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Progetto Termoli  -  S. Vittore

Domenico Di Martino: il Presidente Iorio urla e strepita ma non risponde

 

 

Grave caduta di stile di Michele Iorio che - di fronte alle critiche severe ma fondate da noi mosse sul progetto della Termoli – S. Vittore e alle perplessità espresse, sotto il profilo tecnico e finanziario, sulla validità delle scelte prospettate e sulla possibilità di una loro concreta attuazione – non ha trovato di meglio che lanciarsi in una scomposta filippica, condita di insulti non proprio “signorili” e di gratuiti luoghi comuni, sul modo di fare sindacato di una organizzazione come la CGIL, che il suo ruolo a tutela degli interessi della comunità regionale svolge e – nonostante le fervide speranze e gli accorati appelli dell’infuriato Governatore - continuerà a svolgere con il consenso e l’appoggio di vasti strati di lavoratori e di cittadini molisani.

Come mai Iorio, pur così navigato e abitualmente sornione, ha perso completamente le staffe e, senza rendersene conto, ha di fronte all’opinione pubblica molisana confermato la fondatezza degli appunti che – in forma assolutamente civile – gli avevamo rivolto?

E’, forse, la voglia di emulare gli epigoni del partito, nel quale ultimamente milita, e di una parte della maggioranza del governo nazionale, guidata dallo stesso partito, che lo spingono ad abbandonare le regole della ordinaria dialettica politico – sindacale e a ripudiare la compostezza che gli derivava dalla sua formazione democristiana? Sono forse i Bondi, gli Schifani, i Bossi, i Calderoli i modelli, a cui ultimamente il Governatore ispira il suo approccio con la gente, non disposta a prendere per oro colato le sue affermazioni, e il suo modo d’intendere le pubbliche relazioni? Oppure è una direttiva del suo partito quella di aggredire (verbalmente, s’intende) i rappresentanti di quella confederazione sindacale che – nel rispetto del ruolo che anche la Costituzione riconosce – si sforza di tutelare gli interessi dei lavoratori e della gente comune di questo nostro Paese?

O, invece, mostrare “i muscoli”, attribuire risibili ruoli di collateralità, infangare e sminuire il ruolo di chi – civilmente e con argomentazioni concrete – non è d’accordo con il “principe”, è solo e banalmente il sistema per confondere le acque e distogliere l’attenzione dai problemi reali dell’amministrazione e dello  sviluppo, sui quali il Governatore, che evidentemente aspira all’”intoccabilità”, è sempre più isolato?

Quante volte - come sindacato – abbiamo chiesto di confrontarci sui temi dello sviluppo, di aprire un tavolo di confronto e di concertazione per recuperare una situazione economica che, nonostante l’ottimismo di facciata della Giunta, sta diventando disperata? Oppure Iorio vive su un altro continente o, addirittura, su un altro pianeta, sul quale non giunge neanche il lontano sentore delle difficoltà e delle paure per l’avvenire, che la gente della nostra Regione sta vivendo?

Quante volte – insieme alle altre organizzazioni di categoria del settore edile – abbiamo richiesto a Michele Iorio di affrontare seriamente i problemi della ricostruzione post terremoto e post alluvione valendoci di quegli strumenti e di quelle forme collaborative che hanno dato buona prova in altre realtà? All’inizio il Presidente Governatore Commissario, che dir si voglia, dava assicurazioni, prometteva coinvolgimenti; dopo, è passato alla fase della noncuranza e, adesso, a quella dell’”aggressione”, ma le cose non sono cambiate; solo i proclami sono diventati più frequenti ed imperiosi.

Tornando sulla  Termoli – S. Vittore, che tanto lo ha fatto infuriare, perché Iorio – invece di tuonare, minacciare e decantare la grande generosità del Governo nazionale (che, invero, i cittadini molisani ancora non hanno potuto apprezzare) – non ha risposto agli interrogativi che abbiamo posto, non ha chiarito gli aspetti tecnici e finanziari, che avevamo sollevato. Le sue uniche risposte – al di là delle contumelie che, ci dispiace per lui, non ci fanno né caldo né freddo – sono proclami, postulati che pretendono un’adesione fideistica che ormai nessuno è disposto ad accordargli, vista la gran mole di promesse fatte e la esiguità dei risultati raccolti.

E, per concludere questa disputa, che avremmo preferito sviluppare in risposta ad argomentazioni più serie, visto che il Governatore ha ritenuto d’interpretare gli stati d’animo e le volontà degli iscritti alla CGIL, anche a nome di quei lavoratori, con i quali abbiamo sicuramente una maggiore dimestichezza ed una più chiara comunanza d’intenti, ci permettiamo sommessamente d’invitarlo a rivedere e superare quella indisponibilità al dialogo e al confronto, che ultimamente caratterizza la sua azione, oltre che ad affrontare in modo concreto i problemi della gente al di là di quegli atteggiamenti trionfalistici ed autocelebrativi, che poco si adattano alla nostra realtà.

 

 

Per la segreteria CGIL

Domenico di Martino

 

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