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Ponte Stretto di Messina

Tavola rotonda promossa dal WWF Italia, con l’adesione di

Cittadinanza Attiva,  Italia Nostra e Legambiente sul tema

“ Il ponte sullo Stretto di Messina: la natura è/e cosa nostra “

 

Sabato 14 maggio 2005, ore 9.30-13.30

Sala del Consiglio comunale di Messina

 

Intervento di Franco MARTINI – Segretario Generale Fillea-Cgil

 

I sogni faraonici del Presidente del Consiglio rischiano di diventare sempre più incubi per il Paese. A fronte degli innumerevoli problemi sollevati in questi mesi in relazione all’imminente gara che dovrebbe definire il General Contractor Berlusconi risponde con un argomento di grande spessore tecnico e politico: “i fidanzati potranno così incontrarsi anche alle quattro del mattino”.

Così si discute del Ponte sullo Stretto, la più grande opera mai prevista nel Paese e, con quelle caratteristiche, nel mondo!

Il Governo invece deve replicare in sede autorevole e con argomenti di merito fondati alle obiezioni. La comunità scientifica esprime sempre più dubbi sulla possibilità effettiva di realizzare tecnicamente l’opera oltre che sui problemi di impatto ambientale. Occorre individuare una sede per confrontare le tesi sostenute. Il piano finanziario è totalmente incompatibile sia con lo Stato della finanza pubblica, sia con le risorse private attivabili, né le previsioni di flusso del traffico autorizzano chissà quale ottimismo. In questo quadro il rischio di attrarre risorse provenienti da operazioni illegali ed organizzazioni criminose è più che fondato, così come è fondato il rischio che la futura spirale di lievitazione dei costi ricada sulle spalle dei contribuenti. La figura del Contraente Generale ha già dato prova  di scarsa efficacia nella realizzazione delle altre opere per le quali è stata attivata: aumentano i costi e viene favorito il ricorso massiccio al subappalto ed al massimo ribasso, come la Salerno-Reggio Calabria e non solo dimostrano. Questa è la conseguenza della “privatizzazione” dell’appalto pubblico, senza garanzie per le stazioni appaltanti, né per i cittadini ed in presenza di un’opera così intrecciata con gli interessi generali occorre una rivisitazione critica delle modifiche introdotte alla normativa sugli appalti.

Invece di reiterare dichiarazioni propagandistiche su un sogno che rischia di lasciare solo ferite non rimarginabili sul territorio il Governo farebbe bene ad aprire un grande tavolo di confronto nel Paese sulle questioni sollevate. Un’opera come il Ponte sullo Stretto si fa una sola volta nella vita e per questo riguarda la vita di tutti. E’ un progetto che va restituito alla responsabilizzazione ed al coinvolgimento di tutti gli attori sociali, a partire dalle comunità più direttamente interessate.

 

Il sindacato delle costruzioni pensa che esistano altre priorità oggi nel Paese e nello stesso Mezzogiorno. Sarebbe più utile discutere come attuarle fin da domani piuttosto che alimentare una prospettiva come quella del Ponte lontanissima dai bisogni di sviluppo di breve e medio termine delle popolazioni del Mezzogiorno

 

Messina, 14.5.2005

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