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Infortuni lavoro

 

 

 

Tragedia romeni sulla A1

Fillea Cgil: Indignazione per l’inesorabile  aumento delle morti sul lavoro,

spesso sottovalutati gli infortuni in itinere.

“Non di sole impalcature si muore sul lavoro, ci sono anche gli infortuni in itinere a seminare vittime che si aggiungono a quelle nei cantieri e quando a morire sono non uno o due operai ma un intero gruppo, “una squadra”, che all’alba, di domenica,  si reca a lavoro da una località o regione all’altra, ammassata in pulmini, allora si tratta di tragedia intollerabile, inammissibile.” - E’ quanto afferma in una nota Franco Martini, Segretario Generale della Fillea Cgil – commentando l’incidente che questa mattina è costato la vita a 6 operai romeni a causa del ribaltamento di un  pulmino sulla autostrada A1.” Sono già 110 le vittime sul lavoro nel settore delle costruzioni monitorate dalla Fillea Cgil dall’inizio dell’anno, di queste 26 sono stranieri, 1 su 4.  “I lavoratori stranieri – continua Martini – costituiscono l’anello più debole del nostro settore, vittime di soprusi e ricatti, disposti a tempi e ritmi di lavoro massacranti, spesso in balia dei caporali che alimentano le grandi percentuali di lavoro nero, che in edilizia raggiungono, nelle aree metropolitane, il 50%. Siamo stanchi di contare morti, di assistere  a infortuni che sempre più assumono caratteristiche di tragedie. Sono passati pochi giorni dalla morte di altre due vittime romene ad Ischia e i sei operai che questa mattina hanno perso la vita andando a lavorare chissà dove e per chi, rappresentano un tributo inaccettabile, indegno di una società civile, tanto più se fondata sul lavoro.”  Ci aspettiamo che dalle denunce e dalle prese di posizione si passi ai fatti, ci aspettiamo che il Governo, che già molto ha fatto in materia di controlli e regolarità nel settore delle costruzioni, si attivi con misure ancora più incisive e tempestive per cercare di arginare quella che ormai è diventata un’emergenza sociale.”

 

Roma 1 luglio 2006

 

 

 

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