Relazione svolta dal Segretario della Fillea Palermo
Michele Palazzolo
in occasione
del II Congresso Provinciale Fillea Palermo
in data 9 Novembre 2001
I tempi del II Congresso Provinciale
Non
avremmo mai immaginato che i nostri giorni fossero attraversati da eventi così
sconvolgenti.
Da quell’undici di Settembre duemilauno molte
nostre convinzioni, atteggiamenti, modi di interpretare la vita sono mutati.
Fatti drammatici che cambiano il corso
delle cose, fanno vacillare anche ideali, che costringono ad interrogarsi sulle
inutilità di certe posizioni di maniera, mentre è utile affermare che è
esigenza di tutti i popoli estirpare ogni forma di terrorismo ma
contemporaneamente far riconsiderare la posizione di chi è portato a sostenere
che la guerra possa essere l’unico mezzo per la risoluzione di tanto drammatico
momento.
Ci accingiamo, con il
turbamento delle nostre coscienze, nella
memoria di tanti innocenti, qualunque sia la razza, il credo religioso,
tradizioni e cultura, ai
congressi delle nostre organizzazioni, della nostra FILLEA, della nostra CGIL.
Grandi cambiamenti sono
intervenuti dal nostro ultimo congresso di Maggio 1996 ad oggi.
Palermo e la sua provincia sono state
oggetto di eventi che hanno segnato la nostra società, a cominciare dalla
feconda stagione dell’impegno di lotta alla mafia, concretizzatosi con
significative operazioni contro l’organizzazione criminale.
L’impegno di magistrati,
delle forze di investigazione ma anche
di una nuova sensibilità politica, di un risveglio e dall’uscita dall’apatia di
larghi strati sociali, cui va il nostro riconoscimento e il sostegno a
continuare.
Ci interroghiamo se questo
tempo possa considerarsi messo in forse, se osserviamo episodi ultimi che ci
impressionano per gli effetti, come nel caso del taglio delle scorte a
magistrati esposti e la vicenda legata al ruolo di Tano Grasso.
Sono stati gli anni, per
venire al nostro specifico, che hanno consentito a tanti lavoratori e
lavoratrici di tornare ad essere occupati nel settore delle costruzioni, pur
non essendosi risolte definitivamente alcune precondizioni: a cominciare dai riferimenti legislativi e dalla
qualità del sistema delle imprese isolane, per un effetto moltiplicatore delle
stesse che non ha avuto dimensioni tali nel resto d’Italia.
Basta guardare ai dati
della locale Cassa Edile per rendersi conto della crescita di ore lavorate e di
occupati. L’anno “96 fu il peggiore del decennio in termini di occupati e di
ore denunciate, molto lontano dai picchi positivi del 1992. La crescita del
numero complessivo di occupati ma maggiormente delle ore accantonate segnala
ancora per l’anno in corso una positiva tendenza, pur se diremo in seguito come
nel frattempo sia intervenuto un calo dei bandi gara.
In provincia un effetto trainante si è
determinato con le rinnovate municipalità e con il sindaco eletto dai
cittadini. Sono state queste fra le stazioni appaltanti più attive nella
realizzazione di opere a forte impatto e necessità sociale (scuole, strade,
centri servizi, impiantistica sportiva età...), talvolta semplicemente tirando
dagli archivi progetti per troppo tempo abbandonati.
Sono stati gli anni che hanno visto
parimenti una significativa crescita del lavoro nero, irregolare, sommerso, nel
settore delle OO.PP. sia nell’edilizia privata. Sintomatico il dato relativo
alle richieste di sgravi Irpef (36%) sulle ristrutturazioni, oltre lo sconto al
10% dell’IVA per le manutenzioni, che per Palermo nel periodo 1998/Settembre
2001 sono state 27680 a fronte delle 225450 registrate a Bologna, città con
dotazione edilizia notevolmente inferiore.
Una prima interpretazione
del fenomeno si spiega, anche ma non solo,
per la presenza di un gran
numero di imprese che ha sostanzialmente alterato il mercato, segnato dalla concorrenza
non basata sull’eccellenza.
Da ciò l’ingaggio di mano d’opera con salari e stipendi al di
sotto degli standards contrattuali,
senza il tributo degli oneri sociali più complessivamente.
