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                   Relazione introduttiva di Maurizio Cannata

                   Conferenza di programma – FILLEA CGIL

                   Lamezia Terme – 24 aprile 2003.

 

PERCHE’ LA CONFERENZA DI PROGRAMMA………………

 

Le ragioni che hanno determinato la scelta di organizzare la Conferenza di programma sono molteplici; la principale sta tutta nell’esigenza della categoria di mettere al centro della discussione politico - sindacale della nostra Regione i temi della categoria nelle sue articolazioni settoriali,   riteniamo che siano strettamente collegati alle politiche di sviluppo necessarie per tentare un’inversione di tendenza nell’economia calabrese.

 

Inoltre, vogliamo contribuire a definire una piattaforma di lavoro comune, che si caratterizzi nella continuità  di un impegno coerente e positivo, essere protagonisti  con  altri soggetti nell’elaborazione di un progetto politico, individuando un percorso nel breve e lungo periodo con l’obiettivo di creare le condizioni favorevoli di un possibile sviluppo di qualità dei processi produttivi.

 

Infine, vogliamo lanciare una sfida a noi stessi ! ma anche ai nostri interlocutori; definiamola una scommessa che coinvolga tutti, per concretizzare un sogno  “costruire il cantiere qualità” in un contesto difficile è pieno di contraddizioni.

 

SITUAZIONE NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI……………..

 

Vogliamo partire dall’analisi dello stato dell’arte in cui si trova il settore delle costruzioni. Dopo una fase di incrementi positivi dal versante produttivo e occupazionale, il settore  rischia nel 2003 un’inversione di tendenza preoccupante, caratterizzato da ridimensionamento e stagnazione. S’è non si avviano politiche di sostegno adeguate soprattutto dal lato della competitività, dell’innovazione e della qualità, il 2004 sarà ancora peggio è la recessione vicina.

 

Una contrazione che può sfociare in crisi, per  limiti evidenti nell’azione del Governo nelle politiche industriali di settore, dovuta alle scelte parziali contenute nella finanziaria 2003 che appaiono poca cosa (la proroga dello sgravio del 36% al 30.09.2003- iva al 10% sui materiali da costruzione) e rappresentano la negazione di una seria e strutturata politica di sviluppo volta alla qualificazione del mercato e del sistema delle Imprese. Limiti nella politica delle risorse, incerti i finanziamenti per le grandi opere Pubbliche della Legge Obbiettivo,  ridotte rispetto all’esercizio precedente al punto di utilizzare e svuotare la Cassa depositi e prestiti, sottraendo così la principale fonte che alimenta finanziariamente il programma complessivo delle PP.AA.

 

Il Governo ha contrapposto la priorità delle opere cosiddette strategiche a quelle ordinarie,con il risultato di aver sottratto e utilizzato le risorse necessarie al mercato delle opere ordinarie. Risorse indispensabili allo sviluppo delle aree territoriali in particolare al sud, senza assegnare quelle indispensabili a coprire la realizzazione delle opere previste nella Legge obiettivo.

Si evince il carattere antimeridionalista della politica economica  del Governo anche in funzione del principio del decentramento delle funzioni, delle competenze e risorse agli Enti locali e Regioni. 

 

Siamo in presenza di una politica  mirata a dequalificare  e de -strutturare il settore,  si definiscono  regolamenti per la qualificazione del Contraente generale che accentuano la contrapposizione tra il protagonismo delle pochi grande Imprese e il variegato mondo delle piccole e medie Imprese che inevitabilmente saranno tagliati fuori dal mercato delle costruzioni.  Le conseguenze sono quelle di creare  una  frattura tra il mercato dei grandi appalti e quello dei piccoli appalti con una parcellizzazione a livello territoriale, e lo scenario sarà particolarmente visibile in sede locale nell’attività di manutenzione, recupero e riqualificazione urbana. Lo sviluppo del settore non sostenuto da politiche mirate, rischia di far venire meno la sua funzione anticiclica, aggravato dalla crisi dell’economia dagli esiti ancor più incerti dopo la guerra in Iraq.

 

E’ indispensabile un salto di qualità per stare nella competizione alta.

