DOCUMENTO CONCLUSIVO CONGRESSO FILLEA CGIL VICENZA

 

Il secondo Congresso della Fillea provinciale di Vicenza, tenutosi il 20 novembre 2001, ha discusso della situazione nella quale i lavoratori e le lavoratrici dell’edilizia e degli altri settori rappresentati dalla categoria (cemento, manufatti, laterizi, legno) si trovano ad operare.

I delegati hanno innanzi tutto esaminato la situazione generale, sul piano interno e su quello internazionale, esprimendo il loro totale rifiuto di ogni forma di terrorismo: rifiuto che diventa più forte dopo l’attentato di New York.

Ma siamo dentro una guerra, l’Italia ha inviato uomini e mezzi militari, e noi pensiamo che sia il momento invece di dire basta. La guerra si deve fermare. E’ il momento dell’aiuto alle popolazioni colpite prima dal regime talebano e ora dalle bombe degli alleati.

Si devono riformare gli organismi internazionali, a partire dall’ONU, per metterli nelle condizioni di essere effettivamente rappresentativi dell’attuale realtà internazionale e di poter intervenire, anche con la forza se necessario, nei conflitti internazionali, o nei paesi dove vengono violati i diritti fondamentali, individuali e collettivi, nel rispetto delle diverse culture.

Nel dibattito è stata rilevata l’importanza di mantenere rapporti con i movimenti che contestano l’attuale modello di società e di globalizzazione, per i valori che esprimono e gli obiettivi che vogliono raggiungere. Ciò deve avvenire nel rispetto delle reciproche autonomie.

A livello nazionale, nel valutare le scelte che sta operando l’attuale Governo, si esprime il profondo disappunto perché il primo periodo di attività dell’Esecutivo ha visto approvare leggi tendenti a risolvere problemi relativi agli interessi dello stesso presidente del Consiglio e di coloro che possiedono grandi proprietà o hanno interessi poco chiari da difendere (falso in bilancio, rogatorie internazionali, rientro dei capitali illegalmente esportati).

I provvedimenti che interessano maggiormente i lavoratori vanno nella direzione indicata dalla Confindustria: ridurre i diritti, allargare la precarietà.

Anche in materia di sanità e scuola è avviata una politica tendente alla privatizzazione di servizi essenziali, con il rischio di tornare ad una scuola e una sanità per i ricchi e una per i poveri. Prospettiva che il Sindacato deve contrastare con forza.

Gravi sono i progetti governativi in materia di mercato del lavoro: l’attacco all’art. 18 dello Statuto dei lavoratori che, ricordiamo, tutela dal licenziamento senza giusta causa, è dentro un disegno più ampio, tendente a rendere più i rapporti di lavoro e dividere i lavoratori tra giovani e meno giovani.

Sulla scelta del Governo, di decidere con Legge delega su materie così delicate, chiediamo che la CGIL, unitamente a CISL e UIL, proponga le iniziative di lotta necessarie, fino allo sciopero generale.

Bisogna respingere inoltre il disegno della Confindustria che, anziché pensare a come investire in innovazione, sapere, formazione, continua e richiedere riduzione di costi e diritti dei lavoratori.

I delegati e le delegate hanno discusso a lungo sulla contrattazione, in categoria e a livello più generale.

Si valuta positivamente il grande successo della manifestazione dei metalmeccanici promossa dalla FIOM e allo stesso tempo ci si sente impegnati e tenere sul piano unitario nella contrattazione aperta nei nostri settori, anche per riaprire possibilità unitarie di carattere più generale.

Il giorno 7 dicembre si terrà lo sciopero dei lavoratori edili. La Fillea è impegnata, unitamente a Filca e Feneal, per la positiva riuscita di questo importante appuntamento.

L’impegno dei lavoratori edili è teso a difendere il diritto alla contrattazione, a mantenere il contratto nazionale insieme alla contrattazione provinciale, come risposta all’ANCE che vuole ridimensionare il ruolo contrattuale del sindacato.

La difesa dei due livelli contrattuali è fondamentale per tutelare le condizioni di vita e di lavoro di coloro che vogliamo rappresentare.

Rispetto a questo, il Congresso provinciale ritiene che la CGIL debba trovare in tempi rapidi una propria idea sulla contrattazione, che permetta di superare i limiti evidenziati dagli accordi sulla politica dei redditi e di ricostruire un modello che permetta di tutelare pienamente il potere d’acquisto dei salari nell’impresa grande, media e piccola ripartendo parte dei profitti d’impresa.

Bisogna riaprire una grande discussione sulle condizioni di lavoro, sulla durata del lavoro, riprendere a discutere di riduzione di orario di lavoro e formazione.

In questo contesto si è ragionato sulla condizione particolare che vivono i lavoratori immigrati, alcuni dei quali sono delegati al nostro congresso.

Si condivide il giudizio negativo espresso dalla CGIL, e ripreso nel dibattito congressuale, sull’ipotesi di legge sull’immigrazione presentata dall’attuale Governo. Anche qui prevale l’idea di penalizzare i diritti soggettivi e collettivi di questi lavoratori, di queste persone.

Sul piano organizzativo si condivide l’ipotesi di riorganizzazione degli organismi regionali, che comunque non deve limitare il ruolo delle provincie.

Il Congresso ha valutato positivamente i risultati raggiunti sul piano organizzativo e i programmi di lavoro delineati, tendenti ad allargare la presenza sul territorio della categoria per rispondere sempre meglio ai bisogni e alle esigenze di chi lavora nelle imprese edili, nelle aziende del legno, dei manufatti, del marmo.

Si ritiene inoltre di dover approfondire il ruolo della Fillea negli Enti paritetici (Cassa Edile, Scuola Edile, C.P.T.), per dotarsi di una nostra politica attiva, e di valutare le modalità per dare spazio agli stessi lavoratori edili nella gestione degli Enti.

 

Approvato all’unanimità