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XVI Congresso Fillea Cgil - Intervento di  Costanza Florimontante

 

 

Segretario Generale Fillea Imperia

 

 

E’ vero. Quattro anni fa c’erano già i segni di un rallentamento dell’economia e della crescita.

E’ vero. Quattro anni fa, al momento del 14°Congresso CGIL, erano visibili le speculazioni sul rialzo dei prezzi a seguito dell’introduzione dell’euro.

 

Come ha risposto il governo di centro destra?

Prospettando il miracolo economico, eliminando l’imposta di successione (avvantaggiando gli investimenti patrimoniali, meglio se già acquisiti, a scapito degli investimenti in ricerca ed innovazione).

         Non intervenendo, in nessun modo, sulle speculazioni ai danni dell’euro, sperando forse, in un aumento del tasso d’inflazione.

         Portando avanti un piano di attacco a volte esplicito, nel caso della previdenza e della scuola, a volte strisciante, nel caso di sanità ed assistenza, finalizzato alla demolizione delle fondamenta del nostro stato sociale. A questo proposito mi piace ricordare che, sabato scorso, 150.000 persone hanno affermato con forza che la 194    NON SI TOCCA!

         Attuando una serie di politiche che hanno spaziato dalla finanza creativa ai condoni a ripetizione, dalle cartolarizzazioni alle dismissioni del patrimonio pubblico, fino ad un attacco frontale alla progressività del prelievo fiscale, alla riforma elettorale, alla Costituzione.

         DESTABILIZZANDO IL MERCATO DEL LAVORO con interventi sull’articolo 18 prima e con la legge Bossi – Fini poi. Facendo proprie spinte irrazionali e paure contrarie ai più basilari principi di dignità e rispetto della vita umana che, a livello internazionale, prendono il nome di Direttiva Bolkenstein.

 

         Oggi dobbiamo fare i conti con un preoccupante impoverimento del lavoro dipendente, dove regnano precarietà ed insicurezza, in un mercato globale dove interdipendenze e differenze rischiano di trasformarsi in conflitti, violenza, terrorismo che trovano terreno fertile dove c’è povertà, miseria e disperazione.

 

         A livello locale, con le 20 Assemblee Congressuali organizzate in preparazione al VII° Congresso Provinciale, la FILLEA ha affermato la propria volontà di leggere la realtà di Imperia, cercando di costituire, sempre di più, un punto di riferimento per i lavoratori del settore delle costruzioni.

 

         Imperia è malata di nanismo ( il 98% delle imprese hanno meno di 10 addetti, con una media di 2.5 addetti/impresa – fonte Unioncamere Ligura). Nel settore delle costruzioni, vive un trend di crescita e comunque di generale “tenuta”, anche se i dati finora disponibili nel 2005 mostrano una certa flessione, dopo 5 anni di costante incremento.

 

         Voglio però sottolineare che la realizzazione di grandi opere infrastrutturali nella Provincia, ad esempio il raddoppio della linea ferroviaria  Genova – Ventimiglia, i finanziamenti all’interno del Doc.U.P. Obiettivo 2 ed a seguito degli eventi alluvionali, portano all’amara constatazione che gli investimenti NON SI SONO TRADOTTI  in crescita occupazionale significativa.

 

         Possiamo facilmente immaginare un analogo destino per il Porto di Imperia e la riqualificazione dell’area Italcementi, dove gli interessi predominanti (  è cronaca di tutti i giorni ) non sono certo quelli sociali.

 

         La cause possono ricercarsi, in generale, nella debolezza dell’offerta imprenditoriale locale, ma anche nella mancanza di manodopera specializzata. Qui il Sindacato può e deve svolgere un ruolo di assoluta importanza.

 

         Il settore delle costruzioni è il primo ad essere investito dalle evoluzioni positive e negative delle condizioni sociali ed economiche, e vi posso testimoniare che i temi al momento più drammatici sono l’immigrazione e la precarietà.

 

Immigrazione

         La Liguria è la quinta regione in Italia ( dopo Emilia Romagna, Veneto, Friuli e Lombardia – fonte FILLEA CGIL) per percentuale di immigrati iscritti alle Casse Edili ( 28.07% - fonte FILLEA CGIL). La FILLEA CGIL rappresenta, nella Provincia di Imperia, più del 40% degli immigrati iscritti ( all’ottavo posto assoluto in Italia – fonte FILLEA CGIL).Il dato ci inorgoglisce, ma nello stesso ci pone di fronte alle nostre responsabilità, perché il lavoro straniero non è un fenomeno temporaneo legato ad una contingenza storica, ma un fatto strutturale che costituisce un’opportunità di crescita e lo stimolo per la ricerca di nuovi equilibri sociali. Anche la FILLEA deve diventare il Sindacato DEI lavoratori stranieri.

