Edilizia : si espande il ciclo economico,
ma si comprime la qualità del sistema
Mauro Macchiesi (Fillea Cgil): nel 2005 bisogna cambiare rotta
I grandi numeri ci dicono che anche il 2004 si chiude positivamente per il settore edile. Ma è un quadro che tende ad oscurarsi.
L’occupazione dipendente – sottolinea il Segretario Nazionale della Fillea Cgil, Mauro Macchiesi - ha segnato un incremento di circa il 2,5%, con una crescita complessiva nell’arco del ciclo espansivo del settore di oltre il 21% (dal 1998 al 2004). Nonostante questi dati, permane una “contraddizione forte” fra il settore che cresce nei numeri macroeconomici e che arretra dal punto di vista “qualitativo”. Il ciclo di maggiori finanziamenti ha prodotto più irregolarità (evasione contributiva, lavoro nero ecc.). Gli infortuni e gli infortuni gravi nel 2004, pur in presenza di un aumento dell’occupazione, sono ancora troppi, come troppe sono le morti bianche nei cantieri italiani. Tornando alle opere pubbliche si registra un andamento negativo per gli appalti medio piccoli, ma anche una frenata sui grandi lavori.
Bando di OPERE PUBBLICHE.
Fino a Primi 9 mesi 2003 Primi 9 mesi 2004 Differenza Differenza
Numero importo numero importo numero importo
O,500 mil/ di euro 19.138 3.267 15.669 2.874 - 18 - 12
5,000 di euro 5.305 7.358 5.414 7.360 + 2 + 0,02
Oltre 5.000 526 17.174 549 17.662 + 4 + 2,7
Senza la spesa del Ponte di Messina
TOTALE 24.969 27.799 21.623 27.896 - 13 + 0,3
GRANDI OPERE APPROVATE DAL CIPE AL 30/11/’04 40.280 Milioni di Euro
( Legge Obiettivo)
RISORSE DISPONIBILI 18.280 “ “
RISORSE DA REPERIRE 22.000 “ “
Per reperire i 22.000 milioni – continua Macchiesi - sono stati prosciugati i fondi relativi alla Legge Obiettivo 2002 – 2006 i Fondi Europei e quelli statali per lo stesso periodo: quindi l’unica possibilità di attingere a nuovi fondi può essere solo la legge finanziaria 2006.
Il settore continua a crescere perché cresce soprattutto il comparto dei lavori privati. Dal 1999 al 2004 gli investimenti nelle costruzioni ( appalti pubblici più lavori privati) hanno registrato un + 19,1% a fronte di una crescita del PIL dell’ 8,5%. Questa ricchezza prodotta dal settore delle costruzioni ha frenato la crisi del paese ma non ha fatto crescere il comparto. La crescita qualitativa del settore non si è assolutamente sentita.
E poi le grandi imprese – continua Macchiesi - non si sono ricapitalizzate, rimanendo in crisi finanziaria e di liquidità. Il ricorso spinto alla terziarizzazione non ha prodotto “buona occupazione”. Nonostante uno sforzo rinnovato con l’ultimo Contratto Nazionale di investire sulla formazione professionale, il sistema delle imprese non riesce a cogliere l’occasione per aumentare le capacità operative strutturali. Lo sforzo di autoproposizione delle Parti sociali è vanificato dall’assenza di politiche fiscali che agevolino fiscalmente le imprese che operano in un mercato regolare. Il Governo non ha trovato di meglio di deregolamentare gli Appalti Pubblici con il General Contractor, scaricando su imprese sottocapitalizzate il prefinanziamento delle opere; l’idea liberista del Governo, in sostanza, non ha difeso la creazione della “buona occupazione” ed oggi viviamo la contraddizione di un settore che cresce e non produce ricchezza. Questo Governo – conclude Macchiesi - non è capace nemmeno di chiedere ad enti da esso controllati come l’INAIL e l’INPS di rispettare una legge dello Stato che prevede la certificazione della regolarità contributiva e del rispetto dei contratti di lavoro, ad un anno dall’ Avviso Comune sulla lotta al Lavoro Sommerso, questi istituti Assicurativi continuano a frapporre pretestuose difficoltà al decollo del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) strumento da tutti giudicato indispensabile nella lotta al lavoro nero.
Roma 13 gennaio 2004 |
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