Le prime 60 “ imprese generali” italiane: consistenza e caratteristiche

Gianadrea Fazio, Francesca Giofrè

 

1. Il valore della cifra d’affari  - 2. La distribuzione territoriale – 3. L’Occupazione - 4. La Qualificazione e la certificazione  - 5. I settori di intervento – 6. Il mercato estero  - 7. Il profilo delle imprese generali

 

Le elaborazioni di seguito illustrate perseguono l’obiettivo di ricostruire il profilo economico e il campo di azione potenziale e reale del gruppo di 60 imprese generali, così come individuato da dossier Costruire “Classifiche 2002”. A tal fine sono state analizzati i dati e informazioni relative alle “prime” 60 imprese generali[1], ovvero quelle <<società che svolgono un ruolo completo all’interno della fase realizzativa e sono in grado di effettuare qualsiasi intervento>>[2] e  che hanno avuto una soglia di affari nell’anno 2001 appena sotto i 40 milioni di Euro[3].

Gli aspetti di seguito trattati,  le loro relazioni, e gli output sono esplicitati nel grafico di seguito illustrato. Il “gruppo” di imprese generali risulta essere molto disomogeneo, a tal fine per l’analisi si è proceduto alla disarticolazione in sottogruppi (ranks) con caratteristiche omogenee.


 

1. Il valore della cifra d’affari

Nel 2001 le prime 60 imprese generali del comparto delle costruzioni hanno avuto una cifra di affari globale (CA)[4] pari a circa 11 miliardi di Euro ed un numero di addetti, tra dipendenti diretti e indiretti, pari a circa 66.500 unità.

Sempre nel 2001, anno di riferimento dell’indagine, sulla cifra di affari globale il 26% (pari a circa 2,8 mld di €) rappresenta la quota realizzata all’estero, dato questo che denota, nella sua generalità, la scarsa tendenza delle imprese considerate ad operare fuori dal mercato nazionale.

In termini di cifra di affari globali, al fine di pervenire ad un’analisi più dettagliata, si sono stabiliti 4 ranks di grandezza omogenee, nei quali sono state collocate le imprese esaminate:

rank,   fino a 49 milioni di €

rank, da 50 a 99 mil. di €

rank, da 100 a 149 mil. di €

rank, 150 mil. di  € e oltre

 

Dalla tab. 1 si legge che nel 2° rank si localizza il maggiore numero di imprese (n.22) mentre nel 1° rank il numero minore (n.9). Dal confronto di tale dato con quello relativo la cifra di affari globale emerge però che circa il 69% di fatturato globale viene generato dalle 17 imprese collocate nel rank 4.

 

Tab.1 – Distribuzione delle imprese secondo la Cifra di Affari Globale (2001)

Rank

Imprese

n.

Imprese

%

Cifra Affari Globale (CA)

€ mil.

Contributo alla formazione CA top 60 %

1

9

15,0

380.849

3,5

2

22

36,7

1546.961

14,3

3

12

20,0

1.447.924

13,3

4

17

28,33

7.482.321

68,9

Tot.

60

100,0

10.858.055

100,0

 

Sul gruppo di imprese oggetto di indagine, si può affermare che solo 17 su 60 imprese hanno una elevata capacità di generare volumi di affari consistenti.

A tale proposito è interessante sottolineare il contribuito delle imprese che si localizzano nel 2° e 3° rank: sebbene infatti in termini numerici al rank 2 appartengono 22 imprese e al successivo solo 12, il volume di affari ha un peso in termini medi  molto simile, pari a circa il 13,8 %. Le 9 imprese del rank 1 contribuiscono, invece, sulla cifra di affari globale del gruppo, soltanto per un esiguo valore pari al 3,5 %.

 

Tali informazioni devono essere lette considerando che le prime tre grandi imprese generali (Impregilo, Astaldi, Condotte) contribuiscono per circa il 51% alla formazione della cifra di affari del rank di appartenenza, (Tab.2), assumendo così una posizione egemonica in termini di cifra d’affari.

