CRISI ECONOMICA
PRESENTATO ALLA STAMPA IL PROTOCOLLO DEL 5 MARZO
Nel corso di una conferenza stampa presso la sede romana dell’Ance
presentato il protocollo sottoscritto lo scorso 5 marzo da sindacati e dalle
associazioni imprenditoriali della filiera delle costruzioni sulle misure
anticrisi per il settore.
“Siamo di fronte ad una delle crisi più gravi degli ultimi decenni.
Purtroppo le previsioni che avanzammo a gennaio su una riduzione
dell’occupazione di oltre 250.000 unità trovano conferma nei dati reali” ha
esordito nel suo intervento Walter Schiavella, che ha ricordato i dati di
crisi del settore delle costruzioni. “Nell’ultimo trimestre 2008 in rapporto
ad analogo periodo 2007 le ore lavorate sono diminuite di circa 4.300.000
(-18%) pari a circa 125.000 occupati. La cosa che più preoccupa è
l’andamento di questi primi mesi del 2009 che, dai primi dati, ci fa stimare
la massa salariale registrata dalle casse edili in riduzione di circa il
25-30%.”
“Di fronte a tutto ciò e agli effetti che produce sulle condizioni dei
lavoratori, la richiesta di un tavolo interministeriale che è alla base del
Protocollo di intesa firmato il 5 marzo u.s. con tutte le associazioni
datoriali è la risposta necessaria da contrapporre alle iniziative
estemporanee e non concertate che il Governo ha finora proposto.”
Per Schiavella “il Protocollo del 5 marzo è un atto importante perché indica
la direzione da seguire e lo fa con la convergenza di tutti gli attori
sociali.”
Tre le questioni “per noi fondamentali in quel Protocollo: la richiesta di
una risposta immediata ed efficace per adeguare gli ammortizzatori sociali
alla gravità della crisi ed alla specificità del settore allungandone la
durata e aumentandone gli importi; la richiesta di una politica di
investimento sulle infrastrutture, sulle politiche abitative e sulle
politiche industriali di settore che sia immediatamente esigibile, al
contrario di quanto fatto finora con la delibera CIPE del 6 marzo che non
attribuisce le risorse alle singole opere ma la rinvia a successive delibere
procrastinando di fatto ila concrta apertura dei cantieri di molti mesi e
con un fantomatico piano casa che stanzia di fatto solo 200 ml di euro; la
richiesta contestuale di un’azione di controllo più efficace per contrastare
il lavoro nero, garantire diritti e sicurezza e di una azione regolatrice
più incisiva per dare al mercato quelle regole necessarie a sostenere le
imprese virtuose e legali.”
“In questo senso destano preoccupazione – ha concluso il segretario generale
Fillea Cgil - le scelte ipotizzate dal Governo che sembrano andare nella
direzione opposta sia in materia di controlli (con circa 17.000 ispezioni in
meno come conseguenza della direttiva Sacconi) che di regole urbanistiche e
di mercato.”
Poi sotto scrivi
Testo del
protocollo |