 

La strada maestra non è quella scelta della liberalizzazione, è un metodo ancor peggio un sistema consolidato con l’intento di escludere la funzione positiva del confronto e della concertazione, per eludere i grandi e gravi problemi legati alla trasparenza e legalità

 

LA SFIDA DELLA QUALITA’ DECISIVA PER LA NOSTRA REGIONE…………

 

Noi crediamo che la sfida della qualità nei processi produttivi è decisiva per il Paese a cominciare dalle aree del Mezzogiorno per la Calabria in particolare.

 

IL progetto politico-programmatico della categoria nella nostra Regione per raggiungere gli obiettivi della qualità del settore non può prescindere dalla linea approvata all’Assemblea dei quadri e delegati sul tema “costruire un cantiere di qualità”,  alla  “conferenza nazionale delle costruzioni nel mezzogiorno” che si tenuta a Bari nel mese di novembre,  alle recenti iniziative del declino industriale e del Convegno sul legno e arredamento che si sono svolte nelle scorse settimane a Roma e Milano.

 

Il cantiere qualità per costruire un futuro di qualità  non può essere inteso come uno slogan; è un obiettivo serio bisogna crederci e lavorarci.Senza processi di qualità reali ed immediati nei settori produttivi e nelle infrastrutture  la Calabria non avrà futuro e stenterà ad intraprendere la strada dello sviluppo e della crescita.

 

D’altronde gli indicatori economici e sociali sono i peggiori rispetto alle altre Regioni meridionali e non tendono a migliorare. Dai primi sussulti della finanziaria  del 2003 ancora una volta si perde l’occasione di un’inversione di tendenza,si colpiscono i cittadini più disagiati e deboli attuando una fiscalità alta che ha riflessi sui redditi dei lavoratori dipendenti,dei pensionati e sulle condizioni di vita dei disoccupati, è assente completamente una seria programmazione dei processi di sviluppo per dare impulso alla crescita economica e sociale,manca una vera politica delle infrastrutture,  intesa come Governo del territorio, si continua a perseguire la politica degli annunci, fantasticando costruzioni di nuove autostrade, Ponti e metropolitane.

 

INFRASTRUTTURE E SVILUPPO LOCALE………………………………….

 

Il Mezzogiorno, la Calabria, non hanno bisogno solo della grande infrastruttura come leva per lo sviluppo del sud, a volte può essere dannosa s’è inquadrata in una disputa ideologica a scapito dei bisogni più generali dello sviluppo locale come il caso del Ponte sullo stretto.

Siamo convinti che per recuperare il divario con le regioni del centro-nord e con alcune aree del meridione, lo sviluppo nella nostra regione dovrà essere accompagnato da infrastrutture  adeguate in tutti i settori della vita sociale e produttiva, a cominciare dalla necessità di avere disponibili infrastrutture e servizi di trasporto in grado di soddisfare la domanda di mobilità delle merci e delle persone: porti, strade, ferrovie e soprattutto l’offerta dei servizi di trasporto sono comunque decisivi per la crescita di un territorio.

 

INDICHIAMO LE VERE PRIORITA’……………………….

 

Noi, non vogliamo esercitarci a partecipare al gioco della conta delle opere da realizzare, i segretari dei territori nei loro interventi indicheranno quelle necessari per lo sviluppo locale. Dall’osservatorio Regionale mi permetto di indicare solo 3  priorità che ritengo fondamentali e posti a base del lavoro che dovremmo sviluppare nel breve periodo:

 

*Il completamento della tratta autostradale Sa/Rc;

 

*La statale 106;

*Reti idriche:

1)    messa in sicurezza e costruzione della diga dell’         Esaro e collegamento con l’acquedotto dell’Abatemarco;

2)    galleria di derivazione e opera di presa della diga sul torrente menta,e completamento dello schema idrico;

3)    completamento dello schema idrico sul fiume Metramo;

4)    Costruzione della diga sul Malito.

 

IL completamento delle dighe, rappresentano infrastrutture utili allo sviluppo sostenibile per l’uso delle risorse idriche ed energetiche.

S’è l’acqua è un bene comune, una risorsa naturale, il problema non è quello di costruire altre opere, ma di ultimare quelli che ci sono, e le

risorse disponibili  impegnati nella riorganizzazione del servizio idrico e nella ristrutturazione della rete di distribuzione, avere la garanzia di poter aver l’acqua per farne un uso corretto e razionale sapendo che la risorsa non è un bene illimitato, e che tale servizio raggiunga standard minimi di qualità ed efficienza che giustifichi anche un aumento della tariffa.

