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Lavoro e Ambiente
Prima Assemblea sindacale mondiale I temi del Lavoro e Ambiente in un’Iniziativa promossa dall’UNEP, agenzia dell’Onu per lo sviluppo sostenibile.
Si è tenuta dal 15 al 17 gennaio 2006 a Nairobi la prima Assemblea mondiale su Lavoro e Ambiente. Un appuntamento di straordinaria importanza convocato su un programma di lavoro di primario interesse per miliardi di lavoratrici e lavoratori in tutti i paesi del mondo. L’iniziativa è stata promossa dall’UNEP (l’agenzia dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, con il sostegno dell’UNGC (Patto globale delle Nazioni Unite) e con la collaborazione dell’ILO (Org. Int. Del Lavoro), della WHO (Org. Mondiale della Sanità) dell’ICFTU (CISL internazionale), della WCL (Confederaz mondiale del Lavoro), del TUAC (Comitato consultivo sindacale) e della Sustain Labour (Fondazione int. Del Lavoro per lo Sviluppo sostenibile). Hanno partecipato all’Assemblea 150 rappresentanti sindacali provenienti da vari Paesi industrializzati e in via di sviluppo, insieme ad alcuni esperti che si occupano di ambiente e di sviluppo sostenibile, e a rappresentanti governativi e delle Nazioni Unite. L’Assemblea ha realizzato tre obiettivi:
a) ha confermato l’impegno delle Agenzie delle Nazioni Unite a favorire la partecipazione dei sindacati allo sviluppo sostenibile; b) ha confermato l’impegno dei sindacati, con loro iniziative, ad adottare misure pratiche per contribuire al progresso dello sviluppo sostenibile attribuendo a questo loro impegno un carattere decisamente prioritario; c) ha individuato alcuni provvedimenti che consentono un’azione di controllo congiunta lavorando insieme all’UNEP, all’ILO e alla WHO.
I lavori dell’assemblea si sono chiusi con l’approvazione allegata.
Ai lavori dell’Iniziativa ha partecipato per la CGIL nazionale Salvatore Barone del Dipartimento settori produttivi.
NAIROBI – RISOLUZIONE FINALE DELL’ASSEMBLEA MONDIALE SINDACALE IN OCCASIONE DELLA SUA PRIMA RIUNIONE
1. L’Assemblea ha concordato i seguenti obiettivi:
a) Consolidare il rapporto tra riduzione della povertà, protezione ambientale e lavoro dignitoso. Posti di lavoro dignitosi e sicuri sono infatti indispensabili perché le persone abbiano mezzi di sussistenza sostenibili. Creare posti di lavoro dignitosi e sicuri, tuttavia, è possibile solo in presenza di una sostenibilità ambientale: di qui l’esigenza di perseguire incondizionatamente gli obiettivi di riduzione della povertà e di sviluppo sostenibile contenuti nella Dichiarazione del Millennio e nel Piano di Attuazione di Johannesburg attraverso la promozione di un’occupazione dignitosa e sicura e della responsabilità ambientale. In questo contesto va portata avanti anche l’elaborazione di procedure che garantiscano la parità di genere; b) Integrare la dimensione sia ambientale che sociale dello sviluppo sostenibile a un approccio basato sui diritti. I diritti fondamentali dei lavoratori, quali la libertà di associazione e la contrattazione collettiva, devono essere rispettati se vogliamo che i lavoratori e i loro sindacati si impegnino nelle strategie tese a uno sviluppo sostenibile. Inoltre tra i diritti umani va incluso l’accesso universale, giusto, equo e ambientalmente sano alle risorse primarie quali l’acqua e l’energia; c) Per realizzare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile occorre stabilire un governo effettivo e democratico in grado di garantire tale sviluppo; rafforzare il ruolo delle autorità pubbliche nazionali, stabilire le regole necessarie a governare i mercati e le aziende globali e, infine, assicurare il rispetto del diritto e delle leggi da parte delle imprese e nel contempo una loro maggiore affidabilità e responsabilità; d) Adottare con urgenza delle misure per quanto attiene ai cambiamenti del clima a sostegno della Convenzione quadro delle N.U. sul cambiamento climatico e relativo Protocollo di Kyoto; elaborare nuovi e ulteriori accordi sia per i paesi più avanzati che per quelli in via di sviluppo che tengano conto delle responsabilità comuni ma differenziate; prevenire e minimizzare gli effetti negativi, e massimizzare quelli positivi, sull’occupazione; garantire la partecipazione dei sindacati nelle sedi dove si decidono le strategie da adottare in materia di cambiamento climatico; e) Attuare gli obiettivi di Johannesburg in materia di sostanze chimiche in base ai quali è l’industria a dover dimostrare che le sostanze utilizzate sono sicure per i lavoratori, i consumatori, le comunità e l’ambiente. Garantire, nel contesto della Convenzione di Stoccolma relativa agli Inquinanti Organici Persistenti, la sostituzione della maggior parte delle sostanze chimiche; e garantire l’azione concertata a livello mondiale attraverso l’adozione dell’Approccio strategico alla Gestione delle Sostanze chimiche e relativo controllo nel tempo. Inoltre occorre promuovere la finalizzazione e attuazione del sistema di regolamentazione UE per la registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche noto come REACH; f) Promuovere modelli di produzione e di consumo rafforzando i “Centri Nazionale di Produzione Pulita” e con la diffusione e il trasferimento di tecnologie pulite; g) Introdurre politiche per la “transizione al buon lavoro” quale elemento centrale della protezione ambientale, e garantire che ai lavoratori colpiti negativamente dai cambiamenti vengano offerte alternative lavorative dignitose e sicure; h) Migliorare il dialogo tra lavoratori e