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La carovana antimafie in Liguria

 

            La Carovana Antimafie  passerà in Liguria, programmate  due iniziative.

 

            La prima iniziativa si terrà il giorno 13 ottobre alle ore 17.00  p.v. presso la sala del Centro Ligure di Storia Sociale su: “Criminalità e lavoro, illegalità ed irregolarità nei cantieri edili”.

 

Interverranno :a nome di CGIL,CISL,UIL  Venanzio Maurici

                        per l’Associazione Nazionale  Magistrati Marcello Basilico

                        per l’Associazione Avviso Pubblico Andrea Campitoti.

                        per il Comune di Genova Mario Margini

                        per la Provincia di Genova Alessandro Repetto

 

            Il giorno 14 ottobre dalle ore 09.00 alle ore 12.00 si terrà, presso la sala Sivori, un incontro con le scuole sul tema: “Criminalità e società” con la proiezione del Film “ Tano da morire”

 

Interverranno:   Marta Fiore  Borsellino dell’ Associazione Libera

                                    Anna Canepa Presidente Associazione Nazionale Magistrati

                       

 

           

 

           Genova 11 ottobre 2005

 

 

CAROVANA INTERNAZIONALE ANTIMAFIA A GENOVA

 

INTERVENTO DI MAURICI VENANZIO

 

In edilizia può accadere di morire ad ogni età e perdono la vita per

infortunio anche i lavoratori più esperti Ma quando ti arriva la notizia di un avvenuto infortunio che coinvolge un ragazzo di 16 anni,  a noi  cosiddetti  operatori di settore  prende una fortissima voglia di  urlare la nostra indignazione per l’accaduto. Perché il nostro sentimento umano ci fa dire che un ragazzo di 16 anni non doveva trovarsi a lavorare  al quinto piano di  un  cantiere  edile. Ma possibilmente  a studiare presso qualche istituto come giusto che sia. Quest’urlo molte volte si strozza nella nostra gola, di fronte l’inerzia e l’inefficacia  dell’operato della società civile che dovrebbe evitare il ripetersi di queste orribili tragedie,eppure tutto questo torna a ripetersi inesorabilmente. Quasi sia un destino crudele  perché  nel settore delle costruzioni si fa spazio l’idea che il rischio fa parte delle regole….certo regole non scritte ma tenute in considerazione dagli addetti .

Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i dati delle rilevazioni ISTAT sull’occupazione. Nel secondo semestre di quest’anno il settore delle costruzioni registra un ulteriore aumento ,con 1.944.000 addetti una cifra mai registrata negli altri anni.

Parimenti c’è stata una forte crescita di imprese pari a 771432.Questa crescita costante del mercato,insieme a quello delle imprese e degli addetti dura ormai da 8 anni sviluppando un grandissimo volume di affari.

Questo dato positivo di crescita , procede pari passo con un forte processo di destrutturazione settoriale che va avanti oramai da anni.

Infatti la media addetti per impresa sempre secondo i dati ISTAT e di 2,37 a conferma della polverizzazione in atto..  questi dati richiamano l’attenzione sugli orientamenti e sui condizionamenti che dirigono il processo di evoluzione e della trasformazione dell’impresa nel mercato edilizio. Nell’analisi il dato che emerge è importante perché ci fa comprendere, come questa trasformazione dell’impresa produce gli effetti negativi  sotto il profilo della legalità e della sicurezza sul lavoro

L’assenza, peraltro  di un sistema consolidato di grandi imprese nel settore e una delle cause che concorre alla destrutturazione settoriale, sono solo pochissime infatti, le imprese grandi con le caratteristiche per concorrere nel mercato europeo, se si pensa che l’impresa più grande italiana è l’IMPREGILO  che con un fatturato annuo di 3 miliardi di euro si attesta solo al 27 posto in EUROPA ,mentre  il primo posto e detenuto saldamente da una impresa francese, che con i suoi 18 miliardi annui di fatturato dà la giusta dimensione della competizione nel mercato europeo.

L’ assenza di imprese con grandi dimensioni con caratteristiche di innovazione e competitività , ha modificato il settore edile italiano. Quest’ultimo  oggi e coperto in prevalenza da imprese medio piccole, prive di innovazioni e investimenti, queste imprese con queste caratteristiche  hanno indotto nel mercato edilizio una competizione su fattori bassi, in prevalenza sui costi, generando così processi di concorrenza sleale. e trasformando il mercato in un contenitore di appalti dove il sistema del minimo ribasso per aggiudicarseli resta l’unico strumento per garantire la sopravivenza . .Del resto il cambiamento  legislativo per normare il sistema degli appalti e cambiato molte volte in ITALIA, A nostro parere sono stati inseriti volta per volta elementi negativi nella legislazione che hanno favorito forse  i processi degenerativi soprattutto per le garanzie di legalità che le imprese dovrebbero fornire..

