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Bozza Comunicazione su contrattazione  - FIRENZE   9/10 maggio 2005

 

SCENARI GENERALI

Quale è la situazione reale del settore ?

 

 Dopo nove anni di crescita tutti attendono la frenata del settore  , ma i dati elaborati da vari istituti dimostrano che non è così semplice  prevedere come e quando essa arriverà .

 

Analizziamo tre fattori  significativi:  occupazione, incremento della produzione, indici di produttività.

 

OCCUPAZIONE

 

L’occupazione nel settore ha avuto un incremento medio negli ultimi anni del 3,8 %: Nel 2004 ha raggiunto quota 1.833.000 addetti incrementandosi del 5,2 % rispetto al 2003.

Il dato è dell’Istat e viene ottenuto da un campione molto collaudato di interviste individuali, pertanto ricomprende anche i lavoratori non in regola e quindi non dovrebbe essere soggetto a fenomeni di emersione. In realtà la serie storica evidenzia una correlazione tra i picchi di incremento occupazionale e  le sanatorie delle leggi sull’immigrazione. Pertanto una parte degli incrementi occupazionali è determinata dalla regolarizzazione dei lavoratori immigrati per il semplice motivo che un clandestino è “inesistente” anche per il campione Istat.

Rimane comunque il fatto che oltre alla regolarizzazione degli immigrati c’è una consistente quota di crescita occupazionale.

 

INCREMENTO DELLA PRODUZIONE

 

Gli indici di incremento della produzione presi in considerazione sono del Cresme e dell’Istat.

Negli ultimi anni l’incremento medio è stato del 4,4%.

La previsione Cresme  per il 2004 era di un più 1,3%  (172,5  Miliardi €)  mentre il consuntivo dell’Indice della produzione su base 2000 dell’Istat  è del 3,2% . Un errore previsionale del 146%!

La spiegazione sta nella differenza dei campioni adottati. Mentre il Cresme utilizza dei sottocampioni suddivisi per i quattro sottosettori ( residenziale, non residenziale privato, non residenziale pubblico, genio civile  ) e dalla sommatoria dei valori si ottiene il dato finale. Viceversa l’Istat ha di recente adottato un campione secondo le regole Eurostat  che utilizza le ore lavorate ricavate da un campione significativo di Casse Edili  ( più del 60% degli addetti) collegato con gli acquisti di materiali e macchine specifici.

Il dato Cresme è regolarmente sottostimato e dopo l’uscita del dato Istat  l’istituto di ricerca ha corretto in crescita le previsioni portando la previsione per il 2005 dallo 0,8% all’1,7%.

Quindi l’attendibilità dell’indice Istat è maggiore anche se esso può essere  influenzato da fenomeni di emersione sia sulle ore lavorate ( Durc per i privati)  che di sotto o soprafatturazione per gli acquisti.

Sono da considerarsi sottostimate le previsioni Cresme degli incrementi per il 2006/2007/2008 : 0%, 0,3%, 0,4% .

In conclusione per i prossimi anni è prevedibile un rallentamento dei ritmi di crescita ma meno drastico  di quanto paventato e comunque su volumi complessivi di investimento elevati.

 

PRODUTTIVITA’

 

La produttività in Italia risente fortemente della piccola dimensione delle imprese, normalmente con bassissimi tassi di incremento di produttività . Questo è maggiormente vero per l’edilizia che ormai si avvicina ad una media di 3 addetti per impresa.

Le serie Istat che dovrebbero misurare questo fattore sono : il valore aggiunto per mille unita di lavoro e il valore aggiunto al costo dei fattori a prezzi costanti.

La prima serie testimonia una sostanziale stabilità per il nostro settore negli ultimi anni. Abbiamo approfondito con i tecnici Istat e abbiamo capito che il modello usato pone agli stessi grandi difficoltà di affidabilità e di interpretazione.

Invece la serie che valuta il valore aggiunto al costo dei fattori, quindi al netto del costo complessivo del lavoro, ha avuto un incremento medio negli ultimi anni del 3% a prezzi costanti quindi al netto dell’inflazione. 

E’ vero che questo indice somma gli incrementi di produttività ad incrementi di redditività, ma comunque questo dato dimostra che ci sono i margini per sviluppare una  nuova stagione di contrattazione integrativa con richieste analoghe alla   precedente.

