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Isernia capitale del lavoro nero? Indagine del Sole 24 Ore. Rilasciato il minor numero di Durc in Italia nel 2006.
Da un'indagine del quotidiano economico "Il Sole 24 Ore " risulta che la seconda provincia molisana è quella in Italia, in cui è stato rilasciato il minor numero di DURC nel 2006.
Nella provincia di Isernia nel corso del 2006 sono
stati emessi solo 1.021 DURC, le certificazioni rilasciate
congiuntamente da INPS, INAIL e Casse Edili per attestare la
regolarità contributiva delle imprese edili impegnate sia nei lavori
pubblici che in quelli privati. Il dato in sé non significa molto ma
fa riflettere e, addirittura, diventa preoccupante se lo si
raffronta con quello nazionale e con quelli relativi alle altre
province italiane: infatti, la provincia pentra è proprio all'ultimo
posto della "classifica di produttività" delle province italiane,
stilata dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore" che sta facendo un
primo bilancio dell'avvio del DURC, il documento unico di regolarità
contributiva, che sta operando una vera rivoluzione nell'ambito
della lotta al lavoro nero e all'evasione contributiva nel nostro
Paese e ha già determinato la "emersione" di un gran numero di
aziende finora irregolari. Certo, il dato pubblicato dalla testata
milanese non è esaustivo in quanto il paragone fra le varie zone
d'Italia - per essere attendibile al cento per cento - dovrebbe
tener conto della quantità di lavori pubblici e privati appaltati ed
eseguiti nei medesimi territori. Però, la circostanza di essere gli
ultimi nella classifica - con un numero così basso di certificazioni
su un totale di circa 1.200.000 DURC rilasciati in Italia -,
accompagnata da altri elementi come l'esplosione dell'edilizia
privata nella città d' Isernia in conseguenza dello sblocco del
P.R.G., gli esiti non rassicuranti dell'attività ispettiva svolta
dagli enti preposti e le testimonianze dirette dei lavoratori,
induce a pensare che il fenomeno del lavoro "nero" o "grigio" Non è frodando la normativa contrattuale e di legge che si fa crescere il tessuto produttivo regionale e si può sperare di avere un settore industriale moderno e competitivo; non è privando i lavoratori dei loro legittimi diritti che si crea sviluppo e benessere. Sono questi, invece, segnali di una mentalità retrograda e parassitaria che va combattuta con tutte le forze anche da parte di quei datori di lavoro corretti, che si trovano a subire una concorrenza sleale da parte di competitori inadeguati e truffaldini, le cui inadempienze vanno perseguite con ogni energia. Né può essere per costoro un'attenuante di qualche significato il fatto che il costo del lavoro nel nostro Paese è alto, perché l'elevata entità dei contributi è determinata anche e soprattutto dalla evasione arrivata ormai a livelli di guardia Oltre tutto è provato dall'esperienza che alla inottemperanza delle norme contrattuali contributive si accompagna quasi sempre anche il mancato rispetto delle misure per la tutela della sicurezza sul lavoro, che è la causa esclusiva del gran numero di incidenti, molte volte anche mortali, che si verificano sui nostri cantieri. Va, perciò, intensificato l'impegno di tutti i soggetti coinvolti a non accettare, né in qualche modo tollerare, i comportamenti scorretti che - lo ripetiamo - rappresentano anche una forte turbativa al mercato dei lavori pubblici e di quelli privati. Le parti sociali e, in particolare, i sindacati hanno fatto e stanno facendo la loro parte e il sistema delle Casse Edili - gestito pariteticamente dalle rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro - sta dimostrando grande efficienza, notevole trasparenza e apprezzabile tempestività con il rilascio in misura predominante rispetto ad INAIL ed INPS delle certificazioni di regolarità contributiva; ciò anche nella nostra Regione, per la determinazione e l'impegno profusi in questo ambito dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori. Per raggiungere i risultati sperati e combattere in modo efficace e definitivo il fenomeno del "sommerso" occorre, però, anche l'impiego di maggiori risorse nelle attività ispettive da parte degli enti preposti e il coinvolgimento dei competenti uffici dei Comuni e degli Enti Locali, che ancora troppo spesso trascurano di richiedere con le giuste cadenze a committenti e imprese i DURC che pure sono obbligatoriamente prescritti dalla legge. Solo così - con la diffusione della cultura della legalità, della correttezza e della prevenzione - si potrà debellare il fenomeno del sommerso che, purtroppo, rappresenta ancora una grave e penosa realtà, in particolare, nel settore dell'edilizia e fare di questo comparto uno strumento efficace e moderno per la crescita economica e sociale del nostro territorio.
Il Segretario Regionale della Fillea–Cgil Domenico di Martino
Campobasso 4 maggio 2007
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