Genova e la Liguria  non possono che risentire negativamente gli effetti della trasformazione di questo sistema

A Genova spariscono le imprese strutturate,per lasciare il posto ad imprese che somigliano sempre più a società immobiliari per speculazioni edilizie o imprese di piccole dimensioni.con una forte propensione ad operare nei processi produttivi secondari più che acquisire appalti

Il settore edilizio genovese e composto da circa 20000 addetti ,gli iscritti cassa edile sono 12030 per 2196 imprese di cui 1340 artigiane..

Circa 3000 sono i lavoratori con una posizione autonoma camera di commercio questo dato è in aumento costante,sempre più i lavoratori dipendenti fuori usciti, rientrano nel ciclo produttivo trasformandosi in lavoratori autonomi o imprese individuali.del resto e facile costituire  un’impresa oggi, basta recarsi alla camera di commercio e con il semplice codice fiscale per far nascere una nuova impresa edile, senza nessun altro obbligo alcuno,come invece avviene in altri settori dove la costituzione di una nuova impresa comporta l’obbligo da parte di chi la costituisce di partecipare a corsi di formazione specifici con esame finale annesso per verificare le conoscenze legali e settoriali acquisite.

Il restante circa 5000 mila sono i lavoratori che operano totalmente nel sommerso

Un esercito di irregolari  in preoccupante aumento, presenti in special modo in cantieri difficilmente controllabili.

Abbiamo detto che la destrutturazione del settore e il cambiamento del sistema delle imprese porta inevitabilmente ad effetti devastanti sotto il profilo della sicurezza sul lavoro.e per la legalità

Sono aumentati infatti, gli infortuni gravi ,e di conseguenza sono aumentati purtroppo i morti in edilizia, fatto questo in controtendenza al dato nazionale dell’INAIL che registra,invece, una riduzione generalizzata degli infortuni sul lavoro.

Questo aspetto e forviante parere nostro, perchè non tiene conto di tutti quegli infortuni mascherati denunciati come incidenti occasionali e non avvenuti sul lavoro..

La sicurezza e l’antinfortunistica nel settore sono l’annoso problema di sempre, cercare di evitare anche il più irrilevante degli infortuni è il compito principale  degli operatori di settore , ma a concorrere in questo arduo compito purtroppo molte volte non sono tutti i soggetti interessati, molti restano inermi , o faticano a reagire

Per le O:O:S:S: delle costruzioni questo problema è diventa un vero assillo quotidiano da non perdere mai di vista, perché  appena rallenti l’attenzione corri il rischio che avvenga un infortunio grave o addirittura mortale.

 Abbiamo detto che nel sistema degli appalti  La pratica del minimo ribasso o dell’offerta economicamente più vantaggiosa , e la pratica più ricorrente, questa pratica, spinge le imprese ad abbassare i costi, molte volte risparmiando in mezzi protettivi ed i accorgimenti tecnici che necessari ad evitare gli infortuni . .

 Inoltre la pratica del sub appalto selvaggio nelle fasi produttive porta a far svolgere l’opera all’impresa ultimo anello della catena di questo sistema ad un costo bassissimo .Oramai il sub appalto e sempre più applicato come  strumento per decentrare la produzione ed abbassare i costi, mentre nella sua forma originaria doveva essere utilizzato solo per dare soluzione ad una mancanza  di figure professionali specifiche occorrenti  in alcune fasi della produzione.

La nuova impresa edile di oggi per avere i titoli giusti per poter concorrere nel nuovo sistema degli appalti si avvale di un nuovo sistema di  certificazioni di qualità. Le SOA, a questo proposito sono nate in ITALIA  molte società specializzate .Oggi è abbastanza semplice basta pagare è nell’immediato si ottiene la certificazione adeguata e necessaria alla gara d’appalto che è di interesse  in quel momento.

I risultati di questo nuovo sistema, purtroppo, non  sono stai quelli desiderati.

Siamo arrivati alla conclusione  che il nuovo sistema delle SOA non funziona.

E dei giorni scorsi, il 14 di settembre, il provvedimento dell’autorità di vigilanza sui lavori pubblici che ha di fatto bloccato l’attività certificatoria di una SOA spa,.