 

Tab. 2 – Le prime 3 imprese nel rank 4  (2001)

 

Imprese

Cifra Affari

Migliaia di

 

CA

 Globale

%

Rank 4

%

Impregilo

2.468.000

22,73

32,98

Astaldi

8.43.028

7,76

11,27

Condotte

532.119

4,90

7,11

TOT

3.843.147

35,39

51,36

 

2. Distribuzione territoriale

In merito alla distribuzione territoriale delle sedi legali delle imprese si leggono forti disomogeneità. I dati sono stati letti sia a livello di macroaree territoriali (Nord, Centro e Sud)  che a livello delle singole Regioni. Dall’analisi emerge che in termini di numero di imprese, le sedi legali si distribuiscono per la quasi totalità al Centro – Nord (n. 56). Interessante è notare che tale distribuzione si riflette inevitabilmente anche sulla localizzazione della cifra di affari che raggiunge un valore pari a quasi il 98% nel Centro – Nord..

Dalla lettura dei dati emerge che le 35 imprese localizzate al Centro producono il 58% della cifra di affari, mentre le 21 imprese nel Nord il 40%; queste ultime quindi, proporzionalmente risultano essere più efficienti nell’acquisizione delle commesse..

Un’analisi più puntuale rileva che: nella macroarea Nord, le Regioni con il maggior numero di imprese e quindi di volume di affari sono in ordine progressivo la Lombardia, seguita da Veneto e Piemonte; nel Centro, l’Emilia Romagna e il Lazio e nel Sud l’Abruzzo (Tab.3).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tab. 3 – Distribuzione per Regioni e Macroaree: cifra di affari in mgl di €

Regioni

Cifra Affari

€ mgl.

Imprese

N.

Contributo alla formazione CA regioni e Macroaree %

Contributo alla formazione CA top 60 %

CA medio per impresa

€ mgl.

Veneto

384.197

5

8,90

3,54

76.839

Liguria

72.285

1

1,68

0,67

72.285

Lombardia

3.339.582

10

77,40

30,76

333.958

Piemonte

356.340

4

8,26

3,28

89.085

Friuli Venezia Giulia

162.561

1

3,77

1,50

162.561

Nord

4.314.965

21

100,00

39,74

 

Lazio

2.341.195

9

38,45

21,56

260.133

Toscana

527.563

6

7,79

4,86

87.927

Emilia Romagna

3.431.877

20

53,76

31,61

171.594

Centro

6.300.635

35

100,00

58,03

 

Abruzzo

128.956

2

53,19

1,19

64.478

Campania

69.867

1

28,82

0,64

69.867

Puglia

43.626

1

17,99

0,40

43.626

Sud

242.449

4

100,00

2,23

 

Italia

10.858.049

60

 

100,00

180.967

 

Importanti Regioni, per la dimensione del territorio e/o per la numerosità della popolazione, dotate di  ordinamenti speciali come la Sardegna e la Sicilia, che ne fanno “Stati negli Stati”, non hanno alcuna sede legale di impresa rientranti tra le prime 60 della classifica “Costruire”. Diverse sono le interpretazioni che si possono avanzare:

§         la sede giuridica viene localizzata là dove il contesto produttivo è particolarmente favorevole, mentre i lavori vengono svolti anche fuori dai confini della Regione - sede giuridica. Tale interpretazione conferma la sperequazione territoriale in termini di “ricchezza”, in quanto la tassazione e i guadagni vengono riportai all’interno dei confini regionali dove si localizza la sede giuridica.

§         l’assenza di una cultura della grande impresa a vantaggio della forte presenza sul territorio di PMI e l’incapacità di incentivare da parte della classe dirigente locale meccanismi incentivanti lo sviluppo della grande impresa.

 

3. Occupati diretti e indiretti

La distribuzione degli occupati – diretti e indiretti -  (tab.4), evidenzia che la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Lazio sono nel 2001 le Regioni dove si concentra il maggior numero di occupati, rispettivamente con il 45,6%, 27 % ed il 17,5% del totale nazionale (colonna 4) .

 

Tab. 4 – Occupati diretti e indiretti: distribuzione per Macroaree e Regioni (2001)

Regione

Occupati

n.