L’accordo di programma quadro sulle acque, la società di gestione delle risorse Idriche (Sorical), le Autorità d’ambito ottimali, possono rappresentare  utili strumenti di programmazione e gestione se vanno anteposti gli interessi dei cittadini e degli utenti del servizio idrico a qualsiasi altro interesse corporativo o politico.

 

Lavoriamo con determinazione, unificando intorno a noi gli interessi dei cittadini-utenti, i lavoratori, i disoccupati, per dare sostegno ad iniziative specifiche per raggiungere risultati apprezzabili sulle 3 opere prioritarie.

 

GOVERNO DEL TERRITORIO…………………

 

Sapendo che in Calabria dobbiamo rilanciare con convinzione e altrettanta determinazione il tema del recupero, manutenzione e restauro che può rappresentare la nuova frontiera per il lavoro nelle costruzioni.

 

I dati del degrado abitativo nella nostra Regione sono allarmanti,dati  che ci impongono una riflessione sulle condizioni materiali in cui versano migliaia e migliaia di cittadini.

Il patrimonio abitativo per oltre il 55% ha più di 40 anni, interi quartieri vivono nell’abbandono assoluto ed i cittadini non vengono aiutati a vivere in maniera serena.Bisogna avere una nuova idea della Città, fatta di qualità e servizi integrati,di sviluppo ordinato e relazioni personali favoriti dalla struttura Città,per questo è necessario ripensare le nostre città e per farlo bisogna ripensare il rapporto tra cittadini e Città,tra verde pubblico ed edilizia, tra ambiente e sviluppo.

Il recupero,la valorizzazione, la rinascita dei nostri centri significa creare ricchezza e sviluppo duraturo che può consentire alle piccole e medie Imprese, sia edili che artigiani di uscire da una crisi che giorno dopo giorno diventa più drammatica.

 

Il terremoto del Molise ha riproposto drammaticamente che esiste il problema del “Governo del territorio” del degrado del patrimonio abitativo;che una scuola su due non è in regola con le certificazioni e con gli adempimenti sulla sicurezza; che molti ospedali sono stati costruiti prima degli anni 40, che il Governo continua a diminuire le risorse a partire dall’edilizia scolastica e la messa in sicurezza delle Scuole.

 

 

     Su queste questioni dobbiamo sviluppare una forte iniziativa sindacale, si misurerà la nostra capacità di incidere nel governo del territorio,vorremmo farlo ragionando e confrontandoci con le istituzioni locali,  le Associazioni imprenditoriali  e il Governo Regionale, sono piccole  infrastrutture  che insieme alle grandi,  possono dare qualità alla vita dei cittadini, per la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale e territoriale, e far uscire il settore dalla precarietà, creando sviluppo e occupazione.

 

 

 

Di interesse strategico la Fillea considera i settori dei laterizi,lapidei, cemento ed in particolare il legno e arredamento.Questo è un settore dove anche in Calabria sono presenti capacità imprenditoriali e fenomeni di eccellenza  nella piccola e media industria

Per noi è un’esperienza nuova, una novità che va interpretata per iniziare una riflessione sulle politiche strategiche e governare processi che diano slancio ad un settore che può essere decisivo per la nostra Regione.

 

Realtà produttive di una certa rilevanza sono concentrate prevalentemente nella Provincia di Reggio Calabria e Cosenza, bisogna iniziare a predisporre una prima mappa delle Aziende che sono allocate nelle aree industriali, piccole e medie aziende disarticolate, che non riescono a fare sistema tra di loro e le realtà locali, nel mentre vanno spronati per costituirsi in  vere e propri distretti della filiera del legno.

 

Le relazioni industriali sono sporadiche, nelle poche occasioni  ci hanno voluto rappresentare i loro problemi che sintetizzano nei costi eccessivi delle materie prime a cominciare dal legno, a politiche fiscali e tariffarie di sostegno alla domanda,ad incentivi mirati a promuovere gli investimenti in ricerca e innovazione, ad un bisogno di formazione continua.

 

Io credo che vale la pena dedicare tempo e passione su questo importante settore che come dicevo in premessa può contribuire allo sviluppo qualitativo della nostra Regione.

 

 

 

LEGALITA’-TRASPARENZA-…………………………………………..