Una decisione quest’ultima importante, che segnala quello che in molti oramai definisco il fallimento del nuovo sistema unico di qualificazione delle imprese.

Sconfortante è stata la dichiarazione del presidente dell’autorità di vigilanza, uscente, che segnalava il rilascio di attestazioni sulla base di certificati di lavori, che per almeno la metà erano da considerarsi false.

Questo tipo di sistema  non impedisce che si realizzi una sorta di mercato delle attestazioni false fra imprese.

Questo aspetto tra l’altro  ha favorito non poco le imprese costituite dalle mafie per avere accesso nei cicli produttivi degli appalti pubblici,con le carte in regola.

Con le certificazioni SOA si può gareggiare e vincere appalti o stipulare contratti ,dopo diventa semplice operare anche con sistemi illegali e non rispettando leggi e contratti..dato che è remota la possibilità che vi siano controlli in itinere..

Gli effetti di questo devastante sistema sono noti a tutti,l’assidua ricerca di strumenti  per abbassare i costi ed essere competitivi molte volte, porta ad operare  con imprese illegali, che operano in nero e non adottano le adeguate misure di sicurezza per i lavoratori..

I cantieri sono sempre più spesso terra di nessuno dove la legalità si ferma davanti ai cancelli

Le O.O.S.S: delle costruzioni insieme alle associazioni datoriali e con i ministeri competenti hanno tentato di dare una timida risposta a questo processo degenerativo, stabilendo con il legislatore attraverso accordi nazionali, regole sulla trasparenza,  per attestare la correttezza e la trasparenza contributiva nel rapporto di lavoro  ,  il DURC è una di queste.

Il documento unico di regolarità contributiva, nasce per velocizzare l’iter di certificazione della regolarità contributiva.. Presto finirà la fase sperimentale per il rilascio, e dal primo gennaio2006 sarà obbligatorio presentare questo documento. E necessario a parere nostro visto il concorso di più enti per l’operazione di attestazione di questo documento ,che vi sia un forte  rapporto sinergico tra INAIL, INPS e la cassa edile auspichiamo la soluzione di tutti i problemi sopravvenuti che ostacolano l’operatività del DURC e per non fare inceppare la macchina prima ancora che questa parta.

Il DURC non è ancora operativo e già si intravedono pericoli di omissione. Da parte dei committenti.. Voglio cogliere  l’occasione della presenza a questi lavori dei rappresentanti degli enti locali  per ricordare a questi ultimi,di intervenire nell’immediato per fermare la preoccupante tendenza nell’evadere l’obbligo del DURC per alcuni cantieri genovesi, la Cassa edile  attraverso l’osservatorio degli appalti segnala un aumento, nella nostra città, delle cosiddette DIA anomale, cioè la omissione da parte delle committenti di denunciare nella dichiarazione di inizio di attività per la costruzione di un opera l’impresa che la costruisce dichiarando di costruirla in proprio attraverso L’economia DIRETTA omettendo così l’obbligo di presentazione del documento unico.

Questa singolare forma è applicata per vanificare gli effetti del decreto 276  legge Biagi che prevede il blocco della  DIA in caso della omessa presentazione del DURC Sono ormai il 48% le dichiarazioni DIA pervenute al comune di Genova  che attestano lo svolgimento dei lavori in ECONOMIA DIRETTA. E come se in questi ultimi anni , quasi il 50% delle persone che ristrutturano o che costruiscono dei manufatti si siano trasformati magicamente in professionisti costruttori o in operai provetti dell’edilizia. NOI crediamo che il comune di Genova debba sentire il dovere di verificare queste anomalie e denunciare agli organi competenti gli abusi che portano ad aumentare le opportunità di lavoro nero e l’irregolarità.

Pensiamo inoltre che il legislatore debba fare un ulteriore sforzo per dipanare qualsiasi dubbio legale su un quesito non ancora risolto , ci si chiede opportunamente se i committenti di un’opera  sono a tutti gli effetti  responsabili di tutto quello che accade durante le fasi di costruzione del cantiere. Oggi purtroppo questa responsabilità non è chiara,e inserisce  elementi dubitativi sul ruolo di controllo delle committenti..

E come affermare che un padrone di casa non sappia mai cosa accade in casa sua e quindi non ne è responsabile. Questo aspetto non aiuta sicuramente ad un’efficace lotta contro il lavoro nero.

IL lavoro sommerso e terreno fertile di affari illeciti ed è facile intravederne tra le maglie , aspetti illegali e  criminosi .

Il mercato delle braccia e uno di questi. Il caporalato pratica in voga negli anni 50 e 60 soprattutto in agricoltura , E tornata prepotente e si presenta puntualmente nei cantieri edili.