Contributo all'occupazione per macroaree %

Contributo all'occupazione sul totale top 60 % CA top 60 %

Veneto

1.576

4,63

2,37

Liguria

2.64

0,77

0,40

Lombardia

30.334

89,03

45,62

Piemonte

1.076

3,16

1,62

Friuli Venezia Giulia

8.23

2,42

1,24

Nord

34.073

100,00

51,24

Lazio

11.645

38,45

17,51

Toscana

1.631

7,79

2,45

Emilia Romagna

1.7951

53,76

27,00

Centro

31.227

100,00

46,96

Abruzzo

673

56,46

1,01

Campania

302

25,34

0,45

Puglia

217

18,20

0,33

Sud

1.192

100,00

1,79

Italia

66.492

 

100,00

 

 

Dall’analisi del trend occupazionale relativo il triennio 99/01, si rileva come sul totale delle imprese, 38 di queste hanno aumentato il numero di occupati, mentre le restanti 22 hanno adottato una politica di ridimensionamento.

In termini assoluti però il numero dei dipendenti diretti ed indiretti subisce un decremento di 11.495 unità di personale, ovvero il numero delle unità in aumento è pari al 3.609 a fronte di un taglio di 15.104 unità. La lettura di tale dato deve considerare il “forte contributo” al taglio occupazionale delle prime tre imprese (86% sul totale) e in particolare dell’Impregilo che sembra aver adottato una politica di ridimensionamento della forza lavoro passando progressivamente da 36.500 unità nel ‘99 a 26.200 nel ’01.

Nel gruppo imprese generali se ne segnalano due che si distinguono per aver avuto una forte espansione con un raddoppio delle unità di personale nel triennio considerato, la Sicim e la Ing. Ferrari. La prima, come di seguito illustrato, opera prevalentemente in un settore di “nicchia”, quindi con una forte specializzazione nel settore di intervento lavori idraulici, la seconda nel macrosettore “infrastrutture, gallerie, trasporti”.

Un ulteriore approfondimento riguarda la composizione delle unità di personale in termini di “diretti e indiretti”. L’incidenza sul totale delle imprese dei dipendenti diretti risulta pari a circa 47,8 % nel 2001 in leggera crescita rispetto ai due anni precedenti. In generale dalla lettura dei dati risulta che più del 50% delle imprese hanno dichiarato solo dipendenti diretti e non hanno registrato variazioni nel triennio.

L’Impregilo, invece, risulta essere la prima impresa generale che impiega in proporzione il minor numero di dipendenti diretti con un valore al 2001 pari al 13,3 %, con un trend negativo registrato nel triennio; la seconda posizione è occupata dalla CMC con un valore del 16,6%, seguita dalla Colombo con il 17,8%.

Sono da sottolineare inoltre quei casi di imprese che “tradizionalmente” avevano un altissima percentuale di dipendenti diretti, che nel triennio considerato hanno invece registrato un fortissimo calo. Tra queste si segnalano tre casi significativi: la Inso, con un calo del 33,9%, la Pontello con 27,1 % e Cias con il 21,1 % (cfr. Appendice Tab.1).

 

4. Certificazione e qualificazione

Il D.P.R. 25 gennaio 2000, n. 34[5] stabilisce la necessità di qualificazione e attestazione per le imprese che vogliono partecipare ad appalti pubblici di importo superiore a 150.000 €.

Dall’analisi del gruppo di imprese risulta, come prevedibile, che la totalità delle imprese ha ottenuto il sistema di certificazione ISO 9000, eccetto la Lamaro, e tutte le 60 imprese considerate dallo studio sono qualificate per costruzione e 57 per progettazione.

 

Come prescritto dal decreto, le imprese si devono qualificare per categorie di opere generali (OG) e per categorie di opere specializzate (OS), secondo 8 fasce di importo, dette classifiche  (cfr. comma 4), così articolate:

I – fino a 258.228 €

II – fino a 516.457 €

III – fino a 1.032.913 €

IV – fino a 2.582.284 €

V – fino a 5.164.569 €

VI – fino a 10.329.138 €

VII – fino a 15.493.707 €

VIII – illimitato oltre 15.493.707 €

 

L'importo della classifica VIII (illimitato) ai fini del rispetto dei requisiti di qualificazione è convenzionalmente stabilito pari a € 20.658.276[6].

Premesso che la qualificazione all’interno di una determinata categoria abilita l'impresa a partecipare alle gare e ad eseguire i lavori - nei limiti della propria classifica incrementata di un quinto -  di seguito sono state elaborate le informazioni attraverso la disamina di tre aspetti:

 

 

1.       Totale Categorie di Qualificazione  (TCQ)

2.       Potenziale Operativo (PO)

3.       Valore Medio per Categoria (VMC)

 

1. Il “totale categorie di qualificazione” (TCQ) indica il numero di categorie per la quale un’impresa è certificata, senza però considerare il valore d’importo delle categorie stesse[7]. La categoria di qualificazione rappresenta il settore reale e potenziale di intervento di una data impresa.  Un numero elevato di categorie  - sia di OG che OS -  indica, pertanto, un maggiore campo di azione dell’impresa nell’ambito del mercato degli appalti pubblici.

