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Dal Lazio e dalla Toscana accordi e nuove piattaforme per rilanciare e 
tutelare il settore del marmo. Rischio crisi a Foggia.
 
 
 
Lazio – “Piano delle certezze” per il travertino.
Importante passo verso la regolarità e legalità del settore estrattivo romano

 

 

Finalmente, dopo 20 anni dalla Legge regionale del 1993 e lunghe trattative, un "Piano delle certezze" per il settore estrattivo a Tivoli.

I Sindacati delle costruzioni, Il Comune di Tivoli e i rappresentanti delle imprese del travertino sono giunti alla firma del verbale di intesa sugli elaborati del piano stralcio delle attività estrattive del bacino del Travertino, per le competenze territoriali del Comune di Tivoli.

Nelle cinque realtà del settore estrattivo del Lazio, il territorio di Tivoli e Guidonia occupa una posizione importantissima, complessivamente occupa, infatti, 3000 addetti, 1000 nel comparto estrattivo e 2000 nell'indotto.

Attività, queste, fino ad oggi prive di un piano di regolamentazione a causa di concessioni e autorizzazioni regionali vecchissime.

Ora la palla passa alla Regipne Lazio per l'iter autorizzativo. A cosa serve il Piano Stralcio delle attività estrattive?

 

A ripristinare regolarità e legalità, individuare le risorse e programmare le azioni per esercitare la attività estrattiva nel rispetto delle Leggi esistenti.

Il Piano ha un periodo di vigenza di 20 anni, a decorrere dal momento della sua approvazione;

Viene definito l'ambito del bacino dove è presente la risorsa del travertino, dove si può scavare e dove sarà possibile estendere la coltivazione;

Sono state definite le normative autorizzative per lo svolgimento e la gestione della attività Le condizioni contenute nel Piano stralcio sono importanti perché confermano che l'Amministrazione comunale individua, oltre al turismo e al termalismo, il Travertino come una risorsa strategica del sistema economico e produttivo locale.

Un'intesa importante che permette alle Imprese ed ai lavoratori di poter programmare il futuro in una logica di Piano di settore delle "certezze".

" Si tratta di un risultato importante - sostiene il Segretario Generale della Fillea Cgil Sandro Grugnetti - che completa il lavoro che abbiamo svolto in questi anni con grande caparbietà. Nei prossimi giorni avvieremo il confronto con il Comune di Guidonia per completare il Piano stralcio locale.

Oggi possiamo dire che, grazie al lavoro avviato nella contrattazione e concertazione territoriale con le Imprese e le Istituzioni, abbiamo ottenuto questi primi risultati, indispensabili a sostenere e rafforzare il tessuto produttivo, l'occupazione e il nostro quotidiano impegno per la sicurezza sul lavoro, in un settore più di altri colpito da infortuni mortali.

 

L'intesa ha come obiettivi la costituzione Organismo Paritetico Travertino, l'istituzione di un Osservatorio e Presidio Sicurezza per i lavoratori del settore, una Legge regionale Attività estrattive, la costituzione di un Distretto Industriale Travertino, la proposta Piano Stralcio Comune di Tivoli; Inizio confronto con il Comune di Guidonia per Piano stralcio locale.

Ed inoltre, impegni degli EE.LL. per formazione professionale e sicurezza luoghi di lavoro per le maestranze occupate nelle imprese del Travertino, ed infine l'apertura ufficiale della trattativa con la Confindustria di Roma per il rinnovo dell'integrativo interaziendale e territoriale valido per i prossimi 4 (quattro) anni.

"Successivamente alla conclusione della trattativa per l'integrativo territoriale- conclude Grugnetti - avvieremo un momento di riflessione comune del Sindacato per riprendere in autunno il confronto con tutte le parti sociali ed Istituzionali".

 

Tivoli - Guidonia . Accordo integrativo territoriale per i lavoratori del travertino.

 

Lo scorso 15 settembre è stato siglato un Accordo interaziendale territoriale, per il bacino di Guidonia - Tivoli, che rinnova e sostituisce integralmente l'Accordo Interconfederale del 10 aprile 2000.