Questo fenomeno è un fenomeno molto remunerativo e poco rischioso per chi lo pratica, perché a parere nostro non sono previste pene severe per chi commette questo reato, addirittura si rasenta l’inverosimile quando  si riesce asserire che il caporalato non essendo un reato penale, rientra nella sfera della intermediazione di manodopera normata dalle attuali leggi  e quindi non è perseguibile come reato.

E vero che intermediazione di manodopera sotto certe forme nel nostro paese e stranamente contemplata e tollerata, basta vedere cosa stabilisce la legge 30  , ma forzare il concetto per inserire il caporalato tra gli strumenti legali per la fornitura di manodopera, francamente ci sembra un po’azzardoso.

Nella pratica del caporalato  molte volte si nasconde lo sfruttamento dei lavoratori che rasenta la schiavitù.ci sono casi eclatanti nel nostro paese.

 Per fortuna nella nostra città abbiamo avuto pochi casi , ne ricordo uno in particolare, tempo fa, abbiamo scoperto in un cantiere del ponente cittadino, una situazione di sfruttamento di alcuni lavoratori rumeni.

Questi lavoratori  lavoravano per 12 ore al giorno e percepivano 50 euro al mese di retribuzione e una scatoletta di tonno per alimentarsi al giorno.Questi lavoratori, dormivano in un'unica stanza ricavata del cantiere, senza letti e in condizioni igieniche disumane.

Successivamente abbiamo denunciato la presenza di un’intera impresa composta da lavoratori clandestini . quest’impresa non operava in qualche cantiere privato nascosto.Ma operava per la Società Autostrade. In questo caso la domanda sorge spontanea come è stato possibile affidare un appalto per la manutenzione autostradale ad un impresa totalmente composta di lavoratori clandestini??

Senza i mezzi adeguati per svolgere l’opera e senza garanzie alcuna?

Ecco,noi crediamo che questo sia solo la punta di un iceberg perché abbiamo appurato che il fenomeno è in espansione, in quanto il mercato

 delle braccia sfrutta principalmente le persone più ricattabili e queste sono oggi in prevalenza lavoratori immigrati.

Uomini venuti dai paesi più poveri del mondo. Molte volte clandestini sfruttate da vere organizzazioni criminali che con il mercato delle braccia fanno affari d’oro, questi uomini arrivano in ITALIA con il sogno di condizioni di vita migliori rispetto al paese di provenienza alla ricerca di  un’occupazione certa con un reddito adeguato. Entrano in ITALIA e con un brusco risveglio  si ritrovano catapultati in una realtà che diventa un incubo, dove lo sfruttamento non ha limiti. Su questi esseri umani la criminalità fa affari d’oro di milioni di euro e la società civile non può tollerare questo aspetto..Questa e una delle tante ragioni per cui nel settore edile si deve al più presto intraprendere una reale discussione tra tutti i soggetti interessati per ricercare soluzioni ai problemi riguardante i lavoratori immigrati, per richiedere possibilmente insieme, leggi a sostegno e inserendo normative  adeguate nei contratti di lavoro. Occorre fare tutti gli sforzi per uscire da questo sfruttamento diffuso nel settore.

 La criminalità organizzata trova terreno fertile in tutti i sistemi degenerati presenti oggi nel settore delle costruzioni.

 Come non evidenziare ad esempio gli interessi forti e i grandi  guadagni della criminalità organizzata  nel avviare imprese di comodo capaci di investire denaro sporco in attività lecite allo scopo di  ripulirlo.

Abbiamo detto prima che il sub appalto selvaggio e illegale inserito nella produzione oggi serve ad abbassare i costi all’impresa madre, ma se l’impresa sub appaltatrice e gestita dalla criminalità l’interesse  si sposta si sposta quasi interamente .questo vuol dire che una buona parte degli utili ottenuti per la realizzazione dell’opera serve a finanziare le associazioni criminali.

Il sistema è remunerativo , e non solo per le imprese che operano fornendo manodopera, ma anche per chi si occupa del trasporto di materiali .o della movimentazione della terra e dei degli inerti ,diventa interessante se questi ultimi sono inquinanti ,perché fanno lievitare gli interessi e gli affari illeciti grazie all’utilizzo di discariche abusive sparse nel nostro paese per lo smaltimento.

In molti cantieri questi aspetti non sono controllati a monte dalle stazioni appaltanti, che lasciano libere le imprese costruttrici di intraprendere rapporti commerciali con queste aziende , per i servizi e le forniture necessarie a quel  tipo di produzione ..

