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SICUREZZA SUL LAVORO, EDILIZIA ESCLUSA DA NUOVE NORME  

FILLEA: IL MINISTERO DOVEVA CONSULTARCI

Commento di Franco Martini sulle pagine di Rassegna Sindacale.

 

 

Il giro di vite sulla sicurezza varrà per tutte le imprese, ma non per quelle edili. A pochi giorni dall’entrata in vigore della legge approvata dal Parlamento lo scorso primo agosto, una circolare del ministero del Lavoro chiarisce che la novità più importante del provvedimento (la sospensione, ossia la possibilità di congelare l’attività di un’impresa non in regola) avrà un’applicazione più morbida per il settore delle costruzioni. La circolare è stata diramata il 22 agosto agli Ispettori del Lavoro (responsabili dell’applicazione delle nuove norme nei cantieri) e ripresa oggi dal “Sole 24 Ore”, che parla di “doppio binario” e “realismo” da parte del ministero, ma chiede anche che “il nocciolo duro della nuova legge” venga attuato “senza troppi artificieri”.

 

Critica anche la reazione della Cgil. Per il segretario generale della Fillea, Franco Martini, il provvedimento rischia di alimentare “sospetti ingiustificati” e non è stato adottato col “metodo giusto”. Com’è noto, la legge 123/07 approvata poche settimane fa, oltre a delegare il governo all’elaborazione di un Testo unico sulla sicurezza e salute entro nove mesi, ha introdotto alcune disposizioni che entreranno in vigore immediatamente, a partire dal 25 agosto. Tra queste, appunto, la “sospensione”, che la legge prevede in tre casi: quando un’azienda impiega lavoratori in nero oltre il 20% della sua manodopera complessiva, quando ci sono irregolarità negli orari e nelle pause, e in caso di violazione delle norme sulla sicurezza e salute. Su quest’ultimo punto, però, il ministero ha deciso di esentare le imprese edili, probabilmente temendo una paralisi dei cantieri. Nel settore edile, dunque, continua ad applicarsi l’articolo 36-bis della legge 248/06. Ossia si potrà sospendere l’attività di un’impresa solo se ricorre a lavoro in nero e non rispetta gli orari di lavoro.

 

Per Martini inoltre “non è il metodo giusto adottare un provvedimento che può contenere messaggi contraddittori” rispetto “alla lotta all’irregolarità nei cantieri”. E soprattutto è sbagliato farlo “al di fuori del tavolo di settore, al quale in tutti questi mesi si è positivamente gestita l'iniziativa sulla sicurezza e contro il lavoro nero in edilizia”. “Sul terreno del merito – commenta il segretario generale della Fillea Cgil - è indubbio che la circolare del Ministero può spiegarsi solo in ragione della piena efficacia dell'insieme delle misure che per lo specifico settore delle costruzioni il governo ha adottato dal suo insediamento. Ma proprio per questo sarebbe stato opportuno che essa venisse diramata dopo una verifica con le parti sociali sul funzionamento attuale di tutte quelle misure, a partire dal DURC (il certificato che attesta la regolarità di un'impresa per quanto concerne gli adempimenti INPS, INAIL e Cassa Edile, ndr)”. Per Martini, in conclusione, “così, rischia di alimentare il sospetto di un ingiustificato allentamento dell'iniziativa sulla sicurezza, cosa della quale il settore in questo momento non ha proprio bisogno”.

 

 23 agosto 2007

 

 

 

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