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BOZZA DI DOCUMENTO PER L’INIZIATIVA CONTRO LA MAFIA PALERMO 15 e 16 MARZO 2005 Mafia, ‘ndragheta e camorra hanno subito nell’ultimo decennio profonde modificazioni sul piano della struttura dell’organizzazione criminale, delle relazioni con la politica, della quantità e qualità dei rapporti con il sistema economico. Ciò rende opportuno, anche da parte del Sindacato, un aggiornamento dell’analisi e l’individuazione di proposte capaci di rendere più incisiva la nostra iniziativa. È diventato evidente negli ultimi anni che la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra, si vanno sempre più distinguendo per essere organizzazioni criminali con una precisa configurazione di carattere “politico”, cioè finalizzate all’esercizio di una forma specifica di potere, intendendo con questo il complesso di azioni tendenti a governare - ovviamente con strumenti illegali, violenti e antagonisti allo Stato - un territorio in esclusiva, oppure in coabitazione con lo stato legale. Tale è il carattere distintivo della mafia rispetto alle altre organizzazioni criminali “comuni”. Sul terreno economico è ormai di tutta evidenza che la mafia non si occupa solo delle tradizionali attività criminali (dallo spaccio al racket) ma interviene in tutti i campi dell’economia, anche di quella formalmente legale. Non più solo il controllo della spesa finale nel campo delle infrastrutture e degli appalti pubblici attraverso un intervento capillare in tutta la filiera, dalle gare al movimento terra, ma la penetrazione pervasiva di tutta l’economia. Attraverso il racket essa interviene nel commercio, a partire da quello minuto, fornisce capitali agli insediamenti della grande distribuzione e rende più stringente il proprio controllo a vari livelli dell’intermediazione commerciale. È presente nei più disparati comparti economici, dalle proprietà immobiliari all’agricoltura intensiva e alla trasformazione dei prodotti agricoli. Tutto ciò non più semplicemente taglieggiando, ma intervenendo con propri capitali nel sistema, occupando spazi economici anche rilevanti dal punto di vista tecnologico come la sanità, lo smaltimento dei rifiuti o la distribuzione delle acque. Per sfruttare tutte le occasioni utili e perseguire la ricerca del massimo profitto, la mafia ha necessità di un apparato politico nascosto dentro gli apparati politici legali, del quale probabilmente dirige i comportamenti in senso ad essa favorevole. Un intreccio non nuovo nella storia della Sicilia e del Mezzogiorno ma che ha assunto forme ancora più preoccupanti nella lunga fase di transizione istituzionale vissuta dal sistema politico del nostro paese. Di fronte alla scomparsa di tradizionali interlocutori, la mafia ha individuato referenti, a livello sempre più alto, coinvolgendo la politica locale, come è dimostrato ormai da molteplici inchieste giudiziarie, e con qualche probabilità anche quella nazionale. La generale caduta di attenzione verso la legalità che ha caratterizzato, anche dal punto di vista legislativo, gli ultimi quattro anni ha oggettivamente agevolato l’espansione del campo di azione della mafia. È sotto gli occhi di tutti la messa in discussione dell’autonomia della magistratura e l’attacco ormai quotidiano a giudici e pubblici ministeri che compiono il proprio dovere. Condoni, depenalizzazione del falso in bilancio, norme fotografia per rendere possibili assoluzioni, illegalità nel mondo del lavoro favorita dall’abbandono dell’azione di contrasto al lavoro nero e sommerso, smantellamento della normativa sulla sicurezza dei lavoratori, disarticolazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato ed ampliamento dell’area del lavoro precario :un elenco solo parziale degli arretramenti intervenuti sul terreno dell’economia e del lavoro. A ciò vanno aggiunti l’approccio al fenomeno dell’immigrazione che ha compromesso diritti fondamentali di uomini e donne che entrano in Italia per lavorare, l’introduzione di norme che hanno legalizzato lo sfruttamento selvaggio. Lo Stato ha perso in molti territori la