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Sicurezza

 

 

Parla la sorella di una vittima del lavoro

Imperia. “La terribile morte di mio fratello deve

servire da monito”. La media è di 20 casi ogni giorno.

 

 

«Io spero che la morte di mio fratello serva da monito a tutti:lavoratori e datori di lavoro. Le coscienze devono essere scosse una volta per tutte. Tragedie simili come quelle che hanno colpito la mia famiglia, i miei più cari affetti, non devono più succedere». I fatti, purtroppo, danno torto a Anemaria Teodora, 34 anni, rumena naturalizzata italiana, sorella di George Bogdan Butanescu, il manovale di 35 anni, regolare in Italia e gran lavoratore, morto due anni fa dopo un incidente in un cantiere edile alle spalle di Riva Ligure, una ferita ancora terribilmente aperta. Per questo fatto domani a Sanremo sarà celebrato un processo per scoprire a chi attribuire le responsabilità della tragedia. «Ma a questo punto - dice la donna - non ha più molta importanza così come non è rilevante l’eventuale condanna: nessuno mi ridarà indietro mio fratello che, a sua volta, è “fratello” di tante altre vittime del lavoro». Continua: «Prima di quello che mi è successo non davo molto peso alla piaga degli incidenti sul lavoro. Poi ho seguito di più il problema e ha visto che è un vero bollettino di guerra. Proprio in questi giorni, ho visto persino il vostro Presidente della Repubblica intervenire su questo punto e allora ho deciso di lanciare un appello: le condizioni dei lavoratori, non importa se italiani o stranieri, spesso sono a rischio, in particolare quelle degli edili. La morte di mio fratello, così come quella di tanti altri, deve servire da insegnamento. Io ai datori di lavoro dico: i dipendenti sono un po’ come i vostri figli. Quindi rispettate e fate rispettare la legge». Anemaria però precisa: «I datori di mio fratello sono persone squisite». E sottolinea anche un altro aspetto: «Se da molte parti ho trovato freddezza dopo la disgrazia, questo non è successo con il pm che si è occupato del caso. E ciò mi dà una grandissima fiducia verso la magistratura italiana».

Costanza Florimonte della Cgil-Fillea che ha seguito il caso dice: «Voglio ribadire il concetto espresso da Anemaria: ho grande fiducia nella magistratura. A sindacati, imprenditori e associazioni degli artigiani e tutti quelli che sono chiamati a formare e informare i lavoratori sul rispetto alle regole della sicurezza dico: si deve incominciare a parlare di cultura della sicurezza. I passi avanti fatti finora evidentemente non bastano».La media è di circa 20 al giorno. Per un totale di 350 al mese. E questi primi mesi del 2007 non si discostano molto dal passato. Gli incidenti sul lavoro in provincia di Imperia, così come nel resto d’Italia, continuano ad essere troppi e troppo gravi. Negli ultimi mesi nel solo capoluogo sono svariati quelli che hanno visto in pericolo la vita dei lavoratori, vittime, spesso, di sistemi di sicurezza non a norma. I dati degli ultimi tre anni per la provincia di Imperia non sono rassicuranti. Al 31 dicembre 2006 risultano denunciati complessivamente 4257 casi. Un aumento addirittura dell’1 per cento rispetto al 2005.

 

Articolo di Giulio Geluardi

 

 

Imperia17 Aprile 2007

 

 


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