Per avere una visione più completa è necessario considerare inoltre la fascia d’importo per ciascuna categoria per la quale l’impresa risulta essere qualificata. A tale fine è stato costruito l’indicatore “Potenziale operativo”.

 

 2.  Il “Potenziale operativo”, (PO) è espresso come sommatoria delle singole fasce d’importo per ciascuna categoria di opere - sia OG che OS -  di ogni impresa[8]. Tale indicatore permette di valutare la “potenzialità dell’impresa”, ovvero un’impresa potrebbe essere qualificata per molte categorie, ma per fasce di importi basse (per esempio I o II) e quindi avere un potenziale operativo definibile modesto. Attraverso la lettura dell’indicatore quindi, si può avere un’idea del valore totale dell’importo delle opere pubbliche alle quali l’impresa ha accesso.

Il valore massimo di tale indicatore è 376, numero calcolato come prodotto tra le 47 categorie previste dal D.P.R. 34/2000[9] e il numero della fascia di importo massima, la VIII, ovvero 47*8 = 376.

 

3. Il “Valore medio per categoria” (VMC) indica la grandezza media di una categoria, ed è calcolato dividendo il “potenziale operativo” per il “totale categorie di qualificazione”[10].

 

I dati/informazioni sopra esplicitati sono stati raccolti e calcolati per ciascuna impresa del gruppo e sistematizzati nella tabella n.6. Per  facilità di lettura, la seconda colonna riporta il “Potenziale Operativo” in ordine decrescente..

Dalla lettura della tabella si evince che in termini di PO e di TCQ le prime cinque imprese sono:

-          la Cmc con un valore di PO pari a 172 e n. 30 categorie;

-          l’Astaldi con un valore di PO di 143 e n. 23 categorie;

-          la Condotte e Coopcostruttori con un valore di PO 141 e rispettivamente 21 e 23 categorie;

-          la Bonatti con un valore di  PO di 138 e  22 categorie.

E’ interessante notare che tali imprese possiedono tutte un valore medio per categoria di circa 6, ad esclusione di una (Condotte) con un VMC pari a 7.

Per le ulteriori 8 imprese con un Potenziale Operativo maggiore di 100, si è rilevato che: due di esse (Pizzarotti e Todini) hanno un Valore Medio per Categoria addirittura di circa 7; cinque imprese hanno un VMC di circa 6 e la restante impresa un VMC pari a 5. La Valdadige risulta essere l’unica impresa qualificata per un’unica categoria con un PO pari a 8.


 

Tab.6 – Potenziale Operativo (PO); Totale Categorie di Qualificazione (TCQ) e Valore Medio per Categorie (VMC)

 

Imprese

 

PO

n.

TCQ

n.

VMC

n.

