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Direttivo Nazionale Fillea – 21 Dicembre 2006.  

 

Relazione Franco Martini

 

 

Le immagini con le quali abbiamo aperto questo nostro Direttivo testimoniano di una delle nostre ultime iniziative significative che hanno caratterizzato questo anno di lavoro della Fillea. In questo caso, particolarmente impegnativa data la difficoltà e la distanza che separa quel settore e quei lavoratori dalla tradizione della nostra categoria.

 

Ma tutto il 2006 si è presentato come un anno denso di iniziative per la vita della nostra categoria, un anno nel quale lo sforzo di tutto il gruppo dirigente è stato quello di consolidare e sviluppare ulteriormente il rinnovamento politico ed organizzativo della categoria, a partire dal Congresso Nazionale che abbiamo tenuto a Pesaro nel mese di febbraio.

 

E’ stata quella la sede nella quale si è potuta verificare la consistenza del lavoro portato avanti in questi ultimi anni, sia nella tangibilità dei volti nuovi che hanno rappresentato il gruppo dirigente in gran parte delle strutture territoriali, sia nella qualità della proposta politica  e strategica, frutto della elaborazione e dell’esperienza presente al suo interno, consolidatasi nelle stagioni sindacali che abbiamo alle spalle ed in quelle presenti.

Abbiamo considerato quell’approdo politico un punto irreversibile del nostro percorso, la costruzione di un sindacato multietnico, di un soggetto multiculturale in grado di rappresentare la più grande novità che in questi anni ha investito il nostro settore, ma non solamente il nostro settore e che già oggi fa della Fillea il reparto più avanzato dell’impegno della Cgil sul fronte delle politiche per l’immigrazione, della rappresentanza degli immigrati e del loro impegno nel lavoro sindacale e nei ruoli di direzione.

 

Tuttavia non dobbiamo pensare che il grosso sia stato fatto. Al contrario, permangono difficoltà diffuse nel sindacato ed in parte anche nella nostra categoria, convinzioni e sensibilità non ancora sufficientemente presenti nei gruppi dirigenti. La manifestazione di sabato scorso a Milano, al netto dell’infelice scelta della data caduta nel pieno del periodo natalizio, ha dimostrato quanto questi limiti siano presenti tra noi. Sono limiti che vanno rapidamente recuperati, soprattutto alla luce del fatto che una nuova politica per l’immigrazione che sostituisca quella voluta dal centro-destra sarà uno dei primi impegni del confronto con Governo dopo la Finanziaria ed è ovvio che al sindacato spetta giocare un ruolo principale in questo confronto. Per la nostra categoria, per la Fillea in particolare si tratterà di un impegno assolutamente prioritario. Per queste ragioni già dai primi giorni dell’anno svilupperemo una iniziativa di coinvolgimento delle nostre strutture per portare le nostre proposte dentro il confronto politico generale, per affrontare le problematiche legate all’immigrazioni all’interno della contrattazione e per sviluppare ancor più la nostra rappresentatività tra i lavoratori stranieri, ribadendo l’impegno a far crescere la loro presenza negli organi di direzione della categoria.

 

La stagione contrattuale è stata innanzitutto caratterizzata dal tavolo di rinnovo del biennio contrattuale in edilizia. Anche in questa tornata siamo riusciti a centrare positivamente gli obiettivi che ci eravamo dati, come già era avvenuto in occasione del contratto nazionale, completando più che dignitosamente la stagione in edilizia.

Dall’intesa nazionale sull’Elemento Economico territoriale e poi scaturita la contrattazione integrativa provinciale, che ha subito evidenziato una certa difficoltà ad assumere il ritmo delle precedenti occasioni. E’ come se questa volta le strutture avvertissero una difficoltà in più ad “entrare in partita”, tant’è che siamo ormai alla fine dell’anno con la contrattazione non ancora conclusa ed in alcuni territori ancora distante dalla possibile chiusura. E’ del tutto evidente che questo ritardo non poteva non avere effetti sulla decorrenza della parte salariale, rendendo in molti casi vana la difesa di principio al tavolo nazionale della intangibilità delle scadenze contrattuali.

 

Faremo, tuttavia, alla fine una valutazione più attenta delle ragioni, come pure dei contenuti della contrattazione, sui quali già il dipartimento ha avviato una prima verifica. La stagione degli integrativi sicuramente ha all’attivo l’aver aperto una breccia nell’annosa vicenda della carenza malattia, sulla quale decine di accordi hanno definito un diritto contrattuale. Sarà una base più avanzata quando, fra pochi mesi dovremo tornare al tavolo nazionale per il nuovo rinnovo del contratto nazionale.