In carpetta abbiamo
ritenuto significativo inserire la relazione di Franco Martini, segretario generale di FILLEA CGIL, tenuta lo
scorso aprile durante il convegno promosso dalla nostra organizzazione, che ha
avuto per titolo” Il cantiere qualità
– lavoro e impresa in edilizia nelle sfide della competizione”.
Riteniamo questo un
documento che centra il prossimo venturo auspicabile del settore, dove lavoro
ed impresa debbono sempre più tendere alla qualità per sostenere una sfida
competitiva, settore che punti a regole definite e non ad una falsa modernità
liberistica.
La
crescita di fenomeni di irregolarità occupazionale, le relative inadempienze
contrattuali e previdenziali, ha reso indispensabile l’affinamento di alcuni
mezzi di contrasto anche di nostra sollecitazione.
Il sindacato palermitano ha coinvolto molte
amministrazioni locali chiamandole a porre sotto una più stretta osservazione i
lavori affidati, verificando nei cantieri le imprese e le condizioni delle
maestranze impegnate.
Certo non effetti
trionfalistici ma una stagione di attenzione su tutti gli aspetti della
regolarità dei luoghi di lavoro, a cominciare, innanzi tutto, dalla tutela
della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori impegnati.
Un altro tassello significativo è il
consolidato metodo attivato dal Prefetto di Palermo, che in qualche modo
anticipando ulteriori dispositivi normativi, ha messo in campo squadre di
vigilanza mista con la presenza di ispettori Inps, Inail, Asl, ispettorato
provinciale del lavoro, forza pubblica.
Il lavoro prodotto, i risultati conseguiti, i nuovi obiettivi
vanno regolarmente discussi con l’apporto delle OO.SS., delle imprese, degli
ordini professionali.
Nello specifico in Sicilia i nostri governi non hanno mai guardato
alle opere pubbliche infrastrutturali come la leva determinante per lo
sviluppo.
La legge regionale sugli appalti tuttora in vigore (10/93), pur
con continui aggiornamenti alcuni dei quali, di cui in appresso riferiremo,
davvero “bizzarri”, talvolta invece con spunti addirittura anticipatori della
legislazione nazionale (leggasi, fra l’altro, lo stesso project financing) ha
mostrato alcuni limiti evidenti, effettivamente ritardanti, se non totalmente
bloccanti, il processo che porta alla realizzazione dell’opera:
·
La mancata definizione di procedure snelle
·
Il mantenimento dei finanziamenti
all’insorgere di carenze programmatorie/progettuali
Delle bizzarrie, passate ai
più stranamente inosservate, ricordiamo una modifica alla legislazione
regionale riguardante il sistema di calcolo utile per l’aggiudicazione della
gara con ribasso della base d’asta. Considerato che il sistema matematico
precedente si prestava fra l’altro ad avere parecchi ribassi oltre la fascia di
anomalia, talvolta aggirantisi oltre il 40%, con conseguenti accertamenti e
ritardi nell’assegnazione, con il nuovo metodo introdotto si sono prodotte
aggiudicazioni in cui gli abbattimenti degli importi base sono stati
dell’ordine dello 0,.....%, procurando la fine del massimo ribasso e
l’introduzione della “offerta economicamente più svantaggiosa”.
Per non sottacere che il
rischio cordata è rimasto inalterato.
L’ancor oggi mancato
recepimento della legge nazionale sugli appalti (L109/94 e modifiche),
assegnata alla storia come “Merloni-ter”, da parte della Regione siciliana
,assegna alla nostra classe politica una delle posizioni più basse in una
virtuale classifica di efficienza rappresentativa dell’interesse collettivo.
Nelle precedenti
legislature regionali, un disegno di legge (ddl
1114/2000) avente per oggetto appalti , forniture servizi, cui noi abbiamo
contribuito con sollecitazioni alle forze parlamentari, ha avuto solo un iter
in commissione senza mai approdare alla discussione d’aula.
Non risulta che il novello
governatore siciliano (Toto’ Cuffaro)
abbia predisposto, nel suo programma dei primi 100 giorni, il varo di una legge
di modifica della 10/93 .
Al legislatore regionale non sfuggirà
l’opportunità di intervenire sul sistema di qualificazione delle imprese, con
un riferimento specifico per quelle aventi attività nel restauro dei beni
artistici e monumentali.
Una rivisitazione legislativa dovrà
apportare alcuni elementi a forte impatto sociale :il costo unitario della
m.o., come parte evidenziata nel bando e non suscettibile di abbattimenti ,
così come i costi pertinenti la sicurezza e l’igiene del lavoro.