Rank

Cmc

172

30

6

Rank 4

Astaldi

143

23

6

Condotte

141

21

7

Coopcostruttori

141

23

6

Bonatti

138

22

6

Pizzarotti

116

16

7

Intercantieri Vittadello

112

18

6

Impregilo

108

17

6

Vianini Lavori

106

17

6

Coopsette

105

19

6

Grandi Lavori Fincosit

105

18

6

Todini

105

15

7

Garboli-Conicos

104

19

5

Gruppo Maltauro

90

18

5

Rank 3

Iter

88

21

4

Cmb

86

14

6

Orion

81

18

5

Rizzani De Eccher

76

12

6

Colombo

76

16

5

Sacaim

75

17

4

Romagnoli

75

7

11

Cir Costruzioni

69

16

4

Rank 2

Pontello

65

9

7

Locatelli

60

11

5

Di Vicenzo Dino

60

11

5

Consorzio Etruria

58

17

3

Torno Internazionale

58

10

6

Unieco

57

8

7

Codelfa

56

15

4

Coopcostruzioni

55

13

4

Cossi Costruzioni

55

10

6

Pavimental

54

9

6

Grassetto

54

8

7

Ing. Ferrari

54

9

6

Acmar

53

12

4

Tre Colli

53

10

5

Gruppo Trevi

52

8

7

Guerrino Pivato

52

9

6

Cbr

49

12

4

Rank 1

Lamaro Appalti

48

10

5

Carena

47

8

6

Borini

47

12

4

Coestra

45

8

6

Cesi

44

10

4

Cmr

44

9

5

Baldassini Tognozzi

42

7

6

De Lieto

42

6

7

Cias

42

10

4

Cmsa

42

11

4

Rodio

39

8

5

Toto

37

5

7

Sicim

34

5

7

Bentini

33

5

7

Inso

31

7

4

Gruppo Impresa Rosso

28

6

5

Cogei

27

8

3

Coop. Di Costruzioni

24

4

6

Fimco

15

3

5

Gdm

12

3

4

Valdadige

8

1

8

In funzione del PO sono stati individuati n. 4 ranks: 1°. da 0 a 50 ; 2° da 51 a 70 ; 3° da 71 a 99 e  4° da 100 in poi

 

5. I settori di intervento

L’analisi delle categorie di qualificazioni prima illustrata, fornisce una visione ‘potenziale’ del raggio d’azione delle imprese. Ovvero, il fatto che un’impresa sia qualificata ed abbia il know how per realizzare dighe non vuol dire che ne abbia costruite negli ultime anni.

Quindi si è ritenuto utile analizzare i settori di intervento reali delle prime 60 imprese generali. La classifica di Costruire ne individua dieci: edilizia civile e industriale, infrastrutture, trasporti, lavori idraulici, dighe, gallerie, recupero, gestione servizi, gestione immobiliare, altri.

Questi , ai fini dell’analisi, sono stati accorpati in 4 macro settori, al fine di fornire una lettura più immediata del campo di attività, come segue:

Macro settore 1 - Infrastrutture, gallerie e trasporti

Macro settore 2 - Edilizia civile e industriale, e recupero

Macro settore 3 - Lavori idraulici e dighe

Macro settore 4 - Gestione servizi, gestione immobiliare e altri

Tab.7 - Macro settori di intervento: contributo alla composizione della cifra d’affari delle 60 imprese in % (1999/2001).

 

Anno

Infrastrutture, Gallerie, Trasporti

%

 

Edilizia Civile e Industriale, Recupero

%

Lavori Idraulici, Dighe

%

Gestione Servizi, Gestione Immobiliare e Altri

%

2001

47,66

31,64

7,43

13,30

2000

48,60

31,27

7,65

12,50

1999

49,70

30,92

7,32

12,08

Media

(1999-2001)

48,65

31,28

7,46

12,63

 

 

Da un’analisi globale dei macro settori nel 2001, risulta che:

§         “infrastrutture, gallerie e trasporti” contribuisce per quasi la metà della cifra d’affari delle 60 imprese (47,7%), nonostante si rilevi una diminuzione rispetto agli anni precedenti essendo di circa l’1% sotto la media del triennio;

§         “edilizia civile e industriale e recupero” contribuisce per circa il 32%, in aumento rispetto al 2000, e al 1999;

§         “lavori idraulici e dighe”, invece, contribuisce per circa il 7,5% mantenendosi il linea con la media triennale;

§         “gestione servizi, gestione immobiliare e altri” contribuisce per il restante 13,3%, ed ha registrato una crescita costante nei tre anni.

 

In termini di distribuzione del numero di imprese nei macrosettori (2001), quello in cui si concentrano maggiormente è “Edilizia Civile e Industriale, Recupero” n. 58 imprese, seguito da “Infrastrutture, gallerie e trasporti”, n. 49, “Lavori Idraulici, Dighe”, n.43; “Gestione Servizi, Gestione Immobiliare e Altri”, n.34, (cfr. Appendice Tab.2).

Tali informazioni confrontate con quelle relative il contributo alla composizione della cifra d’affari delle 60 imprese in termini % sempre al 2001, evidenziano un mercato delle commesse con elevati importi per “Infrastrutture, gallerie e trasporti”, giustificato dall’elevata complessità della tipologia di opere, seguito da “Edilizia Civile e Industriale, Recupero”. Interessante è notare come il macrosettore “Gestione Servizi, Gestione Immobiliare e Altri” a fronte del più basso numero di imprese che vi operano, contribuisce proporzionalmente in misura maggiore alla composizione della cifra d’affari rispetto a “Lavori Idraulici, Dighe”. E’ possibile prevedere per i prossimi anni una forte espansione del macrosettore “Gestione”, legata al processo di finanziarizzazione generalizzato in atto.