 

Altrettanto positiva è stata la fase contrattuale nel settore degli impianti fissi dove sono state concluse tutte le code contrattuali e nel quale si è prodotto tra gli altri un avanzamento importante con la definizione della piattaforma legno-artigiani, che da mesi o anni teneva ferma la nostra iniziativa in quel importante settore. Certo, la piattaforma non è l’accordo, ma senza piattaforma non poteva esservi neanche il negoziato, che adesso, invece può decollare. Resta in questo settore il tema della nostra capacità di esercitare fino in fondo la contrattazione di secondo livello, soprattutto sui temi delle condizioni di lavoro, ma è tema che in più di una occasione abbiamo posto e che dunque non riprendo.

 

Il 2006 è stato soprattutto l’anno nel quale al Governo di Centro-Destra è succeduto quello di Centro-Sinistra, con quell’indimenticabile esito al cardiopalma. Con la nascita del Governo Prodi abbiamo vissuto il risveglio della concertazione, sebbene in parte contraddetta nella convulsa fase della stretta sulla Finanziaria.

Ma per il nostro settore il cambio dello scenario politico si è fatto sentire immediatamente, anche se sull’onda delle nostre immancabili tragedie quotidiane. Infatti, dopo il carico di morti nei antieri registrato nel mese di agosto, il Governo ha adottato il famoso pacchetto di provvedimenti di contrasto al lavoro nero, che noi abbiamo giustamente apprezzato, trattandosi di rivendicazioni che da anni avevamo avanzato.

 

Naturalmente, quel pacchetto è solo un primo passo nella direzione di un lavoro più sicuro nei cantieri e non solo nei cantieri. E’ già stato annunciato il tavolo sul quale dovrebbe prendere vita il testo Unico alla Sicurezza ed è inutile ribadire quanto la nostra categoria dovrà essere protagonista in questo caso.

Ma l’iniziativa di mobilitazione sui temi della sicurezza dovrà mantenere un profilo forte e diffuso sul territorio, dovrà restare il nostro “assillo quotidiano”, coinvolgendo sempre più tutte le nostre forze impegnate in materia, a partire dai delegati e dai RLS e RLST, già a partire dall’importante appuntamento del 12 gennaio, quando si terrà l’Assemblea Nazionale Cgil-Cisl-Uil e fino alla importantissima Conferenza Nazionale del Governo sulla Sicurezza che si terrà a Napoli nei giorni 25-26 gennaio, con la partecipazione del Presidente della repubblica, del Presidente del Consiglio e di tutto il Governo.

 

Qualche problema in più, invece, dal Governo ci proviene sul fronte della Finanziaria. Le valutazioni generali già le conoscete poiché sono state oggetto dell’ultimo Direttivo della Cgil ed in parte di quello nostro di Tirrenia. Per quanto riguarda il settore, la carenza di risorse per le infrastrutture rischia di farsi sentire presto con il rischio di sospensione di lavori già avviati od il mancato decollo di nuovi lavori. Inoltre, il mancato accoglimento di emendamenti al maxiemendamento da noi sollecitati ha determinato punti di crisi in aziende significative del settore, come nel caso della Pavimental, dove si è dovuti ricorrere ad iniziative di mobilitazione per rappresentare il rischio occupazionale incombente.

 

Ovviamente, da parte nostra si è voluto evitare di qualificarsi come un soggetto in grado solo di allungare l’elenco della spesa, che nel settore infrastrutturale sappiamo essere foriero di tante illusioni, dopo le mancate promesse berlusconiane, soprattutto in tempi di vacche magre come quelli che stiamo vivendo oggi in ordine alla finanza pubblica.

Ma non c’è dubbio che fin dalle prossime settimane, soprattutto a fronte del fatto che il Governo dovrà necessariamente far seguire alla fase della finanziaria 2007 quella delle riforme e dello sviluppo, dovremo presentarci nel dibattito nazionale presentando un quadro credibile, attendibile dei bisogni infrastrutturali del Paese, a partire dai punti più critici che già conosciamo e mantenendo una attenzione particolare al Mezzogiorno, sul quale faremo uno sforzo di aggiornamento dell’elaborazione e delle proposte, attraverso lo svolgimento della seconda Conferenza Nazionale, dopo la prima svolta a Bari nel 2002.