Altri provvedimenti da
approvare riguardano il testo unico per l’edilizia, con la creazione dello
sportello unico per le informazioni e le autorizzazioni in ambito di
costruzioni.
Per la storia di questa
regione riteniamo indispensabile l’istituzione di un’apposita autorità per la
lotta al fenomeno dell’abusivismo, con compiti di coordinamento degli
enti locali, sostituendosi a quelli inadempienti, predisponendo intese con il
Genio Militare per le demolizioni in sostituzione di imprese che all’atto
dell’esecuzione dell’appalto presentano magari improvvide certificazioni
mediche di impossibilità ad operare.
Va dato atto ai costruttori
siciliani che sugli attesi aspetti legislativi hanno da tempo incalzato con
proposte di merito gli amministratori regionali.
Più volte abbiamo attentamente seguito
ragionamenti delle imprese sul sistema degli appalti, sulle progettazioni,
sugli assetti urbanistici, sulle infrastrutturazioni, la stessa valutazione del
ritenere il lavoro irregolare come elemento di forte distorsione del mercato e
della emergenza in fatto di disporre di strumenti di contrasto.
Per queste considerazioni
riteniamo maturi i tempi di proporre complessivamente alle imprese di grande o
piccola dimensione, siano essere artigiane o di cooperazione un tavolo unico con le
organizzazioni sindacali per affrontare queste tematiche, ricercando quanti più
punti condivisibili da spendere nelle sedi deputate.
Cominceremo da subito a
sottoporre ai colleghi di FILCA e FeNEAL la nostra proposta .
Il
rallentamento delle opere e degli importi posti in gara, già verificatosi dallo
scorso anno, pur con trend positivo occupazionale dovuto allo sfasamento
gara/apertura cantiere, è dato confermato anche nel 2001. Riferito allo stesso
periodo di Agosto dell’anno precedente, un ulteriore calo del 13% degli importi
dei bandi pubblicati fa suonare l’allarme rosso dopo alcuni anni di continua
crescita.
Scontiamo, come spesso,
anche il mancato utilizzo delle disponibilità di risorse comunitarie già
assegnateci col Q.c.s. 94 – 99, un ultimo bilancio ci informa che dell’intero
capitolo si utilizzerà meno del 70% esaurendosi la possibilità di impegno il
prossimo Dicembre di importi per centinaia di miliardi, ed ancora di somme
della Cassa Depositi e Prestiti, di finanziamenti non impegnati addirittura ex
Agensud, ecc..., per una causa permanente : l’incapacità di scelte politiche e
conseguentemente il nulla progettuale.
Lo scorso 5 ottobre con una
larga partecipazione di ministri senior e junior, autorità locali, signore
accaldate, qualche lavoratore di straforo passato lo stretto dispiegamento di
forze dell’ordine, si è inaugurata la tratta ferroviaria che collega Palermo
all’aeroporto Falcone e Borsellino.
Una inaugurazione attesa
dal lontano 1986, data di posa della prima pietra, le alterne vicende, comprese
quelle giudiziarie in un contenzioso irrisolto fra FS e imprese impegnate.
Per il completamento
definitivo, che comprende per l’intero
percorso (36 Km) a doppio binario, ulteriori interventi fra cui gli
attraversamenti urbani, dovranno passare ancora nove anni. Riferiamo di questa
opera pubblica, non l’unica purtroppo, di come il tempo e la certezza della sua
realizzazione e fruizione siano spudoratamente indefiniti .
Nella stessa giornata sono stati
siglati quattro accordi di programma Stato/Regione (FS per la parte di
competenza), riguardanti interventi sul sistema
ferroviario, sul viario, su porti, aeroporti ,risorse idriche, con un impegno di spesa dell’ordine di 4000
Mdi per la nostra provincia.
Si trattera’ di verificare
la capacità di progettazione esecutiva nei tempi indicati.
Un ulteriore campanello
d’allarme viene dal resoconto di importi riferentesi ad Agenda 2000 che
risulteranno impegnati entro l’anno : meno dello 0,50% dei famosi 18000 M.di .
Fra qualche giorno i
palermitani torneranno al voto per scegliere il sindaco e il consiglio
comunale.
La citta’ viene da un anno
di amministrazione del Commissario straordinario, ritenendo questo un limite
della legge che consente un lungo periodo di gestione dell’ente locale senza un
trasparente potere politico.