Il  livello di specializzazione delle imprese, può essere letto in funzione della “localizzazione” della cifra d’affari in un determinato macrosettore. A tal fine sono state individuate le imprese per la quali più del 50% della cifra d’affari deriva da operazioni all’interno di un singolo macro settore.

Tab. 8– Livello di specializzazione: Imprese che operano per più del 50% della cifra d'affari in un macro settore (2001)

Macrosettori di intervento

imprese

n.

Nominativi

Infrastrutture, gallerie, trasporti

20

Astaldi, Carena, Cir Costruzioni, Cmc, Coestra, Condotte, Coopcostruttori, Cossi Costruzioni, De Lieto, Grandi Lavori Fincosit, Grassetto, Ing. Ferrari, Locatelli, Pavimental, Pizzarotti, Pontello, Rodio, Todini, Toto, Vianini Lavori

Edilizia civile e industriale, recupero

31

Acmar, Baldassini Tognozzi, Bentini, Borini, Cesi, Cias, Cmb, Cmr, Cmsa, Codelfa, Cogei, Colombo, Consorzio Etruria, Coop. Di Costruzioni, Coopcostruzioni, Di Vicenzo Dino, Fimco, Garboli-Conicos, Gdm, Gruppo Impresa Rosso, Gruppo Maltauro, Guerrino Pivato, Inso, Iter, Lamaro Appalti, Rizzani De, Eccher, Romagnoli, Sacaim, Tre Colli, Unieco, Valdadige

Lavori idraulici, dighe

2

Cbr, Sicim

Gestione servizi, gestione immobiliare e altri

0

-

Totale imprese

53

 

 

Dall’analisi risulta che per la maggior parte delle imprese si può parlare di un elevato livello di specializzazione (53), solo per 7 risulta una dispersione in più macrosettori di intervento.

I macrosettori dove si localizzano maggiormente le imprese sono “Edilizia civile e industriale, recupero” e “Infrastrutture, gallerie, trasporti” rispettivamente con 31 e 20 imprese.

La Pavimental, per esempio costruisce solo infrastrutture, gallerie e infrastrutture. Mentre Consorzio Etruria, Inso, Borini, GDM e Valdadige operano solo nel secondo settore costruendo, per la totalità opere di edilizia civile, industriale e recupero. Da notare anche La Grandi Lavori Fincosit, la cui cifra d’affari e per il 90% generato dal settore trasporti.  Vi è quindi un alto livello di specializzazione, con nove imprese aventi un valore da 90% a 100%.

Risultano assolutamente irrilevanti gli altri due macrosettori: “Lavori idraulici, Dighe” (n.2 imprese) e  “Gestione servizi, Gestione immobiliare e altri” (nessuna impresa).

6. Il mercato estero

L’ultimo tassello dell’analisi indaga l’operato delle imprese all’estero. Solo 27 delle 60 imprese generali, hanno operato all’estero nell’arco del triennio 1999-2001. Dato questo che evidenzia, a livello generale, una scarsa propensione all’acquisizione di commesse fuori dai confini nazionali.

Considerando i dati più recenti (2001), sono state evidenziate 6 ranks di attività all’estero in termini % sulla cifra di affari (tab.9):

rank, dall’ 1% al 9% della cifra d’affari deriva da attività svolte all’estero

rank,  dal 10% al 19%

rank, dal 20% al 29%

rank, dal 30% al 39%

rank, dal 40% al 49%

rank, 50% e oltre.

Nel 2001 hanno operato all’estero solo 22 imprese, dato che evidenzia un calo rispetto al 1999, dove si rilevava un’attività di n.25 imprese. In termini numerici le imprese il cui la cifra di affari proviene dall’estero per un valore superiore al 50% (rank 6) sono n. 5,  mentre quelle che hanno operato marginalmente fuori dai confini nazionali  (rank1) sono n.7.

