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Lombardia

 

 

OdG del Direttivo regionale

Considerazioni sulla consultazione, temi ancora aperti

e Conferenza di Organizzazione.

 

COMITATO DIRETTIVO FILLEA CGIL LOMBARDIA 27 NOVEMBRE 2007

 

Il Comitato Direttivo della FILLEA-CGIL della Lombardia considera la recente consultazione sul protocollo del 23 luglio 2007, una iniziativa straordinaria di partecipazione e di democrazia sindacale. Innanzitutto perché il risultato di partecipazione è tornato a legittimare l’azione di rappresentanza delle confederazioni sindacali unitarie che larghi settori dell’opinione pubblica e della politica avevano, per mesi, tentato di delegittimare. Una espressione di autonomia di giudizio e di maturità democratica che ha portato oltre 5.000.000 di lavoratori e di lavoratrici, di ogni settore, di diversa espressione politica, culturale, ed estrazione sociale, ad esprimere, attraverso il voto, la partecipazione concreta.

In Lombardia i partecipanti al voto sono stati più di 900.000, di cui oltre 37.000 fra i lavoratori dei nostri settori. Molti di più che nella consultazione del 1995.

Rispetto al 1995 sono aumentati il numero delle assemblee, i lavoratori coinvolti ed il numero dei votanti. Certo va considerato il fatto  che dal ’95 ad oggi è cambiato il mercato del lavoro in edilizia: sono aumentati gli addetti ed è aumentato il livello di rappresentanza del Sindacato. La FILLEA, in Lombardia, si è presentata all’appuntamento con quasi 20.000 iscritti in più rispetto alla consultazione precedente.

Questo, ha prodotto un effetto di trascinamento nella partecipazione alla consultazione sulla piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale del settore edile.

Tutto ciò da anche  la misura dello sforzo compiuto dalle nostre strutture, dai gruppi dirigenti territoriali, che hanno creduto e investito nella partecipazione attraverso un rapporto diretto e democratico con i lavoratori, i quali hanno confermato un forte apprezzamento che si è tradotto in un rapporto di fiducia verso il sindacato confederale.

Dobbiamo evitare di disperdere questo risultato straordinario e concentrarci sui temi lasciati aperti dalla trattativa, quali la traduzione dell’accordo in provvedimenti legislativi coerenti,

Alcuni settori della politica, dell’opinione pubblica e del sindacato vanno sostenendo che dal voto emerga con forza un’area di profondo disagio del mondo del lavoro e che questa linea di demarcazione si manifesti con il voto contrario all’accordo del 23 luglio. Non è così. Ne è esempio quanto avvenuto nella nostra categoria che si confronta quotidianamente con lavoratori che in quanto a disagio non sono secondi a nessuno: per la loro sostanziale esclusione dalla disciplina sulle mansioni usuranti; perché anche il superamento dello scalone Maroni porterà un beneficio solo ad una minima parte del settore, dato che la quota di lavoratori edili in grado di raggiungere i requisiti del pensionamento anticipato è una esigua minoranza; sapevano e sanno bene che lo soluzioni adottate in tema di precariato e lavoro a tempo determinato, quando in edilizia il licenziamento per fine cantiere è la norma per i lavoratori edili.

Utile, a noi e ai lavoratori che rappresentiamo, farci carico delle esigenze, delle aspettative e, certo, anche dei punti di sofferenza che la consultazione ha segnalato.  Non c’è un sindacato che rappresenta la parte maggioritaria ed un altro che rappresenta il disagio ed il dissenso: il sindacato ha il compito di rappresentare il mondo del lavoro in tutte le sue espressioni.

Il gruppo dirigente della FILLEA, che in Lombardia, si è sottratto alla logica degli schieramenti precostituiti e che ha lavorato e che lavora per dare voce ai bisogni dei lavoratori, pone all’ordine del giorno i temi rimasti aperti:

·  una piattaforma sul fisco per accrescere il valore del reddito di lavoratori e pensionati. Una piattaforma unitaria sulla quale avviare una vasta campagna di assemblee nei luoghi di lavoro.

·  Un progetto di iniziative sulle condizioni lavorative delle donne nel settore, sulle strategie rivendicative per rafforzare l’occupazione, sui percorsi professionali, sulla effettiva parità salariale;

·  La previdenza per i lavoratori migranti che sono quasi un terzo dei nostri iscritti e che in alcuni territori sono oramai la metà degli addetti;

·  La modifica della legge sui lavori usuranti per recuperare almeno alcune categorie di lavoratori;

·  Il tema dell’emergenza salariale e della valorizzazione del lavoro manuale;

·  In vista della riforma del modello contrattuale, riconfermiamo un sistema che tuteli e valorizzi il ruolo del contratto nazionale come strumento di salvaguardia dei redditi e di diritti generalizzati ed un secondo livello di contrattazione che sia in grado di svolgere un ruolo attivo non solo nella ridistribuzione della produttività ma che sia incisivo nell’organizzazione del lavoro;

·  Un ruolo da protagonisti nella formazione continua, assegnando poteri certi alle rappresentanze dei lavoratori nel determinare i percorsi formativi;

·  Il nostro ruolo nella Confederazione e come facciamo pesare nella discussione generale il punto di vista del nostro osservatorio.

