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La situazione pensionistica dei lavoratori edili Studio sui contributi versati dagli operai edili in 40 anni di attività e sugli ammortizzatori sociali. Prime proposte. |
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NOTA SULLA SITUAZIONE PENSIONISTICA DEI LAVORATORI EDILI
La trattativa aperta con il governo sulle pensioni e sugli ammortizzatori sociale necessita una analisi specifica della reale situazione dei lavoratori del settore edile, con particolare riguardo alle figure operaie.
Gli ultimi dati disponibili sul pensionamento degli edili
Da una indagine svolta nel 2000 risultava che la media di contributi con cui un operaio edile andava in pensione a 60 anni era di 28 anni.
Dentro questo dato si può stimare che un 30% raggiungeva ai 60 anni 30/31 anni di contributi circa, mentre un 10% i 35 ed una minoranza li superava.
Ne consegue, sempre secondo la stima basata sugli stessi dati, che un terzo dei sessantenni stava sotto i 20 anni di contributi, vale a dire al 40% dell’ultima retribuzione se calcolata col retributivo.
Dentro questo panorama nazionale risultano differenze sensibili in ordine al numero medio dei contributi versati tra aree territoriali del nord e del sud.
E’ molto probabile che queste tendenze proiettate negli anni più recenti troveranno una significativa conferma dai dati sulle ore lavorate della Banca nazionale ore ape della CNCE, in fase di elaborazione.
CONTRIBUTI DA LAVORO EFFETTIVO
I dati relativi agli operai edili nel 2002 offrivano la seguente composizione:
a) Classi di età
L’operaio edile non usufruisce di scatti di anzianità aziendali bensì di settore, il cui diritto matura dimostrando di avere lavorato più di 2100 ore nel biennio di riferimento. Per permettere di contare le ore anche nei casi di lavoro svolto in province diverse è stata istituita la banca nazionale delle ore lavorate valide ai fini dell’erogazione dell’anzianità professionale edile (APE).
Utilizzando questi dati è possibile ricostruire con buona approssimazione le settimane di contribuzione che mediamente i lavoratori operai maturano in un anno.
Le ore lavorate in media annua per tutti i lavoratori nel 2002 sono state circa 1100, così suddivise:
a) per macro regioni
b) per posizione professionale
Sulla base di questi dati (dei quali saranno a breve disponibili dalla Cnce gli aggiornamenti del 2006, con possibile peggioramento del quadro di riferimento), è possibile rapidamente dedurre la media delle settimane di contribuzione per lavoro effettivo, così distribuite:
Media nazionale 1100 ore = 27,5 settimane
a) per macro-regioni
A queste settimane di contribuzione vanno aggiunte quelle per ferie, cassa integrazione e permessi retribuiti, che hanno valore per il diritto alla pensione di anzianità e quelle della malattia/infortunio che comportano dei limiti alla misura del contributo figurativo.
Escludendo i permessi retribuiti da un calcolo effettuato su un campione di Casse Edili (che abbiamo conteggiato in eguale misura per tutti e sul valore massimo), i valori presentano le seguenti medie:
Questo significa che se un lavoratore lavorasse sempre nello stesso livello per 40 anni maturerebbe i seguenti contributi valevoli per la pensione di anzianità:
In concreto, solo in rari casi un lavoratore stabilizzato nel settore, ovviamente con una normale progressione di carriera, che ha cominciato a lavorare a 17 anni ( precoce), può vantare 35 anni di contributi a 57 anni, dopo 40 anni di attività.
In media questo lavoratore dopo 40 anni di attività avrà 24.5 anni di contribuzione
CONTRIBUTI FIGURATIVI
Per avere un quadro completo del livello contributivo finale del lavoratore edile occorre valutare quanti contributi figurativi si aggiungono a quelli da lavoro effettivo e se valgono per il diritto alla pensione di anzianità o meno.