Malgrado la percentuale totale della cifra di affari che deriva da operazioni svolte al di fuori dell’Italia nel 2001 sia leggermente inferiore a quello del 2000, di circa lo 0,5%, si registra un trend positivo. Da notare compagnie come la Grassetto (8% nel 1999, 37% nel 2001) e la Inso (17% nel 1999, 49% nel 2001). Alcune compagnie durante il triennio hanno, invece, riportato il loro operato in Italia; questo può essere dovuto alla scadenza di contratti, o semplicemente a scelte strategiche, particolarmente significative a tale proposito sono la Torno (41% nel 1999, 10% nel 2001) e la Borini (22% nel 1999, 3% nel 2001).


 

Tab. 9 –Cifra di affari all’estero (1999/2001)

Imprese

Cifra di affari

€ Mgl

Cifra di affari all’estero

- % e  € Mgl -

rank

2001

2000

1999

% 2001

Valore

% 2000

Valore

% 1999

Valore

Bentini

67.174

45.979

71.310

88,00

59.113

87,00

40.002

90,00

64.179

6

Gruppo Trevi

369.739

316.284

265.839

85,00

314.278

83,00

262.516

79,00

210.013

Sicim

103.000

94.161

82.643

73,00

75.190

100,00

94.161

98,00

80.990

Rodio

126.690

109.311

114.502

68,00

86.149

70,00

76.518

62,00

70.991

Impregilo

2.468.000

2.132.234

2.050.850

50,00

1.234.000

50,00

1.066.117

49,00

1.004.917

Inso

80.828

48.026

79.871

49,00

39.606

41,00

19.691

17,00

13.578

5

Astaldi

843.028

832.091

881.082

47,00

396.223

39,00

324.515

48,00

422.919

Todini

142.841

151.768

148.124

44,00

62.850

56,00

84.990

41,00

60.731

Grassetto

108.970

141.731

131.471

37,00

40.319

20,00

28.346

8,00

10.518

4

Cmc

337.600

340.087

311.733

35,00

118.160

39,00

132.634

40,00

124.693

Bonatti

285.990

217.531

189.558

32,00

91.517

26,00

56.558

46,00

87.197

Rizzani De Eccher

162.561

147.049

152.947

32,00

52.020

36,00

52.938

41,00

62.708

Condotte

532.119

487.814

551.915

29,00

154.315

34,00

165.857

22,00

121.421

3

Toto

89.468

81.128

64.819

18,00

16.104

18,00

14.603

11,00

7.130

2

Torno Internazionale

84.222

73.930

69.036

10,00

8.422

20,00

14.786

41,00

28.305

Coopcostruttori

342.879

292.283

213.373

7,00

24.002

8,00

23.383

9,00

19.204

1

Coopsette

432.469

306.322

224.774

6,00

25.948

5,00

15.316

5,00

11.239

Codelfa

58.773

54.725

47.132

3,00

1.763

0,00

0

0,00

0

Borini

57.651

69.430

66.849

3,00

1.730

15,00

10.415

22,00

14.707

Grandi Lavori Fincosit

194.587

183.124

172.428

2,00

3.892

6,00

10.987

9,00

15.519

Garboli-Conicos

162.938

127.610

143.030

1,00

1.629

2,00

2.552

1,00

1.430

Sacaim

78.486

62.362

53.842

1,00

785

7,00

4.365

2,00

1.077

Pizzarotti

310.243

257.287

189.952

0,00

0

0,00

0

1,00

1.900

 

Vianini Lavori

159.444

150.816

187.476

0,00

0

3,00

4.524

3,00

5.624

Guerrino Pivato

76.267

45.644

53.654

0,00

0

0,00

0

1,00

537

Colombo

64.559

41.432

73.617

0,00

0

0,00

0

8,00

5.889

Pontello

57.195

71.800

83.474

0,00

0

8,00

5.744

5,00

4.174

Totali

7.797.721

6.881.959

6.675.301

36,01

2.808.014

36,49

2.511.518

30,39

2.028.669

 

 

7. Il profilo delle imprese generali

Dall’analisi condotta è possibile delineare un primo profilo sintetico delle imprese generali italiane.

Il “gruppo” di imprese generali, come anticipato nella premessa, risulta essere molto disomogeneo sotto i diversi profili considerati. In termini generali uno degli aspetti emersi è che la distribuzione territoriale delle sedi legali è molto squilibrata a vantaggio delle Regioni del Centro – Nord e anche in termini della distribuzione della cifra di affari globale e numero di occupati. All’interno del gruppo analizzato, l’Impregilo da sola, rappresenta un caso a sé stante, sia in termini di cifra di affari globale - pari a circa il 23% del totale del gruppo imprese - sia in termini di occupati pari a 26.222 unità – ovvero il 29% degli occupati totali – nonostante il calo registrato nel triennio.