 

Sempre con Governo dovremo gestire il tavolo sul Codice Unico degli Appalti, assolutamente determinante per noi, per dare il supporto strutturale all’iniziativa contro il lavoro nero e irregolare, per la sicurezza, per la qualificazione del sistema di imprese. Sarà la sede nella quale insisteremo con l’insieme delle proposte che unitariamente la categoria ha da tempo messo a punto e che rappresentano già oggi il nostro contributo al tavolo attivato dal Ministro del Lavoro Damiano, il quale ha manifestato la volontà di rinnovare un secondo avviso comune, più avanzato e cogente di quello firmato con il Governo Berlusconi.

 

In questo quadro va emergendo in tutta la sua consistenza la crisi della rappresentanza delle imprese, in particolare dell’Ance, le cui diatribe interne sul cambio della presidenza hanno determinato da mesi una vera e propria condizione di paralisi a fronte della quale diventa sempre più inevitabile una iniziativa politica della categoria nei confronti dei vertici dell’Associaizone.

 

Abbiamo aperto il Direttivo con le immagini del presidio del 18 novembre sotto il Ministero dei Beni Culturali a sostegno della vertenza sul restauro e l’aercheologia.

Da un lato, dobbiamo registrare con soddisfazione che la riuscita di quell’iniziativa è l’espressione di un impegno crescente della categoria verso quel settore, a partire da quello delle compagne e compagni di Fillearestauro e poi quello delle strutture Fillea più direttamente interessate. Naturalmente, a tale impegno crescente ancora non corrisponde a nostro avviso una altrettanta radicata convinzione di una parte del gruppo dirigente, che continua a guardare a questo lavoro con sufficienza ed approccio sporadico, in alcuni casi tarpando l’impegno diretto dei giovani restauratori.

Occorre superare quanto prima questi limiti poiché la vertenza col Governo è giunta ad una fase cruciale, caratterizzata, da un lato, dal tentativo del Ministero dei Beni Culturali di sfuggire al confronto, dall’altro, dalla disponibilità del Ministero del Lavoro di intervenire sui temi della precarietà presenti anche in questo settore.

 

Per questo invito la Fillea ad offrire una sponda convinta a quelle ragazze e ragazzi, alcune testimonianze dei quali abbiamo ascoltato, che aggrappano molte delle loro speranze nel nostro sindacato e nella sua iniziativa.

 

Come tanti altri giovani del settore e anche meno giovani, ma in generale come la stragrande maggioranza dei nostri lavoratori il tema delle pensioni sarà uno dei banchi di prova più impegnativi delle prossime settimane. Le ragioni le abbiamo già discusse a Tirrenia e non le ribadisco. Per noi resta l’obiettivo di difendere il diritto ad andare in pensione con l’età fissata dalla riforma Dini, data l’usurabilità autentica dei nostri lavori.

Ma intanto, già dai prossimi giorni saremo dentro il semestre che deciderà della destinazione futura del TFR e dunque il tema della Previdenza Complementare sarà uno dei terreni di massimo impegno, sul quale davvero non saranno più ammesse sottovalutazioni da parte dei nostri gruppi dirigenti.

Per questo, unitariamente, è stato approntato un programma di iniziative che dovrà riguardare tutti i settori e che adesso il Presidente vi illustrerà brevemente.

 

Infine, le questioni organizzative, i temi della rappresentanza e della rappresentatività, del rinnovamento dei gruppi dirigenti della nostra categoria. Su questo abbiamo svolto il Direttivo di Tirrenia, quindi, non ho davvero nulla da aggiungere, se non per confermare che la segreteria sta lavorando su quelle indicazioni, in particolare per avviare fin dai primi giorni del prossimo anno il confronto con Filca e Feneal sui temi dei rapporti unitari, nel lavoro di sindacalizzazione e nella gestione degli enti bilaterali, oltre naturalmente ai contenuti dell’iniziativa politica.

 

Non mi resta che ringraziare tutte le compagne e i compagni per il lavoro svolto da ognuno di voi e da quelli che non sono nel Direttivo Nazionale, perché solo l’impegno collettivo di tutto il quadro dirigente della Fillea ha reso possibile i risultati di questi anni e quelli che ancora dovremo cogliere nelle prossime settimane. L’ho detto in più di una occasione che questa è la vera forza della nostra categoria, il vero motore senza del quale neanche le migliori individualità avrebbero la possibilità di esprimere tutte le loro potenzialità.

 

Grazie di nuovo e consentitemi di rivolgere a tutti voi e a tutta l’organizzazione gli auguri più affettuosi per il nuovo anno, con la speranza, ma ancor più con la convinzione che sarà ancora una volta caratterizzato dalla nostra iniziativa e da quella di tutto il sindacato.

 

 


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