·  Un sistema di regole condivise con CISL e UIL perché la scelta tenacemente voluta dalla CGIL, introdotta con il voto sull’accordo del 23 luglio sia applicabile in tutte le occasioni contrattuali, anche con il sostegno di una buona legge in materia.

 

 

 

Conferenza di organizzazione.

 

Il documento unitario approvato dal Direttivo Nazionale della FILLEA-CGIL offre un importante contributo sul quale sviluppare un ulteriore approfondimento e tradurre a livello territoriale le dovute congruenze organizzative.

La FILLEA della Lombardia, attraverso una iniziativa che ha coinvolto le strutture territoriali, con il contributo della CGIL Lombardia, ha prodotto una griglia di argomenti sui cui costruire una proposta politica da avanzare nei diversi livelli di discussione:

I cambiamenti avvenuti in questi ultimi quindici anni, sia nel mercato del lavoro che nella nostra rappresentanza, al fine di adeguare le nostre politiche contrattuali e di insediamento. Le criticità della nostra rappresentanza: migranti, atipici, artigianato e settori industriali (manifatturieri e di processo – che noi chiamiamo comunemente impianti fissi). Le nostre rappresentanze nei luoghi di lavoro e nel territorio ( Leghe, RSU), ma anche le nuove forme di rappresentanza in tema di sicurezza e salute dei lavoratori (RLS e RLST).

1.      Democrazia, pluralismo e autonomia. Questioni che sono emerse nella nostra discussione recente e che metteranno ulteriormente alla prova la tenuta della CGIL di fronte all’evolversi delle articolazioni politiche del Paese.  Fatto salvo il valore  indispensabile dell’unità dell’organizzazione e della sua autonomia, temi affrontati in modo chiaro ed esauriente nelle tesi 9 e 10 del Congresso. Non si tratta ora di introdurre strumenti anacronistici di censura, ma di affrontare il tema di regole – che ci sono – ma che devono essere esigibili e rispettate. La democrazia ed il pluralismo che sono la base dell’unità della CGIL, si devono espletare all’interno degli organismi, che a loro volta trovare ruolo, percorsi partecipativi e competenze.

2.      Un manifesto unitario con CISL e UIL sulle regole democratiche e sui valori di democrazia e autonomia, declinabile per la FILLEA in un documento etico con FILCA e FeNEAL sulle regole comportamentali a partire dalle questioni del tesseramento.

3.      Lavorare perché si affermi una nuova generazione di quadri e di dirigenti sindacali, nonché un forte impulso alla sindacalizzazione, alla rappresentanza e alla presenza delle donne nei gruppi dirigenti della Fillea. Definire un nuovo patto generazionale  che favorisca e acceleri il processo di rinnovamento e ringiovanimento della CGIL.

4.      la formazione sindacale come strumento per una politica attiva di selezione e valorizzazione dei gruppi dirigenti.

5.      la centralità del territorio come scelta fondamentale. Le strutture di categoria territoriali come perno di un sistema da riprogettare (decentramento, ruolo, funzioni, poteri).

6.      il sistema delle tutele e dei servizi. Confederalità di direzione e integrazione fra ruolo di rappresentanza e tutela individuale, partendo dalle esigenze che si esprimono in questa categoria, nelle nuove forme del lavoro (restauratori) e nelle necessità prodotte dalla presenza massiccia dei lavoratori migrati.

7.      La politica delle risorse, che vanno ridistribuite in coerenza alla scelta sulla centralità del territorio. Si pone oggi l’esigenza di adeguare sul piano delle risorse, la scelta di portare la quota tessera al valore medio dell’1% della retribuzione, procedendo pertanto, con i tempi e le modalità necessari. Ciò comporterà, nel settore edile, un progressivo abbassamento delle QUAC (che ovviamente da questo momento non potranno subire incrementi) a favore della quota di adesione sindacale e negli impianti fissi la verifica dei valori in essere.

 

 

In questo contesto si dà mandato alla Segreteria Regionale FILLEA-CGIL Lombardia per organizzare la Conferenza di Organizzazione regionale di categoria al termine delle conferenze comprensoriali, con una platea regionale formata in rapporto di un delegato ogni 400 iscritti, o frazione, purché superiore ai 200 iscritti.

 

 

 

Approvato a larga maggioranza con 8 astenuti e nessun contrario.

 

Monza, 27 novembre 2007

 

 

 

N.B.: le parti sottolineate indicano la soluzione adottata dall’estensore alle sollecitazioni emendative pervenute.

 

 

 

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