L’analisi condotta è stata  sintetizzata nella tabella che segue (tab.11), attraverso la costruzione di un ulteriore indicatore (Peso Globale) che esplicita il rapporto che sussiste tra tre fattori di grandezza ritenuti maggiormente significativi: Cifra di affari globale, Occupati e Potenziale Operativo. Il Peso Globale esprime quindi un valore numerico (compreso tra 3 e 12, dove quest’ultimo rappresenta il valore massimo), quale somma dei ranks di appartenenza di ciascuna impresa. Si sono così individuati 10 sottogruppi, a conferma dell’elevato livello di disomogeneità all’interno del gruppo. Inoltre è possibile rilevare una maggior concentrazione, pari a 35 imprese, nel gruppo di PG da 5 a 10.

 

Tab. 10 - Distribuzione del Gruppo Imprese per Peso Globale

 

 

Peso Globale

Rank

12

11

10

9

8

7

6

5

4

3

Numero imprese

7

3

4

4

6

8

7

6

9

6

10

35

15


Tab. 11 - Schema sinottico. Imprese Generali ordinate per Peso Globale: Localizzazione, Giro di Affari Globale, Occupati (diretti e indiretti), Potenziale Operativo,

Macrosettore, Estero,

 

Imprese Generali

 

Localizzazione

Sede legale

Rank A

Rank B

Rank C

Macrosettore: specializzazione

- oltre il 50% -

Rank D

Peso Globale

(Ranks  di A- B–C)

Cifra d'affari globale

Dipendenti diretti e indiretti

Potenziale Operativo

(PO)

Estero:

 % cifra di affari globale

Nord

Centro

Sud

1

2

3

4

1

2

3

4

1

2

3

4

1

2

3

1

2

3

4

5

6

Fino a 49 mil. €

Da 50 a 99 mil.€

Da 100 a 149 mil.€

149 mil.€ e oltre

Da 0 a 250

Da 251 a 500

Da 501 a 1000

1001 e oltre

Da 8 a 49

Da 50 a 69

Da 70 a 90

Oltre 90

Infrastrutture Gallerie e Trasporti

Edilizia Civile e Industriale, Recupero

Lavori idraulici, Dighe

Da 1 a 9 %

Da 10 a 19 %

Da 20 a 29 %

Da 30 a 39 %

Da 40 a 49 %

50 % e oltre

 

 

 

Impregilo

X

 

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

 

X

12

Astaldi

 

X

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

X

 

 

 

 

 

 

X

 

12

Condotte

 

X

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

X

 

 

 

 

X

 

 

 

12

Coopsette

X

 

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

 

 

12

Coopcostruttori

X

 

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

X

 

 

X

 

 

 

 

 

12

Cmc

X

 

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

X

 

 

 

 

 

X

 

 

12

Pizzarotti

X

 

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

X

 

 

 

 

 

 

 

 

12

Grandi Lavori Fincosit

 

X

 

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

X

X

 

 

X

 

 

 

 

 

11

Bonatti

X

 

 

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

X

 

 

 

 

 

 

X

 

 

11

Todini

 

X

 

 

 

X

 

 

 

 

X

 

 

 

X

X

 

 

 

 

 

 

X

 

11

Gruppo Trevi

X

 

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

X

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

X

10

Cmb

X

 

 

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

10

Garboli-Conicos

 

X

 

 

 

 

X

 

X

 

 

 

 

 

X

 

X

 

X

 

 

 

 

 

10

Rizzani De Eccher

X

 

 

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

X

 

 

10

Unieco

X

 

 

 

 

 

X

 

 

X

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

9

Vianini Lavori

 

X

 

 

 

 

X

X

 

 

 

 

 

 

X

X

 

 

 

 

 

 

 

 

9

Iter

X

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

9

Gruppo Maltauro

X

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

9

Baldassini Tognozzi

 

X

 

 

 

 

X

 

 

X

 

X

 

 

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

8

Orion

X

 

 

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8

Pavimental

 

X

 

 

 

X

 

 

 

X

 

 

X

 

 

X

 

 

 

 

 

 

 

 

8

Rodio

X

 

 

 

 

X

 

 

 

X

 

X