La Fillea Cgil denuncia : “ Mafia, Camorra e ‘Ndrangheta puntano con pericolosità e spregiudicatezza ad appalti e subappalti, minacciando lo sviluppo già scarso del nostro Paese.”

 

Le infiltrazioni mafiose – afferma in una nota la Fillea Cgil -continuano ad essere sempre più una minaccia per le infrastrutture del Sud , nuove regole e organizzazioni meno visibili e più strutturate si insinuano nelle maglie di appalti e subappalti.

In un convegno  su “ Economia e legalità “ ad Agrigento il procuratore di Palermo Piero Grasso ha affermato che: ''Cosa Nostra e' impegnata attraverso alcuni imprenditori di fiducia nell' organizzazione di cartelli di imprese secondo un modello che prevede scambi di buste e di favori a livello regionale per l' aggiudicazione degli appalti pubblici. Nel 2001, in base ad una legge regionale, oggi non piu' in vigore, attraverso la media ponderata dei ribassi, il 95,9 per cento degli appalti inferiori ai 10 miliardi di vecchie lire - ha aggiunto Grasso – veniva aggiudicato con un ribasso inferiore all' 1 per cento. Come dire che in Sicilia talune opere pubbliche costano di piu' rispetto ad altre regioni,mentre per altre tipologie di lavori di importo superiore, gli appalti vengono aggiudicati, di solito, con ribassi che oscillano tra il 16 ed il 20 per cento. A lla vigilia dell' erogazione dei finanziamenti previsti nell' ambito del programma Agenda 2000, si deve amaramente registrare il  consolidamento di un sistema illegale di condizionamento degli appalti in cui non vi e' assolutamente concorrenza fra le imprese, con tutte le intuibili conseguenze negative per l' economia e per la societa' siciliana. E' assolutamente necessario intervenire con decisione e tempestivita', sia sul versante della politica e dell’ amministrazione sia su quello strettamente giudiziario, per un pronto recupero di legalita', senza dover rinunciare ai finanziamenti pubblici che costituiscono per la Sicilia l' ultima spiaggia su cui innestare serie e proficue politiche di sviluppo. La  mafia non potra' mai essere compatibile con un sano sviluppo, con il necessario clima di libera concorrenza favorevole all' imprenditoria sana . Bisogna stare in guardia perche' ancora sono in molti coloro che invece ritengono che la mafia sia compatibile con lo sviluppo, perche' in fondo i soldi li porta e li reinveste. “

Sempre intervenendo convegno di Agrigento anche  il Procuratore aggiunto della Dda, Dipartimento distrettuale antimafia, Annamaria Palma, ha sottolineato una forte

minaccia territoriale della malavita  sull’economia degli appalti.

''L'attivita' piu' incisiva della mafia - ha affermato il Procuratore -  si estende nel settore degli appalti con una rigida divisione territoriale in zone d'influenza ,  la cosiddetta messa a posto prevede che l'imprenditore che ha vinto un appalto si debba rivolgere al capomafia della zona. Se l'imprenditore proviene da altri territori, lo stesso si deve rivolgere al capomafia del suo territorio, che a sua volta sara' il tramite con il responsabile di mafia dell' area in cui si svolgeranno i lavori . E' un dato certo, rilevato dalle indagini in corso che il pagamento di questo balzello produce un gravoso costo per l'imprenditore, assicurandogli pero' la tranquillita'. L'omesso versamento del pizzo comporta sempre danneggiamenti ed attentati via via sempre piu' gravi. “

 

In questi giorni anche la Dia ha lanciato  l’ennesimo allarme sulle infiltrazioni nelle grandi opere,  con un’attenzione particolare alla ‘Ndrangheta, pericolosa perché meno visibile e più strutturata.

In una relazione sulla criminalità organizzata per il primo semestre 2003, emerge che in Campania gli appetiti maggiori sono suscitati dall’area dell’ex Italsider di Bagnoli e di Sarno, disastrata dalle alluvioni del gennaio 2002. Specie negli appalti la strategia malavitosa sta tentando di entrare nel tessuto regionale attraverso massicci investimenti economici.

La Camorra, l’organizzazione criminale campana,  punta ad allargare il proprio campo di interessi nelle zone dove ci sono appalti  importanti.

Ma l’allarme maggiore, sempre secondo la Dia,  è suscitato dalla criminalità organizzata calabrese, perché è meno visibile sul territorio ma meglio strutturata e più diffusa sia a livello nazionale che internazionale.

 

La minaccia delle infiltrazioni malavitose, - sostiene Mauro Macchiesi, Segretario Nazionale della Fillea Cgil -  continua a rappresentare uno dei problemi maggiori per lo sviluppo del Sud ed in alcune realtà del territorio nazionale come il Mezzogiorno, costituisce un ulteriore problema allo sviluppo infrastrutturale. E’ necessaria una vera volontà politica di lotta alle organizzazioni malavitose, in particolare da parte di chi governa questo Paese.

E’ necessario costruire una rete di monitoraggio nelle realtà territoriali più interessate, in grado di  incrociare  i dati sulle proprietà delle imprese, sui terreni, sui beni immobili , sotto il coordinamento dei Prefetti. 

Occorre mettere in campo un lavoro efficace di prevenzione e di contrasto da parte dello Stato.

Questa è l’unica strada possibile.  Non possiamo accettate il principio secondo il quale per realizzare un’opera al Sud si debba convivere con la Mafia, né tantomeno che le infrastrutture al Sud non si debbano costruire per evitare il rischio di infiltrazioni malavitose.

Il sindacato – conclude Macchiesi – è disponibile a svolgere la sua parte ma per far questo occorre che le Istituzioni siano attrezzate per combattere questa battaglia, che è una battaglia per la democrazia.”

 

Roma 29 settembre 2003