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Sicurezza -  Lucca
 

 

 

 Sicurezza sul lavoro- bisogna passare dalle parole ai fatti

 

 

L’ennesimo incidente mortale sul lavoro, conferma che la sicurezza nei luoghi di lavoro, rappresenta un’emergenza nazionale ed anche territoriale, alla quale è urgente far fronte con l’impegno di tutti, Istituzioni, enti ispettivi, Asl, imprese e sindacati.

            L’11 maggio, la Fillea\CGIL ha fatto un attivo di tutti i delegati del settore su questo tema, individuando analisi e proposte,  non consentiremo che rimangano sulla carta, come abbiamo asserito esplicitamente alle istituzioni ed agli enti ispettivi, anche  nell’iniziativa del 23 maggio scorso.

            Sono 6 i fattori primari su cui intervenire con urgenza:

-          la precarietà nei rapporti di lavoro, che porta a condizioni di lavoro e di orario insostenibili, all’assenza di formazione sulla sicurezza e professionale, alla compressione dei diritti,

-          la condizione dilagante di illegalità e lavoro nero nei cantieri edili e più in generale nell’intero mondo del lavoro, spesso combattuta più burocraticamente che efficacemente;

-          La frammentazione industriale, che si porta dietro strategie   orientate a tagliare sui costi e sui diritti, anziché agli investimenti innovativi e di qualità, inclusi quelli su formazione e sicurezza;

-          Il ritardo culturale sulla necessità   di una formazione diffusa e qualitativa sulla sicurezza, in particolare nei piccoli imprenditori e nei preposti, capocantiere etc., ma presente anche nelle Istituzioni e nelle Direzioni dei Comuni e degli enti pubblici;

-          L’insufficiente attività di controllo e di vigilanza degli enti ispettivi competenti, derivante in buona misura dagli anni di deregolamentazione sulla sicurezza, attuata dal Governo Berlusconi.

-          La ricerca di alibi, rispetto alle competenze in materia di sicurezza, che porta di volta in volta, Istituzioni, imprese, enti Ispettivi, a scaricare su altri le maggiori responsabilità, giustificando i propri comportamenti.

Si può e si deve invertire questa condizione indegna di un paese democratico, anche sul nostro territorio, con atteggiamenti concreti, responsabili, respingendo il lassismo e la rassegnazione, che sempre più si fanno strada nella cultura del paese ogni volta che si assiste a morti sul lavoro.

            Abbiamo un quadro legislativo avanzato, le leggi degli ultimi mesi, consentono interventi efficaci in materia di sicurezza del lavoro ed irregolarità, ci sono gli strumenti per ripristinare il senso dello stato e del rispetto per le vite umane dei lavoratori.

            Il quadro legislativo va però completato sul versante della precarietà, facendo tornare ad essere  il contratto di lavoro a tempo indeterminato la forma prevalente di assunzione,  eliminando i principi di precariato selvaggio della legge 30.

            Sul territorio abbiamo protocolli firmati con i Comuni sulla sicurezza in edilizia, che hanno anticipato queste norme, da mesi ne chiediamo una verifica, ma i tutti i Comuni firmatari, ad eccezione di due,  con motivazioni inaccettabili o peggio senza motivazioni non rispondono. 

            Abbiamo chiesto alla Provincia la convocazione di un tavolo straordinario per fare le verifiche con i Comuni e per far siglare i protocolli ai non firmatari, la Provincia da settimane ribadisce il suo impegno a fare la convocazione, che intanto non arriva.

            Chiediamo da mesi, che in edilizia si formi una task force d’intervento, che le attività ispettive siano inasprite e che siano congiunte e coordinate fra tutti gli enti ispettivi, con momenti in cui si verificano gli esiti dei controlli e le quantità, anche su questo piano c’è la condivisione di tutti, ma poi le difficoltà operative vanificano queste volontà.

            Nelle nostre iniziative abbiamo lanciato anche la proposta di un Patto Provinciale per la Sicurezza nei cantieri edili, che veda firmatarie anche le Imprese, oltre alle Istituzioni e gli Enti ispettivi. Riteniamo che le imprese regolari,  se vogliono debellare la sleale concorrenza che deriva da quelle irregolari, debbano assumersi la responsabilità di fare accordi,  in tutela della sicurezza e della legalità, abbandonando la logica  degli appalti con il massimo ribasso e dei tagli ai diritti.

            Abbiamo  chiesto alla Provincia un osservatorio sugli appalti provinciali e promuovere nelle scuole superiori, lezioni  sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

  Ai Sindaci dei Comuni della provincia, abbiamo chiesto di convocare Consigli Comunali aperti sulle problema della scurezza e della legalità nei luoghi di lavoro, in quanto il problema riguarda anche la coesione sociale e la tenuta democratica dei territori.

            La Fillea\CGIL attende segnali precisi sulle proposte presentate, non ci sono alibi per nessuno, ogni soggetto sociale è chiamato a comportarsi responsabilmente con chiarezza.

            La Fillea\CGIL ha richiesto e condivide la necessità di uno sciopero generale provinciale, proclamato dalle Confederazioni CGIL – CISL UIL il 15 giugno,   sia chiaro però, che non  attenderemo quella data,  se permarranno le condizioni di immobilismo descritte, proclameremo lo stato di agitazione della categoria, ricorrendo ad  iniziative, decise con i delegati ed i lavoratori, a partire dai prossimi giorni.

 

Lucca, 24 maggio 2007.

 

                                                                                  Il segretario della Fillea\CGIL

                                                                                  della provincia di Lucca.

                                                                                  (Enrico Profetti)

 

 

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