L'ammodernamento della
Salerno - Reggio Calabria rappresenta per il Paese ed in particolare per
il Mezzogiorno, un'opera infrastrutturale strategica. Anche se, per
svolgere fino in fondo questa funzione, dovrà essere completata con le
infrastrutture di collegamento alle arterie stradali locali, i sistemi
produttivi e, soprattutto, dovrà essere attrezzata affinché diventi uno
dei cardini per il sistema integrato dei trasporti Nazionale ed
Internazionale.
Siamo consapevoli, che
per la realizzazione di questa importante opera necessitano lavori
complessi, capacità organizzative ed imprenditoriali, alte
professionalità e integerrimi controlli sui materiali, sui prodotti
sull'esecuzione dei lavori e sulle imprese chiamate a lavorarvi,
giacché, oltre alle problematiche legate alla costruzione, all'impatto
ambientale, a quelli del controllo del territorio, si deve aggiungere la
sicurezza per i lavoratori e degli utenti, poiché i lavori sono e
saranno, eseguiti a traffico aperto.
Per questo, il punto
dirimente non è l'opera in quanto tale, ma, con tutte le garanzie per la
sicurezza, che sia terminata nei tempi più stretti possibili, ridefiniti
in un quadro di certezze economiche, di costruzione e di fruizione
completa del realizzato.
Per raggiungere questo
obiettivo, il Governo, deve predisporre tutte le azioni finalizzate alla
sua copertura finanziaria ed evitare il rischio che diventi L'incompiuta
del nostro Mezzogiorno, poiché, l'attuale programma di infrastrutture
per il Paese, la priorità non è sempre l'indicatore dell'esigenza, ma è
la convenienza, anche sotto l'aspetto dei consensi, a fare la
differenza.
Per evitare il rischio
“dell’incompiuta”, la soluzione a questo problema dovrà essere trovata
già nella finanziaria 2005.
In quella sede, il
Governo dovrà prevedere, l'intero finanziamento, anche se scaglionato
nelle prossime tre finanziarie, dove e come reperire le risorse
economiche, affinché i lavori, delle gare assegnate, possano partire e
le gare ancora in fase di assegnazione possano concludersi rapidamente,
anche l'iter di assegnazione definitiva.
Inoltre, è necessario
trovare, nella stesura degli impegni di spesa da porre nella legge
finanziaria 2005, le risorse economiche per l'avvio o la conclusione per
le opere necessarie al completamento di questa infrastruttura.
Solo in questo quadro di
certezze, si può chiedere, da un Iato, ancora dei sacrifici ai cittadini
utenti e dall'altro, chiedere ai lavoratori, impiegati nella
realizzazione dell'opera, la disponibilità a lavorare su più turni.
In assenza di quel
quadro di certezze sopra richiamate e di politiche per la formazione
professionale, che devono essere protese affinché la fine cantiere non
venga vissuta come l'ennesimo dramma, ma c'è una concreta possibilità di
un passaggio da un lavoro ad un altro lavoro, non è possibile chiedere,
a nessuno dei soggetti richiamati, pena un solenne rifiuto, dei
sacrifici.
Per noi, rimane centrale
la questione dell'esecuzione dei lavori, il rispetto delle condizioni e
dei diritti dei lavoratori.
L'esperienza ci ha
dimostrato e l'approfondimento che abbiamo fatto sui lotti di lavori
assegnati per l'ammodernamento dell'autostrada SA-RC ce l'hanno
confermato, che quando i lavori di un lotto si fermano, il blocco
pregiudicherà la fruibilità dell'intera infrastruttura.
Chi sostiene che questi
problemi sono stati superati con il General Contractor, sa di sostenere
una non verità, giacché sa che i processi di deresponsabilizzazione non
sono stati eliminati e che la strada di dare gli appalti ed i
subappalti, sarà maggiormente ricorrente. Il tutto, comporterà che e i
lavori nel cantiere, saranno eseguiti con una forte compressione dei
costi a causa delle molteplici cessioni di lavori a terzi che vanno dal
Contraente Generale a scendere fino all'ultimo dei subappaltatori o
fornitori.
Così come, dobbiamo
prendere atto che l’impianto finanziario, sul quale si basava tutta la
realizzazione delle opere indicate nella legge "Obiettivo", alla prova
dei mercati, non è stato in grado di attirare nemmeno un EURO di
investimenti privati. I privati, hanno scelto l'altra procedura, quella
della finanza di progetto, in quanto presenta pochi rischi per il
recupero del finanziamento (questo avverrà con la gestione dell'opera),
è più "commerciabile" sul mercato finanziario, il promotore non deve
ipotecare i titoli a garanzia del credito. AI contrario, il Contraente
Generale che deve dare garanzie certe per il credito concesso e questo
comporterà delle enormi difficoltà per le imprese che si attesteranno su
questa procedura. Le difficoltà non staranno nella realizzazione della
prima opera aggiudicata, ma in quelle successive, poiché la liquidità
finanziaria è scarsa ed i titoli sono stati già "curati" .
