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Restauro Beni Culturali: la Corte dei Conti critica la gestione dei finanziamenti.
Troppo tempo tra gli
stanziamenti e la stipula dei contratti. Il 65% dei fondi non viene
utilizzato.
La Corte dei Conti punta il dito sulla
gestione dei Beni Culturali e sottolinea che, seppure ci sono stati dei
miglioramenti, soprattutto riguardo al progressivo adeguamento alla
normativa generale dei lavori pubblici, rimangono molti punti di
criticità, gli stessi che erano emersi nelle precedenti indagini. Troppo
lunghi i tempi tra i finanziamenti e la stipula dei contratti, troppe
somme non spese, troppo ricorso agli affidamenti diretti dei lavori. E’
quanto è emerso dall’ultima indagine sull’”Attività di restauro,
recupero e conservazione delle soprintendenze e degli altri centri di
spesa del Ministero per i beni e le attività culturali”. I risultati
dell’indagine hanno evidenziato in primo luogo l’eccessivo spazio
di tempo tra i finanziamenti e la stipula dei contratti; l’alto livello
dei residui, cioè delle somme non spese (che ammontavano al 31 dicembre
2002 a ben il 65% delle disponibilità); l’eccessivo ricorso ad
affidamenti diretti dei lavori, solo parzialmente giustificato dalla
natura dei lavori stessi che, particolarmente quando riguardino
restauri, possono essere svolti solo da una ristretta schiera di
specialisti; una certa elasticità nelle formalità seguite per la
pubblicità dei lavori da appaltare, spesso (specialmente per i lavori di
più modesto importo) sostituite dall’inserimento nei siti informatici
del Ministero e delle diverse stazioni appaltanti. Il Ministero per i
beni e delle attività culturali spende annualmente oltre 370 milioni di
euro in lavori di restauro, recupero, conservazione e impiantistica, con
un’attività ed un’amministrazione fortemente decentrata. Opera in
tutto il territorio nazionale attraverso le direzioni regionali e gli
istituti e soprintendenze settoriali e locali, che hanno la diretta
responsabilità della tutela del nostro patrimonio storico, artistico,
culturale e paesaggistico e che gestiscono direttamente lavori pubblici
che interessano mediamente, ogni anno, oltre 500 siti artistici. Roma 11 gennaio 2005 |
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©Grafica web michele Di lucchio |
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