Gli ultimi casi eclatanti di infiltrazioni di imprese mafiose si sono verificati nei cantieri delle olimpiadi di Torino e nei cantieri per la costruzione della Salerno Reggio Calabria. Aspetto questo ancora più preoccupante se si pensa che stiamo parlando di opere pubbliche, a dimostrazione che alcuni meccanismi distorti  dell’attuale sistema degli appalti non risparmia  nessuno. Molte volte si scopre che il colluso con la criminalità o la mafia è la figura responsabile al controllo nell’appalto nell’ pubblico,all’interno della stazione appaltante, Aspetto quest’ultimo gravissimo .ma ci fa capire a quali gradi di infiltrazioni criminose siamo giunti .anche per questo aspetto la domanda e d’obbligo.CHI CONTROLLA IL CONTROLLORE ?

C’è un nesso imprescindibile tra lavoro nero, mancanza di legalità e infortuni sul lavoro.

Se vogliamo contribuire a salvare delle vite umane sul lavoro e se vogliamo dare condizioni dignitose ai lavoratori edili dobbiamo sforzarci di diventare un paese normale. Dove le regole sono rispettate e se non lo sono, occorre farle rispettare

Se questo è vero occorre una nuova legislazione a sostegno che cancelli gli effetti negativi della vecchia e implichi dettami chiari e responsabilizzanti.

Occorre intervenire per una migliore qualificazione delle imprese premiando chi fa innovazioni e fa formazione, e occorre intervenire in modo chiaro sul sistema degli appalti per evitare che alcune pratiche possano permettere l’illegalità e lo sfruttamento dei lavoratori

Bisogna far si che le leggi sulla sicurezza sul lavoro in particolare la legge 626 del 94 e la legge 494 del 96 siano obbligatoriamente applicate  nelle fasi lavorative dei cantieri edili. E bisogna altre sì prevedere che chi non adempie a quest’obbligo deve essere escluso dal mercato per lo meno quello pubblico.

Parallelamente occorre maggiore formazione ed informazione, per fare crescere la cultura della legalità e della sicurezza nel settore,  per questo aspetto occorre proporre nuove leggi nazionali e regionali ,e vanno inserite normative innovative nei contratti sindacali di lavoro. A questo proposito noi pensiamo che gli enti bilaterali di settore ,cassa edile, scuola edile e cpta, possano contribuire non poco a questo scopo.

Sul territorio le organizzazioni sindacali delle costruzioni pongono la questione legale e la sicurezza  dei cantieri edili quotidianamente in termini di denuncia e molte sono le proposte che avanziamo, crediamo che le istituzioni locali e le associazioni datoriali possano veramente contribuire se lo vogliono alla soluzione di molte tematiche.

 Denunciando questi aspetti, non vogliamo criminalizzare il settore, ma se non né parliamo,ed interveniamo corriamo il serio rischio di perdere tempo, siamo in ritardo, e i processi degenerativi corrono più delle nostre azioni risolutive, Mentre la piaga del lavoro nero e della mancata sicurezza per i lavoratori dilaga sempre più.

Tutta la società civile deve dare un segnale forte attraverso la partecipazione alla soluzione di questi problemi

Si pensi che  a Genova assistiamo inermi alla resa degli organi preposti al controllo dello stato, nell’effettuare attentamente il lavoro di monitoraggio del territorio e di verifica delle imprese non regolari , ad oggi non abbiamo notizie del potenziamento di uomini richiesto in prefettura per questo compito da parte di  asl ed ispettorato del lavoro, che nel frattempo continuano ad operare con pochissime risorse umane è non possono assolvere al meglio ai controlli che il settore necessita.

Concorrere per uscire dall’illegalità è un dovere di tutti. non assumersi questa responsabilità e segno di inciviltà, è essere complice di un sistema

.che giudica normale questo stato di cose.

  Allora si fa spazio nella nostra società un luogo comune che tutto ciò che accade di negativo in edilizia  rientra nella normalità, e che è inutile cercare di intervenire per la soluzione dei problemi.tanto non cambia nulla.

Allora diventa normale lavorare in nero in edilizia ,è normale che non ci siano diritti per chi lavora in questo settore ,

diventano normali le opportunità di guadagno della criminalità,

diventa  persino normale trovare abbandonato sul ciglio della strada un lavoratore edile ferito o morire cadendo dal quinto piano di un cantiere ,anche se il lavoratore è poco più di un bambino. 

 

 

 

Genova 13 ottobre 2005 

 

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