III Congresso provinciale
FILLEA CGIL
Foggia - 21 novembre 2001
Documento conclusivo
Il Congresso della FILLEA CGIL provinciale di Foggia approva la relazione del segretario uscente Giuseppe Rendina, con gli arricchimenti e le integrazioni venute dal dibattito, dall'intervento del coordinatore regionale Mimmo Stasi e dalle conclusioni del segretario nazionale Luigi Cavallini.
In particolare, la FILLEA di Foggia ritiene strategico il ruolo della formazione nella costruzione di un futuro di qualità per la nostra categoria e più complessivamente per il mondo del lavoro nella nostra provincia e condivide i contenuti e le indicazioni sottoposte al Congresso nel documento nazionale della FILLEA "Costruire una nuova civiltà del lavoro".
La FILLEA di Foggia aderisce al progetto e fa propria la volontà di realizzare anche nel territorio provinciale i moduli progettuali "restauro" e "under 30".
Il Congresso condivide l'ordine del giorno approvato dal direttivo nazionale il 24 ottobre 2001 sui lavori usuranti. In tal senso, ritiene che la platea dei beneficiari di tali provvedimenti vada allargata anche ad altre figure professionali presenti nel settore.
Il Sindacato delle costruzioni della CGIL di Foggia ritiene inaccettabile ed incomprensibile l'atteggiamento degli imprenditori del bacino marmifero di Apricena e, più in generale, delle cave della provincia, che negano uno strumento indispensabile allo sviluppo di un sistema improntato alla qualità quale è il contratto decentrato.
Il Congresso approva la proposta di emendamento allo Statuto in tema di rappresentatività dei sessi, e si impegna a favorire percorsi di inserimento lavorativo, nella categoria, delle donne.
Il Congresso ritiene prioritaria la lotta lavoro nero, al lavoro irregolare, al subappalto indiscriminato ed al cottimo selvaggio; denuncia il tentativo in atto di destrutturare l'impresa per sottrarla ai suoi obblighi normativi, che si riflette negativamente sulle condizioni di lavoro, sulle tutele, sulla sicurezza dei lavoratori.
Il Congresso impegna il Comitato Direttivo ad investire nella formazione dei quadri e dei delegati, con particolare attenzione alle strutture periferiche ed aziendali.
I delegati respingono nel merito e nel metodo l'impostazione del "libro bianco" del Governo e riaffermano il principio della concertazione e della programmazione negoziata quale sistema da privilegiare nella definizione delle politiche economiche e sociali.
Approvato all'unanimità.
Foggia, 21 ottobre 2001
Ordine del giorno
Il Congresso
della FILLEA CGIL provinciale di Foggia, tenutosi il 21 ottobre 2001, ha approvato
all'unanimità il seguente ordine del giorno:
Con il decreto legislativo 368
del 6 settembre 2001 viene meno il limite posto dall'articolo 1 della legge
230/62, secondo il quale il rapporto di lavoro era da intendersi a tempo indeterminato,
salvo le eccezioni previste dalla legge e dalle clausole dei contratti
collettivi.
La scorsa settimana, il Consiglio
dei Ministri ha approvato un disegno di legge per chiedere al parlamento una
delega per intervenire sull'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Il diritto del lavoro, nel
complesso, è oggetto di un attacco da più fronti tendenti a smobilitare le
tutele dei lavoratori; ciò si inserisce in un contesto in cui, anche per la
grande mole di vertenze in atto, i tempi della giustizia si sono allungati a
dismisura.
Il Congresso della FILLEA CGIL di Foggia
respinge
questa impostazione del Governo e
impegna il gruppo dirigente a mettere in atto tutte le iniziative per scongiurare
la "deriva" del diritto del lavoro in Italia;
chiede
che si eviti la smobilitazione
del sistema di tutele, previste dal nostro ordinamento in attuazione dei
principi della Costituzione;
chiede inoltre
che venga mantenuto saldo il
principio generale del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con una definizione
rigorosa e giustificata dell'apposizione del termine, attraverso la contrattazione
collettiva;
invita
tutti i livelli del sindacato e
le forze sociali democratiche ad iniziative comuni che portino ad un
rafforzamento delle strutture degli uffici giudiziari;
ritiene
che vada data effettività al
principio di uguaglianza dei cittadini, evitando che fasce di lavoratori
oggettivamente più deboli, quali dipendenti di piccole imprese, soci di
cooperative, o gli altri individuati nel d.d.l. del Governo, siano esclusi dal
sistema di tutele. Andrebbero piuttosto uniformati i termini per la
prescrizione dei diritti, in ogni caso dalla cessazione del rapporto di lavoro,
e scongiurati gli attacchi al principio di gratuità del processo del lavoro e
previdenziale;
ritiene infine
necessario
che, in tema di licenziamenti e trasferimenti, si arrivi ad una definizione, per legge, di procedure d'urgenza nella definizione dei processi.