Mentre per i contributi figurativi per malattia e infortunio le stime sui dati analizzati sono disponibili, non lo sono invece per quanto riguarda la disoccupazione speciale, la disoccupazione ordinaria, la disoccupazione a requisiti ridotti.
Inoltre, pochi sono i dati disponibili relativi al costo complessivo di questi strumenti, salvo l’andamento tra contributi entrati e prestazioni erogate per la cigo e per la disoccupazione speciale edile.
Ognuno di questi ammortizzatori ed assicurazioni ha un effetto sul diritto al calcolo della prestazione pensionistica di vecchiaia o di anzianità entro determinati limiti.
Non sono utili al raggiungimento del requisito per il diritto alla pensione di anzianità:
Malattia/ infortunio per la parte figurativa Disoccupazione ordinaria Disoccupazione a requisiti ridotti.
Sono utili per il raggiungimento del requisito per il diritto alla pensione di anzianità:
Malattia/infortunio per la parte integrata dall’azienda disoccupazione speciale edile disoccupazione per articolo 11 lg 223/91 fine lavoro opere pubbliche disoccupazione per comma 3 art.3 lg451/94 disoccupazione dopo cigs Cigs Cigo
MALATTIA / INFORTUNIO
Le settimane di malattia ed infortunio valgono per il calcolo della pensione di vecchiaia, con l’integrazione dell’azienda anche per il diritto a quella di anzianità con valori contributivi minori. Il limite massimo di riconoscimento dei periodi di malattia/infortunio è di 20 mesi, per malattie dal 1/1/97. Sino a quella data era di 12 mesi, arriveranno a 24 mesi nel 2011.
Quindi se un lavoratore ha cumulato 15 mesi di malattia al 31 /12/97 avrà riconosciuto un periodo di 12 mesi.
La media annuale di malattia ed infortunio è di 33 ore. Per 40 anni di attività sono 1320 ore pari a 7,6 mesi.
Si osserva ovviamente che in presenza di un maggiore numero di ore lavorate aumentano anche gli eventi di mal/inf . Un operaio specializzato è a 52 ore annue, 12 mesi su 40 anni di lavoro. Il lavoratore che per sua sfortuna subisce un infortunio con un lungo periodo di convalescenza e di riabilitazione e splafona il tetto di 20 mesi, ad oggi non si vedrà riconosciuti i mesi in più per il calcolo della prestazione di vecchiaia.
DISOCCUPAZIONE ORDINARIA
La disoccupazione ordinaria prevede una indennità per un massimo di 180 giorni in un anno cosiddetto mobile e diventa di 270 giorni per gli ultracinquantenni.
L’indennità ammonta al 40% della retribuzione lorda con un tetto di circa 844€ ( tetto cigs). Da diritto a circa 25 settimane di copertura contributiva valida per la pensione di vecchiaia, che però non sono utili al raggiungimento delle 1820 settimane/35 anni (requisito per anzianità).
DISOCCUPAZIONE SPECIALE EDILE
Prevede una indennità per 90 giorni in un anno mobile, 180 su decreto del ministero per crisi locale. Sono 13 settimane valide per il diritto e la misura della pensione di anzianità a partire dal 1/1/2000.
L’indennità ammonta teoricamente all’80% della retribuzione lorda, ma in pratica non è stato aggiornato il tetto dal 1991 ed è pari a 547€ al netto dei contributi previdenziali.
Questa situazione determina che in molti casi il lavoratore opta per la disoccupazione ordinaria, che garantisce cifre superiori al tetto, ma viceversa non è valida ai fini del raggiungimento del requisito di anzianità.
Se un lavoratore usufruisse al massimo della disoccupazione speciale, 90 giorni per 35 anni , raggiungerebbe 8,7 anni di contribuzione figurativa. Molto vicina agli anni che mancano in media per arrivare ai 35 dell’anzianità, ma non è così perché il massimo di contributi figurativi valido per l’anzianità è per i giovani ( primo versamento al 1/1/93) di 5 anni (cigo ,cigs , disoccupazione speciale, mobilità).
