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Calabria

 

Sciopero generale contro il sommerso

Cgil, Cisl e Uil chiedono con urgenza leggi regionali

sugli appalti pubblici e sul lavoro nero.

 

Uno sciopero generale per il 19 giugno, è stato indetto da Cgil, Cisl e Uil. Tra le richieste poste a base della mobilitazione c' e' quella di concordare con il sindacato e varare rapidamente due leggi regionali che per la Calabria hanno particolare valore: una sugli appalti di opere e servizi pubblici e una sul lavoro nero. ''Se davvero di riforme si vuole parlare- sostiene la Segretaria Generale della Cgil Calabria, Vera Laconica - non si possono chiudere gli occhi su quanto sta avvenendo nella condizione generale del lavoro, segnata da percentuali di lavoro sommerso e irregolare indegne di un paese civile, e da condizioni di sicurezza che producono infortuni e morti bianche, specie in edilizia, con un ritmo da tragedia. Tutto questo e' frutto sicuramente delle caratteristiche di scarsa qualità e competitività del nostro sistema produttivo, ma anche del fatto che in questi anni il valore sociale del lavoro, in tutto il paese, e' stato negato. Una intensa campagna legislativa e di opinione ha fatto pensare che tutto il futuro delle imprese doveva essere centrato sull'abbassamento dei costi, il che ha significato meno diritti, meno tutele, meno sicurezza e dilagare della precarietà. In Calabria i finanziamenti pubblici continuano ad andare anche alle imprese illegali, creando distorsioni nel mercato che penalizzano le imprese sane che pagano i contributi, i salari e contrattano col sindacato. Per affrontare questo stato di cose servono politiche nazionali di contrasto, di repressione e di prevenzione, ma la Regione ha gli strumenti per operare scelte significative, che peraltro, altre Regioni, anche del Mezzogiorno, hanno già operato. Serve una legge sugli appalti di opere e servizi pubblici che determini precise clausole sociali e soprattutto elimini le gare al massimo ribasso, che ancora costituiscono lo strumento 'legale' attraverso cui comprimere il costo del lavoro. L'effetto e' che, per esempio, le pulizie, o le mense, o i piu' vari servizi alle scuole, agli ospedali, e persino ai tribunali vengono svolti in condizioni di irregolarità. E serve anche una legge sul lavoro nero che, sull' esempio di quella pugliese, introduca il principio che le imprese, per accedere a qualunque forma di finanziamento pubblico, devono dimostrare di rispettare le leggi e le norme che regolano il lavoro, non solo attraverso il Documento unico di regolarità contributiva, previsto dalle norme nazionali, ma attraverso appositi indici di congruità che stabiliscono il rapporto tra beni e servizi prodotti e numero degli addetti impiegati. Proponiamo da tempo queste due leggi, ma nulla in questi due anni si e' mosso, neanche sul terreno simbolico o della semplice discussione, quando queste sono questioni che investono non solo la qualità e la sicurezza del lavoro, ma il profilo generale della legalità e della produttività, in termini sociali, della spesa pubblica''.

“Per sconfiggere il fenomeno del lavoro nero – conclude la Cgil regionale - è necessario un salto di qualità dell'azione legislativa ed amministrativa di cui purtroppo ancora non si vede neanche l'ombra e che il sindacato rivendica con lo sciopero generale, a cui purtroppo non potranno neanche essere fisicamente presenti i lavoratori 'invisibili' per definizione del nero, ma di cui vogliamo rappresentare la sofferenza ed i bisogni''.

 

 

Reggio Calabria  6 giugno 2007

 

 

 

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