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Sicurezza

 

Franco Martini, Segretario Generale Fillea Cgil, su infortuni mortali

 

 

“I morti sul lavoro rappresentano la vera emergenza del paese e se gli infortuni mortali sono in aumento mentre cresce il Pil, viene da chiedersi quale sia il prezzo pagato alla crescita economica”

 

Questa la dichiarazione del Segretario Generale della Fillea CGIL Franco Martini, a seguito dei numerosi infortuni mortali accaduti nelle ultime ore.

 

“Le misure adottate dal Governo, in ultimo l’approvazione in Consiglio dei Ministri del Testo Unico sulla sicurezza – continua Martini- sono importanti e rappresentano una chiara direzione di marcia, che va sostenuta con forza. Ma la sicurezza sul lavoro non è materia settoriale.

In edilizia, ad esempio, a poco valgono le migliori norme sulla sicurezza se non sono accompagnate da una revisione della normativa sugli appalti che ponga fine all’uso illimitato e incontrollato del subappalto”.

 

“Il Governo –continua il Segretario della Fillea CGIL - deve pertanto coordinare le proprie azioni. Innanzi tutto, lavoro ed infrastrutture, per rendere coerente il codice unico degli appalti con le politiche di lotta al lavoro irregolare e per la qualificazione delle imprese. E poi, le liberalizzazioni.

 

“Cosa significa in edilizia - domanda Martini - diventare impresa in 24 ore, quando è noto essere questa la fonte delle principali distorsioni del sistema?”.

 

“È tempo di combattere le ipocrisie. Il monito del Presidente della Repubblica Napoletano lo segnala e non si possono più ammettere ambiguità e ritardi. Le situazioni denunciate dalla stampa non rappresentano le eccezioni, ma una situazione molto diffusa da nord a sud, che convive con la crescita in atto nel settore edile”.

 

“Ciò significa che la crescita non genera automaticamente qualità del lavoro. Per questo – aggiunge Martini - occorrono politiche fortemente finalizzate anche nel sostegno alle imprese. Quel terzo di “tesoretto” che Prodi vuole dedicare allo sviluppo deve premiare le imprese che fanno della sicurezza il vincolo delle proprie azioni. Infine –conclude Martini – la lotta alla precarietà. Occorre restituire al lavoro, ai suoi diritti e alla sua dignità, la centralità sottratta da tanti anni di falso modernismo. Per questo, anche la sinistra che vuole aprire una nuova pagina nella storia del riformismo in questo paese, deve interrogarsi sui propri ritardi”.

 

 

 

Roma 14 aprile 2007

 

 

 

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