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Costruzioni. Indagine della Fillea Cgil sulle prime 45 imprese italiane Raddoppia il portafoglio lavori ma si dimezza l’incidenza degli addetti. Il Governo intervenga subito con una legislazione di sostegno per arrestare il declino del sistema impresa e la corsa al massimo ribasso.
Esaminando i bilanci delle prime quarantacinque imprese italiane del settore delle costruzioni del nostro paese emerge un dato molto significativo e allarmante, i portafogli lavori aumentano ma diminuisce in un modo consistente l’incidenza del personale. E’ quanto emerge da un’analisi del sindacato delle costruzioni, Fillea Cgil. “Se raffrontiamo i bilanci del 2000 con quelli del 2004 – spiega in una nota Mauro Macchiesi, Segretario nazionale Fillea Cgil - la percentuale di incidenza del costo del lavoro degli operai passa dal 13,03% del 2000 al 7,51 del 2004, gli impiegati e i tecnici dal 9,26% del 2000 al 5,31% del 2004, si dimezza anche l’incidenza dei dirigenti che passa dallo 0,040% del 2000 allo 0,0016%. Il totale degli addetti nel 2000 incideva sul portafoglio lavori per il 22,70%, nel 2004 gli addetti incidono sul portafoglio lavori per il 12,98%. Un altro dato significativo è la forbice dell’indice fra operai e impiegati che nel 2000 era del 3,73% e nel 2004 è del 2,20% con un decremento del 1,53%”. “Questi dati – continua la nota della Fillea - confermano l’allarme lanciato a luglio 2005 dalle Federazioni Nazionali dei lavoratori delle costruzioni, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. Siamo in presenza di una forte destrutturazione del sistema di impresa italiano, il processo di esternalizzazione dei processi produttivi e dei subappalti sono giunti ad un punto di non ritorno se non si mettono in campo politiche industriali a sostegno delle imprese strutturate. Ormai l’incidenza del costo del lavoro ha un rapporto impiegati/operai che è di 1 a 1 e quindi il ciclo produttivo del cantiere è fuori dal controllo dell‘impresa che esegue i lavori. Spesso le stesse imprese quando lavorano all’estero hanno un rapporto impiegati/operai di 1 a 5”. “Questa situazione – conclude Macchiesi – porta a scaricare sul cantiere la rincorsa ai costi più bassi. Sostenere che serve una IMPRESA che tenga conto di tutto il ciclo produttivo e quindi anche di quello operaio, non significa essere contro la flessibilità necessaria ad un comparto come questo, ma piuttosto ne valorizza il profilo professionale e la sua capitalizzazione. Occorre che il Governo ed il potere legislativo del nostro paese intervengano subito con una legislazione di sostegno che arresti il declino del sistema imprese e ponga le condizioni per avere un sistema di grande impresa di qualità, in grado di competere anche nel mercato mondiale”. I dati dell’indagine si riferiscono ai bilanci 2004 recentemente pubblicati nella classifica di Costruire, per quanto riguarda l’anno 2005, le prime elaborazioni dei preconsuntivi delle società di costruzione confermano la tendenza all’accentuazione degli aspetti negativi evidenziati dalla Fillea Cgil.
Roma 6 dicembre 2005
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©Grafica web michele Di lucchio