E’ utile, per meglio
focalizzare quest’ultimo anno, guardare ai numeri, che peraltro confermano
quanto già da noi denunciato in più occasioni, prodotti ultimamente da due ex
assessori della precedente amministrazione. Si evidenzia una caduta vertiginosa
, su base mensile, degli importi dei bandi di gara, riferiti al periodo di
gestione commissariale. Numerose sono le opere non messe in gara pur avendo
completato l’iter propedeutico (progettazione esecutiva, finanziamento ecc…) e
quelle con procedura di gara da troppo tempo ancora aperta .
Il periodo di
amministrazione Orlando ha rappresentato bene il bisogno di cambiamenti della
nostra comunità.
Sono coloro che non vivono
qui stabilmente a darci attestazione di un miglioramento complessivo della
città.
Pur tuttavia per il futuro
di Palermo alcune scelte risultano indispensabili
Esemplare la storia del PRG
di Palermo. Il precedente con i suoi 40 anni, il prossimo a venire, adottato,
nella prima stesura, dal Consiglio comunale a Marzo “97”, una sequela di atti
che nell’ultimo biennio sembravano avere messo finalmente le ali allo strumento
urbanistico.
Di recente un Pellegrino di nome Bartolo,
neo-assessore regionale al territorio e ambiente, nomina un commissario con lo
scopo di varare lo strumento urbanistico, sostituendo le competenze
dell’inadempiente consiglio comunale.
Di colpo succede
l’incredibile, il commissario, iniziato il suo lavoro, si vede superare dal
Consiglio Comunale, finalmente operoso, che nel frattempo licenzia il suo PRG.
Dal nulla a due P.R.G.
Successivamente
l’Avvocatura di Stato darà parere contrario all’operato del Consiglio Comunale,
che metterà in soffitta il proprio provvedimento.
Già da subito va prevista una proroga
della clausola di salvaguardia, intervenuta
per sospendere le previsioni del precedente P.R.G. e che cesserà di effetto a
Marzo 2002, in attesa dell’autorizzazione definitiva dell’atto da parte
dell’Assessorato competente, pena una nuova ondata di edilizia selvaggia.
Solleciteremo per parte nostra le forze
parlamentari in Assemblea Regionale per tale soluzione.
Palermo ha
bisogno di ridisegnare il suo aspetto, curando finalmente le periferie, alcune
delle quali entrate nei manuali di architettura ed urbanistica alla sezione “cosa da mai più ripetere”,come hanno
ricordato durante la presentazione di un complesso di proposte comuni di nuova
metodologia d’intervento di riqualificazione e riabilitazione delle città,
l’ANCE, LEGAMBIENTE ed INU.
Palermo ha bisogno di una
cura urgente delle proprie coste che non farebbero più sospirare d’estasi un
novello viaggiatore. Debbono essere chiaramente definite le aree per nuove
intraprese produttive, come assegnare gli spazi aperti alla pubblica fruizione.
Palermo è una delle più grandi città
d’Italia, probabilmente fra le poche dove l’architettura moderna e la scienza
delle costruzioni tecnologicamente avanzata, così definita, non abbiano più
partorito un’idea originale, un progetto d’avanguardia negli ultimi 40 anni.
Le vicende palermitane
confermano come l’intreccio di interessi, non sempre legittimi, sia la causa
del ritardo dell’adozione del mezzo primario di pianificazione del territorio,
da sottolineare che negli 82 comuni della provincia solo in 16 c’è un P.R.G.
vigente.
Altro nodo irrisolto il sistema di
trasporto pubblico, Palermo assediata dal traffico, con movimenti di piazza che
spesso tracciano i provvedimenti da adottare. Per troppi anni si è oscillato
per più opzioni in tema di mobilità che invece di integrarsi sono diventate nel
migliore dei casi alternative del non fare. Ancor oggi alle famose tre linee
tranviarie, ultimamente modificate nei percorsi, si aggiunge la scelta di una
metropolitana sotterranea, già oggetto di finanziamento più volte perso e
successivamente ripescato, per la quale al momento siamo alla fase di
prefattibilità.
E’ auspicabile, almeno , che il piano
dei parcheggi possa vedere il via con il prossimo anno.
Queste brevi note portiamo
all’attenzione del candidato sindaco Avvocato
Crescimanno, al quale confermiamo il nostro leale appoggio e l’intenzione
di sviluppare tali argomenti, se lo vorrà.
