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Edilizia. Le prime 20 imprese italiane

Modifica della struttura Tecnico – Organizzativa ed

Economico – Finanziaria

 

 

A seguito del Seminario del 21 marzo 2005 sul Sistema delle Grandi Imprese, tenutosi al Dipartimento di Architettura ITACA con il Prof. Norsa, abbiamo lavorato su questo primo studio, che intendiamo trasformare in Osservatorio Permanente e quindi rinnovare di anno in anno estendendolo fino alla 50° impresa della classifica di “Costruire”.

I dati di questa ricerca confermano la tendenza alla sottocapitolarizzazione finanziaria ed alla non crescita. 

Se noi confrontiamo le prime 20 imprese del 1993 con le prime 20 del 2003, notiamo che da una griglia di 25 si passa a 11 con processi di acquisizioni dirette o di rami  di azienda,  che però non hanno portato alla crescita quantitativa e qualitativa delle stesse.

Su 20 imprese molte sono a rischio finanziario, 4 vulnerabili, nessuna ha la solidità e solo 2 hanno una solvibilità superiore alla media.

Fra le prime 50 imprese in Europa soltanto due sono italiane, la prima al 20° posto la seconda al 50°.

Nel 1993 i dipendenti diretti erano 18.420 e nel 2003 12.320 con un trend decrescente anche nel 2004. Si passa da un rapporto fatturato-addetti diretti del 0,64% del ’93 allo 0,19 del 2003.

Da questi macrodati emerge che non solo non abbiamo grandi imprese in grado di avere una massa critica finanziaria e il know – how per competere sul mercato internazionale, ma sul nostro paese grava l’assenza di politiche industriali a sostegno del sistema delle imprese del settore. Si è sempre considerata l’impresa edile una via di mezzo fra l’impresa industriale e quella terziaria e quindi fuori dai processi dell’innovazione e della ricerca, inoltre la legislazione sugli appalti pubblici non prevede criteri di qualificazione che includono anche i valori degli organici in particolare per la gestione dei cantieri e delle figure operaie.

Occorre definire con il concorso di tutti una legge per una politica industriale delle costruzioni che,  nell’ottica che l’Unione Europea ci raccomanda ( COM 97/53),  metta in campo azioni molteplici che investono il mondo delle imprese.

Occorre riunificate in un unico strumento tutte le agevolazioni oggi dirette alle “ Imprese di Costruzioni”, operatori di “Ricerca”, della “Progettazione, della “Committenza”,  aggiungendo le altre finalizzate alla formazione professionale continua e quindi in generale premiando quelle imprese che si mettono dentro un circuito virtuoso di un mercato di regole trasparenti.

Questo obiettivo che può sembrare demagogico è l’unico possibile se si vogliono  creare condizioni di strutturalità che producano ricchezza e qualità per il settore e per il Paese. E’ solo in questo contesto che si possono rendere veramente efficaci le conquiste degli ultimi anni come il DURC e la sua estensione ai lavori privati, nella difficile lotta al lavoro nero.

Su questi temi come Fillea Nazionale abbiamo in corso una discussione unitaria, per definire un documento che ci consenta di discutere con le forze politiche di opposizione ma anche di maggioranza, in particolare in vista della nuova legislatura.

 

 

 

              Roma 15 giugno 2005 

 

                                                          

                                                                       Mauro  Macchiesi

 

 

 

 

SCHEDE SULLE PRIME 20 GRANDI IMPRESE DI COSTRUZIONE

 

 Politiche Industriali Edilizia

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