L'Accordo, firmato presso la sede romana della Confindustria, tra le imprese che si occupano di escavazione e lavorazione del travertino, le RS.U. e Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, prevede un rinnovo del Premio di risultato, novità riguardo all' inquadramento professionale e ai lavori disagiati, borse di studio per i figli dei dipendenti e una serie di impegni relativi alle relazioni industriali.

Tra questi impegni di particolare importanza sono, oltre a dei soddisfacenti contenuti salariali, il ruolo dell'O. P.T., Organismo Paritetico Travertino, la formazione professionale, il mercato del lavoro, l'orario di lavoro, la prevenzione, sicurezza ed igiene del lavoro.

 

E' in dirittura d'arrivo la chiusura dell'Accordo del Corero Ausonio ed è stato avviato un confronto con Federlazio riguardo al contratto regionale sulle attività estrattive.

 

E' in fase di ultimazione la legge regionale su questo settore di attività, i punti più importanti della legge sono:

 

(Dal Sito della Regione Lazio)

 

l'avvio della stesura del PRAE

Con la stipula della convenzione tra l'Agenzia sviluppo Lazio ed il Centro dei rischi idrogeologici dell'Università "La Sapienza" di Roma, è stata avviata la stesura del Piano regionale delle attività estrattive, atteso nel Lazio da oltre dieci anni. Inizialmente verrà effettuata un'indagine conoscitiva su tutte le cave del Lazio (operatori, materiali, autorizzazioni, localizzazioni, dettagli cartografici), per poi evidenziare i vincoli esistenti: paesaggistici, idrogeologici, e riguardo le aree protette, la viabilità, l'urbanizzazione, l'inquinamento acustico ed atmosferico.

Il PRAE assume rilevanza strategica per i temi legati a sicurezza e ambiente, alla qualità della vita degli abitanti, al rilancio di imprese, occupazione e indotto.

 

Un corso di formazione per potenziare il servizio di polizia mineraria

Primo del genere in Italia, il corso ha preparato dieci nuovi ispettori di polizia mineraria, per potenziare il servizio di vigilanza nei siti di scavo e garantire il rispetto delle norme relative all'attività estrattiva.

 

La nuova legge sulle attività estrattive

Approvata in luglio dalla Giunta, la nuova legge persegue quattro obiettivi: garantire agli imprenditori certezza di diritto, semplificazione e trasparenza amministrativa; incentivare lo sviluppo e l'innovazione tecnologica delle imprese; contribuire al recupero ambientale ed innalzare il livello di sicurezza negli ambienti di lavoro.

La nuova Commissione cave sarà composta da un numero ristretto di esperti del settore e saranno previsti tempi certi per il rilascio della concessione.

 

I Piani Stralcio

La Regione ha autorizzato, in attesa del PRAE, i Piani stralcio relativamente alle seguenti aree: Bacino Rio Galeria - Magliana (Roma), Ardeatina - Laurentina (Roma), Guidonia, Sant'Angelo Romano e Tivoli (RM), Priverno (L T), Coreno Ausonio (FR). I territori estrattivi dei Comuni autorizzati al piano stralcio in ritardo con la programmazione verranno inseriti nel Piano regionale.

 

 

 

Toscana - Nuova piattaforma per rilancio settore marmo. Sei priorità incentrate sulla qualità

 

E' stata presentata a Firenze nel corso di un convegno una piattaforma in sei punti per il settore lapideo predisposta da Cgil, Cisl e Uii e dalle categorie del settore Fillea, Filca e Feneal, regionali e delle province di Lucca e Massa Carrara.

Una proposta importante sulla quale ora i sindacati cercheranno la codivisione e il coinvolgimento della Regione e delle realta' economiche e istituzionali dei territori interessati.

Il settore lapideo toscano attraversa una profonda crisi, con una perdita consistente di quote di mercato, soprattutto a livello internazionale. Oal1992 al 2003 gli addetti del settore sono passati da 8 mila a 6 mila e il fatturato ha registrato una discesa costante che ha fatto segnare nel 2003 un -30%. Una crisi congiunturale, ma ormai con connotati strutturali, se e' vero che il distretto di Verona ha registrato cali piu' contenuti di quello toscano.

Le sei priorità indicate dalla Piattaforma sono: riposizionamento del settore, rilancio del distretto, valorizzazione della risorsa marmo, risorse umane, politiche commerciali, innovazione.

