Un sì sulla strada delle riforme

 

 

Si può immaginare un futuro per il Paese in cui i lavoratori abbiano sempre meno diritti, il lavoro diventi sempre più precario e il  futuro sia segnato da contraddizioni e incertezze?

Noi pensiamo di no.

Per questa ragione abbiamo raccolto e consegnato ai Presidenti del Senato e della Camera oltre cinque milioni di firme. Cinque milioni di firme a sostegno della  decisione  della CGIL di presentare al Parlamento leggi di iniziativa popolare che riguardano l’estensione delle tutele e degli ammortizzatori sociali

per i lavoratori delle imprese e dei settori che ne sono  privi e per garantire, ai milioni di giovani che svolgono lavori cosiddetti “atipici”, gli stessi diritti fondamentali oggi previsti per  tutti gli altri lavoratori.

Ai cittadini italiani viene ora sottoposto un quesito referendario, che ci porterà alle urne  il 15 e 16  giugno 2003.

E’ un referendum che la Cgil non ha promosso, ma è un referendum che chiede di estendere gli effetti dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori alle migliaia di donne e uomini occupati nelle imprese più piccole e che, indirettamente, impedirebbe modifiche o manipolazioni alle tutele già previste per le lavoratrici e i lavoratori  dallo stesso articolo 18.

La Cgil, responsabilmente, sostiene la partecipazione al voto e si esprime per il “SI” al quesito referendario.

Un “SI” per dare forza a quel processo di riforme che, solo se attuate, possono garantire a tutti una risposta ai bisogni oggi sempre più evidenti.

Molte imprese diranno che se vincono i “SI”, la competitività delle aziende sarà messa in discussione. E’ lo stesso argomento utilizzato nel 1970, dopo l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. Si tratta dello stesso argomento usato ogni qual volta ci sia la necessità di  affermare, difendere, estendere un diritto.

E’ nostra convinzione che si può ancora immaginare e auspicare un Paese in cui, alle prerogative di un’impresa che sa stare sul mercato perché si rinnova e investe nella ricerca, corrisponda una dignità più forte del lavoratore e del lavoro, unanimemente riconosciuta, che costituisce uno dei parametri decisivi di competitività dell’impresa stessa .

In molti, in troppi, dicono che questo referendum va boicottato, invitando all’astensione collettiva. Io penso che sia un diritto soggettivo di ciascuna persona  decidere se votare o non votare, e che, se un cittadino ritiene di votare, come noi auspichiamo, quel cittadino ha  diritto ad una informazione puntuale e ad esprimere un voto libero e responsabile.

Conoscere, essere informati, partecipare, quindi, per la CGIL è importante. E’ importante dire un “SI” per le riforme e per i diritti,  guardando al futuro e pensando a quanti, giovani e meno giovani, donne e uomini, potranno considerarsi “inclusi” e  contare così su diritti fondamentali che garantiscano la dignità della loro persona.

 

Il 15 e 16 giugno partecipa al voto e vota “SI”, un “SI” per le riforme e per i diritti.

 

 

 

Guglielmo Epifani