 

Possiamo riassumere che:

1)comunque la produzione del settore continua a crescere in maniera sostenuta anche nel 2005

 dopo aver registrato un incremento medio annuo del 4,4 ( sugli ultimi 6 anni)

 2) il valore aggiunto del settore è cresciuto del 2,9  media/annuo  come sommatoria di redditività e produttività.

 

3) l’occupazione cresce del 3,8 medio annuo, pur se influenzata da fenomeni di regolarizzazione ed emersione.

 

Pertanto pur considerando l’incremento del valore aggiunto suddiviso tra produttività ed incremento reale dei prezzi di vendita  possiamo ritenere normale chiedere un incremento dell’EET del 7-8% .

 

COSA E’ SUCCESSO NELLA PASSATA STAGIONE DI CONTRATTAZIONE TERRITORIALE ?

 

Facendo la sintesi del documento allegato possiamo affermare che il 97% degli accordi territoriali

ha raggiunto il tetto EET del  14% dei nuovi minimi tabellari con un incremento di 54 € mensili a regime.

 

Di notevole interesse è quanto ottenuto rispetto alle voci di mensa ,trasporti e trasferta.

Tutti gli integrativi hanno incrementato queste voci . In particolare il trattamento di mensa è stato migliorato rispetto all’effettivo consumo del pasto e di conseguenza è stata incrementata la indennità sostitutiva. Considerando la polverizzazione delle imprese è credibile che la maggior parte dei lavoratori usufruiscono dell’indennità sostitutiva. Ebbene l’incremento medio di tale indennità è di 22 € mese  (27€ al nord e 15€ al sud).  In percentuale l’incremento medio è del 54%.

L’indennità trasporto è cresciuta del 38% arrivando ad un incremento medio di7€ mese (10€al nord, 5€ al sud )

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Quindi solo per questi due istituti c’è stato un incremento medio mensile di 29 € mese pari al 54% dell’incremento dovuto alla EET.  In totale sommando EET e queste due indennità si è ottenuto un incremento mensile di 83€.

 

Per la trasferta è più difficile fare medie essendo spesso articolata per fasce chilometriche rapportate alla natura del territorio. C’è da dire che gli integrativi sono andati molto oltre quanto delegato dal CCNL ,ottenendo percentuali  migliorative e fasce chilometriche spesso all’interno dello stesso comune di assunzione. Infatti alcuni integrativi hanno abolito per questo motivo l’indennità trasporto.

 

Per concludere su questi aspetti facciamo osservare come di fatto, nonostante l’omogeneità di risultato sulla EET,  esiste una ampia differenziazione anche salariale tra i singoli territori . Ciò non solo nella classica suddivisione Nord/Sud ma anche all’interno delle macroregioni tra territori forti e meno forti.

 

 Per quanto riguarda gli altri argomenti trattati dagli integrativi, oltre a rimandare alla lettura del documento allegato per considerazioni più analitiche , possiamo osservare:

 

Orario

 C’è stata una tendenza a restringere o abolire quanto concordato nei precedenti accordi sull’orario plurimodale  (35/45 ore settimanali) , una ampia contrattazione sui periodi di ferie (85% degli accordi) , un tentativo di regolamentare i permessi retribuiti  (30% accordi).

 

Malattia

Sommando vecchi e nuovi integrativi circa un quarto dei territori ha istituito una integrazione del periodo di carenza . In massima parte come prestazione della cassa edile, sia in percentuale che in cifra fissa, spesso per un numero limitato di eventi e con verifiche sulla consistenza del costo.

Probabilmente il dato è sottostimato in quanto le prestazioni della cassa edile vengono regolate al di fuori dell’integrativo con accordi specifici non in nostro possesso.

 

Immigrati

Il 18% degli accordi contiene punti specifici riguardanti gli immigrati sotto le voci orari, ferie, aspettative ; formazione specifica, concertazione per accoglienza/alloggi.

 

Infine più del 50% degli accordi tratta argomenti riguardanti  gli enti bilaterali, il mercato del lavoro la formazione, la sicurezza e gli RLST. Il tutto con ottiche di razionalizzazione o difensive rispetto alle spinte della altre OOSS.

 

 

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