Primi atti del
Governo Berlusconi: riflessioni
Ancora non è applicata in tutti i
suoi contenuti la già citata Merloni-ter,
e già il Governo ne mette in forse l’impianto, lodevolissimo per le novità
introdotte (piano programma delle opere, progettazione esecutiva, separazione
progettazione-esecuzione, nuovo meccanismo di qualificazione delle imprese,
ruolo della P.A. ecc…).
Con un primo colpo
predispone le legge obbiettivo che si vedrà avrà effetti per un numero limitato
di lavori strategici, essenziali per l’ammodernamento di alcune aree del paese,
sicuramente marginalizzato il Meridione in queste scelte.
Così come abbiamo parecchie
preoccupazioni di un ritorno al passato in tema di qualificazione di impresa e
di svuotamento dei poteri dell’Autorità di vigilanza, per la quale è ipotizzato
un ritorno sotto l’egida ministeriale.
Negativa anche
l’impostazione della finanziaria 2002, guardando al settore, sul versante degli
investimenti, con significativo calo delle risorse disponibili rispetto alla
stessa precedente (- 5.4%) e il pastrocchio
sul limite temporale degli sconti fiscali sulle ristrutturazioni.
In altro contesto alcune
osservazioni sul Libro bianco di Maroni
Il nostro approccio al
testo governativo non può essere impostato che sottoponendolo ad un rigoroso
esame per acquisire le giuste chiavi di
lettura.
Le motivazioni del libro
bianco vorremmo racchiuderle in estrema sintesi, ce ne dispiace per gli emeriti
estensori, come un attacco al sindacato confederale al primo impatto ma più
profondamente come l’intenzione di far arretrare i diritti universali dei
lavoratori.
Veramente ardito, si legge,
ad esempio dove lavoratore e datore di lavoro
sono individuati come soggetti giuridici con parità di potere
contrattuale.
Una fantasiosa novità, fra
altre non di meno, il lavoro remunerato al ribasso degli standard contrattuali
in cambio di una assicurazione sulla durata del rapporto di lavoro. Mi ricorda
tanto un sistema diffuso di retribuzione a giornata, tutto compreso, tanto caro
a disinvolti imprenditori.
Permane la valutazione che
si tende a voler negare capacità di rappresentanza al sindacato con il chiaro
scopo di ridurlo nei rapporti di lavoro sempre più intesi come contratti
individuali.
L’idea che salari e
stipendi siano unicamente dipendenti dal territorio in cui si consolidano,
snatura un concetto, che ulteriormente ribadiamo anche nella discussione
congressuale, con la conferma dell’impostazione di una serie di norme
contrattuali uniche per tutto il territorio (CCNL) ed un secondo livello che
fotografa le potenzialità e gli effetti del lavoro in azienda, nel cantiere nel
nostro caso in edilizia in una porzione di territorio (la provincia).
Manca nel libro di Maroni, pur nella sua visione
movimentistica, ma con forti sapori di ritorno ad un passato accantonato dalle
vicende sindacali negli ultimi 30 anni , una esplicita riforma del sistema
degli ammortizzatori sociali.
Questa è stata fra le
grandi occasioni mancate dai governi del centro sinistra pur essendo stata
istituita, già con Prodi, la
commissione Onofri, con lo scopo di
mettere mano al sistema complesso degli interventi di sostegno a seguito di
sospensione e/o perdita del posto di lavoro.
Di nuovo nel recente passato è sortita,
solamente, la maggiore percentuale per la disoccupazione ordinaria e la diversa
previsione per gli ultra cinquantenni, davvero poco dopo tanto elaborare.
Proprio per gli edili,
congiuntamente alle altre categorie a forte connotazione di precarietà
occupazionale, come agricoltura e terziario, abbiamo da tempo portato alcune
proposte per una maggiore copertura degli ammortizzatori sociali, un loro uso
più redditizio, per la possibile interazione con moduli di aggiornamento e/o
momenti di riqualificazione professionale.
All’avvio del confronto Governo-parti sociali sulle materie
contenute nel libro bianco è stata molto opportuna la posizione espressa dalla
CGIL di privilegiare un avvio di discussione proprio partendo dagli ammortizzatori
sociali. La risposta ricevuta dal Governo, costa troppo al momento, mi pare
molto chiarificatrice del taglio e dei possibili sviluppi dei prossimi
incontri.
La difesa
del valore della contrattazione ci consente di assicurare tutto il nostro
apporto alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici del prossimo 16
Novembre.