management, la consultazione e la contrattazione nei luoghi di lavoro in materia di sviluppo sostenibile, e il dialogo sociale a livello settoriale, nazionale e internazionale nel settore pubblico e privato; usare strumenti adeguati ad aumentare la responsabilità sociale e ambientale delle aziende attraverso la partecipazione del sindacato e dei vari attori a iniziative autentiche; e garantire che nella responsabilità sociale dell’impresa venga inserito il rispetto della legge e le iniziative di tipo volontario; i) Migliorare la cooperazione e la coerenza tra norme internazionali e convenzioni in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile. A tale scopo occorre maggiore collaborazione tra UNEP, ILO e WHO e i vari ministeri dell’ambiente, del lavoro e della salute; j) Collegare la salute lavorativa alla politica e alla prassi ambientale e di salute pubblica, considerando il miglioramento degli standard relativi alla salute e alla sicurezza sul lavoro come un obiettivo/diritto a sé stante e rafforzare le convenzioni e i programmi ILO per lo sviluppo e la promozione di questo diritto. Avere ben presente la necessità di approcci diversi a seconda che si tratti di paesi avanzati o in via di sviluppo, e questo vale soprattutto in materia di campagne contro l’HIV/AIDS. Prevenire il decesso, le lesioni e le malattie dei lavoratori a seguito degli effetti di sostanze chimiche o pericolose come l’amianto, e garantire il diritto all’integrità della funzione riproduttiva sia per gli uomini che per le donne.
2. Per realizzare questi obiettivi i rappresentanti sindacali che hanno partecipato all’Assemblea si sono impegnati a migliorare l’iniziativa sindacale in materia di sviluppo sostenibile e a operare:
a) Per riformare le politiche e le prassi governative soprattutto facilitando la transizione verso una produzione e un consumo sostenibili nei luoghi di lavoro e con l’introduzione dei diritti ambientali dei lavoratori e della loro partecipazione; b) Per ratificare e attuare le convenzioni e gli strumenti fondamentali in materia di ambiente e le relative convenzioni ILO promovendo nel contempo politiche sociali e dell’occupazione che trasformino il lavoro dignitoso e sicuro in elemento essenziale della protezione ambientale, dello sviluppo sostenibile e dello sradicamento della povertà; c) Per lo sviluppo della capacità di progettazione costruttiva (capacity-building) e dei programmi di formazione in grado di perfezionare l’integrazione dei pilastri ambientale e socio-economico dello sviluppo sostenibile, tra cui l’attuazione integrata dei principi della United Nations’ Global Compact (Convenzione Globale delle N.U.) riconoscendo l’importanza particolare di garantire la protezione delle donne; d) Per la valutazione, progettazione, attuazione e controllo delle iniziative tese a una produzione e a un consumo ambientalmente sicuri e sostenibili, e anche per il trasferimento di tecnologie pulite e per lo sviluppo della valutazione delle tecnologie a livello di settore; e) Per una più efficace applicazione degli strumenti atti a promuovere quelle che sono le responsabilità sociali e ambientali delle aziende, compresi gli strumenti pubblici concordati, come le Linee Guida OECD sulle Multinazionali, la Dichiarazione tripartita dei principi dell’ILO relativa alle multinazionali e alla politica sociale, ma anche, se occorre, le iniziative private come gli schemi di report della sostenibilità elaborati dalla GRI (Global Reporting Iniziative) e, laddove esistono tali sistemi, l’uso del capitale dei lavoratori in fondi pensione; f) Per l’applicazione a livello mondiale delle proposte contenute nel Programma REACH dell’UE sulle sostanze chimiche che, sulla base del principio di precauzione, mirano a regolamentare la responsabilità e affidabilità dei produttori nell’individuazione delle sostanze chimiche pericolose; g) Per la contrattazione degli accordi quadro a livello mondiale con le aziende che hanno assunto impegni in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile e, se necessario, per il rafforzamento dei diritti all’informazione dei Consigli di azienda; h) Per il controllo delle pratiche di investimento e di approvvigionamento dei governi, delle politiche di privatizzazione e territoriali, così da integrare gli obiettivi sociali e ambientali e da garantire diritti umani e equità per quanto attiene all’accesso a risorse quali l’acqua e l’energia; i) Per elaborare iniziative, insieme agli alleati della società civile, tese a incoraggiare azioni nei luoghi di lavoro e a livello di comunità, e a promuovere attività di informazione tra i sindacalisti, ad esempio attraverso il dialogo con gli attori della comunità e il coinvolgimento dei gruppi di Agenda 21 con responsabilità decisionali; j) Per la prevenzione e un’efficace capacità di reazione ai disastri industriali e naturali essendo investiti di una adeguata responsabilità ambientale legale; k) Per un reale bando globale dell’uso dell’amianto, per un suo trattamento e smaltimento in condizioni di sicurezza in conformità alle decisioni delle Parti adottate durante la Convenzione di Basilea sul Controllo dei Movimenti transnazionali dei Rifiuti pericolosi e relativo Smaltimento, perchè venga incluso nella Convenzione di Rotterdam sulle Procedure di previo Consenso informato in relazione ad alcune Sostanze chimiche pericolose e ai Pesticidi nel Commercio internazionale. Ma anche per la promozione di approcci integrati, nei luoghi di lavoro, alla lotta contro l’HIV/AIDS.