 

Precarietà

         Il giudizio sulla legge 30 anche a livello locale, non può che essere ASSOLUTAMNTE NEGATIVO. Le ripercussioni sono state:

 

1.                        l’incremento inarrestabile delle imprese artigiane iscritte alla CCIAA. I lavoratori del settore sono stati costretti a costituirsi in Impresa con alle spalle, spesso, una professionalità inadeguata. Basti pensare che, su 3817 imprese edili attivi in Provincia, l’87% (OTTANTASETTE PER CENTO ) è costituito da Imprese artigiane.

 

2.                        il ricorso all’uso estensivo del subappalto,  fenomeno molto frequente in Provincia, con una delega delle responsabilità e conseguenti difficoltà in fase di controllo.

 

3.                        un incremento delle ore lavorative sia per seguire l’andamento dell’offerta ma anche per una pura esigenza di sopravvivenza dell’Impresa Artigiana.

 

4.                        un aumento degli infortuni, diretta conseguenza del punto precedente.

 

5.                        un’assoluta inefficacia dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa ( co.co.co ), che ha riguardato, e solo marginalmente, il personale impiegatizio.

 

6.                        difficoltà di inserimento sociale dei lavoratori immigrati. Il mercato del lavoro offre loro una vasta gamma di contratti precari e flessibili, inefficaci per l’ottenimento del rinnovo del permesso di soggiorno.

 

Il tutto innestato su una situazione locale dove prevalgono i nuclei familiari monoreddito, con la naturale conseguenza del ricorso al lavoro nero per poter garantire un livello di vita adeguato alla famiglia; e non si dimentichi che la precarizzazione ha esposto il lavoro femminile a concorrenza dequalificante e a basso reddito, con il perseguimento e la colpevolizzazione degli impegni famigliari e della volontà di avere gravidanze.

 

         Un effetto collaterale imprevisto è stata la rinascita del caporalato, fenomeno fino a poco tempo fa sconosciuto in Provincia.

 

Risultati

         Negli ultimi quattro anni la FILLEA ha incrementato del 60% gli iscritti ( da 600 a 960 ) per citare i soli aderenti alla Cassa Edile, frutto di un lavoro di gruppo, costante, duro.

 

         Un’iniziativa della quale andiamo fieri è la nascita di FILLEA Restauro ( resp.Raffaella Ciccone), avventura iniziata 2 anni fa, che adesso raggruppa circa 50 restauratori, è sede di un corso di formazione ed è culminata in un Convegno che si è tenuto a Sanremo lo scorso 17 settembre 2005.

         Tengo a sottolineare questa iniziativa soprattutto perché si è registrata una massiccia presenza femminile ( oltre il 50%), soprattutto giovane. Questa è un’ulteriore conferma della capacità della FILLEA di sapersi adattare alle mutate condizioni sociali e lavorative della Provincia.

 

Conclusioni

                     I recenti incontri con i Sindacati della Provincia e la proposta di protocolli di intesa, non possono che evidenziare i successi che si possono ottenere condividendo le iniziative.

                     Lo Sciopero Generale dello scorso 25 novembre, la straordinaria partecipazione in tutti i posti di lavoro, la denuncia comune della crisi economica provinciale, evidenziano una unitarietà di scopi finalmente condivisi ed una buona salute dei Sindacati.

         D’altronde è proprio questo che ci chiedono i lavoratori. Ed anche se la CGIL, in provincia di Imperia, non è il sindacato di maggioranza, NESSUNO può permettersi di ignorare il primo sindacato in Italia, NESSUNO può permettersi di calpestare i primi 100 anni della nostra storia.

 

         È necessario sviluppare un percorso di crescita e consapevolezza. In una parola Sostenibilità. sostenibilità significa ricomporre il lavoro dell’uomo oltre la legge 30, ripensando in funzione del mercato sostenibile e del territorio, nella valorizzazione di città, beni, culture e patrimoni culturali, di risorse ambientali, di infrastrutture civili e sociali. Sostenibilità significa il valore della qualità, della democrazia e della libertà.

 

         Sogniamo un manodopera specializzata, supportata da un Sindacato che garantisca retribuzione adeguata e sicurezza sul luogo di lavoro. È questo il percorso di riprogettazione, crescita e collaborazione in un mondo del lavoro senza frontiere, multietnico. È questo che abbiamo chiamato Cantiere Qualità.

 

         Noi della CGIL abbiamo una ricetta per il futuro: “investire in sentimenti, non risparmiare in coraggio e spendere tutto in ottimismo”. Una ricetta che è, per tutti, anche per Lei, Signor Presidente del consiglio.

 

 

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