sua funzione monopolistica nell’uso della forza per il controllo dell’ordine pubblico e del territorio che sono le caratteristiche della sua esistenza. La stessa funzione di garanzia della sicurezza dei cittadini è messa non solo in dubbio, ma è sempre più esercitata in maniera carente; come è dimostrato dal generalizzato asservimento al pizzo della stragrande maggioranza degli operatori economici. L’assenza o la sporadicità di fatti di violenza omicida mafiosa non testimoniano la debolezza della mafia, ma la sua scelta di accettare una sorta di convivenza con lo stato legale. In queste condizioni la repressione della mafia affidata alle forze dell’ordine e alla magistratura è evidentemente insufficiente, intervenendo solo a valle dei fenomeni criminali e solo per quelli resi evidenti perché denunciati o accaduti in pubblico. Ma ciò che viene alla luce nelle azioni investigative e nelle azioni repressive rappresenta solo una piccola parte del fenomeno mafioso. A questo si devono aggiungere tutti quei fenomeni di illegalità diffusa che vengono tollerati dal sistema legale e che rappresentano contemporaneamente il segnale di impunità e la costruzione di un brodo di cultura illegale che diventa la base politica di sostegno al potere mafioso. L’impunità manifesta della politica e la mancanza di ogni responsabilità etica da parte della classe politica della maggioranza, rendono impossibile ogni battaglia vincente contro la mafia. È da qui, allora, che bisogna partire per contrastare e sconfiggere la qualità politica della mafia, ridurla a fenomeno criminale, rendendo la politica e l’economia impermeabili ad essa per batterla sul piano della repressione.
Occorre ricostruire la tensione civile ed etica degli anni ’90. La CGIL propone, a tal fine, di intervenire sui terreni decisivi della responsabilità della politica, dei compiti dell’economia, della tutela della legalità nel lavoro, degli appalti, della lotta contro il racket e l’usura, del rapporto tra la legalità, della trasparenza ed efficienza della pubblica amministrazione. Un’elaborazione che si offre al dibattito unitario, al fine di contribuire alla realizzazione di una vera e propria piattaforma unitaria di Cgil-Cisl-Uil contro la mafia.
In particolare: 1) LE RESPONSABILITA’ DELLA POLITICA - Chiediamo la costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli intrecci mafia, politica, economia, per far emergere le responsabilità e le inadempienze che hanno consentito alla mafia, dopo l’incisiva risposta degli apparati dello Stato all’indomani delle stragi dei primi anni 90, di riprendere spazio e potere. Conclusa con la parziale disarticolazione della “cupola “ la stagione delle stragi, nella quale si pose come antistato, la mafia è tornata ad assumere una collocazione più tradizionale, insabbiando quasi in maniera carsica la sua azione per riassumere pienamente il controllo del territorio e dell’economia. Vicende come quella di Scampia e la crescente presenza della criminalità organizzata sui mercati finanziari testimoniano il rilievo nazionale del fenomeno mafioso. Oggi occorre dimostrare che l’illegalità ha un costo maggiore della legalità, anche attraverso la definizione in sede parlamentare di un testo unico delle normative di contrasto alle organizzazioni mafiose, riprendendo e completando i lavori della Commissione insediata dal ministro della Giustizia Flick. È opportuno, inoltre introdurre l’obbligatorietà della presenza di codici etici negli statuti delle associazioni aventi finalità politiche in senso lato; codici che debbono essere convalidati da authority specifiche. Appare inoltre opportuno il ripristino del Commissariato per la gestione dei beni confiscati e sequestrati alla mafia; - assegnazione alle forze dell’ordine di risorse adeguate alla gravità dei fenomeni criminali da affrontare; - modernizzazione degli apparati di polizia, attraverso la formazione e l’innovazione tecnologica; - è ormai urgente l’aggiornamento delle normative penali per combattere le ecomafie e la gestione criminale dello smaltimento dei rifiuti urbani ed industriali.