3. I rappresentanti sindacali presenti all’Assemblea si sono impegnati anche a lavorare per promuovere una maggiore consapevolezza, all’interno del sindacato e a tutti i livelli, dell’importanza di queste tematiche in previsione dell’adozione di una politica e relativi progetti di attuazione finalizzati a una azione da portare avanti a livello locale, nazionale e internazionale basata sulle conclusioni di questa Assemblea, e a integrare queste iniziative a livello di settore. I rappresentanti sindacali raccomandano inoltre che questa Assemblea sia seguita da altre a livello regionale in America latina, Africa e Asia.
4. I rappresentanti sindacali hanno accolto con favore la piattaforma comune di UNEP, ILO e WHO. Le tre organizzazioni internazionali esploreranno, ai fini di ulteriori iniziative e come naturale conseguenza di questa Assemblea sindacale su Lavoro e Ambiente, le seguenti opportunità:
a) Promuovere la capacità di progettazione costruttiva (capacity-building) e la formazione; l’eleborazione di strumenti di formazione congiunti per i funzionari sindacali e i lavoratori sui seguenti temi: i) Mitigazione del cambiamento climatico e misure di adeguamento dei relativi impatti sull’occupazione e la salute dei lavoratori; iv) Consumi e produzione sostenibili, compresi i sistemi di gestione ambientale e la salute e la sicurezza sul lavoro; v) Responsabilità sociale e ambientale delle aziende, come richiesto nel corso del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile; vi) Contenuto ambientale del dialogo sociale mondiale, compresi gli accordi quadro; v) Prontezza organizzativa e piani di intervento predisposti in caso di emergenze a livello locale, compresa la gestione dei disastri; vi) Accordi e leggi multilaterali in materia di ambiente; maggiore informazione e conoscenza in merito alla loro attuazione nei luoghi di lavoro; vii) Gestione in condizioni di sicurezza, anche attraverso trattati/accordi già esistenti o appena stipulati, delle sostanze chimiche, dei prodotti chimici e dei pesticidi, e accrescendo il ruolo dei sindacati e dei lavoratori nell’attuazione dell’approccio strategico per la gestione internazionale delle sostanze chimiche, il sistema UE REACH, unitamente ad altri programmi; rivitalizzando il memorandum di cooperazione UNEP-ILO-WHO sull’impiego in condizioni di sicurezza delle sostanze chimiche; b) Facilitare il coinvolgimento del movimento dei lavoratori a livello pubblico, ad esempio nell’erogazione dei pubblici servizi; c) Replicare gli studi di caso che hanno fornito dati e informazioni importanti e che sono stati presentati nel corso dell’Assemblea. A tale scopo occorre attivare e alimentare un sito web per la raccolta degli studi di caso prendendo in considerazione la possibilità di una loro eventuale pubblicazione; d) Promuovere il coinvolgimento dei sindacati nell’attività di altri gruppi sociali importanti, in un dialogo a più voci, per l’attuazione dell’ordine del giorno in materia di sviluppo sostenibile; e) Intraprendere uno studio per accorpare il “buon lavoro” alla progettazione di una politica ambientale; f) Promuovere una crescita dell’occupazione responsabile dal punto di vista sociale e ambientale; g) Rivedere congiuntamente e formalmente l’attuazione degli accordi; h) Offrire un modello per una progettazione integrata e congiunta tra i diversi settori, come la “Iniziativa di integrazione tra salute e ambiente” della WHO e dell’UNEP, il cui scopo è di facilitare e promuovere azioni efficaci per ridurre gli impatti ambientali negativi sulla salute dell’uomo (N.d.T); i) Invitare l’Organizzazione mondiale della Sanità a presentare un piano di azione globale relativo alla salute sul lavoro in occasione della prossima Assemblea mondiale del 2007, con il contributo dell’ILO e dell’UNEP; j) Procedere a un’analisi degli aspetti relativi alla salute nella fase di transizione verso una produzione sostenibile, compresi gli effetti sulla salute a seguito dei cambiamenti avvenuti a livello di occupazione.
Roma 16 febbraio 2006
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