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Continua la vertenza degli operai edili contro la COGI di Coccimiglio

Dichiarazione Fillea Cgil  Nazionale e Comprensoriale di Vicenza

 

Continua la vertenza degli edili impegnati nel cantiere per la realizzazione del Nuovo Teatro a Vicenza  contro l’ Impresa COGI.

Il Sig. Giuseppe Coccimiglio, titolare dell’impresa,  non contento di aver licenziato gli operai che avevano scioperato perché non venivano pagati,  non solo si trattiene indebitamente il salario accantonato per i versamenti alla Cassa Edile,  ma ha deciso di minacciare pubblicamente i lavoratori , il sindacato,  il Comune e parla di guerre con morti e feriti.

A questo punto non è più possibile che il sindaco del Comune di Vicenza non svolga il suo compito secondo le prerogative che gli consente la legge,  in risposta alle gravi inadempienze riscontrate da parte dell’impresa nei confronti dei lavoratori licenziati senza giustificato motivo, mancato versamento alla Cassa Edile del salario trattenuto in busta paga, ritardo nella corresponsione degli stipendi.

La Fillea Cgil Nazionale e di Vicenza chiedono che il sindaco assuma i poteri sostitutivi e paghi i salari arretrati ai lavoratori,  contemporaneamente valuti la possibilità di revoca dell’appalto alla Impresa COGI che oggi ha il cantiere fermo per queste gravi inadempienze  e chieda al Prefetto la nomina di un Commissario per il riappalto dei lavori, definendo con il sindacato un accordo  per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori impegnati nei lavori del cantiere.

Non è con una  impresa come la COGI che si potranno ultimare  i lavori del teatro, occorre che il sindaco intervenga nell’interesse della collettività.

Se il teatro non sarà ultimato la colpa non sarà  dei lavoratori che non hanno accettato di lavorare senza stipendio,  ma di un imprenditore poco attendibile,  che è noto ovunque abbia avviato un cantiere  per il suo poco rispetto per le regole e le leggi che salvaguardano i rapporti di lavoro.

Il settore delle costruzioni per sostenere la modernizzazione del paese ha bisogno di ben altri imprenditori,  ma per far questo occorre che le stazioni appaltanti pretendano il rispetto delle leggi e  caccino dal mercato le imprese poco serie,  altrimenti ad uscire dal mercato saranno le imprese più strutturate che rimangono soffocate dalla concorrenza sleale.

 

Roma 25 gennaio 2005

 
 

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