdenziali, assicurative e contributive e, forse, addirittura senza il pagamento del salario nella misura contrattuale. Considerata la situazione descritta, ci sarebbe da indagare da parte degli organi competenti, oltre che su questi fatti, anche su come sono state applicate per i lavoratori le misure di sicurezza, anche le più elementari, in interventi che devono essere considerati tutti ad alto rischio, visto che si è lavorato su strutture molte volte fatiscenti prima ancora del terremoto.

 

E’ questa la ricostruzione di qualità promessa dal Commissario Iorio, il modello Molise da esportare fuori dai confini regionali? Tutta una serie di interventi di piccola entità, senza la definizione di una strategia generale, senza la individuazione di priorità effettive e con procedure che hanno consentito l’ingresso sul mercato di imprese improvvisate, sprovviste di un minimo di organizzazione e per le quali è mancata qualsiasi verifica iniziale di qualificazione e correttezza.

 

Erano queste le garanzie da noi richieste al Commissario all’indomani del terremoto, sono questi i motivi delle proteste che abbiamo rivolto nei suoi confronti; non c’erano – come ci veniva rinfacciato – motivazioni di carattere politico nelle nostre critiche; non c’era la volontà di comparire ad ogni costo, né quella di partecipare ad una “spartizione” del potere, quando – inascoltati – chiedevamo l’apertura di un tavolo di confronto per la definizione delle priorità e delle procedure della ricostruzione. C’era solo l’intento di realizzare, insieme agli altri soggetti coinvolti, un meccanismo valido, in grado di rispondere in modo adeguato e veloce ai bisogni della gente, soprattutto in un momento così difficile per il nostro territorio.

 

Invece, il Commissario Iorio ha scelto di fare tutto da sé, ha voluto privilegiare gli interventi a pioggia, forse preferibili dal suo punto di vista, sicuramente non da quello dell’interesse generale; ha stabilito procedure che non hanno consentito una effettiva priorità nelle situazioni più gravi e neanche  garantiscono quella qualità della ricostruzione e quella correttezza  nella esecuzione, che era logico attendersi e doveroso assicurare.

 

Campobasso 20 ottobre 2005

  

                                          Il  Segretario Regionale CGIL

                                                                   Domenico di Martino

 

Via G.B. Morgagni 27 - 00161 ROMA - Tel: ++39 06 44.11.41  fax: ++39 06 44.23.58.49

©Grafica web michele Di lucchio