 

I temi delle infrastrutture piccole o grandi che siano, dei siti industriali di settore, sono strettamente collegati alla legalità, trasparenze ed alla sfera dei diritti individuali e di cittadinanza.

Aver dedicato nei mesi scorsi come Fillea tempo e passione   credo sia stato di fondamentale importanza soprattutto per le aree del Mezzogiorno,d’altronde una politica delle infrastrutture imperniata tutta su virtuali grandi opere pubbliche e accompagnata da una legislazione tendente a smantellare la normativa esistente della Merlon ter, ci ha visto e ci vedrà impegnati sul tema delicato degli appalti e sui rischi delle infiltrazioni del potere mafioso.

 

Le diverse esperienze e testimonianze che abbiamo raccolto e discusso nella recente iniziativa di Palermo, dimostrano in modo inequivocabile che la Mafia continua a recitare un ruolo primario nella gestione degli appalti pubblici e privati, ripartisce i lavori tra le varie famiglie, si sostituisce al collocamento nella gestione del mercato del lavoro,governa il mercato delle costruzioni e dell’industria in aree dinamiche di sviluppo.

 

Eppure, in Calabria, esiste una corrente di pensiero che prende corpo inesorabilmente interpretata da autorevoli membri del Governo Nazionale e delle Istituzioni , i quali sostengono che a furia di parlare sempre di Mafia non possiamo aspettarci che gli investimenti degli imprenditori privati possano arrivare in Calabria,oppure chi invoca di farla finita con la storiella “che con le risorse delle opere pubbliche la Mafia si finanzia “.

 

LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA………………………

 

Le diverse indagini della DIA di Reggio Calabria e di alcune Procure Calabresi evidenziano come le infiltrazioni della ‘Ndranghetà negli appalti rappresentano un problema di grandi dimensioni, una realtà dove di fatto c’è una presenza quasi esclusiva di collusione mafiose a tutti i livelli, che nasce fin dal momento in cui si struttura una gara d’appalto; dove si organizza il classico meccanismo delle buste d’appoggio;  operano nella gestione concreta dell’appalto.

Dove non si riesce ad intervenire direttamente sulla gara si interviene sulla gestione del cantiere espropriando le imprese sane dalla gestione dell’appalto non solo attraverso i sub-appalti, ma obbligando le imprese a far riferimento a particolari Ditte e Aziende per l’acquisto del ferro e del cemento, il prezzo non viene stabilito dal mercato ma viene imposto; si può vincere regolarmente un appalto, ma quando si avviano i lavori del cantiere si è costretti a comprare il ferro dal fornitore monopolista in quel territorio al prezzo stabilito e controllato dalla Mafia, si agisce allo stesso modo per altre forniture e particolari lavori come ad esempio il movimento terra.

 

 

Gli appalti costituiscono il motore inarrestabile del finanziamento illecito per le organizzazioni criminali, sono pienamente consapevoli della propria forza e presenti nei territori dove si produce ricchezza e profitti,da questo punto di vista il fenomeno è onnicomprensivo di tutti gli interessi e di tutte le attività.

 

Il controllo del territorio è funzionale a tutto ciò che da esso si può ricavare:

*dalla partecipazione agli appalti;

*alla gestione dei lavori pubblici;

*all’usura e estorsione.

Usura ed estorsione a volte si saldano per costringere imprenditori a cedere le proprie attività, viene controllata qualsiasi attività anche quella solo potenzialmente interessante.

 

“Noi fummo il passato,saremo il futuro e abbiamo il presente…………….

 

Ricordo spesso quanto emerge dagli atti processuali; il linguaggio messaggio utilizzato da un’esponente della famiglia Piromalli di Gioia Tauro quando si reca a Milano per parlare con i rappresentanti della Ditta incaricata di compiere i lavori del Porto di Gioia Tauro dice: “Noi fummo il passato, saremo il futuro e abbiamo il presente”.

 

Ecco perché vi è l’assoluta necessità di assicurare un regime normativo in tema di appalti il più impermeabile possibile a determinate problematiche di inquinamento, in questa direzione la 109/94 negli ultimi anni qualcosa di positivo stava iniziando a provocare, oggi con il pretesto di velocizzare le procedure di affidamento degli appalti la si vuole smantellare.