Inoltre, dallo studio
fatto sui dati ANAS, abbiamo potuto costatare, che il divario fra il
costo medio a chilometro dei sei Macrolotti affidati o da affidare al
Contraente Generale ed i 31 lotti, affidati con le procedure della legge
"Merloni", è superiore di quattro o cinque volte, mentre, ad oggi, non
sono diminuiti affatto i tempi di realizzazione.
Per questo, riteniamo
necessario e urgente, rivedere tutto !'impianto della legge "Obiettivo",
coinvolgendo tutti i soggetti imprenditoriali - e non ad escludendum
come precedentemente fatto - le OO.SS., il Parlamento, poiché la
dotazione infrastrutturale del Paese è una necessità di tutti e non di
pochi "intimi".
Se non si
prende atto di questo, il rischio è:
-
per le
imprese è la convulsione che precede la morte;
-
per il
Paese, di non avere una sola infrastruttura di quelle indicate nella
legge "obiettivo";
-
per i
cittadini, "lacrime e sangue" da versare attraverso le imposizioni
fiscali;
-
per i
lavoratori, maggiore precarietà.
Gli unici a beneficiare
da questo sistema di affidamenti, saranno gli Istituti di credito i
quali, in ogni modo, non solo recupereranno il finanziamento concesso
(anche nei confronti dello Stato), ma straguadagneranno dai proventi
degli interessi che matureranno sul finanziamento e sugli stessi
interessi.
Nel passato, il
sindacato ha cercato, ma inutilmente, di contrastare la tendenza a
"privatizzare" !'Appalto Pubblico.
Oggi, a seguito della
sottoscrizione di un Protocollo d'Intesa, fra ANAS e OO.SS, dobbiamo,
pubblicamente, dare atto all'ANAS, non solo di avere la volontà di
definire con il sindacato come controllare che i diritti dei lavoratori
siano rispettati ma anche come avere relazioni sindacali finalizzate
anche alla risoluzione dei problemi che dovessero insorgere e che
pregiudicherebbero la tempistica delle lavorazioni.
Riteniamo, che la parte
più importante di questo Protocollo d'Intesa è di averlo traslato nei
contratti d'appalto alla pari di tutti gli altri adempimenti ivi
previsti. Questa decisione, per qualcuno potrebbe non significare nulla,
ma al sindacato gli da la possibilità, nel caso di sua inosservanza, di
far mettere in mora !'impresa con tutte le conseguenze che quest'atto
comporta.
Per questi motivi, che
vogliamo riconoscere a questa Stazione appaltante, la volontà di aver
intrapreso un percorso di relazioni sindacali non esistente prima. E di
aver riconosciuto, da un Iato, il ruolo del sindacato quale soggetto
attivo ed interessato alla realizzazione di quest'importante
infrastruttura, dall'altro, che le azioni intraprese, per la prevenzione
ed il controllo, sono più difficile da adottare e, in ogni modo, meno
cogenti rispetto ad un azione sinergica con il sindacato.
La stessa sensibilità,
non l'abbiamo riscontrata nel Ministero delle Infrastrutture poiché,
quando ha deciso che all'interno di ogni Macrolotto ci fosse presente un
Ufficio della Guardia di Finanza, non hanno sentito l'esigenza, se non
altro di sensibilità politica, di ascoltare il sindacato.
Riteniamo che l'Ufficio
della Guardia di Finanza, è una delle azioni utili, ma non sufficiente a
prevenire le infiltrazioni malavitose nelle varie forme che si
rappresenta e nemmeno può combattere le tante forme di irregolarità che
possono annidarsi in un lavoro pubblico.
Queste attività
illecite, si contrastano con un lavoro di prevenzione sul territorio,
rafforzando le Istituzioni come gli Ispettori,le ASL e un servizio di
Intelligence da attivare presso le Prefetture per bonificare il
territorio e avere un Osservatorio sulle evoluzioni Socio - Economiche
del territorio che la presenza di una concentrazione di importanti
finanziamenti creano.
Su questi argomenti,
forti anche delle esperienze che abbiamo vissuto sul "campo", siamo in
grado di dare suggerimenti e mettere a disposizione tutta la nostra
esperienza e determinazione a contrastare l'illecito, giacché è uno dei
canali dal quale si sfruttano i lavoratori indipendentemente dal Paese
di provenienza o colore della pelle.
Infine, lo studio dei
dati che abbiamo effettuato sui lavori svolti, vuole essere, nello
stesso tempo, una denuncia ed una proposta affinché la programmazione, i
finanziamenti, l'esecuzione dei lavorii per l'ammodernamento della
Salerno Reggio Calabria diventino Il Problema del Paese e far convergere
su questo Problema, tutta l'attenzione del Governo, degli Enti locali,
delle forze politiche e degli operatori economici.
All'interno di questa
attenzione, un posto di riguardo deve essere dato agli interventi a
tutela dei lavoratori che saranno impegnati nella realizzazione dei
lavori. Soprattutto, affinché questi lavori siano eseguiti in sicurezza
e nel rispetto dei diritti collettivi ed individuali.