I lavoratori edili stanno dimostrando grande intelligenza nel sostenere
questa giusta lotta, per affermare il diritto al rispetto delle regole.
La contrattazione trova grande collocazione nel libro bianco dove in una serie di considerazioni se ne ridisegnano le linee guida.
A tutti i
revisionisti di antica e dell’ultima ora dei meccanismi contrattuali vigenti,
va contrapposta una verità evidente rappresentata dal fatto che il vero limite
della contrattazione decentrata sin dagli anni ottanta (fine) ha riguardato
essenzialmente i soli grandi gruppi industriali, risultando nulla per il resto
dei lavoratori italiani.
Emerge
in tutta la sua gravità l’andamento delle trattative nazionali per il rinnovo
dei contratti edili, sia per il secondo biennio del livello nazionale, sia per
la definizione del tetto di E.E.T., da trasferire nei confronti territoriali.
Sapevamo
bene che la contemporaneità dei due rinnovi avrebbe reso tutto più ostico, oggi
rispunta la predisposizione dell’Ance di negare anche qualche passo di avvio di
un vero negoziato, il solito tatticismo, registrato anche in precedenti tornate, nel voler tirare dentro il governo per l’acquisizione
di garanzie sia sul versante degli investimenti nel settore che sulla riduzione
di oneri complessivi del costo del lavoro in edilizia, sicuramente da
sostenere.
La tentazione del padronato di introdurre pregiudiziali è assolutamente da
respingere.
La
decisione presa dagli esecutivi unitari di FeNEAL, FILCA, FILLEA per un primo
pacchetto di ore di sciopero (10) da effettuare entro la fine del mese, è
scelta conseguente, l’atteggiamento padronale può mettere a rischio il
particolare momento, che in Sicilia è per l’appunto affidato agli appuntamenti
programmatori e progettuali infrastrutturali, davvero rilevanti.
Nella
previsione del superamento dello stallo, così strategicamente errato, alcune
considerazioni nel merito.
Dobbiamo pur riconoscere
che quelle prime parti di stesura contrattuale, che peraltro ci impegnano parecchio
per il loro forte contenuto, mi riferisco al capitolo Osservatorio e Mercato
del Lavoro, trovano pochi momenti di confronto durevole e sistematico con le
parti datoriali .
Occorre riconsiderare le
ragioni di tali comportamenti, non ci sottraiamo dalle nostre responsabilità,
perché si sono persi di vista obiettivi e scelte comuni da condividere
nell’interesse generale.
Studiare la dinamica degli
investimenti e le ripartizioni per tipologia d’opera, la progressione temporale
dell’apertura cantieri, del numero delle ore dichiarate di lavoro, la qualità
della m.o. occupata, la comparazione di lavori ripetuti o similari , le
incidenze delle malattie e gli infortuni per serie misure di prevenzione.
Appare utile l’attività di
osservazione e di conseguente concertazione (mi è concesso ancora nominarla ?)
che, pur nell’autonomia delle singole parti, non si limiti all’analisi e
verifica della situazione ma prefiguri scenari revisionali interni per quanto
di competenza.
Gli Enti Bilaterali
L’edilizia dispone di
strumenti preziosi rappresentati dagli EE. BB., Cassa Edile, scuola e comitati per la sicurezza che sono il valore
aggiunto del settore.
Utilizzarli al meglio per anticipare i
tempi dello sviluppo e della crescita del comparto, per eliminare le distorsioni.
La Cassa Edile del futuro
sarà sempre più l’ente che dovrà poter dialogare stabilmente ed organicamente
con gli altri enti assistenziali, previdenziali ed istituzionali .
Avere il confronto
immediato delle cantierizzazioni dichiarate alla Cassa Edile con le banche dati
di INPS ed INAIL, con la previsione di certificazione unica probatoria al fine
dell’incasso degli stati di avanzamento lavoro e del collaudo finale.
Strada questa, anticipata e
proposta dalle OO.SS., ripresa e fatta propria già in alcune regioni.
Lo stesso collegamento con
altri istituti, può risultare determinante per l’altro ente bilaterale che si
occupa di sicurezza ed igiene dei luoghi li lavoro, il Comitato paritetico
territoriale (C.P.T.).
Le competenze espresse sul
campo da nostri tecnici impegnati può avere ulteriore positivi sviluppi
comparando i dati dell’incidenza infortunistica registrati dall’INAIL, per
causa, tipologia lavoro, distribuzione nel tempo ecc...