Non ci convincono i nuovi strumenti di affidamento attraverso il contraente generale, il rischio è quello di un ulteriore abbassamento della soglia di legalità nel campo degli appalti.

 

Il problema di come conciliare la necessità di snellimento delle procedure con l’altrettanta necessità di garantire i controlli non si risolve con la liberalizzazione del mercato degli appalti, spezzettando gli appalti e liberando le Imprese dal vincolo virtuoso della qualificazione; così facendo consegniamo il controllo totale dei cantieri e della manodopera alle organizzazioni mafiose con ripercussioni anche sotto l’aspetto della qualità dell’opera da costruire.

L’altro grosso problema a parere mio riguarda le stazioni appaltanti, sono molti e non consentono di svolgere il necessario controllo di legalità, bisogna affrontare con decisone il tema:

s’è ridotti rafforzano in se lo strumento e il valore dei protocolli di legalità.

 

Le Imprese che operano nei cantieri edili, in questa situazione  molte volte subiscono lo strapotere criminale, lavorano anch’esse in difficoltà non   adeguatamente rappresentate dalle loro associazioni,  in alcuni casi strozzate/o non aiutate dal sistema bancario, il quale trovandosi ad operare in un ambiente difficile adotta una cautela spropositata nella concessione del credito con una richiesta di tassi d’interesse superiore di 4-5 punti in più percentuali rispetto al resto dell’Italia. Le Aziende sospette che sono in grado di offrire garanzie, probabilmente riescono ad accedere al credito del sistema bancario, mentre quelle sane, spesso sono costrette a ricorrere a canali alternativi di credito di dubbia affidabilità (Finanziarie che operano per il riciclaggio di denaro sporco-usurai).

 

L’aria che si respira nei cantieri edili è molto pesante anche per i nostri lavoratori edili, che gioco forza subiscono anch’essi il non riconoscimento dei diritti  sia in termini contrattuali che nel rispetto della dignità umana.

 

Il lavoro della nostra categoria all’interno dei posti di lavoro è complicato, ogni giorno i nostri dirigenti sono alle prese con problemi vecchi e nuovi in un settore precario e frammentato, dove molto spesso non riusciamo ad intercettare tutti i lavoratori che vi lavorano.

 

I dati relativi all’indice di rappresentatività  della FLC sugli iscritti in Cassa Edile  ci devono far riflettere, su 21.966 addetti gli iscritti al sindacato sono 8887 pari al 40,46%, il 50,54% sono lavoratori che non hanno rappresentanza sindacale.

A questi dati si aggiungono una fetta consistente di lavoro nero.

Per questo è indispensabile stabilire un lavoro sinergico  con Filca e Feneal  che faccia abbassare la quota di lavoro sommerso e aumentare la nostra rappresentatività.

 

 

Alle associazioni imprenditoriali chiediamo di incontrarci per definire un percorso comune per aiutarli a combattere il loro isolamento e svolgere un’azione di bonifica del settore, iniziamo un pezzo di strada insieme stabilendo fin d’ora un primo appuntamento di analisi e confronto sulla  Legge Regionale sugli appalti che in Calabria rischia di appesantire oltre limite i problemi della trasparenza e legalità.

 

La Legge Regionale sugli appalti può rappresentare un primo obiettivo comune  per trovare gli opportuni spazi per garantire trasparenza, corretta selezione delle Imprese, rapidità nello svolgimento delle gare, tutela dei diritti dei lavoratori, contrasto concreto al lavoro nero ed alle infiltrazioni mafiose, pretendendo che il DURC venga introdotto nella Legge. Un’ altro terreno comune è quello di estendere la sperimentazione dei protocolli di legalità presso le Prefetture, sollecitando le stesse a determinarsi con continuità perché è arrivato il momento di una assunzione di responsabilità vera da parte di tutti i soggetti che gravitano nella sfera degli appalti.

 

MAX LOTTI SA/RC  SI PUO’ FARE DI PIU’

 

 

 

Io credo, che al di là dei ruoli è necessario che le forze sociali e le istituzioni trovino un luogo di incontro, di monitoraggio e di riflessione per facilitare le azioni comuni di contrasto, diversamente i cantieri

edili diverranno la giungla dell’illegalità.

