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Comunicato stampa

 

 

 

 

La Sa-RC esclusa dalle opere prioritarie

Fillea Cgil: L’unico ponte che si realizzerà, attraverso un giro di valzer dei finanziamenti, è quello della propaganda politica a scapito del Mezzogiorno e dell’intero Paese

 

“La decisione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, di portare nel Dpef 2009-2012, che sarà varato dal Consiglio dei ministri prossimamente, dieci opere infrastrutturali prioritarie fra quelle programmate nella legge obiettivo del 2001, può anche essere apprezzabile. – E’ quanto afferma Mauro Macchiesi, Segretario Nazionale Fillea Cgil, a seguito delle dichiarazioni del ministro Matteoli.- Finalmente si prende atto del fallimento della legge obiettivo. Non c’è stata accelerazione delle realizzazione delle opere, fra il Bando di Gara e l’apertura dei canteri passano quatto anni; il prefinanziamento dell’opera delle imprese vincitrice di gara è passato dal 30% al 10%; è aumentato il contenzioso fra impresa e stazione appaltante e nei cantieri appaltati al Contraente Generale ogni 50 metri c’è un’impresa.”

“Quello che lascia interdetti – continua la nota della Fillea - è la decisone del ministro di escludere la SA-RC da queste priorità,  poiché fin dai 1999 quest’opera è stata ritenuta “priorità nazionale” da tutti i Governi. Per realizzarla il Governo Prodi aveva dato copertura finanziaria per il 95% del fabbisogno e, per il restante 5%, aveva autorizzato l’’ANAS ad avvalersi del fondo di garanzia, arrivando ad una copertura finanziaria del 100%.”

“Contrariamente a questo piano – conclude Macchiesi- già alla fine di maggio il nuovo Governo, stornando 1,420 miliardi di euro di finanziamento per le opere in Calabria e Sicilia per finanziare le detrazioni ICI, aveva creato un buco di ulteriori 560 miliardi di euro. Con questa ultima decisione che dichiara prioritario il Ponte sullo Stretto e non la SA-RC, siamo in presenza, non solo di un “ponte di propaganda”, dietro il quale si fa passare un preciso disegno politico di penalizzazione del Mezzogiorno, ma di fatto viene riattivata la tremontiana idea della “finanza creativa”, che prevedeva la copertura finanziaria a tempo limitato delle opere per poi definanziarle e trasferire i fondi su un’altra opera.

Una sorta di giro di valzer dei finanziamenti che priverà il Paese della “vera opera prioritaria”, gettando a mare la definitiva programmazione dei lavori e il conseguente utilizzo dell’opera, riportando il termine dei lavori al 2042, come già nel 2004 avevamo denunciato.”

 

 

 

 Roma 20 giugno 2008

 

 

 
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