V’è una questione, per
quanto attiene la scuola edile, che va definitivamente risolta per maggiormente
qualificare l’ente, assicurandogli spazi di preminenza.
In futuro vediamo per la scuola scelte
obbligate per non confonderla, con quanto il vasto e variegato mercato offre in
ambito formativo.
L’ente va ridiscusso per
renderlo ulteriormente più efficace, come vero strumento di base propedeutico
all’occupazione nel settore.
Formazione e qualificazione
sono intesi come risorsa e non come costi, la mobilità e la buona flessibilità
valutate come occasione non come necessità.
Tenteremo col rinnovo
dell’integrativo di introdurre anche abbattimenti dei costi in favore alle
aziende che assumano lavoratori formati dall’ente bilaterale.
Un altro possibile ambito di attività
per l’ente scuola potrà essere rappresentato dalla auspicata riforma degli
ammortizzatori sociali, il cui periodo di fruizione può essere occasione di
ulteriore crescita o acquisizione di nuova capacità produttiva.
Il lavoro edile è di grande sacrificio,
se ulteriormente svilito da scarsa capacità di contenuto qualificante, di
crescita e maturazione professionale, se accompagnato ad una sempre più brevità
dei rapporti di lavoro (fine delle grandi opere) continuerà a far fuggire dal
settore più lavoratori, rimanendo unica prospettiva occupazionale di estremo ripiego,
soprattutto nelle regioni meridionali.
Già da tempo si è
manifestato un ragionamento, per altro ripreso anche fra le righe del libro bianco di Maroni, che gli EE. BB. possano essere sussidiari (?) e/o nuovi
agenti del mercato del lavoro.
Consideriamo tale
impostazione non conducente per la stessa natura e funzione delle parti
fondanti il sistema paritetico contrattuale, attività non compatibili con il
nostro modo di intendere la cultura e l’etica del lavoro che rappresentiamo.
Nella cartella fornita ai
partecipanti abbiamo inserito alcuni grafici che mostrano nei vari settori di
attività lo stato di adesione alla nostra organizzazione nel periodo dal
1996-2001.
L’edilizia è il nostro
insediamento storico, numericamente determinato anche dalla scarsa presenza nel
territorio dell’industria dei materiali da costruzione, rappresentata per lo
più da piccole aziende con meno di 15 addetti.
Negli ultimi anni il
predominante sistema di piccoli appalti e il relativo disseminarsi di cantieri
ha aumentato la difficoltà di poter assicurare una nostra ottimale copertura
del territorio e di assistenza per i lavoratori.
Con tali motivazioni
abbiamo inteso spingere l’individuazione dei Rappresentanti dei lavoratori per
la sicurezza in ambito territoriale, con un accordo innovativo in materia di
relazioni industriali, per consentire una vasta operazione di prevenzione ed
ausilio alle attività di cantiere, operando in modo sinergico con lo stesso
C.P.T..
Una sottolineatura è
d’obbligo per la struttura meglio conosciuta come ex DL24/86, lavoratori cui è applicato il contratto degli edili pur
assunti dall’ente locale.
Giust’appunto un anno fa
(14 Novembre) con decreto interministeriale il comune di Palermo era
autorizzato ad inserire in pianta stabile, come risorse lavorative fuori
organico, trasformando il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ponendo
fine a 14 anni di tempo determinato.
In questi giorni si è
giunti ad una fase, a lungo protrattasi, riguardante le valutazioni dei profili
professionali con i relativi inquadramenti da riconsiderare.
Adesso è obbligatorio
passare ad una compiuta riorganizzazione dell’intera struttura per affidare
missioni produttive specialistiche, come ad esempio gli interventi manutentivi
del patrimonio edilizio pubblico.
In generale dovrà portarsi
a compimento la totale omogeneizzazione con il personale di ruolo del comune.
Saranno queste le questioni
che porremo agli amministratori espressi con le prossime elezioni
amministrative comunali.
Il maggiore insediamento
industriale è lo stabilimento Italcementi di Isola delle Femmine. Negli ultimi
due anni lo stabilimento ha ridotto il numero di addetti a seguito procedure di
mobilità, pur ricollocandosi produttivamente a seguito del processo
riorganizzativo aziendale.
Il buon momento
attraversato dal comparto peraltro è segnato dalle positive chiusure delle
trattative prima per la contrattazione di gruppo ed ultimamente con i rinnovo
del secondo biennio del C.C.N.L.