 

Lo dobbiamo fare subito e speditamente ,anche in funzione dell’importanza  strategica della Salerno/Reggio Calabria. Noi pensiamo,che sia i lavori in corso,ma soprattutto  i  tratti autostradali che interesseranno i max lotti Gioia Tauro/Scilla e la provincia di Cosenza, rappresenteranno un banco di prova e di verifica del Protocollo d’intesa sottoscritto tra le organizzazioni sindacali di categoria e l’Anas, ma più efficacemente  un laboratorio di legalità e trasparenza nella gestione delle risorse ingenti che saranno destinate e sicuramente appetibili dalla criminalità organizzata.

Dobbiamo creare le condizioni di sviluppare le azioni preventive con le Prefetture interessate e le istituzioni, sperando che il meccanismo di aggiudicazione dei lavori attraverso il contraente generale non crei già alle origini delle condizioni sfavorevoli all’appalto con forti ribassi d’asta che causeranno sui cantieri una difficile gestione.

Esprimiamo perplessità non tanto sullo strumento, quanto sull’operatività dello stesso.Questo nuovo sistema degli appalti pubblici pone seri problemi alla qualificazione del sistema imprenditoriale e non elimina alcune storture della 109 quale il massimo ribasso,ma anzi ne accentua le caratteristiche negative.

 

Mentre dal versante dell’organizzazione del lavoro, sarà importante  per velocizzare i  lavori, attuare la contrattazione d’anticipo. Per avere una contrattazione di qualità le condizione di vita e di lavoro nei cantieri vanno definite prima che questi si aprano per tentare di garantire diritti e sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

DIRITTI –SICUREZZA-FORMAZIONE-MERCATO DEL LAVRO…………….

 

Proprio in tema di diritti, il 2003 ha rappresentato per la nostra organizzazione una stagione impegnativa per contrastare l’azione del Governo.

La sfida della qualità passa anche attraverso l’estensione e non la diminuzione delle tutele, ci si arriva prima al degrado produttivo quando chi ci Governa e la cultura imprenditoriale credono di intervenire solo dal versante della riduzione dei costi attraverso la limitazione e negazione dei diritti universali, contrapponendo una legislazione che favorisce la precarietà del mercato del lavoro”delega al Governo sul 848 bis”,o quando si vogliono smantellare le norme sulla salute e sicurezza come prospettato nella delega del Governo, dove sono manifeste le intenzioni  di ridurre le misure di prevenzione, esonerare le piccole e medie Imprese, depenalizzare le sanzioni.

 

Tutto questo, penalizza il nostro settore ad elevato rischio di infortunio, e con un’incidenza percentuale delle mortalità tra i più elevati, ci poniamo al 2 posto con il 23,9% preceduti dall’industria manifatturiera con il 26%, è un dato drammatico; negli ultimi 5 anni il prezzo pagato da circa 1.600.0000 di lavoratori edile/anno è stato di 443.793 invalidi, di cui 25.357 invalidi permanenti e 1487 morti.

Anche su questo terreno c’è la necessità di prendere coscienza dei dati allarmanti.

Facciamo tutte le analisi!

-         crediamo sia un fatto culturale;

-         è un problema di formazione;

-         è carenza legislativa;

Le analisi possono starci tutti, iniziamo ad operare sul serio a non essere tolleranti sulle questioni della sicurezza, pretendiamo che gli Enti dove siamo amministratori svolgono appieno i loro compiti.

 

Penso che bisogna andare speditamente ad una riqualificazione dei sistemi paritetici di settore, rivedere gli Enti nelle loro funzioni, una discussione si avvierà a livello Nazionale nel breve,c’è la necessità di riproporla a livello regionale, tenendo presente gli obiettivi che sono quelli di avere strumenti idonei per la prevenzione e sicurezza, di Governo del mercato del lavoro attraverso processi di orientamento formativi per una formazione più attiva.Gli Enti paritetici sono gli unici strumenti in nostro possesso per monitorare i dati incrociati con Inps ed Inail  rispetto al sommerso,tenendo presente che l’impegno per le Casse edili nel breve sarà più sostenuto con il fondo di previdenza complementare, a questo riguardo ricordo a me stesso, per ricordarlo a tutti che abbiamo una scadenza importante nella raccolta di 35 mila adesioni per aprire il fondo Prevedil.

 

 

STAGIONE DEI RINNOVI CONTRTATTUALI.