2) I COMPITI DELL’ECONOMIA E LA TUTELA DELLA LEGALITA’ DEL LAVORO - Introduzione dell’obbligatorietà dell’azione penale per i casi di reati connessi all’economia ed approvazione di un testo unico delle normative di contrasto delle illegalità nel lavoro, che preveda innanzitutto l’estensione della clausola sociale a tutti gli appalti e la revoca dell’appalto nel caso in cui un’impresa non denunci i tentativi di corruzione o estorsione; - aggiornamento delle normative penali per combattere le ecomafie e la gestione criminale dello smaltimento dei rifiuti; - creazione di un sistema volontario ed incentivato di certificazione di legalità delle imprese , sul modello della certificazione di qualità ambientale, dando vita ad un apposita authority di controllo e ad un sistema di sanzioni per le dichiarazioni non veritiere; - per dare una prima ma significativa risposta ai drammatici problemi dell’occupazione nelle grandi aree urbane si può immaginare di dar vita ad un piano straordinario di riqualificazione urbana nelle aree degradate della città; finanziato con risorse nazionali e regionali; - al tempo stesso è necessario praticare nuove politiche sociali di sostegno al reddito e alla formazione con l’uso dei patrimoni mafiosi confiscati e sequestrati.
3) GLI APPALTI IN EDILIZIA, NELL’INDUSTRIA, NEI SERVIZI Il punto centrale nella lotta alle infiltrazioni malavitose negli appalti passa per il contrasto e le politiche di prevenzione da esercitare sul territorio. A tal fine proponiamo: - generalizzazione in tutte le Prefetture dei “Protocolli di legalità” sul modello predisposto dal CNEL , monitoraggio della certificazione antimafia in tutte le fasi di affidamento e subaffidamento dei lavori; - la previsione di stazioni appaltanti uniche a livello provinciale con un servizio di controllo del Protocollo d’appalto e controlli a campione sulle società che partecipano alla gara con un ufficio di monitoraggio sul rispetto della normativa per la sicurezza nei luoghi di lavoro e della corretta applicazione delle norme sulla certificazione contributiva, dell’assicurazione contro gli infortuni, dell’iscrizione delle imprese alle Casse Edili (DURC) nei lavori edili sia pubblici che privati; - utilizzazione del vademecum approvato dal CNEL per le imprese contenente le norme sugli appalti e subappalti; - per quanto riguarda il settore industriale è essenziale estendere alle grandi imprese del manifatturiero, della chimica e della infrastrutturazione dei servizi a rete (ferroviario energetico e telecomunicazione) la sottoscrizione di protocolli di legalità per impedire l’infiltrazione mafiosa nel loro sistema degli appalti e per limitare l’uso del sub-appalto; - va estesa quell’esperienza degli appalti di mense e servizi dove è stato previsto nei capitolati di appalto l’espressa indicazione dell’ obbligo di rispettare integralmente il CCNL, gli accordi integrativi ove esistenti, salvaguardando l’occupazione e garantendo la qualità del prodotto;
4) LEGALITA’, TRASPARENZA ED EFFICIENZA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Piena attuazione dei principi del decreto legislativo n29 e delle Bassanini dando concreta attuazione al principio della separazione dei ruoli burocratici dalla politica; - istituzione, sul modello francese, di un autonomo sistema di valutazione, con piena responsabilità degli atti e con funzione di contrappeso del potere politico; - introduzione dei vincoli della normativa pubblica nella gestione delle aziende di utility in presenza di capitale o di mono -committenza pubblica; - introduzione del principio di sussidarietà e di solidarietà nel rapporto tra stato e regioni autonome; - introduzione negli Statuti delle Regioni e degli Enti Locali di esplicite norme di indirizzo principi che improntino l’azione legislativa ed amministrativa alla lotta contro della mafia ed al contrasto ad ogni forma di infiltrazione malavitosa; - applicazione generalizzata del codice etico dei pubblici dipendenti; - obbligatorietà del codice etico per le aziende che interagiscono a qualunque titolo con le risorse pubbliche o che erogano servizi di interesse pubblico.
5) UNA NUOVA FASE DELLA LOTTA CONTRO IL RACKET E L’USURA - Stipula dei contratti di sicurezza per incrementare le condizioni di legalità e sicurezza degli abitanti e delle attività economiche; - piano straordinario di controllo dei quartieri e delle aree a rischi; - promozione delle associazioni antiracket ed antiusura; - rifinanziamento delle leggi 108/96 e 44/99 in particolare l’art.15 per il sostegno e risarcimento economico delle vittime di racket e usura; - rispetto delle normative anti-riciclaggio da parete degli istituti di credito.
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