Buone prospettive per la
Sicomed (calce-gesso) di Palermo, azienda dove il buon lavoro sindacale ha
consentito una vera ed originale contrattazione decentrata.
Gli altri impianti più rappresentativi del legno (Albanese),
manufatti (C.P.C. di Carini ed Omnia Italia) , laterizi (Latersiciliana) vedono
un certo risveglio perché chiaramente interessati dal momento propizio del
mercato delle costruzioni.
Per questi materiali sono in corso le
trattative per i rinnovi dei secondi bienni dei C.C.N.L., cui guardiamo con
buona dose di ottimismo per conclusioni positive.
Con la celebrazione del nostro II
Congresso Provinciale, poniamo le condizioni per la completa integrazione col
territorio di Termini / Cefalù / Madonie.
Consideriamo la scelta fortemente
producente che non mancherà di proiettarci verso nuovi traguardi. E’ indubbia
la forte tradizione di insediamento della CGIL in questa porzione della
provincia palermitana, pertanto servirà definire un nuovo modello organizzativo
con i compagni che hanno esperienze di attività consolidate nella zona.
Una riflessione, ormai
iniziata, porta a riconsiderare le azioni da intraprendere per sempre meglio
portare la Fillea fra i lavoratori.
Al primo punto una discussione, già prolungatasi con la Confederazione, per promuovere una nuova stagione di presenze diffuse nel territorio (leghe, camere lavoro zonali) , in grado di dare prime risposte ai lavoratori da un canto, d’altra parte assicurare i servizi complementari della CGIL.
Per la nostra, come per
altre categorie diffuse nel territorio, questa è una condizione indispensabile
per riavviare un forte processo di sindacalizzazione.
Un dato, che non vogliamo
sottovalutare, ci dà l’esatta fotografia di penetrazione sindacale laddove un
abbondante 50% della forza lavoro impegnata risulta non iscritta ad alcuna
organizzazione sindacale.
Assegniamo alla valutazione
più ampia i risultati conseguiti dalla Fillea di Palermo anche in
considerazione della forte competitività nel territorio con le altre
organizzazioni sindacali di categoria di Cisl
ed Uil.
Purtuttavia, poiché l’impegno che ci è
richiesto deve sempre mantenere alto il numero di giri, il gruppo dirigente che
sarà espresso dal Congresso avrà l’occasione di ricercare soluzioni che
consentano una mantenuta capacità di crescita della nostra organizzazione,
individuando e proponendo a nuovi soggetti di misurarsi giornalmente con la
pratica sindacale.
Va in questa direzione un progetto predisposto dalla Fillea Nazionale
titolato Under 30, per l’inserimento
di giovani all’interno delle strutture territoriali.
Anche ciò sarà una scelta
irrinunciabile per la Fillea palermitana.
Siamo
arrivati a questo Congresso attraverso le assemblee di base in cui i lavoratori
e disoccupati hanno portato il loro vissuto quotidiano.
Per molti
fatto di angherie e soprusi, le condizioni insoddisfacenti di sicurezza, la
lotta mensile per avere assicurata la paga, i momenti di preoccupazione per i
casi, sempre dietro l’angolo, di interruzione delle lavorazioni per perizia,
per modifica progettuale, per venire meno delle pattuizioni contrattuali fra
stazione committente e impresa aggiudicatrice.
Questo il
nostro lavoro cui assegniamo un segnale
forte che è lo slogan dei congressi della nostra categoria “Costruire un futuro di qualità”.
La qualità
intesa come l’arma vincente della modernità e motore della competitività
produttiva, in un mercato delle costruzioni che possa segnare autenticamente
una prospettiva conveniente per tutto il sistema paese.
Apriremo
un dibattito a cominciare da Filca e Feneal, attraversando il mondo delle
imprese, interloquendo con le forze politiche anche per tradurre in norme
necessità di un settore, ancor più decisivo che in altre zone del paese, per
una politica seria di sviluppo.
Sviluppo
che in Sicilia passa per una nuova stagione di contrasto alla fenomenologia di
incidenza criminale e per il perdurare della sua permeabilità in vasti strati
economici.
Ai nostri lavoratori chiederemo sempre di
sollecitarci e di esprimersi sulle nostre iniziative, nella consapevolezza di continuare la scelta di essere in FILLEA,
di vivere in una grande CGIL.