 

Il nostro percorso di lavoro si incrocerà   con la stagione dei rinnovi contrattuali nelle varie articolazioni settoriali, ci attende la preparazione delle piattaforme che avranno le coordinate generali nella:

  • Parte economica: recupero dell’inflazione sul potere d’acquisto delle retribuzioni e produttività;

 

  • Inquadramenti: adeguamento e giusto riconoscimento delle professionalità, per correggere un impianto di inquadramento datato in edilizia e necessario nel settore legno e arredamento.

 

  • Mercato del lavoro ed Enti bilaterali: riforma degli Enti confermando la loro natura di strumenti d’attuazione della contrattazione; creazione di un sistema unitario tra CTP e Scuola Edile con funzioni di Politiche attive del lavoro, governo del mercato del lavoro,orientamenti formativi per una formazione più attiva:

 

  • SICUREZZA: Funzioni sostitutivi del ctp-dotazione formativa sui rappresentanti dei lavoratori della sicurezza.

 

    Come vedete ci attende un lavoro difficile e laborioso che interesseranno i vari segmenti del nostro settore, definiamolo un sovrappiù rispetto alla gestione ordinaria delle vertenze ed emergenze che puntualmente si presenteranno nelle nostre realtà.

La vertenza della Coop Costruttori è emblematica, la situazione è drammatica sotto l’aspetto economico, societario e sociale, una crisi strutturale di grandi dimensioni, una emergenza sociale che potrà trovare sbocchi positivi solo attraverso un vero Piano industriale.

 

Noi sappiamo bene quale è il rapporto storico che lega la Coop al Sud, in momenti di crisi del settore ha rappresentato una ricchezza in termini occupazionali, è presente oggi al sud con il 60%della manodopera totale.

 

Oggi, più di ieri ,è urgente intervenire nel breve periodo per regolarizzare le posizioni salariali a assicurativi dei lavoratori, nel contempo ragionare per una strategia di rilancio industriale che traghetti in futuro la Cooperativa sui giusti binari.

Nei prossimi giorni convocheremo una riunione per fare il punto della situazione e formalizzare la costituzione di un coordinamento regionale.

 

Consentitimi un inciso sulla gestione della vertenza:

personalmente ho reso espliciti i dubbi sulle modalità(non sulle ragioni quelle ci stanno tutte) adottate nella proclamazione dello sciopero generale del 4 aprile.

 

 Le scelte importanti che riguardano anche il nostro territorio, debbono avvenire rispettando i ruoli di tutte le strutture Regionali in quanto vogliamo partecipare alla discussione e condivisione delle scelte.

Le regole della condivisione delle scelte valgono anche per noi,  la storia tutta calabrese del 4 aprile spero non si ripeta; con grande tranquillità e rispetto dico; non è consentito a nessuno lavorare contro lo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali nazionali, quando si decide una linea la si deve percorrere, le opinioni diverse che sono il sale della democrazia si esprimono nelle assemblee sui posti di lavoro,  fino a prova contraria gli scioperi nei cantieri edili li proclama il sindacato non l’Azienda.

 

Credo di aver delineato nelle linee generali l’approccio che dobbiamo dare al nostro lavoro di categoria, sicuramente questi temi  troveranno momenti di discussione e approfondimento  con la Confederazione e i territori.

 

Agli amici e compagni di Filca e Feneal mi attendo un confronto che migliori, s’è necessario corregga  questa idea di lavoro programmatico che ci attende da domani.

Usciamo da timidezze politiche antiche, ed esprimiamo il potenziale  e le intelligenze che sono presenti tra di noi. Rappresentiamo la terza categoria in Calabria, facciamo valere non solo i numeri ma le nostre idee che possono dare una spinta alla crescita economica e sociale della nostra terra.

 

Il progetto politico sarà accompagnato da un livello organizzativo snello. Nella prima decade del mese di maggio in un apposito comitato direttivo si passerà alla fase organizzativa con l’elezione della segreteria regionale,  dei coordinamenti politici provinciali e riorganizzazione di alcune realtà territoriali.

 

Il nostro non è un percorso ambizioso, lo ritengo normale s’è vogliamo dare visibilità politica alla Fillea Calabrese, il tempo verificherà i risultati che sapremo raggiungere.

 

Fillea Cgil Nazionale Via G.B. Morgagni, 27 Roma