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Direttivo Unitario Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio Intervento di Elena Schifino, Fillea Cgil di Roma e Lazio
Mi chiamo Elena Schifino, sono delegata della Fillea Cgil Roma Centro e svolgo la mia attività quotidianamente sul territorio, giro per i cantieri del centro di Roma e vengo a contatto ogni giorno con realtà diverse, complicate a volte, umanamente difficili da sopportare in altri casi.
Ci sono cantieri dove trovi imprese con tre lavoratori denunciati e dieci presenti sul cantiere, tendenzialmente stranieri, sfruttati e sottopagati che a volte dormono sul cantiere non in strutture organizzate ma nel palazzo che si costruisce, senza porte e finestre. Sembra esagerato ma non è così.
Ci troviamo di fronte a
Svolgono essenzialmente lavori di subappalto e dove l’antico legame tra i lavoratori che produceva mobilitazione, comunione di intenti è sempre più flebile, il principio individualista che sembra trionfare in questa società prende il sopravvento e tutti sembrano guardare il proprio orticello.
Ci troviamo di fronte a un mondo del lavoro sempre più frammentato, dove raggiungere il lavoratore diventa sempre più difficile soprattutto perché si ha diffidenza, paura di perdere il lavoro anche se a nero e defraudato dei diritti e si ricorre al sindacato quando la situazione diventa insopportabile e si cerca non solo un appoggio rivendicativo ma anche umano.
Ci sono situazioni di vero e proprio caporalato, a volte è difficile risalire alla ditta con cui lavora realmente il lavoratore e se lo chiedi a lui ti risponde non so ma ti dice il nome di persona di chi gli porta i soldi alla fine della giornata o alla fine della settimana.
Il mio è un settore dove l’incidenza dei lavoratori immigrati è sempre più forte e si necessita di in intervento sindacale ma anche politico e sociale che ispirato a una cultura dell’accoglienza che integra e migliora risponda alle esigenze di questi uomini e donne.
È una situazione che va affrontata perché suscita anche una certa stizza nei lavoratori italiani che tante volte vivono la situazione di veder ridotto il proprio orario di lavoro o essere rimpiazzati da questi lavoratori che vengono assunti perché pagati di meno e facilmente ricattabili.
Il lavoro nero si estende a macchia d’olio e se si analizzano i dati delle imprese iscritte in cassa edile nel 2003 e 2004 si nota che c’è un aumento delle iscrizioni, dei lavoratori denunciati ma una diminuzione delle ore denunciate.
Certo non è solo questo, ci sono anche cantieri ben organizzati, imprese strutturate e organizzate sindacalmente dove si riesce a volte a tendere a quello che noi auspichiamo un giorno possa essere il “cantiere qualità”.
Proprio da quello che noi vorremmo fosse il cantiere qualità chiediamo a questa nuova giunta regionale di non fare più la politica dell’annuncio, la politica messa in atto dallo scorso governo della Regione che annunciava opere che mai si sono viste concretamente.
Di dialogare con le parti sociali, cercare di produrre protocolli, atti che possano migliorare il mondo del lavoro e farlo a dimensione del lavoratore in quanto uomo con la propria dignità, perché ricordiamolo sempre il lavoro non è mera merce di scambio, lavoro uguale retribuzione ma è essenzialmente espressione dell’essere umano, è realizzazione di se stessi anche se negli ultimi anni si è trasformato solo nel mezzo per sopravvivere nella giungla.
Creare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso delle norme relative alla salute.
Si chiede concretezza e fatti. Di mettere in atto una politica dello sviluppo e della occupazione. Di puntare alla formazione professionale, formazione che svolge un ruolo fondamentale anche per quella politica dell’integrazione perché volta alla conoscenza della lingua, perché permette di capire e controbattere, di conoscenza dei propri diritti e di continuo miglioramento professionale.
La formazione non distrugge il lavoro nero ma aiuta a muoversi con più sicurezza e mette il lavoratore di essere all’altezza delle richieste del mondo del lavoro.
Affrontare la piaga del lavoro nero attraverso l’Ispettorato ma anche attraverso una contrattazione d’anticipo e preventiva, dove importante è la trasparenza degli appalti, garantire la qualità non puntando su gare al massimo ribasso, selezionare le imprese esecutrici dei lavori e mettere in atto sistemi che prevedano la sospensione dell’impresa che è incorsa in un incidente mortale di lavoro fino a quando non si è chiarita la situazione.
Insieme diminuire il numero degli infortuni sul lavoro. Con il Comune di Roma è stato possibile realizzare l’Osservatorio si auspica che a breve ci possa essere quello Regionale.
Nel 2004 ci sono stati 11 incidenti mortali, i lavoratori in nero scoperti a roma nei primi cinque mesi dell’anno sono stati 472, in media tre al giorno, contro i 745 scoperti nel 2003.
Cercare di finanziare progetti che vadano incontro a quello che è un problema per molti importante, in altre parole l’emergenza abitativa che assume ogni giorno che passa un incidenza anche nelle politiche sociali con situazioni al limite.
Il coordinamento tra le istituzioni e le parti sociali è fondamentale per cercare di dare risposte concrete ai cittadini e ai problemi che investono la nostra realtà. Il dialogo genera confronto e realizza progetti funzionali alla soluzione delle problematiche il più vicino possibile alla realtà di ognuno di noi.
Se la giunta regionale saprà dialogare, innovare, investire in progetti di sviluppo, qualità e occupazione reale senza paura di essere sconfitti si potrà essere soddisfatti del proprio lavoro ciascuno nel rispetto dei propri ruoli.
Roma 8 giugno 2005 |
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©Grafica web michele Di lucchio