DISOCCUPAZIONE PER ART 11 223/91
I 18 o 27 mesi al sud, sono validi dal 1/1/2000 per la pensione di anzianità con i limiti per i giovani (max 5 anni). L’indennità è come la cigs.
DISOCCUPAZIONE COMMA 3 ART3 LG 451/95
Come art 11
LAVORO EDILE E LAVORI USURANTI: alcune considerazioni
La legge del 1993 ha sostanzialmente escluso il settore dell’edilizia dalla norma sui lavori usuranti. Ma non è vero che il lavoro di alcune mansioni edili non sia usurante.
Dall’unica indagine disponibile (Spadea Torino 91/99) risulta che i finitori edili a 20 anni sono al primo posto per svantaggio con 7 anni in meno di speranza di vita rispetto agli insegnanti (al 34simo posto); i muratori e i conduttori di macchine edili sono i sesti con 3 anni in meno. Detto brutalmente un giovane di 20 anni che nel 1999 dipingeva interni e facciate a Torino aveva poche probabilità di superare i 66 anni di vita continuando a fare quel mestiere.
Con l’avanzare dell’età la classifica cambia con i finitori al 15° e i muratori al10°, per il semplice motivo che sono mestieri ad effetto cosiddetto di “sanizzazione”, cioè, i malati vengono automaticamente espulsi dal processo produttivo e devono cambiare mestiere.
Tuttavia, dai dati della situazione reale risulta evidente l’impossibilità pratica, prima ancora che politica, di agire per un accorciamento realistico della permanenza degli anziani al lavoro basandosi sul criterio dell’usura (poichè troppa è la distanza, con la stessa norma sugli usuranti applicata, che ancora resterebbe per raggiungere il pensionamento di anzianità).
CONSIDERAZIONI E PROPOSTE CONCLUSIVE
L’obiettivo di mantenere per gli edili l’età pensionabile fissata attualmente dalla Riforma Dini resta prioritario per la categoria. Ciò anche in ragione della particolare gravità della situazione dal punto di vista della sicurezza sul lavoro e perché la dimensione occupazionale delle aziende edili (meno di tre dipendenti per azienda) impedisce una ricollocazione dei lavoratori anziani in mansioni meno pesanti o pericolose all’interno della stessa impresa.
Occorre, quindi, concentrare le azioni di miglioramento normativo sul versante ammortizzatori per ridurre il livello di precarizzazione del settore e da questo ottenere effetti più consistenti di innalzamento della quantità e del valore dei contributi.
1. Ampliare le causali della cassa integrazione ordinaria, oggi utilizzata quasi unicamente per un massimo di 13 settimane e per eventi metereologici, puntando al raddoppio del periodo. In alcune zone il periodo di fermo per maltempo supera questi limiti, inoltre le aziende preferiscono utilizzare la disoccupazione perchè non richiede il pagamento di contributi aggiuntivi, in queste zone può essere portata a 26 settimane.
Le aziende specialistiche con personale strutturale (stabile), di fronte ad un calo di mercato hanno necessità di avere periodi più lunghi di 13 settimane come avviene nell’industria.
Considerare validi per un allungamento del periodo di cigo i corsi di riqualificazione .
2. Allungamento a 180 giorni della disoccupazione speciale adeguando il tetto per un 60% effettivo
3. Per gli anziani rendere validi al fine del requisito di anzianità i contributi figurativi dei periodi di disoccupazione speciale antecedenti il 1/1/2001 .
4. Per i giovani innalzare il limite dei contributi figurativi validi per il requisito di anzianità da 5 anni almeno a 8.
5. Superare l’ingiustizia per la quale un lavoratore che ha subito un incidente di rilievo perde i periodi che superano i 20 mesi nell’arco dell’intera vita lavorativa (24 nel 2011).
6. Meccanismi di rafforzamento del valore dell’erogazione tramite il sistema bilaterale.
Roma 14 febbraio 2007
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