" L'idea di fondo - sostengono i sindacati - e' che per fronteggiare la crisi occorre in primo luogo fare sistema, per governare il mercato piuttosto che lasciare che sia il mercato a governare le scelte del territorio.

Oggi infatti nel distretto si punta soprattutto sulla grande escavazione e sulla commercializzazione del materiale grezzo; ma senza una filiera locale della lavorazione il territorio perde ricchezza. In questa ottica la 'tassa marmi' dovrebbe diventare uno strumento per mantenere la lavorazione nel distretto, rimodulando le aliquote: piu' basse per il marmo lavorato in loco, piu' alte per quello esportato grezzo".

"Occorre, inoltre - continuano Fillea, Filca e Feneal - un'adeguata infrastrutturazione del territorio (strade, porto, ecc.) e una forte innovazione dei processi e dell' uso del prodotto;

 

occorre ridare 'nobilta" al marmo, con politiche di tracciabilita' del prodotto e marchi di qualita' legati al territorio, parallelamente ad adeguate campagne promozionali.

Per marciare sulla via della qualita', unico argomento che è in grado di vincere nella competizione globale, e' poi indispensabile la formazione professionale e continua per i lavoratori",

 

29 settembre 2004

 

 

RISCHIO CRISI PER IL SETTORE ESTRATTIVO A FOGGIA

 

 

“La mancanza di uno strumento di programmazione come il Prae sta creando non poche difficoltà al settore estrattivo in Puglia e in particolar modo in Capitanata”. E’ la  denuncia della Fillea Cgil di Foggia che chiama in causa il governo regionale che tarda nell’emanazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive.

 “Senza questo piano – spiega Michele Lunetta, segretario provinciale della Federazione Italiana Lavoratori Legno Edili e Affini – aumentano per le imprese le difficoltà nel rilascio delle autorizzazioni relative alle coltivazioni delle cave, con conseguente carenza del settore nel fare sistema e nel valorizzare i prodotti realizzati nella regione”.

La non avvenuta emanazione del Prae, infatti, sta aggravando gli effetti di un mercato che già di suo sta già vivendo un andamento negativo: è il caso della Col.Mar. Srl di di Trani, “costretta suo malgrado – spiega Lunetta - a cessare l’attività estrattiva e a licenziare gli addetti per la mancanza di autorizzazioni relative ad una cava sita nel comune di San Marco in Lamis, scaduta nel 2004 e regolarmente richiesta nei termini previsti”.

L’azienda ha intanto sottoscritto un verbale con la Fillea Cgil di Foggia nel quale si è impegnata, in caso di ripresa dell’attività lavorativa, a reintegrare i lavoratori della cava.

“Assieme – aggiunge il sindacalista – abbiamo convenuto di intraprendere tutte le iniziative necessarie allo scopo di sollecitare la Regione Puglia a non sottrarsi alle responsabilità quale ente competente nel settore lapideo”.

Una sollecitazione che già più volte è stata avanzata al governo regionale e a maggio 2004 è stata oggetto di un protocollo d’intesa sottoscritto dai sindacati di categoria, le associazioni datoriali, la Provincia di Foggia e i comuni del bacino marmifero di Apricena, Poggio Imperiale e Lesina.

“In questo caso – spiega il segretario generale della Fillea Cgil di Capitanata – si tratta di valorizzare l’ulteriore e concreta opportunità di sviluppo e commercializzazione degli scarti delle cave, in modo da contribuire anche al risanamento ambientale del bacino. Ma la mancanza del Prae limita se non paralizza proprio alcune iniziative: senza regole su poteri e procedure autorizzative le aziende vedono compromessi i propri programmi d’investimento”.

Era stato  proposto un tavolo di confronto al quale chiamare la presidenza della Regione Puglia e gli assessorati regionali all’Industria, all’Urbanistica e alle Attività produttive. “Ma la Regione Puglia – conclude la Fillea - non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni. La speranza è che quello della Col.Mar. resti un caso isolato e che le conseguenze negative derivante dalla mancanza del Prae non si avvertano a breve anche nel bacino di Apricena, Poggio e Lesina”.

 

8 ottobre 2004

 

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