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MORTI BIANCHE NEI CANTIERI EDILI:

LA CALABRIA PAGA UN PREZZO TROPPO ALTO

 

DICHIARAZIONE di ACHILLE SCARFO’

SEGRETARIO GENERALE DELLA FILLEA CGIL DI REGGIO CALABRIA

 

E’ ora di dire BASTA a quella che è diventata una vera e propria “ MATTANZA “  dove le vittime sono gli operai che muoiono nei cantieri per l’insufficienza e l’inadeguatezza del sistema di sicurezza preposto alla tutela di questi lavoratori.

In Italia nel 2003 le vittime di incidenti mortali in edilizia sono state 215 unità di cui 10 in Calabria e di questi 2 nella provincia di  Reggio Calabria.

Il 2004 si apre purtroppo, riportando la nostra provincia agli onori della cronaca per un nuovo incidente mortale avvenuto in un cantiere.

Siamo stati abituati ad ascoltare relazioni e analisi tranquillizzanti su ipotetiche diminuzioni di infortuni, ma questi dati sono nettamente contrari a queste drammatiche cifre e sono smentite dalla tragica costanza con cui continuano a ripetersi incidenti mortali nei cantieri.

Moltissimi incidenti non vengono denunciati perché i lavoratori sono irregolari o perché in cantieri completamente “ in nero “, cioè completamente sconosciuti ad INPS, INAIL e CASSE EDILI.

Purtroppo gli incidenti mortali si verificano anche in cantieri “ REGOLARI “, dove però non esiste nessun controllo in materia di sicurezza.

Il  sistema cantiere edile è caratterizzato in Italia da una estrema frammentazione, disorganicità e complessità normativa.

Troppo spesso il ricorso al sub appalto a cascata porta ad una più crescente precarizzazione e deregolamentazione del cantiere.

E’ in un settore così fortemente frastagliato e destrutturato esiste il problema dei controlli da parte degli Enti preposti, ma anche un problema di efficacia dei controlli di inadeguatezza delle normative e del rafforzamento degli strumenti di controllo, di prevenzione e di repressione del fenomeno; la nostra Provincia necessita di verifiche  a tappeto da parte degli  ispettori tecnici delle direzioni provinciali del Lavoro e delle unità operative di prevenzione e sicurezza sul lavoro delle ASL.

Esiste quindi una reale difficoltà a predisporre le misure idonee a garantire la sicurezza dei lavoratori nei cantieri sin dalla fase della progettazione; scarsa capillarità dei controlli da parte degli organi proposti e, soprattutto, strutturale impermeabilità alle tematiche e agli obblighi della sicurezza da parte delle imprese di costruzione

Ma in problema vero e proprio è da ricercare nella totale mancanza di una “ educazione alla sicurezza “; le misure antinfortunistiche vengono considerate nella maggior parte dei casi come misure  “ optional “.

Con l’accordo sul DURC ( Documento Unico di Regolarità Contributiva ) siamo finalmente riusciti a costruire nella nostra provincia uno strumento che consente di contrastare forme di elusione, evasione contributiva e contrattuale; ma in materia di sicurezza, la nostra provincia è ancora all’anno zero.

Dovrà essere impegno comune della FLC Reggina( Federazione dei Lavoratori delle Costruzioni ) e dell’ ANCE Reggina ( Associazione Nazionale dei Costruttori Edili ) promuovere una serie di iniziative atte a diffondere capillarmente sia tra i datori di lavoro sia tra i lavoratori, la cultura della sicurezza sui cantieri.

A questo scopo, crediamo che l’ ESEFS ( Ente Scuola Edile per la Formazione e la Sicurezza ) debba giocare un ruolo primario nella predisposizione e nell’esecuzione di corsi mirati alla conoscenza e all’applicazione delle misure antinfortunistiche nei cantieri edili.

Sarà una delle battaglie più dure che la FLC reggina dovrà sostenere, perché il diritto alla sicurezza non può essere soggetto a contrattazione, e dovrà essere battaglia comune insieme all’ANCE ( dopo l’accordo sul DURC ) per arrivare ad avere anche a Reggio Calabria e Provincia dei cantieri di Qualità.

 

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